martedì 26 febbraio 2013

DIARIO DI NAVIGAZIONE 11

Nel rammentare "La ginestra" di  Leopardi e il mio ritrovato amore per il giallo, non avevo fatto i conti con la giornata di oggi.
E' iniziata presto, come al solito a fare  dei caffè, oggi 28 dicembre invece della nebbia si è alzato un bel sole, il giallo dei suoi raggi si rinfrangeva sulle vetrate del bar sino ad arrivare ai miei occhi.
Pensavo fra me che oggi sarebbe stata una bella giornata, per essere tale deve filare liscia, giusta e in armonia e a dire la verità sino alle ore sedici  si è mantenuta tale.
Dovete satere che la simbologia del numero 28 è legata a quella del 10 ( 2+8 =10).
Il 10 ha come significato esoterico la perfezione ma anche l'annullamento di tutte le cose, è l'eterno ricominciare, infatti dopo la bella mezza giornata conclusasi con la passeggiata  fra i campi inondati dal sole,  smangiucchiando delle succose arance, la giornata è andata in malora ed io ora ho disgusto e nausea di me stessa, sentite un po' cosa è successo.
Sono andata a Ravenna, prima in un grande supermercato, dovevo comprare un tappetino per il bagno, sono andata alla cassa fai da te, c'era un sacco di gente, ho fatto la fila pure lì e quando ho iniziato il pagamento la cassa si è bloccata, è venuta l'assistente, ha messo a posto con la tessera magnetica, e appena ha girato le spalle la cassa si è smagnetizzata, l'addetta è ritornata, io ero imbarazzata, è successo come prima,  la commessa velocemente ha ripassato il badge, ha detto:"faccio io, può andare" e io come un salame non ho saputo che fare e me ne sono andata senza pagare, la stima di me stessa è scivolata repentinamente ai  piedi.
Sono poi andata in pasticceria dove avevo visto dei certosini ( tipici dolci ferraresi) per regalarne uno alla mia amica...erano finiti.
Sconsolata ho telefonato a due amici ravennati per incontrarci in una sala dove presentano  tutti i venerdì  i libri e farci così gli auguri di fine  Anno e quelli di Natale (anche se già passato).
Durante la presentazione del libro mi sono girata molte volte ma di loro niente, neanche l'ombra e non mi hanno neanche inviato un messaggio...boh io non telefono più, forse sono a loro antipatica, non mi sopportano.
Nel tragitto per ritornare a casa, con l'autobus, mi è squillato il telefono, era  mia cugina che era stata in Puglia per le vacanze di Natale e che mi aveva fatto una promessa, quella di portarmi il piatto locale di Bari:"riso, patate e cozze" che è nella mia fantasia da tanto tempo, ebbene mi telefonava per dirmi che si era dimenticata e io che avevo già comprato la bottiglia di vino adatta.
Vado a letto senza cena prima che succeda altro.


immagine di Teoderica

sabato 23 febbraio 2013

DIARIO DI NAVIGAZIONE 10

 Il rosso è il colore del cuore e dell'amore, della passione e della sensualità, dell'autorità e della fierezza,  della fiducia nelle proprie forze e capacità, ma anche il colore di Marte, associato al sangue e alla guerra mentre il verde che è il suo complementare, cioè è formato dal blu e dal giallo e non contiene il rosso, è il colore della speranza, di chi vuole crescere, affermarsi, comandare, è associato a Venere, dea dell'amore e della fertilità ma è anche il colore dell'invidia  e della putrefazione. Il giallo è il colore del sole, dell'oro, dell’allegria, della felicità e della fantasia, rappresenta l'ottimismo, l’intelligenza, la vivacità,  la leggerezza, la crescita.
 Il giallo è il colore dell'illuminazione e della redenzione. Chi preferisce il giallo tende perciò al cambiamento e alla ricerca del nuovo, della liberazione dagli schemi , è anche il colore della gelosia.
Vi parlo dei colori perchè io li credo fondamentali e terapeutici per i nostri stati d'animo, contrariamente alla  cromoterapia io penso che  occorra immedesimarsi nel proprio colore, se ci si sente che dobbiamo vestirci di giallo dobbiamo farlo, diversamente se vogliamo il nero pure dobbiamo tenercelo perchè altrimenti non ci sentiremmo a nostro agio.
Nel periodo della malattia che ha portato alla morte mio padre, io vestivo quasi sempre di beige, colore  da  me sempre avversato, questo colore significa il lasciarsi trasportare dagli eventi...cosa potevo mai fare io contro il cancro di mio padre?  
Il mio colore è stato il verde, poi l'arancione, quindi il giallo per poi  tramutarsi in blu, poi in nero.
 Da ragazza, quando portavo il verde e il giallo ero solare ed entusiasta, una vera forza della natura, ammaliante e incantatrice...ve lo dico in un orecchio, ero corteggiatissima.
Nel periodo blu ero tutta dedita alla famiglia, al figlio in particolar modo e ai miei cani e gatti  e il blu è simbolo di dolcezza, gentilezza, amore per i bambini, la natura e gli animali. Il blu significa  grandezza d'animo, buona fede, ingenuità e dedizione,  sincerità e  onestà,  rapporti cordiali e duraturi.
Cè stato poi il periodo azzurro, in cui le certezze sfumavano, i rapporti consolidati stavano sfumando, il figlio se ne andava, l'azzurro è il colore del mare e del cielo, è il colore dell'immortalità, era la mia speranza che il mio mondo non si frantumasse, e l'inizio della mia comunicazione attraverso la creatività.
Ma era  già il tempo del nero ed io per accentuarlo ancora di più portavo una borsa con scritto: NO!
Il nero rappresenta la negazione assoluta.
Spezzo però una lancia per il nero,  è anche il colore più sexy che io conosca, forse perchè il no che simboleggia è una provocazione per estorcere un sì, forse il nero sintetizza l'uomo conquistatore e la donna vinta, il tutto non su un campo di battaglia ma sul tavolo dell'amore.
Il colore più lontano dalla mia indole, che a volte cerco di indossare, ma lui mi rifiuta è il grigio, il colore della prudenza, delle scelte ponderate, che io vorrei ma sono loro che mi rifiutano..."ahi pentirommi, ma sconsolato volgerommi indietro" per questo verso che mi ha accompagnato per tutta la vita, credo che alla fine odierò il Leopardi, a proposito leggetevi  "La ginestra", pare che Leopardi sia rinsavito alla fine della sua vita diventando quasi ottimista.
Mi è venuta in mente la ginestra, questo splendido fiore giallo, che  nasce dalle rocce, la prima volta che le vidi, in piena fioritura, sul nostro Appennino romagnolo, rimasi a bocca aperta, incredula di queste nuvole raggianti, guardavo di qua e di là arrabbiata di non poterle abbracciare tutte in un solo sguardo.
Giallo il più bel colore che esista, il colore del sole e come potremmo vivere noi senza il sole, ed io ho ancora abiti neri nell'armadio, ma quest'anno mi sono comprata due abiti gialli, uno per andare in bicicletta al mare ed uno per uscire la sera.
A mio marito non piacciono i miei abiti gialli, dice che sono"gialloni", ma i ciclisti che incontro mi  soffiano baci, mi dicono "bella", uno è pure tornato indietro svoltando ed affiancandomi  per chiedermi se volevo essere spinta, tirava vento, per fare meno fatica  e  un uomo  affacciato alla  finestra vedendomi  mi ha salutato  cantando:

Occhi di ragazza

quanti cieli quanti mari che m'aspettano

occhi di ragazza

se vi guardo

vedo i sogni che farò

partiremo insieme per un viaggio

per città che non conosco

quante primavere che verranno

che felici ci faranno

sono già negli occhi tuoi



immagine di Teoderica

mercoledì 20 febbraio 2013

ARTEFIERA BOLOGNA (parte terza)



                                               Nella foto un dipinto di Alberto Zamboni

Vi parlo di Alberto Zamboni  perché nelle sue tele rappresenta paesaggi e forme nella nebbia, il tema nebbia mi affascina, ma trovo che l’artista sia  ripetitivo, non capisco perché un’artista debba avere un solo stile, oggi tutto è contaminato, e poi eccede nei contrasti,  volutamente secondo me, ad effetto. Alberto Zamboni è nato nel 1971 a Bologna dove continua a vivere e a lavorare.   Si diploma all’accademia di belle arti di Bologna con una tesi sui viaggi di Magellano, illustrandone in maniera immaginaria i punti salienti attraverso la lettura del diario di bordo di A.Pigafetta.
Zamboni svolge fin da subito la sua attività pittorica con particolare attenzione a certe impressioni suggerite da letture di viaggi antichi e, affascinato dalle fiabe d’avventura e dall’ignoto, cerca di catturare questo senso di odissea all’interno dei suoi paesaggi nebbiosi.
                                                      Nella foto l'ironica opera di Julian Opie

 E adesso vi  descrivo il pezzo più ironico e divertente, quello che avrei premiato. Mi trovo davanti una scatola di plexiglas rettangolare   vibrante di  luce soffusa, pochi tratti, tra cui due punti per gli occhi, rappresentano un volto, lo fissi e lui ti fa l’occhiolino,  poi torna fisso, immobile e dopo un poco inarca le sopracciglia, e via così, mette allegria,  quegli occhi a puntino, mi ricordano qualcosa, leggo il nome dell’artista e comprendo tutto è un inglese: Julian Opie.    
I lavori  di Opie sono esposti in gallerie e musei di tutto il mondo, dalla Tate Gallery al Moma, passando per la street art.
L’animazione grafica, i LED, il vinile e la stampa serigrafica sono i mezzi espressivi usati in genere da Opie, con un linguaggio pittorico essenziale che unisce ritratto classico, scultura, cartelloni pubblicitari, danza contemporanea e paesaggio urbano. Il linguaggio dei segnali stradali, semplice e colorato è quello che lo contraddistingue più di ogni altra cosa, proprio perché l’artista lo “estrae” dalla strada e lo trasforma in arte, facendolo entrare nelle gallerie così come nei dischi e anche nei libri.
Nella foto un'opera di Donald Baechler

Mi imbatto in  semplici figure, un vaso di fiori, tutte colorate di nero su fondo bianco, sono infantili, non hanno niente che attragga eppure sono qui ferma e mi piacciono sono di un artista americano che ha studiato un po’ in giro per il mondo.
Donald Baechler  è un pittore e scultore statunitense le cui opere sono state esposte in gallerie e musei di tutto il mondo. Il suo stile unico incorpora un sacco di immagini d'infanzia, ispirato da libri per bambini e giocattoli. Rachel Webber, il direttore delle Arti estate, ha spiegato che, "le immagini che Baechler usa rende la sua arte molto accessibile ad un pubblico giovane. Ad esempio, i fiori, coni gelato e giocattoli sono immagini dell’infanzia”

                                                          Nella foto un'opera di Olivo Barbieri

Mi fermo, nello spazio sciccoso  di una galleria, di cui non mi importa chi siano i titolari, ho notato una foto o forse un dipinto iperrealista? Un'opera lieve come acqua che scorre, semplicemente arte per gli occhi e refrigerio per un'anima stanca, chiedo cosa sia, mi viene risposto che è una foto , paradossalmente ho scattato una bella foto anch'io, di Olivo Barbieri. 
Olivo Barbieri  è un fotografo e artista italiano, uno di quelli davvero bravi e ammirati in tutto il mondo. È nato nel 1954 a Carpi, si è laureato al DAMS di Bologna e tra le molte cose che ha fatto soprattutto sui paesaggi è diventato molto conosciuto per l’uso che ha fatto della tecnica del tilt-shift per la fotografia dei panorami che appaiono come miniature: la tecnica sfrutta il movimento di particolari obiettivi che, grazie alla possibilità di far oscillare (tilt) o slittare (shift) la lente creano una profondità di campo che dà all’immagine di una scena reale l’aspetto di un modellino. Il suo lavoro di fotografia e video, soprattutto urbani, gli ha fatto vincere numerosi premi e a esibire le sue opere in tutto il mondo.
Io non ho capito cosa sia questa tecnica, ma vi assicuro che il risultato è strabiliante, se avete soldi da investire questo è un buon artista.

domenica 17 febbraio 2013

DIARIO DI NAVIGAZIONE 9

Ed eccoci qua, il 27 dicembre, al lavoro, caffè prego e grazie e nei momenti di pausa uno sguardo ai quotidiani, alle notizie che più mi interessano, quelle dei piccoli fatti delle persone comuni, che come il pane comune sono sempre buone da mangiare o da leggere.
Questa mattina mi ha colpito la storia di  Rosetta,  una splendida ragazza dagli occhi  verdi che amava cantare, disegnare e ballare, e leggeva e leggeva con lo stupore mai sazio.
Si innamorò ben presto, perchè chi ama la vita e le nove muse non può non perdersi nella musa più attraente che è l'amore.
Rimase subito incinta, si sposò in fretta e furia ed andò ad abitare coi parenti del marito che non riuscivano a comprendere il suo animo artistico.
Il lavoro era  importante, non i suoi disegni che servivano solo per accendere il fuoco e cantare poi non serviva,  ci si distraeva troppo.
Leggere e scrivere era per i signori che non han niente da fare.
Rosetta pian piano  si spense, lentamente come una candela finì i suoi  verdi giorni, il legno verde non brucia fa solo del gran fumo perchè non si deve morire a vent'anni.
Questa storia mi ricorda qualcuno che conosco personalmente, una donna che da sola si spense, cercò di adattarsi all'ambiente in cui viveva, riversò la sua arte nell'allevare l'adorato figlio, ma quando lui fu grande e se ne andò, all'improvviso la finestra fu nera, nera come la pece.
Voleva morire non sapeva che era già morta, ma qualcuno o qualcosa, da lontano o da vicino trafisse con piccoli fili di luce la gomma nera della finestra, i buchi piano piano si allargarono e da lì rientrò in lei la danza, il canto, il leggere, lo scrivere.
Ora la finestra non è tutta aperta, è a quadretti come quella dei carcerati ma non è certo morta nè metaforicamente, nè  realmente come la dolce Rosetta.
Finito il lavoro, verso le quindici, ho passeggiato lungo il fiume, in mezzo alla nebbia umida che qui da noi in Romagna non manca mai.
E' bello vagare in mezzo alla nebbia ovattata, il paesaggio diviene misterioso, fate o gnomi possono saltare fuori da un fosso, magari è solo una lepre ma chissà con in po' di fantasia potrebbe essere Mazepegul.
Chi è Mazapegul?
E' il folletto romagnolo, c'è chi giura che lo ha visto.
Se la notte vi sentite un peso nello stomaco, ansia e un po' di nausea, non è per i bagordi che forse avete fatto, è Mazapegul che viene a sedersi sul vostro stomaco per farvi i dispetti.
Mazapegul è un  birbante e se avete una bella moglie state attenti, perchè lui  ve la insidierà.


immagine di Teoderica

giovedì 14 febbraio 2013

DIARIO DI NAVIGAZIONE 8

Rieccomi qua, sempre il 26 dicembre ore 14,50 ho caricato il disegno appena fatto, vorrebbe rappresentare i fiori di pesco nella  nebbia od anche i bei sogni , lo sapete che sognare fiori  di colore rosa/lillà è foriero di cose meravigliose che vi accadranno?
Io li ho sognati solo una volta e nel sogno mi hanno ragalato una serena calma, un benessere diffuso che si è poi mantenuto nei giorni a  venire.
 Qualcosa  di molto bello si è avverato, non vi dico cosa, solo che non è durato per sempre ed il risveglio è stato molto amaro.
E adesso che vi racconto, non so, finito il post, mi andrò a fare una camomilla con qualche biscotto, poi farò un poco di cyclette leggendo il libro che mi ha  prestato Matteo, un amico che legge cose strane, ufo, vampiri e giù di lì, il romanzo si  intitola, "La città che si dimenticò di respirare", è un giallo misterioso molto sottile e fine ambientato a Terranova.
Terranova voi lo sapete precisamente dove si trova?
Io no.
Ora vado a vedere.
Terranova è un'isola canadese che si trova nell'Atlantico, un po' francese e molto inglese, scoperta cento anni prima  dell'arrivo di Cristoforo Colombo  nel continente americano da due fratelli veneziani.
Francesi e inglesi se le sono date di santa ragione per avere il dominio dell'isola, alla fine fra i due litiganti il terzo gode: il Canada.
Nel Canada più lontano, quello vicino all'Alaska vive mio figlio, la vita è strana io che volevo viaggiare non mi muovo mai da casa, mio figlio che ha l'indole  flemmatica del pescatore, non solo vive così lontano, ma viaggia su e giù per tutti gli Stati Uniti e l'Europa e si rifiuta altrimenti dovrebbe andare anche in Giappone e  Australia.
Ora chiudo, questa specie di diario, che potrebbe essere vero o inventato, l'importante è raccontare il resto è vita e non ci interessa.
Dopo la cyclette, starò un poco sul divano, forse, a telefonare e a fumare, fuori  piove e non si può fare neanche una passeggiata lungo il fiume.
Stasera digiuno, ho mangiato troppo ieri, poi computer per vedere se trovo mio figlio su skype e poi nanna, che domani mattina si lavora, alle sette già a fare caffè.


immagine di Teoderica

lunedì 11 febbraio 2013

ARTE FIERA BOLOGNA 2013 ( parte seconda)



                                                   Nella foto i gufi di Bob Wilson

Ciò che più mi ha colpito è che qui non si fa arte, ma business.
I parcheggi sono tutti a pagamento, dieci euro e scusate se è poco.
Quasi c’è più gente che lavora che visitatori, i panini a cinque euro ma c’è il calice di champagne a dieci, avevo notato che certi si erano portati il pasto da casa, ho capito il perché.
Anche le macchinette erogavano la bottiglietta di acqua a  euro e venti!
Comunque i bagni sono puliti e gratuiti.
Ho fatto un po’ d’ironia però è vero si sente più aria di affari che di cultura.
Fra poco vi parlerò delle opere che mi sono più piaciute, prima voglio dirvi che lo spettacolo vero sono le persone, grazie che esistete, colorate, aggraziate, a  volte un po’ ridicole sempre comunque artistiche, intendo dire che l’abbigliamento era creativo, come se la gente andando per arte si sia vestita di conseguenza, raggiungendo a volte azzardi  che nell’insieme si equilibravano…vere opere d’arte.
All’entrata era particolare un bosco di civette di Bob Wilson  ispirate al  'Macbeth' di Verdi. Una mostra multimediale, 'E dei gufi udii lo stridere',  è il titolo, non era ben esposta e ciò penalizzava l’opera che risultava un po’ avulsa.


                                              Nella foto Lapo nelle vesti di San Sebastiano


Allo stand della galleria Paolo Curti   è esposta l'opera dell'artista italo-cubano Bobo Ivancich  è il ritratto di Lapo Elkann in veste di San Sebastiano, mi ha colpito molto la faccia tosta di questo pittore che incorona Lapo come santo, ma poi io sono contro l’esempio dei santi, più leggo la loro vita più credo che erano dei pazzi,  l’ho citato perché è successa una cosa spiritosa mentre ero lì, intanto vi scrivo ciò che dice l’autore: "La  Santità spesso passa attraverso la sofferenza , e Lapo è una persona che ha senz'altro sofferto, al di là della facciate, della ricchezza, della mondanità. Molte rappresentazioni dei Santi - si pensi solamente ai quadri dal 400 in poi - ce li raffigurano come dei martiri".
Allora mentre ero lì ad osservare Lapo, è passata una signora con la stessa particolare pelliccia a più colori di Fendi creata da Karl Lagerfeld, valore un patrimonio, indossata e lanciata nella moda dall’ultima fidanzata  di Lapo: Goga…come dire si era ricreata metaforicamente la coppia più vip.

                                               Nella  foto un dipinto magico di Ilaria Del Monte

Poco più avanti alla galleria Roberta Lietti l’incontro con un’artista magica: Ilaria Del Monte, le sue tele sono ferme, immobili, istanti non percepiti, incantesimi sospesi, impossibili eppure sembrano esistere, mi ricordano Magritte, De Chirico ed anche Balthus il tutto rivisto in chiave contemporanea.
Ilaria è nata a Taranto nel 1985,  si laurea in Pittura all’Accademia di Belle Arti di Brera e   completa la specializzazione in Arti Visive presso la medesima Accademia. Attualmente vive e lavora a Milano.
Ilaria Del Monte si distingue per la scelta della tecnica pittorica a olio, tradizionale quanto innovativa per il presente, optando per un inedito quanto inusuale “ritorno all’ordine”. Memore della tradizione italiana dei primi del Novecento, lo stile dell’artista oscilla tra un ritrovato “realismo magico” e la tradizione figurativa classica rivisitata del ‘400. I protagonisti delle sue opere vivono in una dimensione sospesa, lirica, tra sogno e realtà, immersi in luoghi metafisici e magicamente assorti. Calma, stasi, ironia e inquietudine prevalgono tra la gamma di suggestioni che le opere della giovane artista suggeriscono, catapultando lo spettatore in una dimensione surreale e onirica.
                Nella foto acquerello di Alessandra Giovannoni disturbato dai riflessi  degli spettatori



Alla galleria Il Segno incontro  Alessandra Giovannoni, oh qui niente di nuovo, sembra di tornare indietro all’impressionismo, ma la bravura si ammira sempre, Alessandra è talmente brava a catturare la luce, ad accostare i colori, si rimane fermi a cercare di catturare un po’ di colore. Alessandra  Giovannoni  è  nata  a  Roma  dove,  negli  anni  Settanta,  ha  frequentato  la  Facoltà  di Architettura  in seguito si iscrive all’Accademia di  Belle Arti  di  via  Ripetta  si  è  diplomata  con Emilio  Greco  in  scultura,  tecnica  che  presto  ha  lasciato  in  favore  della  pittura,  più  congeniale  alla propria ricerca incentrata sulla luce e sulla visione istantanea della realtà.

venerdì 8 febbraio 2013

DIARIO DI NAVIGAZIONE 7

E' il 26 di dicembre, la mattina l'ho passata al lavoro, a fare caffè.
Mi è venuto a trovare Domenico, un amico, appassionato di cavalli, ha anche dei pony, inoltre è un calzolaio ed allestisce banchetti con armi ed armature medievali un po' in giro per l'Italia.
Quello che sa fare meglio è parlare, non so dove peschi tutto quello che sa, è un pozzo senza fondo di notizie strane.
Sono stata  una volta con lui, io presentavo il mio  romanzo, Diana da Ghibullo, lui le sue armature in un cinquecentenario di una battaglia famosa, il pubblico era formato da docenti universitari e professori delle medie inferiori e superiori, ebbene Domenico li ha incantati, le sue parole cadevano come piombo in un silenzio ovattato.
Oggi abbiamo parlato di Mussolini, un topos in Romagna, amato ed odiato senza mezze misure, dei suoi viaggi con Claretta attraverso la Gola del Furlo.
Come lui arrivava al ristorante in cima al Passo, sulla strada che collega Roma a Rimini, i romani per costruire questa via scavarono la roccia, la contadina della casa accanto correva a portargli le uova fresche, ne avrebbe  avuto bisogno per la sua performance con Claretta.
Mussolini le sbatteva una contro l'altra e poi se le beveva d'un fiato, gettando via i gusci, il ristoratore li raccoglieva e li metteva dentro un vaso di vetro, che usava come lampadario, tutti dovevano vedere che il Duce era stato lì e lì aveva ingollato le uova romagnole che erano speciali per tirarsi su.
Se passate dalla Gola del Furlo potete vedere ancora oggi il vaso coi gusci del "duce", se poi salite appena un po' sul colle dietro al risorante troverete un ritratto di  Mussolini impresso sulla roccia, la damnatio memoriae non è passata di qui.

immagine di Teoderica

martedì 5 febbraio 2013

DIARIO DI NAVIGAZIONE 6

Ed eccoci qua, sera di Natale, sono sola davanti al computer.
Ho risposto ad un po' di mail  provenienti  da un mio amico/corrispondente di New York.
Si chiama Alberto  e la sua famiglia è originaria della Puglia.
Lui non ha mai visto l'Italia, è un amante della storia, in particolare di quella romana, un vero esperto.
E' anche un musicista, suona il pianoforte, ama la canzone napoletana ed è ossessionato dalla musica classica, in particolare di Mahler.
Ora è in pensione, prima era un attivista sindacale, ce l'ha a morte col sistema americano che considera in mano totalmente alle banche e alle multinazionali.
E', questo non me l'ha detto lui, ma l'ho capito da sola, un intenditore di belle donne, sensibile al loro fascino.
Mi invia un mucchio di cose interessanti, ma un poco esagera, una volta mi ha inviato settanta mail in un solo giorno, questo accade quando lui non  riesce a dormire la notte.
Il mio giorno di Natale, è iniziato al mattino verso le nove con una sveglia speciale, poi qualche lavoretto, doccia e shampo e sono andata a  messa con mia madre.
L'omelia è stata un po' avvilente, una tirata d'orecchi per chi non frequenta la chiesa e un sottolineamento  al primato della Chiesa cattolica, definita l'unica...cristiana.
Bello invece l'intervento sul probabile giorno di nascita di Gesù,  probabilmente in aprile e non certo il 25  dicembre che era la festa pagana del sole.
Data scelta per ribadire che Gesù era il nuovo sole, anche se mi ha fatto pensare un poco al sol dell'avvenire e ai nuovi duci che nascono e rinascono.
Con Cristo doveva sorgere un nuovo avvenire luminoso anche se poi la Chiesa ha perso per strada parecchio.
Non è una polemica la mia, ammiro la Chiesa che ancora esiste, mentre gli imperi sono solo polvere.
Dopo la messa, gli auguri fra i conoscenti, il mio è un piccolo paese dove ci conosciamo tutti, e poi il pranzone dalla suocera, mi ha invitato all'ultimo momento, quando io avevo tutto pronto in casa, ma non ho potuto rifiutare perchè lei è sempre stata molto buona con me.
Spesso ho detto che avrei risposato il marito per avere la suocera.
Dopo il pranzone, passeggiata tra la nebbia col marito e poi film in tv.
Un po' di computer e mi è venuta fame ancora, ho così mangiato polpettone con patate, mascarpone al cioccolato, pesche, arance il tutto innaffiato da prosecco.
Ora farò un disegno su photoshop per questo post , poi mi andrò a letto col libro della Lilli Gruber, una specie di sua biografia, datomi da un amico, non avrei mai comprato un suo libro, perchè non mi piace il suo  atteggiamento...e poi domani già si lavora.

immagine di Teoderica   

sabato 2 febbraio 2013

DIARIO NAVIGAZIONE 5

Ho voglia di scrivere, e poi di andare su internet al sito dove c'è Adobe Photoshop on line, ho cambiato pc,  un computer usato più malandato del mio, il tecnico non mi ha installato il programma Photoshop, io non sono riuscita ad installarlo free, solo a pagamento esiste, ma ho trovato questo sito  e così posso elaborare i miei disegni, o foto per poi postarli nel mio blog.
Il blog era nato solo per pubblicare i miei "capolavori" artistici ed invece la scrittura ha preso possesso di me, sono indemoniata.
Ho scritto anche dei romanzi e delle favole e non faccio altro che inviare mail col mio manoscritto ad una marea di Case Editrici, non vi dico i truffaldini che esistono qui, proprio vi prendono in giro.
Comunque sono riuscita ad editare un romanzo storico e il presidente della Casa  Editrice è stato molto generoso con me, mi ha insegnato un sacco di cose.
Malgrado ciò la stessa cosa succede sia nel mondo dell'editoria che nel mondo dell'arte, o sei famoso o paghi, o hai un nome noto, non importa dove  se nel canto o nel calcio, o sborsi.
Di conseguenza ho la repulsione per le persone note, amo l'opera d'arte, ma non l'artista.
Credo che internet possa renderci famosi fra di noi, non mi interessano le gesta del leader o del vip, mi interessa la vita delle persone come me.
Cosa ho io a spartire con chi va in luoghi di lusso, con chi spende in un giorno quello che io spendo in un anno, o chi prende l'areo per fare shopping o andare dall'hair style, che sempre un parrucchiere o  barbiere è, anzi i barbieri un tempo pure i chirurghi facevano.
E poi, avete presente le borse di Louis Vuitton o di Prada, costano quasi un appartamento ed invece dovrebbero essere  loro, a pagare noi che portiamo in giro il loro marchio, la loro etichetta, io non ne comprerò mai una, neanche dai  vu cumprà sulla spiaggia, che le vendono per 50 Euro e sono identiche alle originali, perchè vengono fabbricate tutte a Napoli, almeno così scrive Saviano nel suo libro "Gomorra."
Vip ma chi è il vip, io sono la vip per me stessa, i miei amici sono i vip, anche voi siete i vip e non andate più a fare la fila per i vip, se vi vedo non vi saluto.


immagine di Teoderica