domenica 29 giugno 2014

RAVENNA 2019 la città ideale




Ora ci dirigiamo verso il piccolo  Battistero degli Ariani, seguendo via Cavour, dove in fondo guardando dietro le vetrine del negozio di Max Mara potete vedere ciò che rimane di un’antica chiesa: San Michele in Africisco. Lo splendido mosaico, di cui l'abside era ornata, fu acquistato nel 1843 dalla corte di Prussia, fu venduto al Kaiser Guglielmo II e si trova dal 1904 al Bode Museum di Berlino. Etimologicamente, il termine Africisco parrebbe in relazione con la Frigia. Attraversiamo la Piazza, come per i veneziani esiste una sola piazza e chiamano le altre campo, i ravennati considerano unica Piazza del Popolo, qui soffermatevi per un caffè, ammirando l’antico palazzetto veneziano con le colonne teodericiane, i merli del Palazzo comunale sono invece un'aggiunta folcloristica ottocentesca. Il mistero serpeggia lungo le vie di Ravenna, le due belle basi in marmo che sorreggono una Sant'Apollinare e l'altra San Vitale, che si trovano nella piazza accanto al Palazzo comunale, sono decorate da rosette e segni zodiacali, qui è raffigurato anche Ofiuco (colui che porta il serpente) il tredicesimo segno scomparso. Via Diaz, giriamo a destra e siamo al Battistero degli Ariani.  Al tempo di Teoderico  esistevano chiese e battisteri per ortodossi, ed altre per gli ariani. Purtroppo la bella chiesa, ariana, accanto al battistero non è visitabile. Anche qui l’esterno è spoglio ma l’interno luccica, in un ambiente ottagonale dove sulla volta c’è il battesimo di Cristo giovane e nudo  contornato nel registro inferiore dagli apostoli. Nei mosaici la simbologia è diffusa, quindi per gli evangelisti troveremo un’aquila (San Giovanni) un leone (San Marco) un bue (Luca) un angelo (Matteo) e se incontriamo un trono vuoto è il posto futuro di Cristo, non sto a raccontarvele tutte ma sappiate che ogni raffigurazione che vedete ha un significato nascosto. 


immagine di Teoderica, mosaici di Galla Placidia          

giovedì 26 giugno 2014

RAVENNA 2019 la città ideale



Finita la visita a San Vitale e a Galla Placidia, si compra un altro biglietto per accedere al Museo Nazionale che è inglobato nella stessa struttura di San Vitale. Il Museo è assai ben disposto, da non perdere il primo chiostro con le erme. Queste furono ripescate nel mare vicino a Ravenna nel 1936, ora restaurate e esposte nel primo chiostro del Museo ravennate, accanto ai resti della famosa Porta Aurea. Le erme dovevano approdare alla spiaggia ferrarese, dal duca Alfonso II ma il carico naufragò nel XVI secolo di fronte al lido ravennate e qui restò a lungo. Nel 1567 a Ferrara, il duca Alfonso II incaricò il suo architetto di fiducia, Pirro Ligorio, di progettare all‘interno del castello una biblioteca in cui, accanto ai volumi, voleva collocare busti di filosofi e poeti. A Roma si trovava il cardinale Ippolito II d‘Este (1509-1572), figlio della famosa Lucrezia Borgia e del duca di Ferrara Alfonso I, che aveva  l’incarico di governatore di Tivoli. Il Cardinale aveva un animo artistico, votato alla bellezza, si deve ad Ippolito la splendida Villa d’Este a Tivoli, oggi Patrimonio dell’Unesco. Egli coltivava anche la passione dell’archeologia e collezionò parecchi materiali archeologici. Si sa che le erme erano state ritrovate sul colle Celio ed acquistate dal cardinale Ippolito da un antiquario, poi vennero spedite a Ferrara dove non arrivarono mai. Oltre alle erme al Museo sono esposte straordinarie sculture tra cui: il Sileno giacente, la lastra con Ercole e la cerva, il famoso Bassorilievo di Augusto, marmo celebrativo della famiglia imperiale e tavolette d’avorio di straordinaria fattura. Il Museo ha poi materiali provenienti da scavi ravennati, monete, armi, in questa sezione vi è una straordinaria tavola da campo, una esauriente serie di ceramiche, tessuti ed icone. Notevoli sono poi i bronzetti. E’ esposta anche una farmacia, tutta in legno, del XVIII secolo. Anche il Museo è un buon motivo per la candidatura di Ravenna.  


immagine di Teoderica, corteo di Teodora

lunedì 23 giugno 2014

RAVENNA 2019 la cittè ideale



Per una visita a Ravenna, la prima tappa è San Vitale. L‘edificio ha pianta ottagonale, la struttura esterna è semplice nei materiali, mattoni lineari e sottili, ma assai ricca nei volumi, con rientranze e masse di varie dimensioni.  All’interno si somma un secondo ottagono, i cui lati si dispiegano aprendosi in absidi con due ordini di arcatelle sovrapposte. Lo spazio centrale è coperto da una cupola affrescata. La struttura massiccia è alleggerita da capitelli traforati come un delicato merletto.Ma tutto scompare dinanzi alla ricchezza dei rutilanti mosaici dove primeggiano i cortei imperiali di Giustiniano e Teodora. La coppia imperiale non è mai venuta a Ravenna ma la loro effige ha fatto sì che si identifichino strettamente con Ravenna. In San Vitale, nei mosaici predomina il colore verde. Uscendo da San Vitale si accede, sono nello stesso cortile, al Mausoleo di Galla Placidia, esternamente in mattoni ma questi sono  tozzi e di forma irregolare. Galla Placidia (386-452),sorella, figlia, madre di imperatori, fu lei stessa imperatrice dei Romani e regina dei Barbari, non fu sepolta nel suo mausoleo ma a Roma. Entrando ci si sente proiettati in un mondo magico, ci si gira di qua e di là esclamando di meraviglia, ciò che forse inchioda è la fantastica volta decorata con cristalli di varie dimensioni, è una geometria che sfonda le pareti, forse antesignana di quelle forme geometriche dell’arte araba. Qui è tutta una profusione di blu. Le innumerevoli stelle della cupola hanno colpito nel corso dei secoli la fantasia dei visitatori tanto che si narra che Cole Porter, in viaggio di nozze a Ravenna, rimase talmente colpito dall'atmosfera, da comporre la sua famosissima canzone Night and Day.


immagine di Teoderica, interno di Galla Placidia

venerdì 20 giugno 2014

RAVENNA 2019 la città ideale



Vi ho spiegato l’importanza della Chiesa per Ravenna, eppure nonostante la Diocesi si sia prodigata per la manutenzione e il decoro di cotanti monumenti, anche formando già da parecchi anni  dei volontari, è criticata. Dei volontari ne ho fatto parte anch’io, le lezioni erano a tuttotondo, arte, cultura, ma anche economia ed accoglienza. Il volontariato consisteva nel tenere aperto le chiese “minori”, nell’accoglienza ai turisti e nella compilazione di elaborati in cui al turista si chiedevano, impressioni, pareri e richieste. La Chiesa già prima del 2000 sapeva che una grave pecca di Ravenna sono le indicazioni segnaletiche… la gente che arriva a Ravenna si perde! Non faccio più parte dei volontari, con rammarico ho lasciato, perché il personale effettivo non ci vedeva di buon occhio, in pratica ci vedevano come chi gli portava via il lavoro. Anche fare il volontariato ha i pro e i contro. Ho comunque rimasto una forte affezione per i luoghi  artistici della Curia ed ho notato che sono assai migliorati come visibilità. La biglietteria è ubicata accanto a San Vitale, appena poco fuori al portone.  All’esterno un grande totem con tutte le indicazioni in più lingue, l’interno luminoso con tanti souvenir di classe, ma ciò che più mi ha colpito è che sul vetro all’esterno è posizionato un grande schermo a led, dove 24 ore su 24 ore scorrono le indicazioni per visitare i monumenti, ubicazione, orari e prezzi, e biglietto unico cumulativo. Ahi, ahi! Nota dolente, il sindaco con poco tatto ha richiesto (forse ha ragione) un biglietto unico comprensivo anche… di cosa? Fuori dal biglietto c’è solo la Pinacoteca (MAR) e il Museo Nazionale (in quanto nazionale non ha che fare col sindaco). Pare che il biglietto unico sia un punto essenziale per ottenere la candidatura…mah.   


immagine di Teoderica, San Vitale           

martedì 17 giugno 2014

RAVENNA 2019 la città ideale



Beh credo sia ora di scrivere qualcosa sui monumenti di Ravenna che sono Patrimonio dell’Unesco. Sono tutti di proprietà della Chiesa. Dovete sapere che l’importanza di Ravenna è molto legata alla Chiesa, non solo per i monumenti unici al mondo, ma per i personaggi clericali  di alto spessore che qui hanno lavorato.( La chiesa ravennate era un tempo  autocefala cioè indipendente da Roma) I nomi sono tanti ad iniziare da Apollinare che fu il primo a portare la parola di Cristo, forse contemporaneo di San Pietro. Come nello splendido periodo Ottoniano che appoggia la Chiesa di Ravenna, vi erano figure come San Pier Damiano, il più grande teologo dei suoi tempi, Gerberto d’Aurillac, divenne papa col nome di Silvestro II, ma non si può dimenticare San Romualdo, né Guido da Pomposa (viene chiamato d’Arezzo) a cui si deve lo sviluppo della musica. Ma ce ne saranno tanti che io non conosco, ve ne cito altri due, facciamo un salto in avanti, siamo nel XVII secolo, Don Francesco Negri esploratore e scrittore, Mons. Francesco Ingoli dotto giurista, nomi noti che caratterizzano l’impegno della Chiesa in tutti i campi. Anche la Chiesa è un buon motivo per la candidatura di Ravenna, tenuto conto che proprio qui, a Ravenna si tengono le Conferenze  episcopali per tentare di riunire i cattolici occidentali con quelli ortodossi, sarebbe bellissimo che ciò potesse accadere con Ravenna che media fra Mosca e Roma, ma sarà molto dura se non impossibile, non crederò mai che Roma lasci il potere. Dovevo scrivere dei monumenti mi sono impelagata, ma la Chiesa è parte integrante di Ravenna forse più di Roma. Qui hanno inventato una pasta che si chiama strozzapreti…ma il romagnolo è profondamente religioso, non so fino a quando visto i tempi che corrono sempre più veloci incontro al nulla.


immagine di Teoderica, Cristo guerriero nel  Museo Arcivescovile