
martedì 28 aprile 2009
PRESTAMI UNA VITA di GIANNI ZANATA

sabato 25 aprile 2009
25 APRILE 2009
mercoledì 22 aprile 2009
AMBIGUITÀ

lunedì 20 aprile 2009
UN PADRE ESEMPLARE
venerdì 17 aprile 2009
SIIÌ ASSOLUTAMENTE SIIIIIIIIIIIIIÌ

martedì 14 aprile 2009
LE UOVA DI PASQUA

domenica 12 aprile 2009
BUONA PASQUA DA RAVENNA


venerdì 10 aprile 2009
PACE, PACE, MIO DIO !

Pace, pace, mio Dio!
Cruda sventura
M'astringe, ahimé, a languir;
Come il dì primo
Da tant'anni dura
Profondo il mio soffrir.
L'amai, gli è ver!
Ma di beltà e valore
Cotanto Iddio l'ornò.
Che l'amo ancor.
Né togliermi dal core
L'immagin sua saprò.
Fatalità! Fatalità! Fatalità!
Un delitto disgiunti n'ha quaggiù!
Alvaro, io t'amo.
E su nel cielo è scritto:
Non ti vedrò mai più!
Oh Dio, Dio, fa ch'io muoia;
Che la calma può darmi morte sol.
Invan la pace qui sperò quest'alma
In preda a tanto duol.
giovedì 9 aprile 2009
ANGOSCIA E SPERANZA

Etichette:
angoscia,
arte,
Giacomo Leopardi,
immagini,
speranza
martedì 7 aprile 2009
AQUILA SPEZZATA

domenica 5 aprile 2009
IL VERBO DONARE VALE 3 , IL VERBO AMARE VALE 2

IL verbo donare ha valenza 3 perchè "A dona B a C" il verbo amare ha di solito valenza 2 "A ama B" cioè ad esempio "Lina dona un libro a Carlo" " Lina ama Carlo" quindi il verbo donare occupa più spazio del verbo amare, DONARE E' PIU' IMPORTANTE DI AMARE?
José Saramago
Mani pulite
Dal gesto di ammazzare con le mani
il modo di impastare non diverge
(che bello ch’è il progresso, che sollievo:
col pulsante qui a destra, eccoti il pane,
col pulsante a sinistra, facilmente,
anche senza mirare, lancio il missile
e il nemico centro).
Aforismi di José Saramago
Ho imparato in questo mestiere che chi comanda non solo non si ferma davanti a ciò che noi definiamo assurdità, ma se ne serve per intorpidire le coscienze e annullare la ragione.
Anche le idee sbagliate possono essere belle.
La gioventù non sa quel che può, la maturità non può quel che sa.
giovedì 2 aprile 2009
COMMENTO DI PIETRO D. PERRONE SU EMANUELE SEVERINO

Severino. Ho letto tanto di Severino, tanti libri suoi, forse sei o sette ed altri ancora ne ho in biblioteca.
Io mi sono fatto un'idea del suo pensiero, che è questa.
Lui analizza il pensiero filosofico che va dai greci ed arriva fino a noi. Grazie a questa analisi arriva a due conclusioni (o punti di partenza per nuove riflessioni, se si vuole).
La prima. Il pensiero occidentale (il pensiero filosofico da Platone in poi, nella linea tradizionalmente occidentale) ha tradito le radici da cui nasceva. Quelle radici stavano nella filosofia di Parmenide, che affermava un'idea di verità assoluta, vera, fondata su un concetto di Essere (tutto ciò che è) totalizzante, onnicomprenvivo. Come dire che ciò che è deve essere sempre tenuto presente nella sua interezza, anche se ne prende in considerazione solo una frazione, come un albero, per esempio. In questo modo, quando si pensa ad un albero si pensa contemporaneamente a tutto ciò che esiste, in cui è compreso anche l'uomo che pensa. La filosofia occidentale invece pensa le cose distintamente, separandole una dall'altra. Così, da un lato, l'uomo ha la possibilità di appropriarsi di tutte quelle cose, può usarle, ed usandole può diventare padrone del mondo. Come dire, che partendo dall'uso della prima pietra come utensìle, o del fuoco come tecnologia, si è arrivato alla scienza ed alla tecnica moderne.
La seconda. conclusione. Partendo dall'idea di scienza e tecnica appena detta, egli dice che la nostra epoca contemporanea è caratterizzata da un fatto nuovo. E cioè che la potenza, la forza (ed anche, direi io, l'appeal) della scienza e della tecnica sono diventati tali da aver sottomesso interamente il pensiero filosofico anche quello occidentale .
E poichè la scienza non offre alcuna Verità, ma soltanto transitorie certezze sperimentali, l'uomo è rimasto nel Nulla. Intendo dire che, se la filosofia era nata presso i Greci per cercare la Verità, per trovarla su basi di certezza razionale inconfutabile e non con la forza della tradizione o con l'abbagliante instabilità del pensiero mitologico, la fine del processo cui si è arrivati oggi sarebbe un chiaro fallimento. L'uomo, dice Severino, ha bisogno di certezze e Verità. Ma nessun pensiero, dice lui, nè quello religioso (metafisico, come credo lo chiami lui), nè quello filosofico, nè quello scientifico-tecnologico è in grado di soddisfare questo bisogno.
Questo in sintesi (profana) la sua idea. Fin qui, direi che ciò che dice coglie nel segno, descrive bene e con acume la realtà.
Io però ho molti dubbi da qui in avanti. Cosa c'è in alternativa al pensiero Occidentale? Negare sè stessi, la propria civiltà, pur vedendone i limiti, mi pare quasi un paradosso. Potrebbe essere come desiderare di suicidarsi per assumere altre sembianze. Troppo pericoloso. E poi, chi dovrebbe indicarci la via? E verso dove? Lui, al riguardo non è affatto chiaro, non si propone neanche, a dire il vero, come una guida.
E poi, l'Essere di Parmenide, non voglio dilungarmi davvero troppo in questo commento, vi annoierei da morire, ma io al riguardo ho l'impressione che quell'Essere sia pura metafisica. Un specie di altro Dio, non ultraterreno, non infraterreno, non il dio della Ragione, nè quello della Scienza e della Tecnica. Ma il Dio del Tutto. Che ha bisogno dei suoi sacerdoti, degli officianti, dei riti. Perchè un inestricabile, immobile, eterno Essere, sferico, pieno di sè dappertutto, senza distinzioni nè divisioni, di cui possiamo avere solo raffigurazioni estemporanee, apparenze fallaci, un Essere di tal fatta potrà essere spiegato agli Ignoranti non filosofi solo come fosse un altro Dio.
Però Severino è affascinante per la lucidità della sua analisi. E' cristallino nel lasciar passare la luce delle critiche al pensiero Occidentale. Fino alle conclusioni che ci vedono in balia di un apparato Scientifico-tecnologico sempre più potente e che si sta strutturando come apparato di potere, che scaccerà e distruggerà ogni altro apparato di potere ideologico.
Ma io penso che essere laico, ermeneutico, socratico, dubbioso, ci può difendere. Laicità vuol dire non credere fideisticamente a chi dice di essere un Profeta di Verità. Il laico diffida di qualunque profeta.
Il laico ragiona, cerca di capire, si assume la responsabilità delle proprie azioni. E' disposto a pagare le conseguenze del proprio agire. Non delega ad un Aldilà, ad un Giudizio successivo (universale o parziale), la valutazione delle proprie azioni. Può sbagliare, e lo sa. Ed è pronto a ricredersi non appena si accorge di un suo errore, sia se gli è mostrato (l'errore) dalla propria coscienza, o da quella civile, o da quella di qualunque altro essere umano. Ha rispetto di sè, degli altri, anche di quelli che devono ancora arrivare, della natura di cui è consapevole di essre solo un'infinitesima particella...
mercoledì 1 aprile 2009
1 APRILE "PESCE D' APRILE"

Etichette:
arte,
curiosità,
immagini,
pesce d' aprile
Iscriviti a:
Post (Atom)