sabato 24 dicembre 2022
martedì 20 dicembre 2022
Il volo del gruccione
Capitolo 17
Non bastava Apis, il
toro di Menfi, no, saltava fuori anche quello di Eliopoli
La Stella
viene sempre considerata nel suo illuminarsi ed è simbolo della vita eterna,
anche l’aureola dei Santi e delle Divinità ha lo stesso valore: il divino, la
magnificenza, la maestosità, la grandezza, il Sole.
L’aureola è
l’attributo di Cristo e dei Santi, il suo inizio viene da lontano: gli egizi
solevano raffigurare un tondo luminoso, simile al cerchio cristiano; erano
molto religiosi e riconoscevano il Sole come fonte di vita, uso che poi si
propagò alla Grecia e a Roma, sebbene con meno enfasi.
Il nome del
dio greco Elios, deriva da Eliopoli, che significa città del sole, luogo
dell’antico Egitto situato in prossimità del delta del Nilo che era centro del
culto del dio Sole. Il Sole fu sempre ritenuto una divinità universale: tanti
nomi, tanti luoghi per rendergli onore, d’altronde è il più luminoso e il più
familiare astro del cielo e senza questo cerchio luminoso non ci sarebbe vita
sulla Terra. Elios solitamente era rappresentato con il capo sovrastato da un
sole coi raggi, simile alla raffigurazione di una stella a più punte. Elios dio
della luce e del calore, guidava il carro solare lungo il cielo preceduto dalla
sorella Eos, l’aurora e svegliato da un gallo, animale a lui sacro. Giunto alla
sera si riposava e gli veniva dato il cambio dall’altra sorella Selene, la
luna.
Gli egiziani veneravano
a Eliopoli, Ra, il sole di mezzogiorno, gli egizi avevano divinità per i vari
aspetti del sole, a cui era dedicato il toro sacro Mnevis, da non confondere
col toro Apis adorato a Menfi e oracolo di Ptha; successivamente Ra unendosi
alla divinità di Tebe divenne il dio Amon-Ra.
Un inno ad
Amon-Ra, giunto a noi da un antico papiro recita:
…Tutti gli dei sono tre:
Amon, Ra e Ptah - che
sono senza pari.
Il nome della sua
natura nascosta è Amon,
egli è Ra nel volto,
il suo corpo è Ptah.
Le loro città sono
sulla terra, fissate per la durata dell'eternità:
Tebe, Eliopoli e
Menfi sono state rese perennemente stabili.
Molte
divinità ebbero gli egizi, ma il Sole fu sempre al centro di una venerazione
particolare e proprio il Sole fu protagonista di una grande eresia, quando il faraone
Amenofi IV e la sua sposa Nefertiti diedero vita al culto del Sole, unico dio e
re, con il nome Aton, che era solo un aspetto del sole, cioè il sole che nasce
all’alba, un dio aperto e comprensivo che donava benefici a tutti,
sostituendolo alla teologia solare tebana che adorava Amon-Ra.
Fu un evento
che si creò grazie a una congiunzione astrale particolare?
Oppure nacque
per sottrarre potere ai sacerdoti di Amon-Ra, che risiedevano a Tebe dove
avevano raggiunto una supremazia addirittura superiore al faraone?
In Egitto il
nuovo culto durò pochi anni, infatti ben presto si tornò al politeismo e Tebe
riprese il suo dominio; ciò non toglie che Mosè, guida e Maestro per gli ebrei,
i cristiani e gli islamici, fondamentale quindi per tutte le religioni monoteistiche,
scampato alla persecuzione voluta dal faraone, contro gli israeliti, fu salvato
dalla figlia del faraone e fu educato alla corte egizia, probabilmente proprio
alla corte di Amenofi IV.
Secondo la
Bibbia nei pressi del monte Sinai ricevette la chiamata di Dio e, tornato in
Egitto, affrontò il faraone chiedendo la liberazione del popolo d’Israele dalla
schiavitù.
Proposta
accolta a seguito delle dieci piaghe d’Egitto.
Accampatosi
con i suoi nei pressi del mar Rosso, Mosè, su indicazione divina, divise le
acque del mare permettendo così al suo popolo di attraversarlo e sommergendo poi
l’esercito faraonico corso ad inseguirli.
Dopo tre mesi
di viaggio Mosè raggiunse il monte Sinai dove ricevette le Tavole della Legge e
punì la parte del suo popolo che si era macchiata con il peccato del vitello
d’oro: mentre Mosè era sul monte, la sua gente stanca di aspettarlo aveva costruito
un vitello d’oro per poi adorarlo.
Il popolo
ebraico, che si trovava in schiavitù nel paese d’Egitto, era certo avvezzo alle
divinità egizie, ecco che allora si comprende il vitello d’oro, con un ritorno
alla religione di Amon-Ra, il cui attributo era un toro, ecco spiegata la
grande ira di Mosè, il suo popolo alla prima difficoltà lasciava Dio per
ritornare al culto politeista. In tal modo poi, si ritornava al profano, non
più ad una elevazione verso Dio, un’ascesi al divino e alla virtù, bensì si
creava un dio alla bisogna e si chiedeva la bisogna.
Giunto nei
pressi della terra promessa, dopo quarant’anni di dura marcia, Mosè morì prima
di entrarvi.
Il
riferimento ai quarant’anni, numero legato alle Pleiadi e perciò anche alla
costellazione del Toro era connesso a una configurazione particolare celeste
che prevedeva un evento eccezionale terrestre?
Configurazione
astrale di un’evoluzione religiosa compresa dagli egizi, anche attuata, ma che
poi fu realizzata da un israelita adottato in Egitto?
Le domande
sono tante… esiste una ciclicità nei moti del cielo a cui corrisponde una
venuta in terra?
Perché per
gli antichi era tanto importante Il fenomeno della precessione degli equinozi?
Precessione
che causa: lo spostamento degli equinozi; ogni 12.893 anni l’ inversione tra i
solstizi d’estate e d’inverno; lo spostamento dei poli celesti, cambiano le
stelle di riferimento al polo Nord celeste e infine lo spostamento delle
coordinate delle stelle e delle costellazioni zodiacali.
Certo lo
spostamento è molto lento occorrono 25.920 per la durata del ciclo completo,
1°ogni 72 anni, quindi il ciclo completo 72X360°= 25.920.
Si può constatare
che al 2° grado di precessione corrispondono 144 anni, salta fuori questo
numero così importante, quadrato di 12 e 12° nella sequenza di Fibonacci,
nonché numero delle tribù di Israele e numero degli eletti dell’Apocalisse.
Seguendo
eventi legati alla scadenza di circa millequattrocento anni ( 20° precessione),
possiamo trovare: Amenofi IV/Mosè 1400 sec. a.C., Gesù Cristo I sec,
Rinascimento 1400 (in cui c’è un gran daffare sulle questioni religiose e
filosofiche), ritorno di Cristo 2800?
Oppure seguendo
eventi legati a circa settecento anni (10° precessione), troviamo: Amenofi
IV/Mosè 1400 sec. a.C.; fondazione di Roma 753 a. C.; I sec. avvento di Cristo;
742 nascita di Carlo Magno, (primo imperatore del Sacro Romano Impero e Santo,
fu canonizzato nel 1165); Rinascimento 1400; e all’incirca al 2100 chi o cosa arriverà?
Lyuba come al
solito divagava, si lasciava prendere da una specie di fuoco che le faceva
credere di afferrare il senso, che poi svaniva in una nebbia di simboli, miti,
riti, animali sacri doppi, per esempio non bastava Api il toro di Menfi, no,
saltava fuori anche quello di Eliopoli, meglio, pensò Lyuba tornare al simbolo
dell’aureola.
L’aureola fu
adottata anche dagli imperatori romani, non più legata solo al divino ma anche
a quello di essere uomini mortali: alcuni di loro sono ritratti incoronati dal
Sol Invictus, una corona raggiata, simboleggiante il Sole Invitto, cioè non
vinto; non da meno gli imperatori bizantini, si pensi al nimbo di Giustiniano
in San Vitale a Ravenna.
A volte la
stella era raffigurata in fronte, significando il predestinato: colui che avrebbe
avuto un destino misteriosamente assegnato e che sarebbe morto giovane.
Con l’ascesa
del cristianesimo l’aureola fu propria di Gesù Cristo, dei Santi, dei Martiri,
della Madonna.
Oggi il
simbolo dell’aureola, per molte persone, non ha più alcun valore religioso e
nemmeno eroico, la si può ritrovare nei fumetti, nella pubblicità testimoniando
che si è perso non solo lo spirito religioso ma anche quello eroico.
sabato 10 dicembre 2022
Il volo del gruccione
Capitolo 16
Le stelle
dell’amicizia
I raggi del
sole penetravano dalle fessure delle tapparelle, Lyuba per un attimo fu consapevole
di tutto quello che aveva pensato, tutto tornava, poi tutto sfumò e non seppe
più se era sogno o ragionamento, tutto sfumò e si svegliò del tutto stiracchiandosi
e poi corse a vedere le condizioni del gruccione, constatò che era proprio
messo male, non aveva toccato né l’acqua, né lo zucchero, era ancora vivo però.
Bevve un po’
d’acqua poi tornò a letto, erano appena le sette e contava di portare il
gruccione al Centro di recupero verso le nove, intanto avrebbe rimuginato sul
segnale simbolico del ritrovamento del volatile.
Non sapeva
quando era incominciata, ma ormai Lyuba leggeva quello che le capitava con una
lettura altra, usava una specie di linguaggio simbolico che per lei era
automatico, come il parlare un’altra lingua o il leggere lo spartito musicale o
nuotare, una volta imparato era meccanico.
Nel tempo
antico e non andiamo tanto lontano, ci fermiamo all’antica Roma, erano molto
attenti ai segnali del caso, alcune delle loro superstizioni sono giunte a noi
tramite i detti popolari, di Venere e di
Marte né si sposa e né si parte, intendendo che non si parte né si sposa di
venerdì o martedì, non scendere dal letto
col piede sinistro, i romani con tale piede non varcavano la soglia, oppure
rovesciare dell’olio, dell’acqua o del
vino, quest’ultima bevanda odiernamente ha preso carattere fausto, occorre
però immergere il dito nel liquido versato e poi toccarsi i lobi delle
orecchie, quasi come fosse profumo, sempre per i romani era infausto se entrava
in casa un cane nero, per noi lo è il gatto nero se ti attraversa la strada,
per ovviare alle sventure di questi segnali c’erano riti appositi e amuleti.
Ebbene Lyuba
era superstiziosa come un’antica romana anzi meglio come una donna etrusca, non
le importava se la ritenevano un’ignorante oscura, la scuola l’aveva resa
illuminista, ma poi aveva riscontrato che tutti questi lumi avevano anche dei
lati neri come la pece, infatti se era l’uomo che creava il tutto con la
ragione allora la teoria del complotto era vera, perché ciò che succedeva era
voluto quindi esisteva un’intesa segreta tra poche persone, volta a rovesciare
governi per scopi economici e a teleguidare le persone per i loro fini,
all’opposto se la ragione con intenzione creava le istituzioni ma poi non si
realizzava ciò che si intendeva, ma un qualcosa che andava da sé senza progetto, bè allora non c’era certezza in
niente.
A differenza
di molti che scelgono i portafortuna tramite i ragionamenti e i consigli di
vari santoni, oppure studiano i
simboli, le pietre e altro, oggi ad esempio va di moda molto la filosofia
orientale, che usa cristalli e pietre
per aiutare la nostra energia vitale a fluire meglio, gli amuleti per Lyuba
dovevano arrivare da soli, cioè per caso, solo dopo andava a leggere il loro
significato.
I talismani
di Lyuba: una catenina sottile in argento, un piccolo anello con un turchese,
un bracciale di turchese, (Il turchese è una pietra sacra in Tibet, sacra ai
faraoni egiziani, e agli indiani d’America. È in grado di cambiare colore,
diventando chiaro, passando dal blu al bianco. Simbolicamente dona forza e
coraggio; i romani lo collegavano a Venere dea dell’amore; in Russia e in
Germania si credeva che l’anello di nozze di turchese rafforzasse il matrimonio
e la riconciliazione in generale dei
conflitti), un bracciale con zirconi, (simbolicamente lo zircone aiuta nei
disturbi depressivi, della tristezza e della disperazione in generale; apporta
al suo possessore l’energia di cui ha bisogno: aiuta a superare l’ansietà e le
paure, dà fiducia in se stessi, fa aspirare a grandi ambizioni, è anche
pericoloso, poiché può trasformare il suo proprietario dandogli la
chiaroveggenza) un altro bracciale d’acciaio a fascia e uno d’argento con un
grande cuore, (ovviamente il cuore è la
metafora dell’amore e della passione al punto da poterne sostituire la parola,
simbolicamente il cuore viene rappresentato in forma di un vaso, o di coppa,
per gli antichi egizi nel cuore risiedeva l’anima, alla morte il cuore veniva
pesato dal dio Anubi e da questa pesa veniva decisa la sorte dell’anima del
defunto).
Questi
amuleti di Lyuba erano tutti arrivati per caso nel giro di un anno, forse
arrivati al momento giusto, solo l’anello era di molti anni fa, ma la sorte
aveva voluto che l’anello restasse al suo dito.
Il
sottilissimo girocollo in argento col ciondolo, lo aveva cambiato da circa due
mesi, quando la catenella col tau che portava si era spezzata, ora aveva come
pendaglio tre stelle, gingillo che non le era piaciuto molto, avrebbe voluto
acquistare un ciondolo a forma di cuore del tipo di quelli di Marco Gerbella,
ma il cuore proprio non lo voleva, niente più amore passionale; il cuore era
poi arrivato lo stesso, le avevano regalato il bracciale con tale simbolo e le
era piaciuto talmente tanto che lo aveva messo e non lo aveva più tolto.
Per la
catenina con le tre stelle, aveva alzato lo sguardo dai monili che la commessa
della gioielleria le stava mostrando e aveva visto un espositore con dei
bracciali che portava la scritta: le
stelle dell’amicizia e così comprò il girocollo subitamente; poi si
avvicinò al contenitore dei bracciali, ne vide uno a fascia con tutto attorno
una scritta in nero e fortissimamente lo volle. La commessa lo allacciò al suo
polso e le lesse la scritta, era di Shakespeare: “Ama, ama follemente, ama più che puoi e se ti dicono che è peccato ama
il tuo peccato e sarai innocente”, frase che proveniva dalla tragedia di
Giulietta e Romeo.
“Oh no! Non
mi capiterà un altro amore burrascoso!” Si disse Lyuba, ma il bracciale le
piaceva troppo e lei scacciò la paura e se lo tenne al polso.
La simbologia
delle stelle è assai positiva, basta pensare al caro Dante, che chiude i Canti
dell’Inferno, del Purgatorio e del Paradiso, rispettivamente con… e quindi uscimmo a riveder le stelle/ puro e
disposto a salire a le stelle/l’amor che move il sole e l’altre stelle.
Dante ci dice
che dopo l’Inferno, la caduta, l’immersione nel male, se pentiti e desiderosi
di cercare il bene, si può tornare a rivedere le stelle, la luce, la speranza;
dopo giunti nel Purgatorio, con la preghiera e le opere misericordiose,
diventati puri si può iniziare a salire verso il Paradiso e infine intuire più
che vedere Dio, che è amore che muove il sole e le altre stelle.
In tutte le
religioni, presso tutti i popoli la stella è un simbolo legato al cielo, alla
spiritualità, alla dimensione sovrumana, simbolo dello spirito, della lotta fra
la luce e le tenebre, simbolo di manifestazione che confrontandosi all’ombra,
diventa simbolo di purificazione.
Per gli egizi
la stella aveva il compito di condurre verso la luce le anime pronte ad uscire
dalle tenebre.
Come stella è
anche appellato il pianeta Venere che è il terzo oggetto per luminosità del
cielo dopo il Sole e la Luna e quindi ha sicuramente influenze su di noi.
Il Pianeta
Venere appare sempre molto vicino al Sole, manifestandosi prima dell’alba o
dopo il tramonto, compatibilmente con la sua posizione.
Per questo è
detto anche stella del mattino o Lucifero, cioè portatore di luce, infatti
annuncia la nascita del giorno, chiamato anche stella
della sera o Vespero, in quanto segnala l’ora dopo il tramonto, appellato anche
come Stella Diana, con tutto il peso archetipo di tale Dea e comunque Stella
del mattino e Stella della sera sono attributi della Vergine Maria.
La Chiesa
oggi è la tradizione più antica… pianeta è anche un paramento liturgico usato
dai sacerdoti durante i riti religiosi, inoltre nella liturgia delle Ore, le
due principali sono: le Lodi mattutine, si effettuano al mattino e i Vespri che
si celebrano alla sera.
E il sole non
dimentichiamocelo invece è una stella di nome e di fatto… ma forse può
provocare confusione.
Perché?
giovedì 1 dicembre 2022
Il volo del gruccione
Capitolo 15
Come faranno i
144mila eletti a risvegliarsi?
Secondo
l’interpretazione della maggior parte delle Sacre Scritture induiste, tra cui i
Veda, il Kali Yuga è l’ultimo dei quattro yuga; si tratta di un’era oscura,
caratterizzata da numerosi conflitti e da una diffusa ignoranza spirituale,
alla sua fine il mondo ricomincerà con il ritorno della Terra ad un paradiso
terrestre. Nel Kali Yuga gli esseri umani diventano inferiori in altezza e più
deboli fisicamente, così come mentalmente e spiritualmente, con una larga diffusione
di falsi idoli e maestri. Ognuno modifica a propria discrezione i
significati/concetti di digiuno, meditazione e austerità, così da indurre nelle
persone la loro necessità. Le donne in questa epoca diventano lascive ed
immorali per natura. Nonostante in un primo momento siano trattate come
inferiori ai maschi ed abusate, più avanti nel tempo cominciano a rivestire
ruoli importanti in politica ed in altri affari, e questo culmina in sempre
maggiori scontri di ego con gli uomini. Le donne cominciano a tradire i propri
mariti e ad avere relazioni extra-coniugali. I divorzi incrementano, con sempre
più bambini cresciuti da un unico genitore. Molte donne intraprendono
l’adulterio e la prostituzione. (https://it.wikipedia.org/wiki/Kali_Yuga)
L’Apocalisse
(termine greco che significa rivelazione) di Giovanni ci parla allo stesso modo
del regno dell’Anticristo, si articola in una serie di visioni profetiche,
spesso di difficile interpretazione, con molti simboli e immagini e molti
riferimenti all’Antico Testamento.
Nel libro il
numero sette è una costante, sette sigilli, sette trombe, sette flagelli ecc.,
d’altronde questo numero è legato ai giorni della creazione e della settimana,
è il numero della ricerca mistica e della conoscenza.
Giovanni
riferisce di aver ricevuto un’apparizione in cui Cristo, gli ordina di
trascrivere le sue visioni, per quanto riguarda quelle che devono avvenire in seguito, lo scenario passa dalla terra alla
visione di Dio in maestà.
Giovanni
ravvisa nella mano di Dio un rotolo sigillato, contenente il destino del mondo.
Nessuno può
sciogliere i suoi sette sigilli: solo l’Agnello ovvero Cristo, può
aprirlo.
All’apertura dei
primi quattro sigilli, compaiono quattro cavalieri, portatori di guerra,
carestia e morte.
Al quinto
sigillo i martiri invocano il Signore chiedendo giustizia.
L’apertura
del sesto sigillo sconvolge l’universo, tuttavia, una folla di 144.000 persone
sono segnate sulla fronte per essere preservate dai cataclismi, in vista della
vita eterna.
Dopo
l’apertura del settimo sigillo, vengono consegnate sette trombe ad altrettanti
angeli, che si accingono a suonarle.
Le sette
trombe hanno la stessa funzione dei sette sigilli, ma i giudizi che esse
annunciano sono più severi.
Al suono
della settima tromba compare nel cielo l’Arca dell’Alleanza: questa visione
rivela che si è ormai alla fine del tempo, nel cielo appare una donna vestita
di sole, con la luna sotto i suoi piedi e sul suo capo una corona di dodici
stelle, questa figura è solitamene interpretata con la Vergine, anche se
qualche studioso la interpreta con il simbolo della Chiesa perseguitata dalle
forze del male, infatti la figura della donna illuminata è minacciata da un
enorme drago rosso.
In appoggio
al drago, dal mare proviene un mostro chiamato Bestia, che ha potere
direttamente da Satana. Una seconda Bestia sorge dalla terra, con le sembianze
dell’Agnello nell’aspetto, ma in realtà uguale alla Bestia: simboleggia la
falsa religione. Questa Bestia, indicata con il numero seicentosessantasei, promettendo
benessere inganna le genti e le spinge all’adorazione di falsi idoli.
Ma poi dopo
il male estremo, cioè quello travestito da bene, che colpisce a tradimento, un
angelo annuncia la caduta di Babilonia, simbolo di ogni impero politico degenerato,
e poi giunge Cristo in veste di giudice.
Cristo, accompagnato
dalle schiere di angeli, getta nell’Inferno le due bestie e rinchiude in catene
il drago, segue la resurrezione dei martiri e il ritorno di Cristo sulla terra,
gli uomini saranno giudicati secondo le loro opere e subiranno una giusta
condanna.
Il libro
dell’Apocalisse si conclude con la visione della nuova Gerusalemme, la città
Santa, dalla quale sono esclusi per sempre tutti quelli che si sono opposti a
Dio.
Si dice che
una folla di 144. 000 persone sono segnate sulla fronte per essere preservati
dai cataclismi, in vista della vita eterna.
Si dice che
avverrà l’incarnazione di 144.000 operai di luce che salveranno la terra dalle
“forze dell’oscurità” durante i tempi finali del kali yuga.
Si dice che i
144.00 hanno una protezione speciale da parte di Dio, sia da tutti i giudizi
divini, sia dall’operato dell’Anticristo, in modo da poter adempiere la loro
missione durante il periodo della tribolazione.
Come faranno
i 144mila eletti a risvegliarsi?
Come faranno
i 144.000 operai di luce che dovranno salvare la terra dalle “forze
dell’oscurità” durante i tempi finali del kali yuga ad attingere dal campo elettromagnetico
naturale prodotto dalle onde elettromagnetiche del sole, delle stelle, dai
fenomeni metereologici ed anche dal sottosuolo se immersi nelle onde magnetiche
create dall’uomo e soprattutto guidate dalla tecnica?
Come
resistere a tutto questo?
Accogliendo
in noi l’Arco divino, che è amore puro, scevro da interessi personali e ritrovando
il contatto con la natura... telefonini, televisioni, computer e altro servono,
ma mai dimenticare di staccare, di uscire e di immergervi nella natura, fosse pure
il giardino pubblico sotto a casa.
Hanno
inventato il termine bipolare, che non si conosce bene quale malattia
psichica sia, il numero dei bipolari è
spaventosamente in aumento e su di loro si fanno esperimenti, se questo può
sembrare una falsità, può pure esserlo, ma Lyuba ne era fermamente convinta:
facevano esperimenti scientifici per trovare fra di loro gli eletti del
Signore, quegli angeli che sono tra di noi.
Angeli con un
fine al bene, ma essendo anche umani e non completamente divini potevano sbagliare
e fare come Jean-Baptiste, il protagonista del film Profumo, che riesce ad ottenere il profumo dell’amore ma conquistatolo tramite nefandezze, empietà e
scelleratezze rimarrà con il fumo del diavolo.
domenica 20 novembre 2022
Il volo del gruccione
Capitolo 14
Un piccolo,
piccolissimo riassunto su quella meraviglia che è il cervello.
Il cervello coordina
tutte le attività, raccoglie le informazioni, le elabora, le collega, le
memorizza ed invia pertinenti risposte.
Le informazioni viaggiano
lungo le cellule nervose.
Il lavoro del
cervello e dell’intero sistema nervoso è continuo: pur dormendo, infatti,
grazie all’attività delle cellule nervose, il cuore continua a battere, i
polmoni a respirare, il cibo ad essere digerito e altro.
Lyuba cercava
di capire con consapevolezza, il dormire, il sonno, quella specie di morte
apparente, in cui solo il respirare dimostrava che il corpo era vivo, mentre in
realtà tutto era in movimento, più il sonno era profondo e più si era ristorati
al risveglio, sentiva che c’era un qualcosa, un qualcosa che le sfuggiva … Il
Signore Dio plasmò l’uomo con polvere del suolo e soffiò nelle narici un alito di vita e l’uomo divenne un essere
vivente.
Il sistema nervoso si
divide in: sistema nervoso centrale e sistema nervoso periferico.
Il sistema nervoso
centrale svolge la funzione di centro di controllo per l’intero organismo e si
suddivide in encefalo e midollo spinale.
Il sistema nervoso
periferico è formato da nervi che collegano tutte le parti del corpo con l’encefalo
e con il midollo spinale.
Il cervello è diviso
da un solco in due parti dette emisferi, destro e sinistro, collegati fra loro
da fasci di fibre, percorsi da solchi e rilievi.
Con competenze differenziate,
i due emisferi lavorano insieme. Nel cervello aree diverse coordinano funzioni
differenti: alcune il movimento, altre il ragionamento, altre ancora la
memoria, l’apprendimento.
Il cervelletto, è situato
sotto il cervello nella parte posteriore della scatola cranica, è formato anch’esso
da due emisferi con diverse pieghe; ha il compito di coordinare e regolare i
movimenti volontari e l’equilibrio.
Il midollo allungato,
si trova sotto il cervelletto e collega l’encefalo al midollo spinale, ha il
compito di controllare i muscoli involontari indispensabili alla vita, come
quello cardiaco o quelli coinvolti nella respirazione.
Il midollo spinale,
segue il midollo allungato, è un cilindro lungo circa 45 cm e del diametro di
un mignolo.
Al midollo spinale
giungono gli stimoli che provengono dagli organi di senso diretti
all’encefalo, dal midollo spinale partono
verso i muscoli le risposte elaborate dal cervello.
Il sistema nervoso
periferico è costituito da nervi, fasci di fibre nervose, che collegano gli
organi periferici al sistema nervoso centrale, si suddividono in: nervi cranici,
che partono dal cervello, nervi spinali collegati al midollo, insieme formano
una rete su cui viaggiano gli impulsi provenienti dall’esterno e le conseguenti
risposte elaborate dal sistema nervoso.
Il sistema nervoso
periferico si divide in: sistema nervoso somatico e sistema nervoso autonomo.
Il primo, detto anche
volontario, è quello che controlla i muscoli scheletrici. Esso è costituito da neuroni
che portano informazioni dai recettori, all’encefalo e al midollo spinale, e da
neuroni che portano informazioni dall’encefalo e dal midollo spinale ai muscoli
scheletrici.
Il sistema nervoso
autonomo controlla l’attività degli organi interni del nostro corpo che
lavorano in maniera indipendente dalla nostra volontà e garantiscono funzioni
vitali tra le quali la digestione, la respirazione, la circolazione, il battito
cardiaco e altro.
Il sistema nervoso
autonomo, formato da due cordoni nervosi situati ai lati della colonna
vertebrale, si divide in: simpatico e parasimpatico.
Questi due sistemi
innervano i vari organi lavorando da antagonisti, in altre parole dove uno
eccita l’altro deprime, e viceversa: il simpatico, ad esempio, accelera il
battito del cuore mentre il parasimpatico lo rallenta.
Il lavoro coordinato
del simpatico e del parasimpatico consente il perfetto funzionamento dei nostri
organi. (https://icozzano.scuole.bo.it/ic/gnudi/IperANATOMIA/sistema%20nervoso.htm)
Nel
linguaggio simbolico, fin dall’antichità, la colonna vertebrale è raffigurata
come un albero, in cui scorre la linfa vitale: l’albero della vita raccontato
da innumerevoli miti.
Il nostro
cervello si dirama tramite il midollo spinale e i nervi in tutto il corpo,
l’immagine è quella di un albero rovesciato, se il nutrimento per l’albero sono
le radici, per l’uomo ciò avviene con la testa.
L’immagine
dell’albero rovesciato è un simbolo presente in molte culture, dal buddismo
alla cabala ebraica.
Platone
descrive l’uomo come un albero capovolto con le radici protese verso il cielo e
i rami verso la terra.
L’albero
capovolto si trova anche nel Purgatorio di Dante, una pianta spoglia a forma di
cono rovesciato, un albero da cui non cibarsi, dolce al gusto ma in realtà dannoso;
poi l’albero viene legato al carro della Chiesa e come fosse primavera l’albero
sboccia e si riveste di fiori di un colore tra il rosso e il viola.
L’albero si
copre di fiori color lilla, tinta che simboleggia l’unione tra l’umano e il
divino, l’unione di due nature, siamo infatti al XXXII Canto del Purgatorio,
appena un saltino e si sarà in Paradiso.
Il viola dantesco
è leggermente virante al rosso, in quanto tale colore se troppo scuro e
tendente al blu evoca l’ametista, un quarzo usato nell’occultismo, oppure la
violetta usata dai cavalieri della Tavola Rotonda per conoscere il futuro o il
misterioso fluido viola che in Ecuador gli sciamani usano per divinizzare: oggi i turisti vanno
in Ecuador per bere l’ayahuasca, la celebre bevanda a base di liane, si drogano
per raggiungere l’estasi e si ritrovano con un bel mal di pancia o addirittura col
rischio di perdere la vita.
Il messaggio
è molto semplice, non si scruta il futuro che come l’albero spoglio è dolce al
gusto ma è dannoso; la conoscenza è il nostro scopo di vita, ma è spoglia se
usata per scopi non legati a ciò che insegna il carro della Chiesa, il carro di
Cristo, dei Santi e delle Virtù.
giovedì 10 novembre 2022
Il volo del gruccione
Capitolo 13
Lyuba, hai dimenticato il talamo, che fa il
talamo?
Considerando
che i neuroni presenti mediamente nel cervello umano sono 86 miliardi che
sommati agli 84 miliardi delle cellule della glia, che hanno funzione nutritiva
e di sostegno per i neuroni, si arriva a un totale di 170 miliardi di cellule,
calcolare le loro connessioni è un’impossibile missione.
Il cervello è
percorso da piccolissime correnti elettriche e da circa 50 sostanze
chimiche, sovraintende il lavoro
dell’organismo, elaborando i segnali in arrivo dall’esterno, immagazzinando i ricordi e soprattutto ci dà la capacità di
pensare, ragionare e scegliere.
Chi dirige
questo intenso traffico?
È il talamo,
riceve, correla, immagazzina e comanda i diversi segnali.
In fondo il
nome dice tutto, talamo significa anche letto nuziale e quindi il luogo dove si
riceve, si correla, si immagazzina e poi si genera la vita.
Il talamo
seleziona tutti gli impulsi provenienti dai recettori appartenenti a quattro dei
cinque sensi: vista, udito, tatto e gusto, e li trasmette alla corteccia
cerebrale affinché la persona ne sia consapevole, tranne l’olfatto che arriva
direttamente alla corteccia.
Il talamo
impara da ogni esperienza perciò viene condizionato anche dalla famiglia e dalla
società con le sue regole.
I
condizionamenti sono memorizzati dal talamo il quale blocca quegli impulsi che
alla coscienza darebbero gioia, felicità, ma che al prossimo recherebbero
dolore o dispiacere.
È facile
capire che si può riprogrammare il talamo con la marea di informazioni che ci
giungono da ogni dove, un controllo mentale volto al consumismo che stravolge
l’immagine che il talamo si è costruito nel corso di millenni.
Un percorso
antico che rispecchia la consapevolezza sociale, un modello fatto di regole,
dogmi, leggi, che determina il comportamento degli esseri umani.
Ma, gli
antichi come facevano a sapere che oltre a questa via del talamo così veloce e
primordiale come un Dioniso c’era un’altra via più sofisticata e ordinata come
un Apollo?
La doppia
via: il cervello processa gli stimoli in due modi diversi.
L’amigdala,
la mandorla sacra, in realtà sarebbero due, come anche altre parti del cervello
sono doppie, ma Lyuba non vuole addentrarsi troppo che poi si incasinava, lei vuol
capire il funzionamento in generale.
L’amigdala è
coinvolta in due percorsi.
Il primo chiamato
via bassa parte dagli stimoli esterni
recepiti dai quattro sensi, che arrivano al talamo, da qui altri impulsi elettrici
ripartono per raggiungere l’amigdala da dove partono nuovi impulsi elettrici che
impartiscono le direttive al cuore, i muscoli e altro con le reazioni fisiche
che esprimono le emozioni.
È questa via
bassa che ci tiene legati agli stereotipi, ai pregiudizi, che sono utilissimi
ma che a volte ci ingannano.
Il secondo
percorso chiamato via alta, gli
stimoli esterni arrivati dai sensi, tranne l’olfatto che aggira, giungono al
talamo, questa volta, però, dal talamo nuovi impulsi elettrici sono inviati
alla corteccia, cioè alla zona limbica, all’ippocampo, anziché all’amigdala,
come succedeva invece nella prima via. Dalla corteccia, nuovi impulsi elettrici
vengono in seguito inviati alle amigdale, le quali elaborano e fanno ripartire
nuovi impulsi verso gli organi del corpo,
Due vie, una
più rapida ma meno precisa, l’altra più lenta ma più consapevole.
La via più
rapida e imprecisa, una reazione automatica, istintiva, reminiscenza di quando
l’uomo lottava in ambienti molto ostili,
istinto che ha permesso la nostra sopravvivenza e che ancora può salvarci in
condizioni di pericolo, ad esempio arriva un’auto che sta per travolgerci e
automaticamente ci gettiamo di lato.
La via bassa
produce emozioni come la paura, la rabbia, l’ansia e altre, che coinvolgono l’amigdala
direttamente dal talamo, senza il coinvolgimento del sistema limbico, sede della
consapevolezza, è la via che usiamo quando ci lasciamo prendere da gesti
inconsulti o magari ci arrabbiamo per delle sciocchezze.
Oggi sembra
che questa via bassa abbia il sopravvento come mai?
Andiamo
indietro piuttosto che avanti?
Robert Zajonc, famoso
psicologo per i suoi studi sperimentali, tra gli altri ricordiamo gli studi
sulla percezione subliminale, ha ipotizzato che questi due sistemi seguano
criteri di elaborazione diversi: la via alta, con un ruolo cognitivo maggiore,
segue criteri di “inferanda”, ovvero elabora le informazioni secondo logiche
sistematiche e deduttive, mentre la via bassa segue criteri di “preferanda”,
seguendo logiche legate alla piacevolezza, alla qualità edonica dello stimolo,
a prescindere dalle valutazioni cognitive. Tenendo conto di queste ultime
considerazioni, siamo in grado di comprendere come possa capitare di provare
una forte reazione emotiva, positiva o negativa, e come sia difficile
controllarla o meno, a seconda della capacità della corteccia (la via alta ) di interferire con frenare o meglio
interagire con la via bassa. (https://www.tsw.it/journal/ricerca/doppia-via-ledoux-come-reagisce-cervello-a-stimoli/)
Alle persone,
sottolinea Mencacci, “è chiesto di far fronte ad un numero sempre maggiore di
cambiamenti rapidi, sul lavoro, nella vita, nell’adattamento alle nuove
tecnologie. Proprio tale velocità dei cambiamenti ‘mette in crisi’ soprattutto
le persone più fragili, come gli anziani ed anche in alcuni casi i giovani,
portandole a scompensarsi dal punto di vista psicologico”… È dunque
fondamentale - avverte Mencacci - che oggi l’Europa investa di più nella salute
mentale”
Oggi usiamo
più sovente la via bassa, quella più antica, quella diretta talamo/amigdala
perché ci sentiamo costantemente in condizioni di pericolo?
Pericolo
causato dai cambiamenti ultraveloci che la vita frenetica comporta?
Preferiamo la
via bassa, seguendo logiche legate alla piacevolezza, al divertimento indotte
da un consumismo sfrenato?
Questo
lavaggio di cervello, in pratica ci impedisce di ragionare con ponderatezza, è
voluto o è stato creato un Moloch divenuto incontrollabile?
martedì 1 novembre 2022
Il volo del gruccione
Capitolo 12
La peccatrice aveva
un grande amore, altrimenti non avrebbe potuto fare quel gesto
L’ipofisi è
la ghiandola del sistema endocrino che dialoga più strettamente con
l’ipotalamo, produce ormoni che guidano l’attività di quasi tutte le altre
ghiandole, forse è la più importante fra le ghiandole endocrine del nostro organismo.
Le ghiandole endocrine
sono le ghiandole del corpo umano che producono ormoni che vengono poi diffusi
nel corpo, laddove occorre.
L’ipotalamo
regola la liberazione di ormoni da parte dell’ipofisi.
L’ipofisi,
sulla base di questi stimoli, rilascia gli ormoni nel sangue e questi
raggiungendo l’ipotalamo attraverso il sangue, lo informano circa la necessità
di aumentare, diminuire o mantenere stabile la secrezione di ormoni.
Nel lobo
posteriore dell’ipofisi vengono liberati due ormoni che vi arrivano lungo le
fibre nervose provenienti dai neuroni dell’ipotalamo: vasopressina che
determina una riduzione della produzione delle urine e si definisce anche
ormone antidiuretico; ossitocina che sviluppa i suoi effetti sulle ghiandole
del seno e sull’utero, del quale in particolare regola le contrazioni in
occasione del parto.
Nell’ipofisi
anteriore si trovano vari tipi di cellule che producono diversi tipi di ormoni:
quelli della tiroide, quelli per regolare le funzioni dell’ovaio e per i
testicoli, in particolare, nelle donne, determina l’ovulazione e la formazione
del corpo luteo e negli uomini stimola la produzione di testosterone da parte
di cellule presenti nei testicoli, l’ormone della crescita e altro.
Il lobo
intermedio dell’ipofisi produce ormoni, tra cui quelli che stimolano la
produzione di melanina, la sostanza che colora la pelle, da parte di cellule
dedicate, chiamate melanociti.
Tanto girare
e arzigogolare di Lyuba per ribadire che se melatonina e melanina sono
letteralmente simili, non è lei che le confonde è che qualcosa in comune c’è.
Se oggi con
gli studi scientifici si evidenzia la carica sessuale senza comprendere il
disegno divino è solo perché l’uomo pecca come al solito di superbia… del
sapientone meglio il popolino che da ignorante, si tramanda un detto che dice:
i figli nascono belli solo quando fra marito e moglie c’è un grande e vero
amore.
L’unzione di
Betania è un evento della vita di Gesù descritto da tutti e quattro i vangeli,
pur con alcune differenze. Gesù è a Betania in casa di un uomo religioso, giusto
e irreprensibile nel suo comportamento. Ed ecco che una donna, una peccatrice
forse una prostituta, entra furtivamente, si china ai piedi di Gesù, gli lava i
piedi con le sue lacrime e li asciuga con i suoi capelli e poi li unge di
profumo e li bacia. Gli astanti sono scandalizzati ma Gesù dice: “Sono
perdonati i suoi molti peccati, perché ha molto amato. Invece colui al quale si
perdona poco, ama poco”.
Molti accorrevano a
Gesù per essere guariti da infermità o per essere liberati da spiriti cattivi.
Quella donna invece va da Gesù solo per chiedere perdono dei propri peccati. E
lo fa in maniera tacita, silenziosa, con le mani piene di un dono molto
prezioso. Sottolineo questo fatto perché nei Vangeli è l’unica persona che va
da Gesù espressamente per domandare perdono dei peccati. Gli altri andavano per
ricevere grazie. Il versetto “invece colui al quale si perdona poco, ama poco”
può riferirsi a chi ha solo peccati veniali e ha poco dolore, oppure a chi, pur
avendo gravi peccati, ha poco dolore. (https://www.amicidomenicani.it)
A lyuba
piaceva pensare che la peccatrice che lava i piedi a Gesù, che entra e non le
importa nulla del biasimo degli altri, perché a lei importa solo di essere
perdonata da Colui che è amore infinito, dimostrava un grande pentimento che è
la prima cosa per ottenere il perdono, ma nel suo gesto che agli altri pare
sconsiderato e che è un gesto del tutto nuovo, la peccatrice dimostrava anche
di avere un grande amore, altrimenti non avrebbe potuto fare quel gesto…
semplicemente non le sarebbe venuta l’idea.
Il gesto
della peccatrice ricorda Santa Teresa di Lisieux, che diceva di amare il
Signore fino alla follia perché Dio le aveva perdonato tutto in anticipo!
Dio ti ama così come
sei; Dio vuole anzitutto la tua realizzazione; perciò se tu sei così e se senti
che la tal cosa ti realizza vai avanti e non stare a tormentarti.
Certo Dio ti
ama con un amore forte come quello di una madre e di un padre e quindi ti
accoglie così come sei, ma quale madre o quale padre non cerca di rendere suo
figlio migliore, se al mattino un ragazzo o una ragazza non vogliono alzarsi
perché non hanno voglia di andare a scuola mica la madre dice… oh poverino sei
stanco, ieri sera sei uscito con gli amici e hai fatto tardi, resta pure a
letto!
Lyuba non ha
figli e quindi pontifica senza conoscerne la realtà, Lyuba comunque pensando ai
suoi genitori, a come avevano educato lei, avrebbe preso lo sfaticato/a per le
orecchie e lo avrebbe accompagnato in bagno dicendogli che non sarebbe più
uscito per un mese se non si spicciava, che a scuola non si entrava in ritardo e
se si ribellava e puntava i piedi, ostinandosi, avrebbe detto il fatidico…
stasera racconto tutto a tuo padre.
giovedì 20 ottobre 2022
Il volo del gruccione
Capitolo 11
Dante lo chiamava il
pane degli angeli
La mente è
l’attività di comunicazione che avviene all’interno del cervello fra i neuroni,
energia che in quanto tale si propaga anche in altri luoghi del corpo e anche
fuori dal corpo stesso.
Dove si trova
la mente?
Principalmente
nel sistema limbico, dove si trovano oltre all’ippocampo, (il serpente
simbolico), l’amigdala, (la mandorla mistica) l’epifisi (rappresentata dalla
pigna) anche l’ipotalamo, il talamo e l’ipofisi.
L’ipotalamo
regola, direttamente o attraverso l’ipofisi, meccanismi indispensabili per la
sopravvivenza, provocando le sensazioni di fame e sete, ma anche nei processi
di utilizzo dell’energia introdotta o immagazzinata nell’organismo. Le strette
relazioni fra ipotalamo e numerose aree del cervello spiegano anche come mai le
emozioni e il nutrirsi di cibo e bevande siano legate da rapporti molto stretti e
complessi.
Un’altra
importante funzione dell’ipotalamo consiste nella liberazione di ormoni
attraverso l’ipofisi.
Le funzioni
dell’ipotalamo erano ben conosciute anche dagli antichi?
Pare di sì,
in quanto il digiuno è un rito in molte religioni, si pensi al Ramadan o alla
Quaresima.
Mosè digiunò
per quaranta giorni prima di ricevere le tavole della Legge, altrettanti Elia nel
suo viaggio verso la montagna, Daniele prima di ricevere la rivelazione divina,
lo stesso Gesù digiunò quaranta giorni e quaranta notti nel deserto.
Gli yogi,
coloro che meditano e fanno yoga, digiunano spesso per ottenere la visione
mistica.
In Giappone i
discepoli di Buddha praticano il digiuno come forma di autocontrollo.
Gli egiziani
credevano che per conservare buona salute e rimanere giovani si dovesse
digiunare almeno tre giorni al mese.
Gli uomini
più famosi dell’antica Grecia digiunavano anche loro: Pitagora era convinto che
il digiuno aiutasse i processi mentali, la stessa cosa Socrate e Platone.
I sacerdoti
Druidi si sottoponevano a digiuni prolungati prima di essere iniziati ai
misteri del culto e ci sarebbero tanti altri esempi sino ad arrivare ai giorni
nostri, con i digiuni politici o quelli per dimagrire e stare in linea.
Oggi la
scienza riscopre ciò che già conoscevano gli antichi, il digiuno rivitalizza,
rigenera, reidrata i tessuti, elimina i radicali liberi; andrebbe fatto
osservare alle coppie prima di avere figli per predisporre al meglio l’organismo
al concepimento. Non c’è parte del corpo che non ricavi benefici, non c’è
cellula nel corpo che non partecipi a questa purificazione, ma…
Il Vangelo di
Matteo dice: “Quando digiunate non prendete un’aria triste, come fanno gli
ipocriti… Siate onesti e sinceri.
Digiunate per scopi onesti e veritieri.”
Il rapporto
fra elemosine e digiuno iniziò con il costume di dare ai poveri le provviste
risparmiate nei giorni di digiuno… su questo pensiero meditava spesso
Lyuba.
Lyuba questa
cosa del digiuno odierno che molti fanno per essere vicino al divino o per
dimagrire o chissà per altro aveva qualcosa di diavolesco, infatti succedeva
che si digiunasse e intanto si aveva il frigo pieno zeppo di alimenti che
scadevano e che venivano quindi gettati nel pattume.
Questo era
intollerabile per Lyuba un affronto a chi era magro non per scelta ma perché
non aveva cibo sufficiente.
Il digiuno
era una cosa seria, gli antichi lo sapevano perché erano più vicini a Dio col
sentimento e col tempo, invece il tipo di digiuno odierno le ricordava i
banchetti suntuosi dei romani, quando si provocava il vomito per poter mangiare
ancora o i banchetti delle grandi corti rinascimentali.
Oggi alla
tavola degli occidentali, il pane bianco, quello che Dante chiamava il pane
degli angeli, dalla simbologia così importante veniva gettato, Lyuba lo aveva
visto coi suoi occhi e le era parsa una cosa immonda perché il pane oltretutto
è riciclabile in tanti modi, grattato, abbrustolito, per una panzanella o per
una torta e tanto altro.
E poi, si
gettava anche la carne, quella carne preziosa per il nostro corpo, che i nostri
amici animali ci donavano tramite la loro morte.
Gli antichi
prima di mangiare ringraziavano lo spirito animale, poi masticavano lentamente
per assaporarlo intimamente come si faceva pure col vino che veniva anche
annacquato.
E la frutta?
Nel Medioevo
la frutta raccolta dagli alberi era solo per i nobili, era simbolo del loro
potere guai a chi la rubava, ai contadini spettava solo ciò che cresceva a
terra, perché simbolo di bassezza.
Oggi la
frutta a volte la si lascia marcire sugli alberi perché non conviene
raccoglierla.
Che senso ha
oggi il digiuno?
Non sarebbe
meglio comprare meno cibo e quello che si risparmia donarlo ai poveri?
Che senso ha
oggi il digiuno dopo l’Olocausto?
La Venere del Faggio
Sei come la
Venere di Savignano
opulenta
florida sorridente
leggiadra,
robusta atleta
tu sai, io
so, come lo sanno
gli altri
come noi
che esiste il
grasso buono
quello delle
castagnine del Faggio
albero il cui
nome significa
io mangio, in
ricordo di chi
nella faggeta
di Buchenwald
mentre la
Natura donava
l’uomo
affamava… e ora paga
perché magro
è diventato bello
lunedì 10 ottobre 2022
Il volo del gruccione
Capitolo 10
Lyuba che c’entra la
melanina con la con la melatonina?
Ora che ci
sia qualcuno che cerca di manipolare le onde elettromagnetiche ELF del rapporto
ionosfera/Terra, modificando quindi il clima, controllando mentalmente la
popolazione cambiandone il comportamento e l’umore, cambiando il respiro della
Terra può essere ben possibile, ma abbiamo visto che l’Alto si arrangia da solo
modificando le frequenze tramite quel quid che è solo divino che all’uomo manca
e che i miti raccontano così bene, come pure lo spiega la matematica col Pi
greco, il rapporto della circonferenza e del suo diametro o il Phi aureo, il
numero della sezione aurea cosiddetta divina, essendo numeri irrazionali
esulano la perfezione… non esiste un cerchio con circonferenza e diametro
entrambi interi e il numero aureo è incalcolabile.
Gli antichi
sapevano non tramite gli extraterrestri, ma perché erano più vicino a Dio, sia
di tempo che tramite l’amore sincero verso di Lui, ascoltavano la Sua parola
con attenzione e credevano veramente in Lui, per mezzo di una naturale
telepatia oggi ormai dimenticata.
- Sarà
successo un po’ come con la respirazione diaframmatica-, Lyuba infatti ci aveva
messo degli anni per reimpararla, in quanto come la maggior parte delle persone
usava prevalentemente una respirazione di tipo toracico, eppure tutti, quando
nasciamo incominciamo a respirare esclusivamente
con il diaframma – chissà forse è recuperabile anche la telepatia- concluse
Lyuba,.
Gli antichi
conoscevano e la Chiesa è la trasmissione della tradizione antica, che tramanda
l’importanza della ghiandola pineale, collegata all’amigdala e all’ippocampo e
al Sole e alle altre Stelle.
L’ippocampo,
dalla forma di cavalluccio marino ma anche di serpentello/serpente/conoscenza, era
ben sopportato dall’uomo antico, la sua luce non lo bruciava, l’effetto oggi chiamato
eureka noto anche come momento aha, gli antichi sapevano come indurlo in quanto
vicini alla Tradizione e a Dio e non perché erano alieni giunti da Sirio o da
Orione.
Questo
effetto eureka o serpentello o vril o graal rende folli, chi incanala questa
energia, se non debitamente preparato, può bruciarsi per troppa luce, perché
non ha più quel contatto diretto col divino.
L’umanità
scacciata dall’Eden e redenta da Cristo ma incapace di sostenere la luce se non
per un attimo, ecco perché la Chiesa ritiene il serpente/conoscenza un simbolo
negativo perché se i predestinati sono tanti, gli eletti sono pochi e la Chiesa
come una madre ci avverte, state lontani dal lupo nero, state lontani dai
pericoli generati dalla superbia che induce alla conoscenza senza essere in grado di accettarla in quanto non
si comprende appieno.
In quanto
alla amigdala, a forma di mandorla, come non pensare alla Mandorla Mistica o
Visica Piscis, la forma ogivale al cui interno è raffigurato Cristo o la Madonna?
Lyuba,
ricordava che nell’Abbazia di Pomposa vi era nell’abside un maestoso e femmineo
Cristo dentro ad una mandorla con più cerchi, affresco della metà del Trecento
circa, opera della scuola di Vitale da Bologna.
Cristo
racchiuso nella Viscica Piscis, ovvero il simbolo più antico della cristianità:
il pesce.
Il volto del
Cristo, che mostra tratti e pettinatura femminili, perché unisce Cristo alla
Madre.
Egli è divino,
ma pure Lui è nato da una Madre, una Donna pura ma sempre umana mentre il Padre
non è stato Giuseppe.
Come non
pensare che l’organo femminile che dà la vita è a forma di mandorla?
E che
l’amigdala e l’ippocampo e la serotina sono coinvolte nell’innamoramento?
E che la
ghiandola pineale ha bisogno di serotonina per la produzione di melatonina?
E che più è
grande l’amigdala più è grande la carica sessuale di una persona?
E che la più
grande ghiandola pineale simbolica si
trova in Vaticano, cosa vorrà mai dire?
Che gli
insegnamenti della Chiesa vanno rispettati e che la mandorla non si dà a cani e
porci.
E per finire,
un appunto anche sulla questione della Madonna nera, che sarebbe un’Altra,
forse la Maddalena, per Lyuba la Madonna nera era abbronzata perché aveva tanta
melatonina e una grande amigdala, volendo evidenziare una grande capacità
d’amore, e la Vergine certo ha tanto amore, se continua ancora a farci da
tramite verso il Figlio, nonostante tutto quello che combiniamo.
“Lyuba che
c’entra la melanina con la con la melatonina?”
“Oh, non mi
incasinare coi nomi simili, lo so che è la melanina che dona il bel colore
brunito, ma per avere una buona dose di melatonina dobbiamo esporci al sole e
quindi ci abbronziamo.
Questi erano
i discorsi assurdi che Lyuba faceva tra sé.