martedì 20 dicembre 2022

Il volo del gruccione

Capitolo 17

Non bastava Apis, il toro di Menfi, no, saltava fuori anche quello di Eliopoli

 

 

La Stella viene sempre considerata nel suo illuminarsi ed è simbolo della vita eterna, anche l’aureola dei Santi e delle Divinità ha lo stesso valore: il divino, la magnificenza, la maestosità, la grandezza, il Sole.  

L’aureola è l’attributo di Cristo e dei Santi, il suo inizio viene da lontano: gli egizi solevano raffigurare un tondo luminoso, simile al cerchio cristiano; erano molto religiosi e riconoscevano il Sole come fonte di vita, uso che poi si propagò alla Grecia e a Roma, sebbene con meno enfasi.   

Il nome del dio greco Elios, deriva da Eliopoli, che significa città del sole, luogo dell’antico Egitto situato in prossimità del delta del Nilo che era centro del culto del dio Sole. Il Sole fu sempre ritenuto una divinità universale: tanti nomi, tanti luoghi per rendergli onore, d’altronde è il più luminoso e il più familiare astro del cielo e senza questo cerchio luminoso non ci sarebbe vita sulla Terra. Elios solitamente era rappresentato con il capo sovrastato da un sole coi raggi, simile alla raffigurazione di una stella a più punte. Elios dio della luce e del calore, guidava il carro solare lungo il cielo preceduto dalla sorella Eos, l’aurora e svegliato da un gallo, animale a lui sacro. Giunto alla sera si riposava e gli veniva dato il cambio dall’altra sorella Selene, la luna.

Gli egiziani veneravano a Eliopoli, Ra, il sole di mezzogiorno, gli egizi avevano divinità per i vari aspetti del sole, a cui era dedicato il toro sacro Mnevis, da non confondere col toro Apis adorato a Menfi e oracolo di Ptha; successivamente Ra unendosi alla divinità di Tebe divenne il dio Amon-Ra.  

Un inno ad Amon-Ra, giunto a noi da un antico papiro recita: 

…Tutti gli  dei sono tre:

Amon, Ra e Ptah - che sono senza pari.

Il nome della sua natura nascosta è Amon,

egli è Ra nel volto, il suo corpo è Ptah.  

Le loro città sono sulla terra, fissate per la durata dell'eternità:

Tebe, Eliopoli e Menfi sono state rese perennemente stabili.

Molte divinità ebbero gli egizi, ma il Sole fu sempre al centro di una venerazione particolare e proprio il Sole fu protagonista di una grande eresia, quando il faraone Amenofi IV e la sua sposa Nefertiti diedero vita al culto del Sole, unico dio e re, con il nome Aton, che era solo un aspetto del sole, cioè il sole che nasce all’alba, un dio aperto e comprensivo che donava benefici a tutti, sostituendolo alla teologia solare tebana che adorava Amon-Ra.

Fu un evento che si creò grazie a una congiunzione astrale particolare?

Oppure nacque per sottrarre potere ai sacerdoti di Amon-Ra, che risiedevano a Tebe dove avevano raggiunto una supremazia addirittura superiore al faraone?

In Egitto il nuovo culto durò pochi anni, infatti ben presto si tornò al politeismo e Tebe riprese il suo dominio; ciò non toglie che Mosè, guida e Maestro per gli ebrei, i cristiani e gli islamici, fondamentale quindi per tutte le religioni monoteistiche, scampato alla persecuzione voluta dal faraone, contro gli israeliti, fu salvato dalla figlia del faraone e fu educato alla corte egizia, probabilmente proprio alla corte di Amenofi IV.

Secondo la Bibbia nei pressi del monte Sinai ricevette la chiamata di Dio e, tornato in Egitto, affrontò il faraone chiedendo la liberazione del popolo d’Israele dalla schiavitù.

Proposta accolta a seguito delle dieci piaghe d’Egitto.  

Accampatosi con i suoi nei pressi del mar Rosso, Mosè, su indicazione divina, divise le acque del mare permettendo così al suo popolo di attraversarlo e sommergendo poi l’esercito faraonico corso ad inseguirli.

Dopo tre mesi di viaggio Mosè raggiunse il monte Sinai dove ricevette le Tavole della Legge e punì la parte del suo popolo che si era macchiata con il peccato del vitello d’oro: mentre Mosè era sul monte, la sua gente stanca di aspettarlo aveva costruito un vitello d’oro per poi adorarlo. 

Il popolo ebraico, che si trovava in schiavitù nel paese d’Egitto, era certo avvezzo alle divinità egizie, ecco che allora si comprende il vitello d’oro, con un ritorno alla religione di Amon-Ra, il cui attributo era un toro, ecco spiegata la grande ira di Mosè, il suo popolo alla prima difficoltà lasciava Dio per ritornare al culto politeista. In tal modo poi, si ritornava al profano, non più ad una elevazione verso Dio, un’ascesi al divino e alla virtù, bensì si creava un dio alla bisogna e si chiedeva la bisogna.

Giunto nei pressi della terra promessa, dopo quarant’anni di dura marcia, Mosè morì prima di entrarvi.

Il riferimento ai quarant’anni, numero legato alle Pleiadi e perciò anche alla costellazione del Toro era connesso a una configurazione particolare celeste che prevedeva un evento eccezionale terrestre?

Configurazione astrale di un’evoluzione religiosa compresa dagli egizi, anche attuata, ma che poi fu realizzata da un israelita adottato in Egitto?

Le domande sono tante… esiste una ciclicità nei moti del cielo a cui corrisponde una venuta in terra?

Perché per gli antichi era tanto importante Il fenomeno della precessione degli equinozi?

Precessione che causa: lo spostamento degli equinozi; ogni 12.893 anni l’ inversione tra i solstizi d’estate e d’inverno; lo spostamento dei poli celesti, cambiano le stelle di riferimento al polo Nord celeste e infine lo spostamento delle coordinate delle stelle e delle costellazioni zodiacali.

Certo lo spostamento è molto lento occorrono 25.920 per la durata del ciclo completo, 1°ogni 72 anni, quindi il ciclo completo 72X360°= 25.920.

Si può constatare che al 2° grado di precessione corrispondono 144 anni, salta fuori questo numero così importante, quadrato di 12 e 12° nella sequenza di Fibonacci, nonché numero delle tribù di Israele e numero degli eletti dell’Apocalisse.

Seguendo eventi legati alla scadenza di circa millequattrocento anni ( 20° precessione), possiamo trovare: Amenofi IV/Mosè 1400 sec. a.C., Gesù Cristo I sec, Rinascimento 1400 (in cui c’è un gran daffare sulle questioni religiose e filosofiche), ritorno di Cristo 2800?

Oppure seguendo eventi legati a circa settecento anni (10° precessione), troviamo: Amenofi IV/Mosè 1400 sec. a.C.; fondazione di Roma 753 a. C.; I sec. avvento di Cristo; 742 nascita di Carlo Magno, (primo imperatore del Sacro Romano Impero e Santo, fu canonizzato nel 1165); Rinascimento 1400; e all’incirca al 2100 chi o cosa arriverà?

Lyuba come al solito divagava, si lasciava prendere da una specie di fuoco che le faceva credere di afferrare il senso, che poi svaniva in una nebbia di simboli, miti, riti, animali sacri doppi, per esempio non bastava Api il toro di Menfi, no, saltava fuori anche quello di Eliopoli, meglio, pensò Lyuba tornare al simbolo dell’aureola.

L’aureola fu adottata anche dagli imperatori romani, non più legata solo al divino ma anche a quello di essere uomini mortali: alcuni di loro sono ritratti incoronati dal Sol Invictus, una corona raggiata, simboleggiante il Sole Invitto, cioè non vinto; non da meno gli imperatori bizantini, si pensi al nimbo di Giustiniano in San Vitale a Ravenna.

A volte la stella era raffigurata in fronte, significando il predestinato: colui che avrebbe avuto un destino misteriosamente assegnato e che sarebbe morto giovane.

Con l’ascesa del cristianesimo l’aureola fu propria di Gesù Cristo, dei Santi, dei Martiri, della Madonna.

Oggi il simbolo dell’aureola, per molte persone, non ha più alcun valore religioso e nemmeno eroico, la si può ritrovare nei fumetti, nella pubblicità testimoniando che si è perso non solo lo spirito religioso ma anche quello eroico.

 

 

 

sabato 10 dicembre 2022

Il volo del gruccione

 

 Capitolo 16

Le stelle dell’amicizia

 

 

I raggi del sole penetravano dalle fessure delle tapparelle, Lyuba per un attimo fu consapevole di tutto quello che aveva pensato, tutto tornava, poi tutto sfumò e non seppe più se era sogno o ragionamento, tutto sfumò e si svegliò del tutto stiracchiandosi e poi corse a vedere le condizioni del gruccione, constatò che era proprio messo male, non aveva toccato né l’acqua, né lo zucchero, era ancora vivo però.

Bevve un po’ d’acqua poi tornò a letto, erano appena le sette e contava di portare il gruccione al Centro di recupero verso le nove, intanto avrebbe rimuginato sul segnale simbolico del ritrovamento del volatile.

Non sapeva quando era incominciata, ma ormai Lyuba leggeva quello che le capitava con una lettura altra, usava una specie di linguaggio simbolico che per lei era automatico, come il parlare un’altra lingua o il leggere lo spartito musicale o nuotare, una volta imparato era meccanico.

Nel tempo antico e non andiamo tanto lontano, ci fermiamo all’antica Roma, erano molto attenti ai segnali del caso, alcune delle loro superstizioni sono giunte a noi tramite i detti popolari, di Venere e di Marte né si sposa e né si parte, intendendo che non si parte né si sposa di venerdì o martedì, non scendere dal letto col piede sinistro, i romani con tale piede non varcavano la soglia, oppure rovesciare dell’olio, dell’acqua o del vino, quest’ultima bevanda odiernamente ha preso carattere fausto, occorre però immergere il dito nel liquido versato e poi toccarsi i lobi delle orecchie, quasi come fosse profumo, sempre per i romani era infausto se entrava in casa un cane nero, per noi lo è il gatto nero se ti attraversa la strada, per ovviare alle sventure di questi segnali c’erano riti appositi e amuleti.

Ebbene Lyuba era superstiziosa come un’antica romana anzi meglio come una donna etrusca, non le importava se la ritenevano un’ignorante oscura, la scuola l’aveva resa illuminista, ma poi aveva riscontrato che tutti questi lumi avevano anche dei lati neri come la pece, infatti se era l’uomo che creava il tutto con la ragione allora la teoria del complotto era vera, perché ciò che succedeva era voluto quindi esisteva un’intesa segreta tra poche persone, volta a rovesciare governi per scopi economici e a teleguidare le persone per i loro fini, all’opposto se la ragione con intenzione creava le istituzioni ma poi non si realizzava ciò che si intendeva, ma un qualcosa che andava da sé senza  progetto, bè allora non c’era certezza in niente.

A differenza di molti che scelgono i portafortuna tramite i ragionamenti e i consigli di vari santoni, oppure studiano i simboli, le pietre e altro, oggi ad esempio va di moda molto la filosofia orientale,  che usa cristalli e pietre per aiutare la nostra energia vitale a fluire meglio, gli amuleti per Lyuba dovevano arrivare da soli, cioè per caso, solo dopo andava a leggere il loro significato.

I talismani di Lyuba: una catenina sottile in argento, un piccolo anello con un turchese, un bracciale di turchese, (Il turchese è una pietra sacra in Tibet, sacra ai faraoni egiziani, e agli indiani d’America. È in grado di cambiare colore, diventando chiaro, passando dal blu al bianco. Simbolicamente dona forza e coraggio; i romani lo collegavano a Venere dea dell’amore; in Russia e in Germania si credeva che l’anello di nozze di turchese rafforzasse il matrimonio e la riconciliazione in generale  dei conflitti), un bracciale con zirconi, (simbolicamente lo zircone aiuta nei disturbi depressivi, della tristezza e della disperazione in generale; apporta al suo possessore l’energia di cui ha bisogno: aiuta a superare l’ansietà e le paure, dà fiducia in se stessi, fa aspirare a grandi ambizioni, è anche pericoloso, poiché può trasformare il suo proprietario dandogli la chiaroveggenza) un altro bracciale d’acciaio a fascia e uno d’argento con un grande cuore,  (ovviamente il cuore è la metafora dell’amore e della passione al punto da poterne sostituire la parola, simbolicamente il cuore viene rappresentato in forma di un vaso, o di coppa, per gli antichi egizi nel cuore risiedeva l’anima, alla morte il cuore veniva pesato dal dio Anubi e da questa pesa veniva decisa la sorte dell’anima del defunto). 

Questi amuleti di Lyuba erano tutti arrivati per caso nel giro di un anno, forse arrivati al momento giusto, solo l’anello era di molti anni fa, ma la sorte aveva voluto che l’anello restasse al suo dito.

Il sottilissimo girocollo in argento col ciondolo, lo aveva cambiato da circa due mesi, quando la catenella col tau che portava si era spezzata, ora aveva come pendaglio tre stelle, gingillo che non le era piaciuto molto, avrebbe voluto acquistare un ciondolo a forma di cuore del tipo di quelli di Marco Gerbella, ma il cuore proprio non lo voleva, niente più amore passionale; il cuore era poi arrivato lo stesso, le avevano regalato il bracciale con tale simbolo e le era piaciuto talmente tanto che lo aveva messo e non lo aveva più tolto.

Per la catenina con le tre stelle, aveva alzato lo sguardo dai monili che la commessa della gioielleria le stava mostrando e aveva visto un espositore con dei bracciali che portava la scritta: le stelle dell’amicizia e così comprò il girocollo subitamente; poi si avvicinò al contenitore dei bracciali, ne vide uno a fascia con tutto attorno una scritta in nero e fortissimamente lo volle. La commessa lo allacciò al suo polso e le lesse la scritta, era di Shakespeare: “Ama, ama follemente, ama più che puoi e se ti dicono che è peccato ama il tuo peccato e sarai innocente”, frase che proveniva dalla tragedia di Giulietta e Romeo.

“Oh no! Non mi capiterà un altro amore burrascoso!” Si disse Lyuba, ma il bracciale le piaceva troppo e lei scacciò la paura e se lo tenne al polso.

La simbologia delle stelle è assai positiva, basta pensare al caro Dante, che chiude i Canti dell’Inferno, del Purgatorio e del Paradiso, rispettivamente con… e quindi uscimmo a riveder le stelle/ puro e disposto a salire a le stelle/l’amor che move il sole e l’altre stelle.

Dante ci dice che dopo l’Inferno, la caduta, l’immersione nel male, se pentiti e desiderosi di cercare il bene, si può tornare a rivedere le stelle, la luce, la speranza; dopo giunti nel Purgatorio, con la preghiera e le opere misericordiose, diventati puri si può iniziare a salire verso il Paradiso e infine intuire più che vedere Dio, che è amore che muove il sole e le altre stelle.

In tutte le religioni, presso tutti i popoli la stella è un simbolo legato al cielo, alla spiritualità, alla dimensione sovrumana, simbolo dello spirito, della lotta fra la luce e le tenebre, simbolo di manifestazione che confrontandosi all’ombra, diventa simbolo di purificazione.  

Per gli egizi la stella aveva il compito di condurre verso la luce le anime pronte ad uscire dalle tenebre.

Come stella è anche appellato il pianeta Venere che è il terzo oggetto per luminosità del cielo dopo il Sole e la Luna e quindi ha sicuramente influenze su di noi.

Il Pianeta Venere appare sempre molto vicino al Sole, manifestandosi prima dell’alba o dopo il tramonto, compatibilmente con la sua posizione.

Per questo è detto anche stella del mattino o Lucifero, cioè portatore di luce, infatti annuncia la   nascita del giorno, chiamato anche stella della sera o Vespero, in quanto segnala l’ora dopo il tramonto, appellato anche come Stella Diana, con tutto il peso archetipo di tale Dea e comunque Stella del mattino e Stella della sera sono attributi della Vergine Maria.

La Chiesa oggi è la tradizione più antica… pianeta è anche un paramento liturgico usato dai sacerdoti durante i riti religiosi, inoltre nella liturgia delle Ore, le due principali sono: le Lodi mattutine, si effettuano al mattino e i Vespri che si celebrano alla sera.

E il sole non dimentichiamocelo invece è una stella di nome e di fatto… ma forse può provocare confusione.

Perché?

 

 

giovedì 1 dicembre 2022

Il volo del gruccione


 Capitolo 15

Come faranno i 144mila eletti a risvegliarsi? 

 

Secondo l’interpretazione della maggior parte delle Sacre Scritture induiste, tra cui i Veda, il Kali Yuga è l’ultimo dei quattro yuga; si tratta di un’era oscura, caratterizzata da numerosi conflitti e da una diffusa ignoranza spirituale, alla sua fine il mondo ricomincerà con il ritorno della Terra ad un paradiso terrestre. Nel Kali Yuga gli esseri umani diventano inferiori in altezza e più deboli fisicamente, così come mentalmente e spiritualmente, con una larga diffusione di falsi idoli e maestri. Ognuno modifica a propria discrezione i significati/concetti di digiuno, meditazione e austerità, così da indurre nelle persone la loro necessità. Le donne in questa epoca diventano lascive ed immorali per natura. Nonostante in un primo momento siano trattate come inferiori ai maschi ed abusate, più avanti nel tempo cominciano a rivestire ruoli importanti in politica ed in altri affari, e questo culmina in sempre maggiori scontri di ego con gli uomini. Le donne cominciano a tradire i propri mariti e ad avere relazioni extra-coniugali. I divorzi incrementano, con sempre più bambini cresciuti da un unico genitore. Molte donne intraprendono l’adulterio e la prostituzione. (https://it.wikipedia.org/wiki/Kali_Yuga)

L’Apocalisse (termine greco che significa rivelazione) di Giovanni ci parla allo stesso modo del regno dell’Anticristo, si articola in una serie di visioni profetiche, spesso di difficile interpretazione, con molti simboli e immagini e molti riferimenti all’Antico Testamento.  

Nel libro il numero sette è una costante, sette sigilli, sette trombe, sette flagelli ecc., d’altronde questo numero è legato ai giorni della creazione e della settimana, è il numero della ricerca mistica e della conoscenza.

Giovanni riferisce di aver ricevuto un’apparizione in cui Cristo, gli ordina di trascrivere le sue visioni, per quanto riguarda quelle che devono avvenire in seguito, lo scenario passa dalla terra alla visione di Dio in maestà.  

Giovanni ravvisa nella mano di Dio un rotolo sigillato, contenente il destino del mondo.

Nessuno può sciogliere i suoi sette sigilli: solo l’Agnello ovvero Cristo, può aprirlo. 

All’apertura dei primi quattro sigilli, compaiono quattro cavalieri, portatori di guerra, carestia e morte.

Al quinto sigillo i martiri invocano il Signore chiedendo giustizia.

L’apertura del sesto sigillo sconvolge l’universo, tuttavia, una folla di 144.000 persone sono segnate sulla fronte per essere preservate dai cataclismi, in vista della vita eterna. 

Dopo l’apertura del settimo sigillo, vengono consegnate sette trombe ad altrettanti angeli, che si accingono a suonarle.

Le sette trombe hanno la stessa funzione dei sette sigilli, ma i giudizi che esse annunciano sono più severi.   

Al suono della settima tromba compare nel cielo l’Arca dell’Alleanza: questa visione rivela che si è ormai alla fine del tempo, nel cielo appare una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e sul suo capo una corona di dodici stelle, questa figura è solitamene interpretata con la Vergine, anche se qualche studioso la interpreta con il simbolo della Chiesa perseguitata dalle forze del male, infatti la figura della donna illuminata è minacciata da un enorme drago rosso.

In appoggio al drago, dal mare proviene un mostro chiamato Bestia, che ha potere direttamente da Satana. Una seconda Bestia sorge dalla terra, con le sembianze dell’Agnello nell’aspetto, ma in realtà uguale alla Bestia: simboleggia la falsa religione. Questa Bestia, indicata con il numero seicentosessantasei, promettendo benessere inganna le genti e le spinge all’adorazione di falsi idoli.

Ma poi dopo il male estremo, cioè quello travestito da bene, che colpisce a tradimento, un angelo annuncia la caduta di Babilonia, simbolo di ogni impero politico degenerato, e poi giunge Cristo in veste di giudice.   

Cristo, accompagnato dalle schiere di angeli, getta nell’Inferno le due bestie e rinchiude in catene il drago, segue la resurrezione dei martiri e il ritorno di Cristo sulla terra, gli uomini saranno giudicati secondo le loro opere e subiranno una giusta condanna.

Il libro dell’Apocalisse si conclude con la visione della nuova Gerusalemme, la città Santa, dalla quale sono esclusi per sempre tutti quelli che si sono opposti a Dio.

Si dice che una folla di 144. 000 persone sono segnate sulla fronte per essere preservati dai cataclismi, in vista della vita eterna. 

Si dice che avverrà l’incarnazione di 144.000 operai di luce che salveranno la terra dalle “forze dell’oscurità” durante i tempi finali del kali yuga.

Si dice che i 144.00 hanno una protezione speciale da parte di Dio, sia da tutti i giudizi divini, sia dall’operato dell’Anticristo, in modo da poter adempiere la loro missione durante il periodo della tribolazione. 

Come faranno i 144mila eletti a risvegliarsi? 

Come faranno i 144.000 operai di luce che dovranno salvare la terra dalle “forze dell’oscurità” durante i tempi finali del kali yuga ad attingere dal campo elettromagnetico naturale prodotto dalle onde elettromagnetiche del sole, delle stelle, dai fenomeni metereologici ed anche dal sottosuolo se immersi nelle onde magnetiche create dall’uomo e soprattutto guidate dalla tecnica?

Come resistere a tutto questo?

Accogliendo in noi l’Arco divino, che è amore puro, scevro da interessi personali e ritrovando il contatto con la natura... telefonini, televisioni, computer e altro servono, ma mai dimenticare di staccare, di uscire e di immergervi nella natura, fosse pure il giardino pubblico sotto a casa.

Hanno inventato il termine bipolare, che non si conosce bene quale malattia psichica sia, il numero  dei bipolari è spaventosamente in aumento e su di loro si fanno esperimenti, se questo può sembrare una falsità, può pure esserlo, ma Lyuba ne era fermamente convinta: facevano esperimenti scientifici per trovare fra di loro gli eletti del Signore, quegli angeli che sono tra di noi.

Angeli con un fine al bene, ma essendo anche umani e non completamente divini potevano sbagliare e fare come Jean-Baptiste, il protagonista del film Profumo, che riesce ad ottenere il profumo dell’amore ma conquistatolo tramite nefandezze, empietà e scelleratezze rimarrà con il fumo del diavolo.

 

domenica 20 novembre 2022

Il volo del gruccione

Capitolo 14

Un piccolo, piccolissimo riassunto su quella meraviglia che è il cervello.

 

 

Il cervello coordina tutte le attività, raccoglie le informazioni, le elabora, le collega, le memorizza ed invia pertinenti risposte.

Le informazioni viaggiano lungo le cellule nervose.

Il lavoro del cervello e dell’intero sistema nervoso è continuo: pur dormendo, infatti, grazie all’attività delle cellule nervose, il cuore continua a battere, i polmoni a respirare, il cibo ad essere digerito e altro.

Lyuba cercava di capire con consapevolezza, il dormire, il sonno, quella specie di morte apparente, in cui solo il respirare dimostrava che il corpo era vivo, mentre in realtà tutto era in movimento, più il sonno era profondo e più si era ristorati al risveglio, sentiva che c’era un qualcosa, un qualcosa che le sfuggiva … Il Signore Dio plasmò l’uomo con polvere del suolo e soffiò nelle narici   un alito di vita e l’uomo divenne un essere vivente.

Il sistema nervoso si divide in: sistema nervoso centrale e sistema nervoso periferico.

Il sistema nervoso centrale svolge la funzione di centro di controllo per l’intero organismo e si suddivide in encefalo e midollo spinale.

Il sistema nervoso periferico è formato da nervi che collegano tutte le parti del corpo con l’encefalo e con il midollo spinale.

Il cervello è diviso da un solco in due parti dette emisferi, destro e sinistro, collegati fra loro da fasci di fibre, percorsi da solchi e rilievi.

Con competenze differenziate, i due emisferi lavorano insieme. Nel cervello aree diverse coordinano funzioni differenti: alcune il movimento, altre il ragionamento, altre ancora la memoria, l’apprendimento.

Il cervelletto, è situato sotto il cervello nella parte posteriore della scatola cranica, è formato anch’esso da due emisferi con diverse pieghe; ha il compito di coordinare e regolare i movimenti volontari e l’equilibrio.

Il midollo allungato, si trova sotto il cervelletto e collega l’encefalo al midollo spinale, ha il compito di controllare i muscoli involontari indispensabili alla vita, come quello cardiaco o quelli coinvolti nella respirazione.

Il midollo spinale, segue il midollo allungato, è un cilindro lungo circa 45 cm e del diametro di un mignolo.

Al midollo spinale giungono gli stimoli che provengono dagli organi di senso diretti all’encefalo,   dal midollo spinale partono verso i muscoli le risposte elaborate dal cervello.

Il sistema nervoso periferico è costituito da nervi, fasci di fibre nervose, che collegano gli organi periferici al sistema nervoso centrale, si suddividono in: nervi cranici, che partono dal cervello, nervi spinali collegati al midollo, insieme formano una rete su cui viaggiano gli impulsi provenienti dall’esterno e le conseguenti risposte elaborate dal sistema nervoso.

Il sistema nervoso periferico si divide in: sistema nervoso somatico e sistema nervoso autonomo.

Il primo, detto anche volontario, è quello che controlla i muscoli scheletrici. Esso è costituito da neuroni che portano informazioni dai recettori, all’encefalo e al midollo spinale, e da neuroni che portano informazioni dall’encefalo e dal midollo spinale ai muscoli scheletrici.

Il sistema nervoso autonomo controlla l’attività degli organi interni del nostro corpo che lavorano in maniera indipendente dalla nostra volontà e garantiscono funzioni vitali tra le quali la digestione, la respirazione, la circolazione, il battito cardiaco e altro.

Il sistema nervoso autonomo, formato da due cordoni nervosi situati ai lati della colonna vertebrale, si divide in: simpatico e parasimpatico.

Questi due sistemi innervano i vari organi lavorando da antagonisti, in altre parole dove uno eccita l’altro deprime, e viceversa: il simpatico, ad esempio, accelera il battito del cuore mentre il parasimpatico lo rallenta.

Il lavoro coordinato del simpatico e del parasimpatico consente il perfetto funzionamento dei nostri organi. (https://icozzano.scuole.bo.it/ic/gnudi/IperANATOMIA/sistema%20nervoso.htm)

Nel linguaggio simbolico, fin dall’antichità, la colonna vertebrale è raffigurata come un albero, in cui scorre la linfa vitale: l’albero della vita raccontato da innumerevoli miti.    

Il nostro cervello si dirama tramite il midollo spinale e i nervi in tutto il corpo, l’immagine è quella di un albero rovesciato, se il nutrimento per l’albero sono le radici, per l’uomo ciò avviene con la testa.

L’immagine dell’albero rovesciato è un simbolo presente in molte culture, dal buddismo alla cabala ebraica.  

Platone descrive l’uomo come un albero capovolto con le radici protese verso il cielo e i rami verso la terra.

L’albero capovolto si trova anche nel Purgatorio di Dante, una pianta spoglia a forma di cono rovesciato, un albero da cui non cibarsi, dolce al gusto ma in realtà dannoso; poi l’albero viene legato al carro della Chiesa e come fosse primavera l’albero sboccia e si riveste di fiori di un colore tra il rosso e il viola.

L’albero si copre di fiori color lilla, tinta che simboleggia l’unione tra l’umano e il divino, l’unione di due nature, siamo infatti al XXXII Canto del Purgatorio, appena un saltino e si sarà in Paradiso.

Il viola dantesco è leggermente virante al rosso, in quanto tale colore se troppo scuro e tendente al blu evoca l’ametista, un quarzo usato nell’occultismo, oppure la violetta usata dai cavalieri della Tavola Rotonda per conoscere il futuro o il misterioso fluido viola che in Ecuador gli sciamani   usano per divinizzare: oggi i turisti vanno in Ecuador per bere l’ayahuasca, la celebre bevanda a base di liane, si drogano per raggiungere l’estasi e si ritrovano con un bel mal di pancia o addirittura col rischio di perdere la vita.

Il messaggio è molto semplice, non si scruta il futuro che come l’albero spoglio è dolce al gusto ma è dannoso; la conoscenza è il nostro scopo di vita, ma è spoglia se usata per scopi non legati a ciò che insegna il carro della Chiesa, il carro di Cristo, dei Santi e delle Virtù.

 

 

 

giovedì 10 novembre 2022

Il volo del gruccione

Capitolo 13

 Lyuba, hai dimenticato il talamo, che fa il talamo?  

 

 

Considerando che i neuroni presenti mediamente nel cervello umano sono 86 miliardi che sommati agli 84 miliardi delle cellule della glia, che hanno funzione nutritiva e di sostegno per i neuroni, si arriva a un totale di 170 miliardi di cellule, calcolare le loro connessioni è un’impossibile missione. 

Il cervello è percorso da piccolissime correnti elettriche e da circa 50 sostanze chimiche,   sovraintende il lavoro dell’organismo, elaborando i segnali in arrivo dall’esterno, immagazzinando  i ricordi e soprattutto ci dà la capacità di pensare, ragionare e scegliere.

Chi dirige questo intenso traffico?

È il talamo, riceve, correla, immagazzina e comanda i diversi segnali.

In fondo il nome dice tutto, talamo significa anche letto nuziale e quindi il luogo dove si riceve, si correla, si immagazzina e poi si genera la vita. 

Il talamo seleziona tutti gli impulsi provenienti dai recettori appartenenti a quattro dei cinque sensi: vista, udito, tatto e gusto, e li trasmette alla corteccia cerebrale affinché la persona ne sia consapevole, tranne l’olfatto che arriva direttamente alla corteccia.

Il talamo impara da ogni esperienza perciò viene condizionato anche dalla famiglia e dalla società con le sue regole.

I condizionamenti sono memorizzati dal talamo il quale blocca quegli impulsi che alla coscienza darebbero gioia, felicità, ma che al prossimo recherebbero dolore o dispiacere.

È facile capire che si può riprogrammare il talamo con la marea di informazioni che ci giungono da ogni dove, un controllo mentale volto al consumismo che stravolge l’immagine che il talamo si è costruito nel corso di millenni.

Un percorso antico che rispecchia la consapevolezza sociale, un modello fatto di regole, dogmi, leggi, che determina il comportamento degli esseri umani.

Ma, gli antichi come facevano a sapere che oltre a questa via del talamo così veloce e primordiale come un Dioniso c’era un’altra via più sofisticata e ordinata come un Apollo?

La doppia via: il cervello processa gli stimoli in due modi diversi.

L’amigdala, la mandorla sacra, in realtà sarebbero due, come anche altre parti del cervello sono doppie, ma Lyuba non vuole addentrarsi troppo che poi si incasinava, lei vuol capire il funzionamento in generale.

L’amigdala è coinvolta in due percorsi.

Il primo chiamato via bassa parte dagli stimoli esterni recepiti dai quattro sensi, che arrivano al talamo, da qui altri impulsi elettrici ripartono per raggiungere l’amigdala da dove partono nuovi impulsi elettrici che impartiscono le direttive al cuore, i muscoli e altro con le reazioni fisiche che esprimono le emozioni.

È questa via bassa che ci tiene legati agli stereotipi, ai pregiudizi, che sono utilissimi ma che a volte ci ingannano.

Il secondo percorso chiamato via alta, gli stimoli esterni arrivati dai sensi, tranne l’olfatto che aggira, giungono al talamo, questa volta, però, dal talamo nuovi impulsi elettrici sono inviati alla corteccia, cioè alla zona limbica, all’ippocampo, anziché all’amigdala, come succedeva invece nella prima via. Dalla corteccia, nuovi impulsi elettrici vengono in seguito inviati alle amigdale, le quali elaborano e fanno ripartire nuovi impulsi verso gli organi del corpo,

Due vie, una più rapida ma meno precisa, l’altra più lenta ma più consapevole.

La via più rapida e imprecisa, una reazione automatica, istintiva, reminiscenza di quando l’uomo  lottava in ambienti molto ostili, istinto che ha permesso la nostra sopravvivenza e che ancora può salvarci in condizioni di pericolo, ad esempio arriva un’auto che sta per travolgerci e automaticamente ci gettiamo di lato.   

La via bassa produce emozioni come la paura, la rabbia, l’ansia e altre, che coinvolgono l’amigdala direttamente dal talamo, senza il coinvolgimento del sistema limbico, sede della consapevolezza, è la via che usiamo quando ci lasciamo prendere da gesti inconsulti o magari ci arrabbiamo per delle sciocchezze.

Oggi sembra che questa via bassa abbia il sopravvento come mai?

Andiamo indietro piuttosto che avanti?

Robert Zajonc, famoso psicologo per i suoi studi sperimentali, tra gli altri ricordiamo gli studi sulla percezione subliminale, ha ipotizzato che questi due sistemi seguano criteri di elaborazione diversi: la via alta, con un ruolo cognitivo maggiore, segue criteri di “inferanda”, ovvero elabora le informazioni secondo logiche sistematiche e deduttive, mentre la via bassa segue criteri di “preferanda”, seguendo logiche legate alla piacevolezza, alla qualità edonica dello stimolo, a prescindere dalle valutazioni cognitive. Tenendo conto di queste ultime considerazioni, siamo in grado di comprendere come possa capitare di provare una forte reazione emotiva, positiva o negativa, e come sia difficile controllarla o meno, a seconda della capacità della corteccia (la via  alta ) di interferire con frenare o meglio interagire con la via bassa.  (https://www.tsw.it/journal/ricerca/doppia-via-ledoux-come-reagisce-cervello-a-stimoli/)

Alle persone, sottolinea Mencacci, “è chiesto di far fronte ad un numero sempre maggiore di cambiamenti rapidi, sul lavoro, nella vita, nell’adattamento alle nuove tecnologie. Proprio tale velocità dei cambiamenti ‘mette in crisi’ soprattutto le persone più fragili, come gli anziani ed anche in alcuni casi i giovani, portandole a scompensarsi dal punto di vista psicologico”… È dunque fondamentale - avverte Mencacci - che oggi l’Europa investa di più nella salute mentale”

Oggi usiamo più sovente la via bassa, quella più antica, quella diretta talamo/amigdala perché ci sentiamo costantemente in condizioni di pericolo?

Pericolo causato dai cambiamenti ultraveloci che la vita frenetica comporta?

Preferiamo la via bassa, seguendo logiche legate alla piacevolezza, al divertimento indotte da un consumismo sfrenato?

Questo lavaggio di cervello, in pratica ci impedisce di ragionare con ponderatezza, è voluto o è stato creato un Moloch divenuto incontrollabile?

 

 

martedì 1 novembre 2022

Il volo del gruccione


 

Capitolo 12

La peccatrice aveva un grande amore, altrimenti non avrebbe potuto fare quel gesto

 

 

L’ipofisi è la ghiandola del sistema endocrino che dialoga più strettamente con l’ipotalamo, produce ormoni che guidano l’attività di quasi tutte le altre ghiandole, forse è la più importante fra le ghiandole endocrine del nostro organismo. 

Le ghiandole endocrine sono le ghiandole del corpo umano che producono ormoni che vengono poi diffusi nel corpo, laddove occorre. 

L’ipotalamo regola la liberazione di ormoni da parte dell’ipofisi.

L’ipofisi, sulla base di questi stimoli, rilascia gli ormoni nel sangue e questi raggiungendo l’ipotalamo attraverso il sangue, lo informano circa la necessità di aumentare, diminuire o mantenere stabile la secrezione di ormoni.

Nel lobo posteriore dell’ipofisi vengono liberati due ormoni che vi arrivano lungo le fibre nervose provenienti dai neuroni dell’ipotalamo: vasopressina che determina una riduzione della produzione delle urine e si definisce anche ormone antidiuretico; ossitocina che sviluppa i suoi effetti sulle ghiandole del seno e sull’utero, del quale in particolare regola le contrazioni in occasione del parto.

Nell’ipofisi anteriore si trovano vari tipi di cellule che producono diversi tipi di ormoni: quelli della tiroide, quelli per regolare le funzioni dell’ovaio e per i testicoli, in particolare, nelle donne, determina l’ovulazione e la formazione del corpo luteo e negli uomini stimola la produzione di testosterone da parte di cellule presenti nei testicoli, l’ormone della crescita e altro.

Il lobo intermedio dell’ipofisi produce ormoni, tra cui quelli che stimolano la produzione di melanina, la sostanza che colora la pelle, da parte di cellule dedicate, chiamate melanociti.

Tanto girare e arzigogolare di Lyuba per ribadire che se melatonina e melanina sono letteralmente simili, non è lei che le confonde è che qualcosa in comune c’è.

Se oggi con gli studi scientifici si evidenzia la carica sessuale senza comprendere il disegno divino è solo perché l’uomo pecca come al solito di superbia… del sapientone meglio il popolino che da ignorante, si tramanda un detto che dice: i figli nascono belli solo quando fra marito e moglie c’è un grande e vero amore.

L’unzione di Betania è un evento della vita di Gesù descritto da tutti e quattro i vangeli, pur con alcune differenze. Gesù è a Betania in casa di un uomo religioso, giusto e irreprensibile nel suo comportamento. Ed ecco che una donna, una peccatrice forse una prostituta, entra furtivamente, si china ai piedi di Gesù, gli lava i piedi con le sue lacrime e li asciuga con i suoi capelli e poi li unge di profumo e li bacia. Gli astanti sono scandalizzati ma Gesù dice: “Sono perdonati i suoi molti peccati, perché ha molto amato. Invece colui al quale si perdona poco, ama poco”.

Molti accorrevano a Gesù per essere guariti da infermità o per essere liberati da spiriti cattivi. Quella donna invece va da Gesù solo per chiedere perdono dei propri peccati. E lo fa in maniera tacita, silenziosa, con le mani piene di un dono molto prezioso. Sottolineo questo fatto perché nei Vangeli è l’unica persona che va da Gesù espressamente per domandare perdono dei peccati. Gli altri andavano per ricevere grazie. Il versetto “invece colui al quale si perdona poco, ama poco” può riferirsi a chi ha solo peccati veniali e ha poco dolore, oppure a chi, pur avendo gravi peccati, ha poco dolore. (https://www.amicidomenicani.it)

A lyuba piaceva pensare che la peccatrice che lava i piedi a Gesù, che entra e non le importa nulla del biasimo degli altri, perché a lei importa solo di essere perdonata da Colui che è amore infinito, dimostrava un grande pentimento che è la prima cosa per ottenere il perdono, ma nel suo gesto che agli altri pare sconsiderato e che è un gesto del tutto nuovo, la peccatrice dimostrava anche di avere un grande amore, altrimenti non avrebbe potuto fare quel gesto… semplicemente non le sarebbe venuta l’idea.

Il gesto della peccatrice ricorda Santa Teresa di Lisieux, che diceva di amare il Signore fino alla follia perché Dio le aveva perdonato tutto in anticipo!

Dio ti ama così come sei; Dio vuole anzitutto la tua realizzazione; perciò se tu sei così e se senti che la tal cosa ti realizza vai avanti e non stare a tormentarti.  

Certo Dio ti ama con un amore forte come quello di una madre e di un padre e quindi ti accoglie così come sei, ma quale madre o quale padre non cerca di rendere suo figlio migliore, se al mattino un ragazzo o una ragazza non vogliono alzarsi perché non hanno voglia di andare a scuola mica la madre dice… oh poverino sei stanco, ieri sera sei uscito con gli amici e hai fatto tardi, resta pure a letto!

Lyuba non ha figli e quindi pontifica senza conoscerne la realtà, Lyuba comunque pensando ai suoi genitori, a come avevano educato lei, avrebbe preso lo sfaticato/a per le orecchie e lo avrebbe accompagnato in bagno dicendogli che non sarebbe più uscito per un mese se non si spicciava, che a scuola non si entrava in ritardo e se si ribellava e puntava i piedi, ostinandosi, avrebbe detto il fatidico… stasera racconto tutto a tuo padre.

 

 

giovedì 20 ottobre 2022

Il volo del gruccione

Capitolo 11

Dante lo chiamava il pane degli angeli

 

 

La mente è l’attività di comunicazione che avviene all’interno del cervello fra i neuroni, energia che in quanto tale si propaga anche in altri luoghi del corpo e anche fuori dal corpo stesso.

Dove si trova la mente?

Principalmente nel sistema limbico, dove si trovano oltre all’ippocampo, (il serpente simbolico), l’amigdala, (la mandorla mistica) l’epifisi (rappresentata dalla pigna) anche l’ipotalamo, il talamo e l’ipofisi.

L’ipotalamo regola, direttamente o attraverso l’ipofisi, meccanismi indispensabili per la sopravvivenza, provocando le sensazioni di fame e sete, ma anche nei processi di utilizzo dell’energia introdotta o immagazzinata nell’organismo. Le strette relazioni fra ipotalamo e numerose aree del cervello spiegano anche come mai le emozioni e il nutrirsi di cibo e bevande  siano legate da rapporti molto stretti e complessi.

Un’altra importante funzione dell’ipotalamo consiste nella liberazione di ormoni attraverso l’ipofisi.

Le funzioni dell’ipotalamo erano ben conosciute anche dagli antichi?

Pare di sì, in quanto il digiuno è un rito in molte religioni, si pensi al Ramadan o alla Quaresima. 

Mosè digiunò per quaranta giorni prima di ricevere le tavole della Legge, altrettanti Elia nel suo viaggio verso la montagna, Daniele prima di ricevere la rivelazione divina, lo stesso Gesù digiunò quaranta giorni e quaranta notti nel deserto. 

Gli yogi, coloro che meditano e fanno yoga, digiunano spesso per ottenere la visione mistica.

In Giappone i discepoli di Buddha praticano il digiuno come forma di autocontrollo.

Gli egiziani credevano che per conservare buona salute e rimanere giovani si dovesse digiunare almeno tre giorni al mese. 

Gli uomini più famosi dell’antica Grecia digiunavano anche loro: Pitagora era convinto che il digiuno aiutasse i processi mentali, la stessa cosa Socrate e Platone.  

I sacerdoti Druidi si sottoponevano a digiuni prolungati prima di essere iniziati ai misteri del culto e ci sarebbero tanti altri esempi sino ad arrivare ai giorni nostri, con i digiuni politici o quelli per dimagrire e stare in linea.

Oggi la scienza riscopre ciò che già conoscevano gli antichi, il digiuno rivitalizza, rigenera, reidrata i tessuti, elimina i radicali liberi; andrebbe fatto osservare alle coppie prima di avere figli per predisporre al meglio l’organismo al concepimento. Non c’è parte del corpo che non ricavi benefici, non c’è cellula nel corpo che non partecipi a questa purificazione, ma…

Il Vangelo di Matteo dice: “Quando digiunate non prendete un’aria triste, come fanno gli ipocriti…  Siate onesti e sinceri. Digiunate per scopi onesti e veritieri.”

Il rapporto fra elemosine e digiuno iniziò con il costume di dare ai poveri le provviste risparmiate nei giorni di digiuno… su questo pensiero meditava spesso Lyuba. 

Lyuba questa cosa del digiuno odierno che molti fanno per essere vicino al divino o per dimagrire o chissà per altro aveva qualcosa di diavolesco, infatti succedeva che si digiunasse e intanto si aveva il frigo pieno zeppo di alimenti che scadevano e che venivano quindi gettati nel pattume.

Questo era intollerabile per Lyuba un affronto a chi era magro non per scelta ma perché non aveva cibo sufficiente.

Il digiuno era una cosa seria, gli antichi lo sapevano perché erano più vicini a Dio col sentimento e col tempo, invece il tipo di digiuno odierno le ricordava i banchetti suntuosi dei romani, quando si provocava il vomito per poter mangiare ancora o i banchetti delle grandi corti rinascimentali.   

Oggi alla tavola degli occidentali, il pane bianco, quello che Dante chiamava il pane degli angeli, dalla simbologia così importante veniva gettato, Lyuba lo aveva visto coi suoi occhi e le era parsa una cosa immonda perché il pane oltretutto è riciclabile in tanti modi, grattato, abbrustolito, per una panzanella o per una torta e tanto altro.

E poi, si gettava anche la carne, quella carne preziosa per il nostro corpo, che i nostri amici animali ci donavano tramite la loro morte.

Gli antichi prima di mangiare ringraziavano lo spirito animale, poi masticavano lentamente per assaporarlo intimamente come si faceva pure col vino che veniva anche annacquato.

E la frutta?

Nel Medioevo la frutta raccolta dagli alberi era solo per i nobili, era simbolo del loro potere guai a chi la rubava, ai contadini spettava solo ciò che cresceva a terra, perché simbolo di bassezza.

Oggi la frutta a volte la si lascia marcire sugli alberi perché non conviene raccoglierla.

Che senso ha oggi il digiuno?

Non sarebbe meglio comprare meno cibo e quello che si risparmia donarlo ai poveri?

Che senso ha oggi il digiuno dopo l’Olocausto?

La Venere del Faggio

Sei come la Venere di Savignano

opulenta florida sorridente 

leggiadra, robusta atleta

tu sai, io so, come lo sanno

gli altri come noi

che esiste il grasso buono

quello delle castagnine del Faggio

albero il cui nome significa

io mangio, in ricordo di chi

nella faggeta di Buchenwald

mentre la Natura donava

l’uomo affamava… e ora paga

perché magro è diventato bello

 

 

 

lunedì 10 ottobre 2022

Il volo del gruccione

 

Capitolo 10

Lyuba che c’entra la melanina con la con la melatonina?

 

 

Ora che ci sia qualcuno che cerca di manipolare le onde elettromagnetiche ELF del rapporto ionosfera/Terra, modificando quindi il clima, controllando mentalmente la popolazione cambiandone il comportamento e l’umore, cambiando il respiro della Terra può essere ben possibile, ma abbiamo visto che l’Alto si arrangia da solo modificando le frequenze tramite quel quid che è solo divino che all’uomo manca e che i miti raccontano così bene, come pure lo spiega la matematica col Pi greco, il rapporto della circonferenza e del suo diametro o il Phi aureo, il numero della sezione aurea cosiddetta divina, essendo numeri irrazionali esulano la perfezione… non esiste un cerchio con circonferenza e diametro entrambi interi e il numero aureo è incalcolabile.

Gli antichi sapevano non tramite gli extraterrestri, ma perché erano più vicino a Dio, sia di tempo che tramite l’amore sincero verso di Lui, ascoltavano la Sua parola con attenzione e credevano veramente in Lui, per mezzo di una naturale telepatia oggi ormai dimenticata.

- Sarà successo un po’ come con la respirazione diaframmatica-, Lyuba infatti ci aveva messo degli anni per reimpararla, in quanto come la maggior parte delle persone usava prevalentemente una respirazione di tipo toracico, eppure tutti, quando nasciamo incominciamo a respirare  esclusivamente con il diaframma – chissà forse è recuperabile anche la telepatia- concluse Lyuba,.

Gli antichi conoscevano e la Chiesa è la trasmissione della tradizione antica, che tramanda l’importanza della ghiandola pineale, collegata all’amigdala e all’ippocampo e al Sole e alle altre Stelle.

L’ippocampo, dalla forma di cavalluccio marino ma anche di serpentello/serpente/conoscenza, era ben sopportato dall’uomo antico, la sua luce non lo bruciava, l’effetto oggi chiamato eureka noto anche come momento aha, gli antichi sapevano come indurlo in quanto vicini alla Tradizione e a Dio e non perché erano alieni giunti da Sirio o da Orione.

Questo effetto eureka o serpentello o vril o graal rende folli, chi incanala questa energia, se non debitamente preparato, può bruciarsi per troppa luce, perché non ha più quel contatto diretto col divino.

L’umanità scacciata dall’Eden e redenta da Cristo ma incapace di sostenere la luce se non per un attimo, ecco perché la Chiesa ritiene il serpente/conoscenza un simbolo negativo perché se i predestinati sono tanti, gli eletti sono pochi e la Chiesa come una madre ci avverte, state lontani dal lupo nero, state lontani dai pericoli generati dalla superbia che induce alla conoscenza senza  essere in grado di accettarla in quanto non si comprende appieno. 

In quanto alla amigdala, a forma di mandorla, come non pensare alla Mandorla Mistica o Visica Piscis, la forma ogivale al cui interno è raffigurato Cristo o la Madonna?

Lyuba, ricordava che nell’Abbazia di Pomposa vi era nell’abside un maestoso e femmineo Cristo dentro ad una mandorla con più cerchi, affresco della metà del Trecento circa, opera della scuola di Vitale da Bologna.

Cristo racchiuso nella Viscica Piscis, ovvero il simbolo più antico della cristianità: il pesce.

Il volto del Cristo, che mostra tratti e pettinatura femminili, perché unisce Cristo alla Madre.

Egli è divino, ma pure Lui è nato da una Madre, una Donna pura ma sempre umana mentre il Padre non è stato Giuseppe. 

Come non pensare che l’organo femminile che dà la vita è a forma di mandorla?

E che l’amigdala e l’ippocampo e la serotina sono coinvolte nell’innamoramento?

E che la ghiandola pineale ha bisogno di serotonina per la produzione di melatonina?

E che più è grande l’amigdala più è grande la carica sessuale di una persona?

E che la più grande ghiandola pineale simbolica si trova in Vaticano, cosa vorrà mai dire?

Che gli insegnamenti della Chiesa vanno rispettati e che la mandorla non si dà a cani e porci.

E per finire, un appunto anche sulla questione della Madonna nera, che sarebbe un’Altra, forse la Maddalena, per Lyuba la Madonna nera era abbronzata perché aveva tanta melatonina e una grande amigdala, volendo evidenziare una grande capacità d’amore, e la Vergine certo ha tanto amore, se continua ancora a farci da tramite verso il Figlio, nonostante tutto quello che combiniamo.

“Lyuba che c’entra la melanina con la con la melatonina?”

“Oh, non mi incasinare coi nomi simili, lo so che è la melanina che dona il bel colore brunito, ma per avere una buona dose di melatonina dobbiamo esporci al sole e quindi ci abbronziamo. 

Questi erano i discorsi assurdi che Lyuba faceva tra sé.