lunedì 23 dicembre 2019

VACANZE ROMANE romanzo a puntate,XL parte


Con la visita ai Musei Torlonia, Betty si era incuriosita di questa famiglia, che in pochi anni dal niente era diventata non solo immensamente ricca ma influente politicamente e nobilitata da vari titoli principeschi.
Betty non credeva a queste ascese repentine… dietro c’era sempre qualcosa.  
La famiglia Torlonia le ricordava l’ascesa di Silvio Berlusconi, anche quest’ultimo aveva avuto a che fare con la massoneria… anche se pareva che le massonerie fossero di due tipi da tempo immemorabile, una diciamo progressista, un’altra conservatrice e Berlusconi sembrava appartenere alla prima, mentre i Torlonia alla seconda.
A Betty poi non interessava la massoneria, esisteva o meno non le importava, se poi stava sperava che usasse la zucca e questo le bastava.
Torlonia è il nome di una famiglia di banchieri italiani emigrati dalla Francia, influente sia per ricchezza, sia per l’importanza politica, nel 1809 passò alla nobiltà papale e nel 1814 allo stato principesco, sono ancora oggi tra i vip della nobiltà italiana e dell’aristocrazia europea.
E’ la famiglia più giovane delle case principesche della nobiltà pontificia romana accanto a nomi  come gli Aldobrandini, i Barberini, i Borghese, i Caetani, i Chigi e altri.
Nel XVIII secolo, la famiglia era attiva nel commercio della seta e del tessuto, aveva il suo palazzo e gli uffici in Piazza di Spagna, poi fondò una piccola banca, che in seguito è cresciuta e ha reso la famiglia una delle più ricche d’Italia.


immagini: Parco di Villa Torlonia-Roma

domenica 15 dicembre 2019

VACANZE ROMANE romanzo a puntate,XXXIX parte



 Il principe Giovanni Torlonia, che abitava a fianco di Mussolini, nella Casina delle Civette, era un uomo poco socievole e amante dell’esoterismo.
Nel 1908 volle radicalmente trasformare l’edificio della “Capanna svizzera”, disseminandolo di simboli esoterici. L’intitolazione della Casina alle civette si deve al fatto che fin dall’antichità l’animale è simbolo per eccellenza della magia e della veggenza e incarna la capacità di vedere anche nel buio più totale e di poter udire anche il più sottile rumore. Affascinante e misteriosa, rappresenta le innate doti magiche delle persone portate alle arti incantatorie o interessate all’occultismo e attratte da tutto ciò che è misterioso e apparentemente inspiegabile. Nella tradizione alchemica alla civetta vengono attribuite diverse facoltà: la visione notturna, la magia, la telepatia, così come la chiaroveggenza e la sapienza. Questo animale notturno intuisce e presagisce la risoluzione di un problema, simboleggia un intelletto acuto e intelligente, anche se combinato a un’indole triste. La civetta è invocata per scrutare il mondo attraverso gli occhi di un’altra persona, per la vista a distanza o per rintracciare gli oggetti perduti, per agire guidati dalla visione interiore, per discernere con maggiore chiarezza nei momenti cupi e di difficoltà. Questo uccello nelle pratiche alchemiche e di magia nera è spesso identificato con Satana e fa parte anche dei simboli massonici. (www.associazionevesta.com/tag/casina-delle-civette/)
La civetta è una civetta e Betty lo era, era attratta da tutto ciò che non capiva, attirata dal misterioso come una calamita, ma sempre mossa solo dal fuoco della conoscenza, sempre senza secondi fini, voleva solo capire, e poi lo era anche con i modi civettuoli lievemente maliziosi e con lo sguardo che come quello della civetta si fissava nel vuoto, in assenza del pensiero, in uno stato meditativo spontaneo in cui si perdeva piacevolmente, per poi ritornare nel mondo bruscamente quando sua madre arrabbiata le diceva: “Smettila di guardare con quegli occhi fissi!”
Betty diede un’alzata di spalle, Roma era stupenda e a lei piaceva da matti la civetta che non aveva niente di satanico ma…
Sì ora rammentava: se sentivi la civetta di notte cantare 3 volte sarebbe morto qualcuno a te caro, – mo’ basta Betty falla finita con la iella- così si disse Betty che era felice: Roma le aveva portato fortuna.


immagini: Casina delle Civette- Villa Torlonia-Roma

domenica 8 dicembre 2019

VACANZE ROMANE romanzo a puntate,XXXVIII parte


Dal piano seminterrato del Casino Nobile di Villa Torlonia, si accede al rifugio fatto sistemare da Mussolini all’interno dell’edificio di sua residenza e al bunker costruito successivamente per maggiori garanzie di sicurezza.
Dal piano seminterrato si accede anche alla sala ipogea, scoperta durante i recenti lavori di restauro, decorata da Giovan Battista Caretti a fingere una “Tomba Etrusca” sia nella tipologia costruttiva che negli arredi, una labirintica tomba etrusca finta che ospitava, con tutta probabilità, riunioni massoniche.
Il mondo fatato del parco e della villa dei Torlonia era magico ma… era magia nera o bianca?
Era un mondo fatato o stregato?
Ed ecco che torniamo a quel ma… della Casina delle Civette, a cui se ne aggiunge un altro legato al bunker e a tutto ciò che evoca, a cui si aggiungono gli obelischi con i geroglifici e una cripta etrusca per riunioni massoniche.
-Possibile che come mi muovo in giro per Roma arrivo in posti che portano iella? Tre mesi fa mi sono seduta accanto al Lapis Niger, luogo profanato, da cui stare lontani e ora finisco in un altro posto iellato?-
Betty doveva riordinare un po’ le idee: questo Torlonia era un massone che ci faceva il duce in comunella con un massone? Mussolini osteggiò e fu nemico della massoneria, era solo una finta?
C’erano poi intrecci fra i romagnoli e i Torlonia da lungo tempo, infatti il capostipite Alessandro Torlonia si prese il titolo di Principe del Fucino e una medaglia d’oro, conferitogli da Vittorio Emanuele II, per il prosciugamento del lago di Fucino, titanica impresa che aveva tentato anche Giulio Cesare, a popolare le terre prosciugate in tanti vennero dalla Romagna.
I Torlonia avevano proprietà in Romagna, il padre di Giovanni Pascoli era amministratore della tenuta La Torre proprietà della famiglia dei principi Torlonia, e qui accadde quel triste evento, ricordato per sempre nella poesia La cavallina storna, il 10 agosto 1867, quando il Pascoli aveva appena undici anni, il padre fu assassinato con una fucilata mentre, sul proprio calesse, tornava a casa da Cesena, l’assassino non fu mai trovato e non si è mai fatta luce su questo delitto.
Infine Mussolini, un romagnolo accanto a un Torlonia che praticamente gli fa un gran regalone, affitto gratuito e si sa che se accetti un regalo poi sei come dire a debito, anche solo psicologicamente.  


immagine: Casino Nobile-Villa Torlonia-Roma

domenica 1 dicembre 2019

VACANZE ROMANE romanzo a puntate,XXXVII parte



 Il Casino dei Principi originariamente era un edificio rurale venne restaurato, in stile neorinascimentale, è collegato al Casino Nobile tramite una galleria sotterranea che svolgeva la funzione di sala per i ricevimenti.
L’incredibile Casina delle Civette, all’epoca della costruzione era conosciuta come Capanna Svizzera per via del suo aspetto molto simile a quello di un rifugio alpino, poi prese il nome dalle   civette che sono molto presenti come decorazione nell’edificio.
Col tempo e le aggiunte di torri, torrette e tutta una serie di ghirigori si è trasformata in un contenitore pittoresco e attraente e con un interno da museo, infatti contiene decorazioni, maioliche e vetrate che raffigurano civette, fate, cigni, pavoni ma anche nastri, farfalle e rose, un mondo fatato ma…
Il Casino Nobile ideato da Giuseppe Valadier, ha l’aspetto esterno monumentale e rigoroso, in stile Neoclassico; iI piano terra e il piano nobile svolgevano funzioni di alta rappresentanza con sale a tema e ambienti decorati caratterizzati dal gusto della citazione mitologica e storica, un salone da ballo spettacolare con alte colonne bianche, enormi lampadari e marmi luccicanti, il tutto una profusione di incantevole armonia.  
Il seminterrato e il secondo piano erano dedicati ai servizi e agli alloggi della servitù e dal seminterrato si poteva passare al Casino dei Principi attraverso una galleria sotterranea, ancor oggi presente.
Qui nel Casino Nobile andarono a stare di casa Benito Mussolini e famiglia.
I Torlonia, che abitavano quindi a fianco del duce, sistemarono all’esterno anche un galoppatoio per lui, un orto e un pollaio per Rachele e il parco giochi per i figli per un affitto simbolico di una lira l’anno.
I Torlonia non avevano certo bisogno di soldi, la loro ricchezza arrivata in poco meno di un secolo era tale che furono nominati principi dal re, era tale che nella vecchia Roma, in presenza di agiate ostentazioni, s’usava dire: E che sei Torlonia?  


immagine: Casina delle Civette-Villa Torlonia-Roma