lunedì 20 giugno 2022
Betty la strana romanzo 7°
Mi alzo dal letto quando lui esce, chi è lui? Sono decine di
anni che ci vivo assieme ma non so chi è lui. La mia malattia il bipop ha
scombussolato tutto, la malattia è capitata non è una mia colpa ma il vivere
assieme a me si vede che è difficile, devo accettare questo, dove vado
altrimenti? Almeno c’è qualcuno in casa, anche se non so niente, né cosa fa,
dove va, con chi sta, almeno non sono sola del tutto, ma fra noi è quasi sempre
scena muta, mai uno sguardo d’affetto, figuriamoci una carezza o un abbraccio,
sto e basta come la televisione, il divano o qualsiasi altro oggetto. Ciò è
molto triste e deprimente, ma che devo fare, mi adatto, la forza vitale che avevo
è stata divorata dal bipop, prego e spero nella forza positiva, forse ci sarà
ancora un po’ di luce per me? Non lo so, prego ma non lo so, anzi forse
verranno giorni peggiori, ma prego, prego anche se so che non conta essere
buoni, corretti, sinceri non conta ma prego e spero lo stesso che le cose
cambino o che dentro di me torni lo spirito vitale. Dunque mi alzo quando sento
che lui chiude la porta e mi trascino cercando di fare qualcosa, oggi ho
comprato dei tegami nuovi, ho scritto una mail difficoltosa che erano giorni
che cercavo di compilarla e ho portato dei libri che ho già letto, la casa è
piccola e c’è poco posto, soprattutto per i mei amati libri che lui non ama, ho
portato i libri in quelle casette di scambio che ormai sono dappertutto. Aiutati
che Dio t’aiuta ma io sono incapace di aiutarmi e prego e spero e credo che
tutto si aggiusterà anche se sembra impossibile. Ah, bipop sta per bipolare,
che vuol dire che si sta fra due poli uno giù e uno su e nonostante tutta la
mestizia e la tristezza è meglio stare giù che quando si va su, poi si sale
talmente in alto da credere di poter dialogare con gli Ufo, i morti o lo
spirito del mondo. Hegel era convinto che esiste uno spirito del mondo che fa
quello che vuole che io lo senta per davvero? No, non lo sento sono solo una
bipop.
venerdì 10 giugno 2022
Betty la strana romanzo 6°
Oscillo come una campana che suona a morto. Stamattina mi
sentivo meglio, ho fatto gli esercizi col flauto traverso e siccome sono andati
piuttosto bene mi sono sentita ancora meglio, ma ora e cioè stasera alle 21:55
mentre sto scrivendo queste sto male, mi sento un insetto e ho nello stomaco dei
sassi o meglio delle formiche che vanno su e giù e mi creano ansia, quasi del
panico. Cosa è successo? Cerco di spiegarlo, ma prima voglio confessarvi che lo
stato di malessere mi crea un ulteriore malessere, perché piango su me stessa
guardo gli altri e li trovo felici o perlomeno che stanno meglio di me, è la
prima volta che mi capita questa cosa, le altre volte che stavo male guardavo
chi stava peggio di me e così mi dicevo – smettila di frignare che c’è chi sta peggio
di te- oggi invece, secondo il mio sentire, tutti stanno meglio di me e non è
vero questo: «Posso paragonarmi alle donne afgane? Posso paragonarmi con due
che in moto si sono schiantati con un’auto e sono morti? Ora vi scrivo cosa è
stato che mi ha demoralizzato. Dopo gli esercizi col flauto, ho preparato il
pranzo, poi dopo mangiato sono andata al bar a prendere il caffè e a leggere il
giornale e poi sono andata al mare in bici, perché era una splendida giornata
di sole, quindi di cosa mi lamento? Ora ve lo dico. Sono andata a fare la spesa
e non ho preso ciò che volevo, avevo paura di spendere i soldi, come se non
meritassi niente di buono. Questa paura da dove è venuta? Se ho avuto negli
anni passati dei periodi di ristrettezza ora non ne ho. Una nuova paura, come
non bastassero le altre. Questa nuova paura, questa specie di tirchieria,
questo dolore nello spendere i soldi, tra l’altro per il necessario per del
cibo, significa che l’apparente sollievo che ho sentito questa mattina non era
veritiero anzi vuol dire che sono schiava di paure che aumentano di giorno in
giorno
martedì 7 giugno 2022
mercoledì 1 giugno 2022
Betty la strana romanzo 5°
La mia giornata da depressa inizia verso le 8:30, la fatica
di alzarsi è tanta, vorrei restare a letto ma mi faccio forza. Prima di lavarmi
e fare la colazione faccio 10 minuti di stretching, quest’anno col Covid non
sono andata in palestra per fare il pilates, che fa molto bene per la mia
schiena che da sempre ogni tanto si inchioda, quando ero meno depressa, la
prima cosa che facevo era accedere a You Tube e ascoltare musica soft rock, ora
non sento nessuna musica per tutto il giorno. Dopo lo stretching, mi lavo, e
faccio colazione, ma resto in pigiama, canotta e pantaloncini blu mare, se ne
ho la forza faccio gli esercizi col flauto traverso, altrimenti smanetto col
computer e cerco di scrivere l’articolo, per il giornale con cui collaboro,
nonostante a questi articoli ci tenga tantissimo ora come ora non ho idee e
faccio molta fatica a pensare cosa devo scrivere, tratto di cultura in
generale, e faccio molta fatica a trovare le parole mi sento tonta e
inscatolata. Alla mezza mangio qualcosa, la tiro per le lunghe per arrivare
alle 14:30 ora in cui scendo e vado al bar sotto a casa a prendere il caffè e a
leggere i giornali, poi in bicicletta vado al mare, sono circa 7 chilometri di
pista ciclabile, senza fermarmi al gruppo che sta sotto all’albero vicino a
casa, non ho voglia né me la sento di parlare con nessuno, poi arrivo al mare
tutta sola e sto a leggere sino alle 17, ora è settembre e a quest’ora c’è
molta umidità, in agosto andavo via alle 18 e in luglio alle 19, l’aria e il
mare di Ravenna non sono frizzanti come al Sud. Arrivo a casa, mangio qualcosa
e poi sto al computer a scrivere queste boiate oppure vado subito a letto a
leggere sperando di addormentarmi presto. Questa è la mia vuota e insensata
giornata in cui non parlo con nessuno. La differenza di queste giornate è solo
nelle mattine, infatti tre mattine a settimana vado a trovare mia madre, con
sofferenza perché devo vestirmi col sorriso o quantomeno minimizzare la mia
depressione, questo avvallamento o buco che mi tira sempre più in basso.
Rimpiango il lavoro, anche se depressa al lavoro andavo e la giornata passava
più veloce o forse era peggio non lo so, il tempo passato ha un sapore diverso
dal tempo che stiamo vivendo è sempre più rosa, più felice, più sopportabile.