mercoledì 20 dicembre 2023

CON GLI OCCHI, CON LE MANI, CON IL CUORE (la fotografa, la pittrice, il poeta) di Annamaria Antonelli Paola Tassinari Vito Coviello

(Fotografia di Annamaria Antonelli) Lo scorso anno per Matera Capitale Europea 2019, in alcuni angoli del centro storico, era possibile ammirare e suonare liberamente un pianoforte come questo fotografato al Belvedere Guerricchio, in Piazza Vittorio Veneto a Matera.

Una mattina allo specchio di Vito Coviello 

Una mattina allo specchio 

non vi ho più trovato la mia immagine 

ma solo la mia anima. 

Una mattina allo specchio, 

guardando la mia anima, 

vi ho ritrovato tutti i miei ricordi: 

un cielo stellato, il colore del mare, 

di un tramonto, di un arcobaleno. 

Il ricordo di profumatissimi fiori, 

di sonate al piano e di notturni di Chopin. 

Il ricordo degli occhi di mia moglie 

e di quelli di mia figlia 

e del loro amore per me. 

Una mattina allo specchio 

ho ringraziato il Signore 

per l’amore che mi ha dato  

e per tutto quello che mi ha donato.

domenica 10 dicembre 2023

CON GLI OCCHI, CON LE MANI, CON IL CUORE (la fotografa, la pittrice, il poeta) di Annamaria Antonelli Paola Tassinari Vito Coviello

 

La guerra di Paola Tassinari 

Ho sempre avuto una grande passione per la pittura, per il disegno e per la Storia dell’Arte; sono un’autodidatta e all’inizio ho studiato tutto con grande interesse, non tralasciando nessuna espressione artistica. Ho iniziato con la copia dal vero, frequentando atelier di artisti o maestri più o meno famosi, tanti ritratti, vedute e nature morte il più possibile vicino alla realtà; tanti disegni di volti, di nudi e di fiori ma poi mi sono resa conto che nella copia dal vero non ero capace di rendere visiva l’atmosfera e il sentimento che provavo, non ero in grado di dipingere l’emozione che sentivo, era un po’ come fare il ritratto a qualcuno senza essere capace, per esempio, di raffigurarne le 56 qualità morali, l’allegria o l’alterigia o dipingere il volto di chi si ama senza riuscire a rendere visivo quanto lo si ami, così ho cercato un mio stile per raccontare cosa avevo dentro in relazione alla vita. L’opera in questione è del 1995, è intitolata “La guerra”, è dipinto su cartoncino e misura 40x60 cm., segna l’inizio della mia ricerca, è ispirato all’Espressionismo, una corrente culturale d’avanguardia sorta in Germania all’inizio del Novecento come reazione all’Impressionismo e al Naturalismo, che contrapponeva all’oggettività dell’impressione la soggettività dell’espressione, quindi non la copia di un oggetto così come appare, ma come lo sentivo, proiettando in esso la mia vita interiore. In particolare mi sono ispirata a Van Gogh, Gauguin, Munch (questi artisti in realtà possono essere considerati dei pre- 57 espressionisti) ed Emil Nolde, che dipingevano paesaggi naturali con segni forti e incisivi e con colori meravigliosi pieni di sublime e di grandioso, i loro colori e i loro tratti producevano forti emozioni sia del bello e dell’infinito, che della paura, dell’inquietudine o del drammatico. Lo sfondo del mio dipinto è per la metà a destra e una striscia in alto e una in basso, occupato da una massa informe di grigio e di nero, con impresso varie forme che si intravedono leggermente, rappresentano dei teschi e vogliono esprimere il disordine e l’orrore. Il colore grigio in questo caso risulta duro e forte come l’impressione di camminare su una strada asfaltata ma piena di sassi o di buche, pericolosa quindi e il nero è opprimente come quando il cuore perde un battito e ci pare di soffocare o abbiamo un 58 peso sullo stomaco di cui non riusciamo a liberarci. In questo grigio/nero pericoloso e triste emerge a sinistra il volto di un bambino, che si volta verso di noi spettatori e ci guarda con occhi stupiti e increduli, ci guarda e ci chiede perché e ci chiede cosa è questo grigio/nero orribile in cui lui vive. Il bambino è ferito, ha la testa fasciata con bende, il viso sporco di sangue e indossa una maglietta rossa, questo colore può essere simbolo di vivacità, come il sapore del cocomero o delle ciliegie, come l’allegria di un bambino ma all’opposto può essere simbolo di martirio. Il bimbo ha gli occhi neri ma in questo caso il nero oltre a esprimere l’incredulità, dà il senso del velluto, del profondo, di quello che poteva essere e non è.

venerdì 1 dicembre 2023

CON GLI OCCHI, CON LE MANI, CON IL CUORE (la fotografa, la pittrice, il poeta) di Annamaria Antonelli Paola Tassinari Vito Coviello

 


L’occhio guarda e il pennello sfuma il colore … creano poesia… per la penna dello scrittore…” (Foto e parole di AM. Antonelli)

“CON GLI OCCHI, CON LE MANI, CON IL CUORE” Un libro, una collaborazione, un’amicizia! di Annamaria Antonelli “Gli occhi sono lo specchio dell’anima”. Sono come un vetro che, senza modificare nulla nell’immagine che catturano, trasmettono all’anima di chi guarda prima la bellezza, dopo l’emozione. E’ proprio questo che rende “Unica” un’immagine nei nostri occhi e resta nella mente in un “Infinito Album Fotografico”. E’ sfogliando quell’album che riusciamo nella vita, in particolari momenti o periodi più o meno lunghi, a ritrovare immagini, colori, perfino i profumi e le emozioni che danno continuità allo scorrere del tempo. Da un’immagine si colora la vita di bellezza, di cambi d’umore, di sogni, di fantasia e di speranze. Un amico, fotografo e “compositore di versi”, come ama definirsi, ha 53 diviso la parola fotografia in “foto-grafia”, cioè scrivere, descrivere un’immagine. E’ una frase bellissima! Quando gli occhi sono costretti a chiudere “l’obiettivo” sul mondo circostante è il cuore… è la mente… che lo riapre e lascia un nuovo segno d’arte, secondo le emozioni che ognuno ha nel suo cuore. E così si scrivono poesie, racconti e si dà loro vita con la voce, con la musica cercando di arricchire quell’album della mente. Se più persone scattassero una fotografia, nello stesso momento, il risultato non sarebbe una fotografia uguale per tutti ma, tante fotografie uniche perché gli occhi di chi le ha scattate sono quelli di ogni singola persona. Vale anche per la lettura, la pittura, la musica delle emozioni perché per scrivere e leggere un testo o una poesia, dipingere o 54 guardare un quadro, comporre e suonare si usano “gli occhi, le mani, il cuore”. L’immagine di copertina è un “Arcobaleno a tre”. Ha tutti i colori, quelli della cultura, quelli delle emozioni. Raffigura un arco, sembra un ponte che unisce punti lontani ma, che creano quei colori, i nostri, quelli che vogliamo trasmettere e regalare ai lettori con il nostro libro … Vito, Paola, Annamaria

CON GLI OCCHI, CON LE MANI, CON IL CUORE (la fotografa, la pittrice, il poeta) di Annamaria Antonelli Paola Tassinari Vito Coviello

 

 
I fischietti in argilla, detti cucù, fanno parte della tradizione dell’artigianato materano e sono colorati come l’arcobaleno… (Fotografia di Annamaria Antonelli)

Quello che mi manca di Vito Coviello

Quello che mi manca 

è il colore azzurro di un cielo di primavera. 

Quello che mi manca 

è il colore di un’aurora, 

all’alba o al tramonto, 

sempre così bello, 

struggente sempre diverso.  

Quello che mi manca 

è il colore della neve, del mare in tempesta. 

Quello che mi manca 

sono gli arcobaleni ed i prati in fiore. 

Quello che mi manca 

è la luce del sole e delle stelle

in un cielo agostino. 

Quello che mi manca è

 la luce tenue di quel abat-jour 

che illuminava le nostre notti. 

Ma quello che mi manca in assoluto 

è la luce dei tuoi occhi, 

grandi, dolci e belli, 

che sorridevano innamorati 

ai miei bugiardi e traditori. 

Quello che vorrei, 

quando, come da sempre è stato stabilito, 

chiuderò tra le tue braccia 

questi miei inutili occhi, 

vedere ancora, un’ultima volta, 

il sorriso dei tuoi occhi 

per portarlo con me in cielo.


Quando la marea sale di Vito Coviello 

Quando la marea sale, milioni di gocce, 

insignificanti in sé, unite da un abbraccio, 

spostano tonnellate di metallo 

a forma anche di nave. 

Quando la marea sale, 

milioni di donne 

possono fermare il mondo. 

Le donne. 

Diceva e scriveva Joseph Conrad che 

“il problema delle donne il più delle volte 

sono gli uomini”. 

Cosa dire delle donne: 

un cervello multitasking, 

poetessa, scrittrice, avvocatessa, 

presidentessa, 

romana o allemanda che fosse, 

cattolica o luterana, 

o mezza luna orientale. 

La donna, dall’inizio dell’umanità, 

ha curato l’uomo, l’ha partorito, l’ha cresciuto, 

l’ha educato, lo ha amato, l

’ha riverito e ne è stata sempre trattata 

e, mal ripagata, malamente. 

La giornata delle donne non è una festa, 

è una ricorrenza, una ricorrenza di morte: 

delle donne sono morte in questa giornata 

per lavorare, chiuse, schiavizzate 

e le cose non sono cambiate,

 nonostante siano la maggioranza, 

nonostante siano le nostre compagne, amanti, 

sono tutto per noi, i nostri angeli 

ed io come uomo, in questa giornata, 

vorrei poter chiedere scusa, 

chiedere perdono a tutte le donne 

che subiscono violenza,  

una violenza assurda verso chi ci ama. 

Questa è la giornata delle donne, 

una ricorrenza 

ma se unite le donne, 

come le gocce d’acqua del mare, 

possono spostare intere tonnellate di ferro 

a forma di nave. 

Milioni di donne possono, se vogliono, 

cambiare il mondo e, con questo, 

voglio augurare a tutte le donne 

una buona festa ma che sia una festa, 

non più una ricorrenza del dolore, 

una festa dell’uguaglianza. 

Passerà qualche generazione indubbiamente. 

Eh! La colpa dei maschi maleducati 

e malcresciuti.