sabato 20 aprile 2024

CON GLI OCCHI, CON LE MANI, CON IL CUORE (la fotografa, la pittrice, il poeta) di Annamaria Antonelli Paola Tassinari Vito Coviello



Il Papero di Paola Tassinari 

Ho già scritto sulla mia passione per il disegno, oltre allo studio dal vero, soprattutto di ritratti e di animali, affianco dei disegni “inventati” il che è molto più difficile, perché il disegno attinente al reale è compreso subito, i suoi canoni già si conoscono, ma qualcosa che non è simile a niente e che non ho mai visto, faccio fatica a crearlo e a decidere… È bello? È brutto o ridicolo? L’inclinazione a questi disegni fantasiosi mi è nata attraverso la passione per il fumetto, il quale fonde il linguaggio verbale con il linguaggio “visivo”. Il fumetto arriva da lontano, si può anche dire, senza nulla togliere alla sua importanza, che la Colonna Traiana è quasi un fumetto/racconto, sulla 131 campagna in Dacia di Traiano. Il fumetto il cui nome deriva dalle scritte inserite nelle nuvole/fumo/fumetti è l’antesignano del cinema. Ho già scritto che amo il Surrealismo e cosa c’è di più surreale degli interpreti dei fumetti di Walt Disney come Paperino o Topolino? Surreali sono pure i fumetti della Marvel e della DC come Superman o Thor. Pare quasi che gli USA abbiano ribaltato e fatto propria la mitologia occidentale in fin dei conti cosa sono Superman o Thor se non i nuovi dei e semidei e Paperino, con annesso parentado, i nuovi greci e romani con i loro comportamenti, usi e costumi? Scriveva Umberto Eco, grande appassionato di fumetti che per primo ha alzato il fumetto sul piedistallo della nona arte, subito dopo, le canoniche sette, il cinema e la radio-televisione… “il fumetto è un 132 prodotto industriale, commissionato dall’alto” e che “funziona secondo tutte le meccaniche della persuasione occulta”, supponendo nel “fruitore un atteggiamento di evasione che stimola immediatamente le velleità paternalistiche dei committenti”… quindi il fumetto propagandato con “all it’s folk” (tutto è popolare) sarebbe stato commissionato dall’alto per indottrinare le masse, ma lasciamo perdere questo discorso un po’ troppo filosofico, ho pianto secchi di lacrime per l’elefantino Dumbo e ancora oggi ne sono innamorata, se sono stata indottrinata lo sono stata piacevolmente. È innegabile che i cartoni e i film di Walter Disney abbiano accompagnato la crescita di molti bambini nel mondo con storie toccanti, morali profonde e personaggi deliziosi, quello che invece meno ci si aspetta è che Walter Disney, 133 fosse un amante di esoterismo e di massoneria e quello che in pochi sanno è che Disney era anche un grande amante dell’arte astratta e surrealista... quindi potevo mai non cimentarmi nel mondo dei fumetti? Quello che non ti aspetti… nel 1945 Salvador Dalí e Walt Disney hanno lavorato insieme per produrre il cortometraggio Destino, la storia di una principessa ballerina alla ricerca del suo amore negli onirici spazi del deserto, completato e prodotto nel 2003 dalla Walt Disney Company. In realtà più che fumetti ho creato delle immagini per delle video fiabe, in questo caso la figura rappresenta “Il papero pittarrino” disegnato con matite colorate su carta, 20x30 cm, del 2011 circa. Il papero ha un’enorme testa, di colore verde acceso che lo qualifica come un maschio, in quanto la femmina ha colori 134 mimetizzanti, anche se ha un grande occhio obliquo e femminile con lunghe ciglia, questo perché il papero in questione è molto vanitoso, il grande becco giallo è tagliato dall’inquadratura per evidenziare proprio questa protuberanza che è il punto focale della fiaba, in quanto il papero pittarrino non soddisfatto del suo becco, si reca da una ape/maga che vive sul ramo di un melograno per averlo più bello, ma non si accontenta mai così finisce col rimanere senza becco.

mercoledì 10 aprile 2024

CON GLI OCCHI, CON LE MANI, CON IL CUORE (la fotografa, la pittrice, il poeta) di Annamaria Antonelli Paola Tassinari Vito Coviello


 Un’antica casa nei Sassi, due sedie e una lampada a olio, una di quelle che si usava quando non c’era la corrente elettrica (Fotografie di Annamaria Antonelli)

La luce della candela di Vito Coviello 

Della candela ricordo ancora 

la sua luce giallastra e tremolante, 

di quando in campagna

 a casa dei miei nonni, dove ero io nato,

 non era ancora arrivata la corrente elettrica 

e la sera non essendoci luce in casa 

si accendevano quelle candele

 di cera delle api delle arnie del nonno. 

Quelle candele fatte in casa 

dalla mia nonnina Maria 

dopo che aveva estratto 

quel buon miele dorato

 erano gialline come il polline. 

Quelle candele facevano una luce tremolante 

che profumava di miele e di fiori per i petali 

che la mia nonnina aveva aggiunto alla cera s

ciolta in un pentolino a bagnomaria. 

Quella luce tremolante e ballerina, 

illuminava la notte buia 

danzando allegramente

 e felice di ascoltare con me le favole 

che mi raccontava la mia cara nonnina. 

Ora che sono vecchio e stanco 

nei miei pensieri notturni, 

ora che negli occhi ho solo il buio, 

posso ancora sentire il suo profumo 

e ricordare di quel tempo 

ora non è più 

ed io non vedo più.


E’ l’Albero della Vita di colore azzurro; il tronco è il corpo di un uomo e di una donna abbracciati e le loro braccia sono i rami - E’ una scultura che si trova davanti a un noto albergo nel Sasso Caveoso in prossimità di Piazza San Pietro difronte alla Murgia materana. (Fotografia di Annamaria Antonelli)

Anche se di Vito Coviello 

Anche se nella buia notte 

del tuo freddo inverno 

la natura sembra morire, 

non vedi più la meraviglia del cielo stellato, 

né quella piccola stellina che 

alla tua nascita ti fu assegnata. 

Anche se la neve ha imbiancato 

la sua gelida morsa, i tuoi pensieri solitari. 

Anche se dopo aver tanto camminato vorresti 

fermarti a riposare, 

se nel tuo cuore alberga amore per te 

sarà sempre primavera 

e avrai sempre voglia di correre incontro 

al tuo amore per abbracciarla, 

e quella tua stellina in cielo brillerà 

più del sole per illuminare 

la tua vita tutti i giorni.


lunedì 1 aprile 2024

CON GLI OCCHI, CON LE MANI, CON IL CUORE (la fotografa, la pittrice, il poeta) di Annamaria Antonelli Paola Tassinari Vito Coviello


 Anna la coraggiosa di Paola Tassinari 

Parallelamente alla pittura, quindi ai colori e alla loro stesura libera, al limite dell’informale, amo molto il disegno, non solo come schizzo preparatorio, ma proprio nel tracciare linee che si intersecano, creando volume e “colore” con la gamma del nero/grigio della penna biro o della matita di grafite, ma anche col pennino e l’inchiostro, poi magari intervengo con un pizzico di colore per evidenziare ciò che mi preme. D’altronde a volte non so decidere se sia più bella Firenze o Venezia, sono uniche nel loro splendore e la stessa cosa è per me scegliere fra il disegno o la pittura. Perché ho scelto queste due città per cercare di spiegarvi l’uguale importanza del disegno e della pittura per me? Nel Quattrocento/Cinquecento a Firenze si diede più importanza al disegno nella pratica pittorica, mentre a Venezia si diede più importanza al colore, alla base di questa scelta vi era anche un modo di pensare diverso. L’arte fiorentina nasce come ricerca di una bellezza che è soprattutto perfezione ideale, studiata e mediata dalla ragione. Il clima che si respira a Venezia è diverso: la bellezza ha una finalità legata più ai sensi che all’intelletto. Venezia è una città ricca, addirittura lussuosa e con una notevole tolleranza nei confronti dei piaceri della vita (Venezia era godereccia, era d’uso, per esempio, che si inscenassero nelle case nobiliari spettacoli erotici e libertini recitati dai giovani aristocratici e pure veniva  incentivata la prostituzione per distogliere gli uomini dalla omosessualità molto diffusa, la Repubblica di Venezia fu uno dei pochi baluardi rimasti immuni all’Inquisizione, rivendicando sempre la sua laicità e libertà dal Vaticano). Il disegno è il modo come il nostro cervello razionalizza ordina le forme che percepisce. Il colore è la trascrizione del nostro pensiero istantaneo e sensoriale, io mi sento attratta fortemente sia dalla forza della ragione sia da quella dei sensi, come per tutti credo, comunque l’importante è l’equilibrio, putacaso, la parola talento in origine, prima di rappresentare l’antica e preziosa moneta greca, significò bilancia, ovvero giustizia, ordine, equilibrio, che accade quando si hanno i piatti alla pari, ma poi troppo ordine stanca, siamo fatti di carne e annullare le emozioni e i sensi non è nella mia indole quindi abbraccio sia il disegno, sia la pittura, sia l’intelletto, che i sensi, convintissima della frase di Orazio… est modus in rebus (esiste una misura nelle cose) che continua… sunt certi denique fines, quos ultra citraque nequit consistere rectum (vi sono determinati confini, al di là e al di qua dei quali non può esservi il giusto). Il disegno in questione è a matita, misura 20x30 (ma è stampabile in varie misure su Polionda: un materiale rigido, resistente e leggero molto utilizzato nella stampa digitale) e raffigura una mia compagna di scuola a cui ho dedicato un racconto. Nel 2008, apro il blog: “teodericaforum.blogspot.com”, col mio nome d’arte Teoderica, pseudonimo che ormai non uso più, iniziando a scrivere frasi, articoli, poi racconti, infine, romanzi e poesie accompagnati da disegni eseguiti a mano e poi elaborati al computer. Il titolo del disegno e del racconto è “Anna la coraggiosa”, così Anna è raffigurata con lunghi capelli neri, con la riga da una parte, occhi e labbra grandi colorate di rosso bragia volendo esprimere il fuoco acceso, perché Anna la mia amica ha affrontato scogli persi, scogli insormontabili ma, superati e vinti, tramite la sua forza interiore e quel dito indice alzato sul naso, con l’unghia smaltata di rosso sta a significare il silenzio, perché in certi casi serve il fare, abbassare la testa e andare. Quel dito indice di Anna è ispirato anche al gesto del San Giovanni Battista di Leonardo, il mirare all’alto, allo sforzo, alla fatica per arrivare a riscoprire il divino e a credere che possiamo farcela.