Beda il Venerabile nella sua Storia ecclesiastica degli
Angli (Historia ecclesiastica gentis Anglorum), la sua opera più nota, scritta
nel 731, monumentale compendio della storia delle isole Britanniche - e non
solo in ambito religioso – dall’epoca di Cesare al tempo dell’autore. Nel capitolo
dodicesimo del quinto e ultimo libro (traduzione italiana di Giuseppina
Simonetti Abbolito, Roma, Città Nuova Editrice, 329-335), infatti, San Beda riferisce,
con ricchezza di particolari, un caso di visione dell’altro mondo
particolarmente lucida e realistica, narratogli dalla viva voce di un
confratello di colui che ne fu protagonista. Ciò che rende questo caso
particolarmente impressionante è che il soggetto si trovava in stato di morte
apparente, allorché fu colpito dalla visione dell’al di là
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Betty lesse le parti riguardanti la visione dell’aldilà che partiva da un… che
cosa hai fatto nella tua vita che ti sembri sufficiente? Poi il quasi morto
vedeva davanti a sé l’inferno dantesco… un lato era terrificante per ribollire
di fiamme, l’altro non lo era meno per una furiosa tempesta di grandine e neve,
che soffiava con violenza e portava via ogni cosa. L’uno e l’altro erano
gremiti di anime, che erano sbattute alternativamente di qua e di là come dalla
violenza della tempesta (…) Quando il clamore avvicinandosi mi giunse più
chiaro, vedo una schiera di spiriti maligni che trascinava cinque anime di
uomini che si lamentavano e piangevano, mentre quelli saltavano e
sghignazzavano trascinandoli nelle tenebre. Di questi uomini, per quanto potei
scorgere, uno aveva la tonsura come un chierico, uno era un laico una era una
donna: trascinandoli, gli spiriti maligni discesero in mezzo al baratro
ardente, sì che allontanandosi essi sempre più, io finii per non distinguere
con chiarezza il pianto degli uomini e il riso dei demoni, e tuttavia avevo
ancora nelle orecchie un clamore confuso. Intanto alcuni spiriti oscuri
salirono dall'abisso che vomitava fiamme; accorsero, mi circondarono e mentre
fiammeggiavano con gli occhi, sputavano fuoco puzzolente dalla bocca e dalle
narici appestandomi (…)Egli subito deviò il cammino verso destra e cominciò a
condurmi in direzione del sorgere del sole invernale. Senza indugio mi portò
via dalle tenebre e mi condusse dove il cielo era illuminato da una luce
serena; e condotto all'aperto, vidi davanti a me un grandissimo muro che
sembrava non aver fine né in altezza né in lunghezza. Cominciai perciò a
chiedermi meravigliato perché ci avvicinassimo al muro, dato che da nessuna
parte si vedeva porta o finestra o scala. Ma quando fummo arrivati al muro, non
so come ci trovammo sulla sua sommità. Ed ecco che là c'era un campo
larghissimo e bellissimo, pieno di tanta fragranza di fiori sbocciati che la
soavità di questo profumo straordinario scacciò via tutto il fetore della
tenebrosa fornace, che mi aveva investito (…) Quando tornando indietro
arrivammo alle sedi beate degli spiriti biancovestiti, egli mi chiese: - Sai
che cos’è tutto ciò che hai visto? - . Io risposi: - No -. E quello disse: - La
valle che ai visto, orrida di fiamme ribollenti e freddo raggelante, è il luogo
ove debbono essere esaminate e punite le
anime di coloro che, procrastinando la confessione e il pentimento dei peccati,
che hanno commesso, si sono ridotti a pentirsi proprio al momento della morte e
in questo stato escono dal corpo; costoro tuttavia, poiché almeno al momento
della morte si sono confessati e pentiti, tutti nel giorno del giudizio
giungeranno al regno dei cieli. Le preghiere dei vivi, le elemosine, i digiuni
e specialmente la celebrazione delle messe giovane a che molti siano liberati
anche prima del giorno del giudizio (..,) Quanto a te, dato che ora devi
tornare di nuovo nel corpo e vivere tra gli uomini, se ti adopererai a
sorvegliare le tue azioni con la massima cura e a conservare retto e semplice
il tuo modo di agire e di parlare, riceverai anche tu dopo la morte un posto in
mezzo a queste schiere felici di spiriti beati, che ora vedi. A Betty pareva di
leggere la Divina Commedia, si disse, meglio chiudere qui e tornare agli angeli.