venerdì 23 aprile 2021

Vacanze romane 95°

 


A Ravenna in una stanza al primo piano del Museo arcivescovile di Ravenna vi è una lastra di marmo,  che misura circa 95 x 90 cm. è un calendario di date pasquali. Una guida turistica locale (G. Bustacchini, Ravenna: i mosaici, i monumenti e l’ambiente, Ravenna 1984) descrive brevemente l’oggetto come un calendario di date della Pasqua che copre un periodo di 94 anni, dal 532 al 626, aggiungendo che era costume, all’epoca, costruire il calendario delle date di Pasqua (che è una festività mobile) sulla base del calendario ebraico. La decorazione del calendario è formata da lettere e numeri romani che si distribuiscono a cerchio attorno ad una croce centrale, diviso in 19 settori, contenenti linee disposte radialmente per ogni settore. A partire dall’esterno, presenta 2 archetti (a destra e a sinistra), poi sotto 2 linee a forma di arco con la prima linea che inizia con le lettere ‘PA e PAS’, seguite dalle indicazioni delle calende, delle idi, e delle none. Proseguendo verso il centro vi sono altre 12 linee di cui l’ultima termina con CM o EB. Le lettere ‘LV’significano luna (cicli lunari); le lettere ‘AN’ appena sotto, indicano l’anno dei vari cicli diciannovali (es. AN 1 è l'anno del primo ciclo diciannovale). La scrittura: es. ‘PAS III ID AP LVXX’ ( che compare nel settore esattamente sopra la croce centrale) significa: ‘Pascha 3 idus apriles lunae die 20’, ossia ‘Pasqua 11 aprile, ultimo quarto di luna’. Il calendario si legge in senso orario e circolare.  Tutto questo Betty non lo aveva mai capito bene, un casino pazzesco per lei, evidentemente non portata per l’astronomia e la precisione, sapeva che a molti turisti non interessava questo calendario pasquale di marmo, ma le guide lo indicavano come uno dei reperti più importanti del Museo e alcuni studiosi venivano a Ravenna appositamente per questo calendario … e poi prima o poi Betty doveva capire perché la Pasqua dovesse essere legata alla mobilità e alla luna, intanto leggeva sul sito dei Beni Culturali della regione Emilia-Romagna…


immagine: Calendario Pasquale-Museo Arcivescovile-Ravenna

giovedì 15 aprile 2021

Vacanze romane 94°

 


“Quante coincidenze, appena uno si mette a indagare un poco, a connettere i nomi e gli eventi, tutto si collega, se è così Dio, qualunque sia, Dio esiste non c’è niente da fare Dio esiste”, questo si diceva Betty, era mai possibile che solo lei trovasse queste corrispondenze, esistevano oh sì esistevano, quando Betty aveva scritto del “giallismo” della Basilica mica sapeva che l’autore della cupola/vetrata che illuminava la Basilica l’aveva creata Narcissus Quagliata, non sapeva neanche esistesse un tale cognome e manco un tale nome che Narcissus tradotto dall’inglese è Narciso e tale fiore non è quello che più esprime il giallo della primavera... e la primavera e la Meridiana con l’equinozio di primavera, legato alla Pasqua, non è quello il punto centrale, che deve evidenziare la Meridiana? La meridiana, come suggerisce la parola stessa, è quello strumento che ci indica il mezzogiorno solare , momento particolare in cui il Sole passa sul meridiano locale. La Meridiana però fungeva anche da calendario e l’interesse che aveva la Chiesa era legato alla determinazione della Pasqua che, a differenza di altre festività, risulta essere mobile e dipende dai moti del Sole e della Luna, quindi serviva a determinare con precisione l’istante dell’Equinozio di Primavera, che permetteva di definire la data della Pasqua. Ne deriva che quando l’Equinozio cade il sabato, con la Luna in Plenilunio, la Pasqua (detta bassa) è celebrata il giorno dopo (domenica 22 marzo), quando l’Equinozio cade di domenica con la Luna in Plenilunio, la Pasqua (detta alta) è celebrata dopo 35 giorni (Luna in Plenilunio + 7 giorni per raggiungere la domenica successiva, 25 aprile). Le date entro cui può cadere la Pasqua sono indicate con le parole latine TERMINUS PASCHAE... questò evocò a Betty qualcosa della sua Ravenna.  

 
immagine: Meridiana-Santa Maria degli Angeli

giovedì 8 aprile 2021

Vacanze romane 93°

 


… “L’artista ha avuto l’accortezza di intonarsi, nella scelta dei colori, ai marmi e ai vetri della navata centrale, al fine di rendere armonioso l’inserimento di questa sorta di ‘veranda’, da cui gli angeli possono guardar dentro alla loro basilica .L’idea di decorare una cupola con forme e colori sfumati e via via più lievi che ne esaltino l’ascensionalità fino al tono di pura luce del centro, nasce per la prima volta, come noto, con il Correggio a Parma, in San Giovanni Evangelista e nel Duomo; né escluderei che Quagliata ne abbia preso visione: come anche dell’altra cupola correggesca della Camera di San Paolo, divisa in spicchi alla cui base si scorgono delle forme rotonde. La sua ispirazione astratta e la magia dei colori sono però più vicine semmai, allo spirito dell’arte bizantina, non tanto ai motivi e alle forme di una cupola come quella ravennate del Battistero degli Ortodossi, quanto alla visione mistica, che in essa si manifesta, del colore come vibrazione di luce. Nel corso del medioevo, furono proprio le vetrate a reinterpretare questa spiritualità del colore. Gli artisti dell’epoca non hanno però mai costruito con il vetro delle strutture di copertura e del resto non avrebbero potuto, con i loro mezzi tecnici, realizzare quella forma emisferica che della cupola è propria. Potranno, forse, averlo sognato”. (Maurizio Calvesi) E Betty si strapperebbe i capelli perché Narcissus è americano, non è più italiano, è un genio italico emigrato, è un’artista del vetro e chi può esserlo di più, maestri del vetro, se non gli italiani, se non i veneziani? E le coincidenze continuano perché un altro architetto Quagliata, questa volta Luigi, progettò il Palazzo del Cinema sull’isola del Lido di Venezia, era siciliano, di Messina, è un’omonimia o erano parenti? Comunque anche Luigi nonostante avesse realizzato un’opera che dava lustro alla “grandeur” fascista, per le sue idee antifasciste, nel 1937 fu arrestato a scopo precauzionale, appena fu scarcerato volò negli Stati Uniti, tornerà solo nel 1943.


imagine: Cupola di Narcissus Quagliata- Santa Maria degli Angeli

giovedì 1 aprile 2021

Vacanze romane 92°

 


Cosa aveva capito Betty? Che era ben strano che la Basilica di S. Maria degli Angeli e dei Martiri fosse nata nel 1561 per volontà di Antonio Lo Duca, un sacerdote siciliano devoto al culto degli angeli, dopo circa 500 anni, subisca un intervento, molto suggestivo, dalla luce fascinosa, una cupola di cinque metri di diametro, che si salda all'oculo con quattro globi di acciaio rivestiti in oro zecchino, il cui disegno è simmetrico a quello del pavimento sottostante, di cui riflette la composizione: una serie di anelli concentrici attraversati da linee che convergono verso l’apice e dividono la cupola in otto spicchi colorati con sfumature di grigio azzurro, viola, lilla e rosa… dunque dopo 500 anni  Narcissus Quagliata crea questa meravigliosa cupola, cosa c’è di strano? Quagliata è americano, emigrato a 19 anni a San Francisco da Roma, dove ha studiato con Giorgio de Chirico, ma è di origine siciliana come il pio Antonio Lo Duca che volle fortissimamente la Basilica. Queste coincidenze attraggono Betty come una falena alla luce, doveva ricordarsi di andare a ricercare qualcosa sul sacerdote siciliano e il perché della sua devozione agli angeli (Betty non lo sa ancora ma gli angeli entrano prepotentemente nella sua storia sia quelli classici: Michele, Gabriele, Uriele e Raffaele ,sia un’ipotetica Società Angelica che si scontrerebbe col Priorato di Sion in un complotto che inizia dalla prima crociata o forse anche prima, ma questa è un’altra storia) Il lavoro di Narcissus ha incontrato il favore di un critico come Maurizio Calvesi, che sostiene: “E’ bene evitare interventi moderni nell’antico, ma questo è un caso tutto particolare e la scelta di un artista che, tra i viventi, è anche tecnicamente il numero uno nel mondo per il trattamento delle vetrate appare indubbiamente felice”, e continua…  


immagine: Cupola di Narcissus Quagliata - Santa Maria degli Angeli