sabato 23 novembre 2019

VACANZE ROMANE romanzo a puntate,XXXVI parte


A piedi si avviò verso i Musei di Villa Torlonia, in neanche dieci minuti fu là.
Villa Torlonia è un antico complesso di ville nobiliari in stile Liberty, una delle quali è veramente particolare sembra la casa delle streghe, è infatti chiamata Casina delle civette, che sorge in mezzo a un grande parco, 16 ettari, immerso nel verde con laghetti, obelischi, falsi ruderi: un pittoresco giardino all’inglese con molti sentieri in spazi ristretti passando dalla simmetria a un finto bosco selvatico con ruscelli e cascatelle, fu la residenza di Benito Mussolini, per poi odiernamente essere un parco pubblico.
Betty sarebbe rimasta volentieri ore a gironzolare nel parco osservando le architetture che parevano un crogiuolo di stili, si passava da edifici armonici e biancheggianti del Neoclassico ad altri in stile neogotico fiabesco.
In origine proprietà agricola della Famiglia Pamphilj, alla fine del Settecento venne acquistata dal banchiere Giovanni Torlonia che la elesse a propria residenza attraverso la realizzazione del Casino Nobile e del Casino dei Principi. Il secolo successivo venne arricchita dal Tempio di Saturno imitazione dei templi antichi (ha come suo modello il Tempio di Esculapio di villa Borghese); dalle finte rovine di gusto neo-classico; da una Tribuna con fontana; da un Anfiteatro e altro.
Seguendo il gusto eclettico vennero aggiunti anche la Capanna Svizzera, (Casina delle civette); la Serra Moresca, un tripudio di stucchi, rosoni a stella e vetri policromi che illuminati dal sole incantavano per bellezza; la Torre; la Grotta Moresca e il Campo per tornei; Il Villino Rosso di piccole dimensioni ricco di decorazioni in stile Liberty; le Scuderie; gli obelischi, un omaggio ai genitori del Torlonia, le pietre dei due obelischi furono estratte dalle cave di granito rosa di Baveno, lavorate a Milano e poi trasportate attraverso il Po fino al mare, per essere imbarcate a Venezia per arrivare poi a Fiumicino.


immagine: Serra Moresca-Villa Torlonia-Roma

venerdì 15 novembre 2019

VACANZE ROMANE romanzo a puntate,XXXV parte


Il primo viaggio a Roma per Betty era stato a quarant’anni e pensava -se devono passare altri quarant’ann-i, non sapeva che…
Betty sino ad allora aveva avuto una vita tranquilla, con i soliti problemi di tutte le famiglie, aveva un marito e un figlio, quest’ultimo era il suo sole, lei splendeva del suo riflesso e le tante rinunce che aveva fatto non le erano mai parse tali in quanto lui era il suo centro, se stava bene lui anche lei lo stava ma…
Suo figlio, col Progetto Erasmus, un programma che offre la possibilità agli studenti di effettuare un periodo di studio in un’università straniera, aveva conosciuto una ragazza romana e nel giro di pochi mesi avevano deciso di sposarsi.
Betty non si era preoccupata, anche lei si era sposata molto giovane, la vita è una ruota che gira, era meglio sposarsi presto che i figli vanno fatti da giovani, pensava già ai nipotini e alla nuora come una seconda figlia.
La prima volta era stata a Roma in ottobre ed ora dopo pochi mesi fu invitata a Roma per conoscere i consuoceri, Betty era felice Roma le aveva portato fortuna.
Questa volta il viaggio lo fece in auto, era il periodo natalizio, era molto freddo, inusuale per la città eterna; l’incontro coi consuoceri fu caldo e affettuoso, la ragazza deliziosa e bellissima assai amorevole con lei, le premesse erano molto buone, Betty era felice Roma le aveva portato fortuna.
Oltre alle cene e le visite al parentado, Betty fu portata in giro in auto per Roma e vide un po’ tutto dal finestrino, ma Betty si era preparata e sapeva che dall’albergo in via Nomentana, dove era ospite, poteva organizzarsi da sola per visitare i Musei di Villa Torlonia e la Basilica di Sant’Agnese  con le catacombe senza incomodare altri: sembra che i romani la mattina poltriscano un poco, così Betty si era organizzata, nei due giorni che sarebbe stata, una mattina avrebbe visitato i Musei, l’altra la Basilica e il pomeriggio e la sera sarebbe stata coi  futuri parenti acquisiti.



immagine: via Nomentana-Roma

venerdì 8 novembre 2019

VACANZE ROMANE romanzo a puntate,XXXIV parte


Finì quasi di corsa la visita ai Musei Capitolini, sicura che non sarebbe arrivata in tempo per le diciassette, prese un autobus al volo che andava verso l’Eur e fece in tempo ad arrivare proprio mentre il gruppo stava salendo sull’autobus per Ravenna, salì e stramazzò su una poltroncina, la stanchezza arrivò improvvisamente lasciandola più morta che viva.
Guardando dal finestrino non riuscì a fare a meno di pensare che la zona dell’EUR era molto bella, bellissimi palazzi, quello della Civiltà Italiana le era parso in grado di rivaleggiare col Colosseo,   tutto le era parso molto ordinato e pulito, tra l’altro ora, dopo aver visto tanto biancore e tanti marmi, stava vedendo dal finestrino un lago artificiale piuttosto grande, pieno di verde, di alberi e di cascatelle, assolutamente delizioso i romani dovevano ben essere grati al duce.
L’EUR infatti è stato iniziato negli anni ‘30, quando Benito Mussolini, per festeggiare il ventennale della marcia fascista su Roma, incaricò una serie di architetti del calibro di Piacentini, Vietti, Pagano, Piccinato e Rossi, di edificare un nuovo quartiere. Nella sua mente avrebbe dovuto essere la Terza Roma: lo stile degli edifici doveva ricordare la maestosità e le linee architettoniche degli edifici monumentali della Roma imperiale. La data finale dei lavori, che avrebbero dotato la capitale d’Italia della sua  piccola Brasilia, (Brasilia, una città tutta nuova che divenne capitale del Brasile nel 1960) era fissata: nel 1942, anno in cui  avrebbe dovuto ospitare l’Esposizione Universale di Roma, da cui deriva l’acronimo EUR,  che non si svolse mai causa la seconda guerra mondiale.

Dopo l’EUR Roma diventava solo periferia e strade su cui i romani correvano come matti, Betty non guardò più dal finestrini e fece tutto il viaggio di ritorno in stato quasi comatoso pensando alle sue impressioni su Roma.
Tutto era stato più bello di quello che si era immaginata, il gran caldo sofferto e il luogo malefico del sepolcro di Romolo profanato dove era stata a lungo appoggiata, prima involontariamente e poi testardamente, la fame e la sete che ora sentiva ferocemente non la impensierivano per niente, era piena, satura della bellezza di Roma, si appisolò felice, non sapendo che Roma per lei sarebbe diventata il suo inferno.


immagine: Palazzo della Civiltà Italiana detto il Colosseo Quadrato

venerdì 1 novembre 2019

VACANZE ROMANE romanzo a puntate,XXXIII parte


Dopo la salita sull’ara del cielo, Betty volle  poi salire al Campidoglio, le statue dei Dioscuri, i palazzi uno di fronte all’altro, la statua di Marc’Aurelio in mezzo al pavimento bianco e nero disegnato con della specie di trapezi/cerchio, il tutto sistemato da uno scalpellino di nome Michelangelo, la tramortì di bellezza.
Era la prima domenica di ottobre e come ogni prima domenica del mese i Musei Capitolini erano aperti gratuitamente, Betty rinunciò istantaneamente al cibo e si diresse quasi in trance dentro ad uno dei palazzi, non sapendo nemmeno quale… se il Palazzo Senatorio o quello dei Conservatori o il Palazzo Nuovo.
Betty, pensò che non aveva mai visto niente di più bello, una profusione di statue, buttate là nel biancore come un campo di funghi ognuno più bello dell’altro, la Lupa, il bambino che strozzava l’oca, Amore e Psiche, il Galata morente, la testa della medusa del Bernini, il bambino che si toglieva la spina da un piede, il Marc’Aurelio a cavallo sembrava che con l’indice le intimasse di stare in silenzio, la Venere capitolina immensamente armonica, tutto le si parava davanti agli occhi, che fotografavano, fotografavano stando fissi a pala come la civetta, quando arrivò poi alla terrazza da cui si vedevano i Fori dall’alto, si disse che dopo una veduta del genere niente al mondo poteva essere eguagliato… nessuno al mondo aveva ‘sta roba.



immagine: vista dall'alto sui Fori imperiali