People I di Paola Tassinari Il titolo di questa tela ad acrilico è “People I”, misura 50x60 cm., è del giugno 2016, fa parte di una serie di tele simili, con ritratti di persone realizzate in maniera simbolica, ispirate dalle immagini bizantine e attualizzate attraverso un linguaggio quasi fumettistico e con colori accesi, segnando una svolta nel mio esprimermi, occhi grandi enormi e i volti in primo piano sono la caratteristica di tutti i miei lavori ad acrilico, dal 2016 all’inizio del 2020. Continuo, con grande divertimento e passione anche con l’Arte Digitale creo immagini soprattutto per libri di favole o per stampe su t-shirt. L’immagine di quest’opera, come di tutte le altre di questo periodo, è in primo piano, perché mi focalizzo sul volto? Non so se a questo sono stata spinta dalla fisiognomica, materia che mi attrae, una disciplina pseudoscientifica che pretende di dedurre i caratteri psicologici e morali di una persona dal suo aspetto fisico, non so se questo sia completamente vero, ciò non toglie che certi atteggiamenti dal volto siano ben riconoscibili. Sia un pittore che uno scrittore descrivono bene i volti per far capire anche la psiche, l’allure, il tipo, ecc…; ad esempio, una persona dai capelli neri sarà considerata mediterranea e una coi capelli biondi nordica, nonostante i rimescolamenti della popolazione, certi topos rimangono. Il volto è il fulcro del nostro corpo, così come lo è il muso di un’animale o la corolla di un fiore… ecco per me è così, lo stelo è il corpo e il volto è il fiore. Perché gli occhi così grandi? Non solo perché sono considerati lo specchio dell’anima, in quanto sono la parte più sincera del volto, non essendo controllabili, se ci piace qualcosa o siamo interessati, le pupille si dilatano e se abbiamo paura o se qualcosa ci provoca ribrezzo o rabbia, le nostre pupille si restringono e se ci annoiamo restano “normali”. Gli occhi fotografano la realtà, il nostro cervello decodifica, “solo il 10% delle connessioni neurali riguarda la visione; il restante 90% è per lo più costituito da una rete interna, che lavora incessantemente per dare un senso all’informazione proveniente dall’esterno!” Detto questo sono del parere che nell’occhio rimanga la verità, ovvero quel 10%, ciò che ha fotografato e non è stato mediato o addolcito dal 90% da parte del cervello, che decodifica anche tramite i nostri pregiudizi e credenze. In questo dipinto, il volto è in primo piano, su fondo giallo acido, come una spremuta di limone senza zucchero, è il volto spigoloso di una donna con i capelli neri ben squadrati, la bocca rossa, chiusa e un po’ amara che guarda lo spettatore con occhi verde bosco, occhi interrogativi e un po’ spaventati, ma decisi e con dentro un’affermazione. Cosa vogliono dire questi occhi? La risposta è nell’orecchino che ha al lobo, una perla con un cuore rosso… nonostante tutto (la perla simbolo del pianto) questa donna sarà mossa solo dall’amore (il cuore rosso). Il dipinto è attraversato da tutta una serie di linee diagonali equidistanti, volendo rappresentare simbolicamente delle linee di confine/limite, in quanto è stato creato per il Festival delle Arti di Cervia del 2016 il cui tema era, “Schengen ostaggio delle politiche internazionali“. Lo Spazio Schengen (cittadina in Lussemburgo, nella quale è stato stipulato l’accordo) è una zona di libera circolazione dove i controlli alle frontiere sono stati aboliti, aderiscono 22 Stati su 27 dell’Unione europea. Contrariamente a quello che credevo teoricamente, la realizzazione delle linee/confine non hanno deturpato il volto della donna, come se inconsciamente non fossi sicura che il confine sia in fin dei conti negativo associandolo al limite. Il termine limite deriva da due differenti sostantivi latini: limes e limen. Il primo ha il significato di termine, confine, il secondo di ingresso, quindi il confine chiude o apre la porta? Il confine è una fine o un inizio? Il limite/confine/porta è un tema molto profondo che associo al divino e putacaso nel Vangelo di oggi 23/08/2020, le parole centrali sono legate alla fondazione della Chiesa: “Tutto quello che legherete sulla terra sarà legato in cielo e tutto quello che scioglierete sulla terra sarà sciolto in cielo” (Matteo 18,18). Un qualcosa che ha che fare…, che fa riferimento con l’aprire o il chiudere, infatti, nell’Apocalisse (3,7) si legge: “Così parla il Santo, il Veritiero, Colui che ha la chiave di Davide: quando egli apre nessuno chiude, quando chiude nessuno apre”
venerdì 20 settembre 2024
martedì 10 settembre 2024
CON GLI OCCHI, CON LE MANI, CON IL CUORE (la fotografa, la pittrice, il poeta) di Annamaria Antonelli Paola Tassinari Vito Coviello
Torna a Volare di Vito Coviello
Ad una donna che ha dimenticato
di se stessa è di saper volare.
Le dico semplicemente
che non è quello che gli altri credono sia
né quello che lei crede di essere,
ma è un’anima, un cuore, una mente e,
sicuramente, due meravigliosi occhi
grandi, dolci e belli,
praticamente, una meravigliosa donna.
Allora che torni a volare
come farfalla, rondine o angelo,
ma che torni a volare alta
in questo cielo di primavera.
Buona primavera Donna.
Sei tornata a Volare di Vito Coviello
Ti ho dato le ali e come angelo
sei tornata a volare alto
nell’azzurro cielo.
Ora, io uomo devo darti le ragioni
perché tu rondine di primavera
possa tornare:
amore, rispetto, sostegno, fiducia
e ancora tanto amore
proveniente da un cuore
strabordante di gioia e allegria.
domenica 1 settembre 2024
CON GLI OCCHI, CON LE MANI, CON IL CUORE (la fotografa, la pittrice, il poeta) di Annamaria Antonelli Paola Tassinari Vito Coviello
Coniglio di Paola Tassinari Gli anni del 2016/17 sono un periodo strano per me, surreale e imprevedibile come un film del terrore. All’inizio del 2015 inizio a scrivere il romanzo “Lo spaventapasseri”, una storia d’amore che finisce male, i protagonisti si chiamano Paolo e Francesca non a caso. Francesca è una giornalista che indaga su un filo rosso pieno di mistero e arcano che lega le stragi italiane degli Anni Ottanta, in particolare su Ustica e Bologna, scopre cose incredibili ma possibili, cose che non possono diventare pubbliche, alla fine viene internata in manicomio, l’unico modo che ha Paolo per salvarle la vita. Paolo che è in realtà un agente segreto. Per scrivere questo romanzo mi sono immersa nel fango del male, ho 203 cercato di capirlo, di immedesimarmi, ho sofferto e testardamente ho continuato a scavare, a scavare sino agli albori dell’umanità, sempre a chiedermi perché, alla fine sono arrivata a un punto finale… il fine giustifica i mezzi è salvabile chi fa il male con intenzioni non egoistiche, in quanto solo il Signore può conoscere il senso di ciò che accade e quindi ciò che oggi ci appare male, domani può essere un bene, il punto finale è di non pensare solo a sé stessi, ma anche al bene degli altri. Per scrivere questo libro mi sono sfinita, saltando i pasti e il sonno per mettere nero su bianco le ipotesi che mi arrivavano in mente, ore e ore al computer con la paura che le idee fuggissero via, ore e ore di studio sulla numerologia, la gematria, gli atti processuali e i documenti, l’alchimia, i miti e l’esoterismo di Dante, di 204 Guenon e di Evola. Alla fine mi è venuta l’insonnia, non ero capace di staccare, il cervello continuava a macinare mille perché e mille ipotesi anche di notte, alla fine sono finita in un reparto psichiatrico, come Francesca la mia protagonista e qui l’assurdo come se a forza di pensare e di cercare di capire il “male”, l’abbia come richiamato: sono finita in un incubo, non in un reparto ospedaliero regolare ma provvisorio, che non era quindi controllato, era completamento allo sbaraglio e ho così vissuto scene da incubo, scene che non credevo reali, ne sono uscita con dignità e a testa alta, mi sono salvata grazie alla Fede. Non sto a raccontarvi gli obbrobri, non mi capacitavo del perché poi ho pensato che dato che non c’erano controlli potevano effettuare esperimenti sui degenti per scopi scientifici, ciò non 205 toglie che eravamo persone ammalate da curare non da vivisezionare. Ho capito che si cade dentro al male piano, piano, senza accorgersene, ci si abitua perché tanto fanno tutti così, ma quando ho iniziato ad occuparmi io delle condizioni degli ammalati, chiedendo agli infermieri, sempre col sorriso, sempre per piacere, aiuto per loro, senza farli sentire colpevoli, qualcosa è cambiato, piano piano, molto è cambiato. Questo mi ha aiutato a capire che più una persona viene colpevolizzata, anche con tutte le ragioni del mondo, più si rivolterà e continuerà in quello che sta facendo, ma, sarà diverso, se le andrai incontro dicendogli… va bene hai sbagliato, lo hai fatto non volendo, non preoccuparti, puoi aiutarmi per favore, ho bisogno di te? 206 Il dipinto in questione, misura 50x50 cm, è intitolato “Coniglio V” fa parte di una serie di tele ad acrilico in cui compare a figura intera, a mezzo corpo o solo il muso, di un coniglio. Questa tela ha lo sfondo multicolore, anche il muso del coniglio. Sull’angolo a destra, in basso è dei medesimi colori ed è popolato da una moltitudine di simboli, frecce, triangoli, linee, punti, fulmini e altro, è attraversato da un filo nero pieno di spine. Vuole rappresentare il caos della vita, il nostro disordine interiore, l’impossibilità di mettere ordine nello scibile umano, l’impossibilità nostra è il mio caos/caso che devo affrontare per trovare una strada e quel coniglio sono io, perché vorrei fuggire ma, invece, resto lì con le orecchie lunghe in ascolto, resto lì impaurita… Avete mai preso un coniglietto in braccio? Se lo avete fatto vi 207 ricorderete come all’improvviso il cuore del coniglio batteva all’impazzata.