sabato 25 settembre 2010

GIARDINO


GIARDINO

Lungi dal tuo giardino arde la sera
incensi d'oro in fiamme porporine,
dietro il bosco di cenere e di rame
Dalie del tuo giardino.
Malnato il tuo giardino!. Oggi mi sembra
l'opera d'un barbiere,
con quella miserina palma nana
e l'aiuola di mirti ritagliati...
e l'arancino nel barile... L'acqua
della fonte di pietra
non cessa il riso nella conca bianca.

ANTONIO MACHADO

10 commenti:

Gianna ha detto...

Ti sei data alla poesia,Teo?
Complimenti!

sara ha detto...

Bellissima, ricca di immagini vive, quasi palpabili.

Paola Tassinari ha detto...

Che figuraccia...avevo messo il nome di Machado solo nelle etichette...cara Stella ci credo che questa poesia meriti i complimenti : è di Antonio Machado.
Buona domenica.

Paola Tassinari ha detto...

Cara Sara a me piace molto Machado...ma leggo che piace anche a te.
^_^

pierperrone ha detto...

Un regalo, il tuo, la poesia di Machado.
Vita che passa dalle dalie, il mirto e la fonte di pietra al centro del giardino.
Il giardino.
L'Eden.
Il luogo sacro della casa dove scorre la vita...

Te ne raglo anche io una.
Federico Garcia Lorca. 1919.

• Meditazione sotto la pioggia

La pioggia ha baciato il giardino provinciale
con profonde cadenze sulle foglie.
L'aroma sereno della terra bagnata
inonda il cuore di tristezza remota.

Si lacerano nubi grigie nel muto orizzonte.
Sull'acqua addormentata della fonte, le gocce
cadono sollevando chiare perle di spuma.
Fuochi fatui che spegne il tremolio delle onde.

La pena della sera raggela la mia pena.
Il giardino si è riempito di monotona tenerezza.
Devo perdere tutta la mia sofferenza. Mio Dio,
come si perde il dolce suono delle fronde?

Tutta l'eco di stelle che c'è nella mia anima
mi aiuterà a lottare con la mia forma?
E l'anima vera si sveglia nella morte?
E ciò che ora pensiamo lo inghiottirà l'ombra?

O com'è tranquillo il giardino sotto la pioggia!
Il mio cuore è trasformato dal casto paesaggio,
in un rumore di idee umili e tristi
che dà nel mio petto un battito di colombe.

Nasce il sole. Il giardino sanguina giallo.
C'è intorno una pena che soffoca,
sento la nostalgia della mia infanzia inquieta,
il desiderio d'essere grande in amore, le ore
passate come questa a contemplare la pioggia
con tristezza.

Capuccetto rosso andava per il sentiero...
Addio mie favole, oggi medito, confuso,
davanti alla fonte torbida che dall'amore mi nasce.

Dovrò perdere tutte le mie sofferenze, mio Dio,
come si perde il dolce rumore delle fronde?
Riprende a piovere. Il vento riporta le ombre.

riri ha detto...

Ciao, girovagando ho trovato un tuo vecchio commento e son passata per un saluto:-) Buona domenica.

Paola Tassinari ha detto...

Piero, hai lasciato a me e a chi capiterà qui per caso una splendida e struggente poesia che fa il paio col Giardino di Machado, lo stesso sentimento di saudade le pervade ambedue, lo stesso sguardo sul giardino che in realtà è il nostro paradiso terrestre, il nostro Eden...che tristezza Piero assistere alle lotte e all' arrivismo odierno senza renderci conto che distruggiamo l' Eden...se tu giri la parola ottieni Nede, cioè la negazione della fede, infatti senza fede non si può credere all' Eden ed il paradiso terrestre rimane utopia.
Scusa Piero per i discorsi insensati, ma nella mente può esistere fantasia.
Ciao e buona domenica.

Paola Tassinari ha detto...

Cara Riri,
che bella sorpresa...ti vengo a trovare subito.
^_^

riri ha detto...

Ciao, soffermarsi sulle ingiustizie del mondo per me a volte rimane doloroso, forse gli animi meno sensibili sorridono sempre alla vita nonostante tutto:-)
Buona serata

Paola Tassinari ha detto...

Cara Riri,
avere tanta sensibilità fa gioire anche per le piccole cose,ma per contro si soffre di più,a me pare che oggi, nonostante le leggi e le dichiarazioni dei diritti ci siano tante sofferenze a volte evitabili, io riesco ad accettare i dolori naturali ed inevitabili, ma soffro per quelli gratuiti.
Io credo però che gli insensibili sorridano più facilmente alla vita, ma che vivano con meno intensità .
Ciao.