A Ravenna è sepolto Dante Alighieri , nel settembre del 1321 Egli moriva qui nella mia città. A Ravenna si tiene ogni anno il Settembre Dantesco con rievocazioni, spettacoli, letture e mostre, io voglio raccontarvi un episodio sulle spoglie di Dante sconosciuto ai più.
Nel 1920 c' era un progetto per portare via da Ravenna le spoglie di Dante.
E' la storia di Palacio Barolo, un palazzo concepito e costruito per essere la "nuova tomba di Dante."
Questa storia può far sorridere, ma negli anni Venti del secolo scorso c' era la netta sensazione di imminenti catastrofi in arrivo, qualcosa che avrebbe messo a repentaglio i simboli della cultura europea ed in particolare di quella italiana ( come poi è avvenuto con la Seconda Guerra Mondiale)
Palacio Barolo si trova a Buenos Aires e nonostante tutto resiste al tempo ed è visitabile.
Voluto da un ricco imprenditore italiano ed ideato da un architetto visionario che lo ha riempito di simboli occulti, suggestivi e misteriosi forse è la testimonianza del legame tra la Massoneria di Ravenna e quella di Buenos Aires con la vicina Montevideo, indiscusse capitali , allora, dei Massoni e forse anche di oggi...ma Dante è di Ravenna e se il destino ce lo ha dato, a Ravenna deve stare, tanto è risaputo da tutti che Ravenna è una città... morta.
immagine di Teoderica
17 commenti:
ah, se vi fosse stata già allora la cremazione con spargimento delle ceneri in natura... godiamoci le Opere Immortali del genio umano, e freghiamocene di dove imputridiscono i resti dei cadaveri!
nel caso di Dante è il simbolo dell'esilio di chi seppe parlare a voce alta, penso sia il simbolo dell'esilio di tutti gli uomini che hanno parlato a voce alta
.....carissima Paola, ognuno con il suo destino. Anche quello post morte. Se Dante è arrivato a Ravenna avrà avuto certezza che non fosse città morta. Infatti le tante opere d'arte presenti a Ravenna, testimoniano vita e vitalità, componenti essenziali per ogni tipo d'arte e di cultura.
Poi i pazzi ci sono ovunque, ci saranno sempre, sono anche loro il segno di vitalità, seppure di altro tipo e dimensione. Servono per tenere viva la vita a Ravenna come in tante altre grandi o piccole città.
E poi beato quel frate che nascose i resti di Dante a chi era già venuto a Ravenna per portarle via.
Insomma Ravenna sarà sempre la casa ultima di Dante.
Un beso di sera, che non ha nulla ancora dell'aria dell'imminente autunno.
Comunque zio Scriba, sono con te , mi piacciano le storie curiose e strane ,ma davvero godiamoci le loro Opere che nelle ossa non c'è più nulla...però ti devo confessare che amo passeggiare nella zona del silenzio dove è la tomba di Dante ed immaginarmelo mentre passeggiava ingrugnito fra le vie strette...lo sai che lui fu istruito dai Domenicani ma fu sepolto col saio francescano era con la mente domenicano e col cuore francescano... e questo dice tutto : conoscenza e cuore.
Ciao.
Caro Francesco, Dante non è solo il sommo Poeta ma il simbolo di chi ama la Libertà, lui non accettò mai il ritorno all' amata Firenze perchè non gli venne riconosciuta la sua rettitudine lui che dice : ah come è amaro salire l' altrui scale.
Ciao.
Caro Cosimo,
sono solo ossa ma ho un brivido di piacere quando a Santa Croce vedo il sepolcro vuoto fatto dai fiorentini per Dante...Egli non volle in vita ritornare a Firenze, a Lui negarono gli onori in vita, a Lui misero la pena di morte, a Lui confiscarono i beni, a Lui uno dei più grandi italiani lo costrinsero a mendicare, Lui così orgoglioso...no non sarebbe stato giusto che riposasse a Firenze e neppure a Palazzo Barolo anche se qui l' intento era di salvarne le spoglie.
Ciao un beso dolorante...sono caduta in bici.
Beh, l'odore acre che si sente in giro adesso per il mondo assomiglia a quello degli anni venti che hai descritto tu.
Allora puzzava anocra della guerra non pienamente sopita, mentre il drago mostruoso, anocra non sazio nè pago, teneva le roventi braci accese dentro le fauci temporanenamente serrate.
Sarà questo legame fra le fiamme dell'inferno dantesco e quelle fauci fiammiferine che mi induce a pensare che Ravenna non possa essere una città morta, ma un luogo dove il calore della vita e degli si tiene celato sotto la cenere, come accade in tutte le "piccole " città.
In quelle "grandi", nellemetropoli, forse il gravame della cenere sottrae ossigeno alle braci soffocando quel vivifico calore. Rimangono scintille che se ne vanno in giro di qua e di là, ravvivando per un attimo la vista.
Poi, non si sa dove si vadano a nascondere.
Un caro saluto e buona domenica (ti ho lasciato un altro commentino sul post precedente, sul Flauto Magico).
Piero
Bè Piero i ravennati dicono che sono come i loro giardini, invisibili fuori lussereggianti all' interno( per i pochi che ci vivono ed ancora giocano ai Massoni)o se vuoi come le chiese , spoglie fuori e luccicanti di splendidi mosaici dentro, quindi sono morti all' esterno e vivi all' interno ( io ne dubito ma chissà).
Ho visto il tuyo commento e ti ho lasciato la pagina per vedere un assaggio del Flauto Magico africano.
Un baciotto.
Scusatemi se cambio sempre foto...sto cercando quella che più mi rappresenta nel mio modo di essere odierno.
Anche questo tuo sorriso è il top. Complimenti Paola :-))
.....e pure l'azzurro degli orecchini fa da bellissima cornice.
Buon inizio settimana, sorridendo.
Ciao Aurore,
ho letto la trama del tuo libro e mi pare molto interessante ed è anche molto bella la tua idea di pubblicarlo a puntate, mi piace molto.
Tu pensi che quest'ultima foto sia la giusta Cosimo? Io non ne sono ancora convinta...forse la cambierò ancora.
Ciao poeta del mare...e buona settimana.
Confermo, tutte le città della Romagna tranne Rimini sono città morte. Soprattutto nel rigor invernalis. Evviva la vita. Ciao Paola.
A me pare che anche Rimini sia un po' morta... solo un pochino.
Ciao Ettore.
No, è tornata quella di Tondelli, Rimini da bere. Se vai nel bar cavour di sera, trovi tre matti che consumano gin lemon. Al solito posto, guardano le donne passare. Non sono fra quelli, però li ho visti cadere, sempre ammesso che per loro sia una caduta e non stiano in effetti meglio di te e di me, ciao paola
Ciao Ettore...se ci incontriamo al bar Cavour di Rimini, me lo offri un caffè al ginseng o facciamo alla romana?
Visto com'è andata la giornata di oggi, mi metto anch'io al tavolino all'angolo a vedere il vuoto. Giusi non beve più caffè, io parecchi ma senza zucchero. Ti piace il ginseng? Veleno puro. Io se becco un bar che fa il caffè Kattivo non ci vado più...me lo offri tu nella città morta? Sempre più viva del mio andazzo:-) sono davvero in crisi, spero passi...ginseng????? ciao
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