8 puntata
Quasi alla fine dell' itinerario della mostra si incontra la sala coi dadaisti , il cui diamante è Marcel Duchamp, presente con l' opera " Air de Paris", un' ampolla sigillata dall' artista a Parigi e perciò contiene l' aria della città francese di quel determinato giorno, certo l' idea è molto esistenzialista, Duchamp eclettico artista burlone è in realtà pieno di malinconica tristezza.
E voi ricordate, quando vi portate dal mare la sabbia in un barattolo o l' acqua, ciò lo dovete a Duchamp e alla sua idea.
L' opera risale al dicembre del 1919, Duchamp, lasciando Parigi per New York, porta con sè un dono per Louise e Walter Arensberg: un ready-made, dall'originale variazione dada sul tema del souvenir, denominato Air de Paris.
Duchamp prende un'ampolla di vetro per usi medici (con l'indicazione Serum physiologique) e, facendosi aiutare da un farmacista parigino, la svuota del suo contenuto e la riempie con 50 cc di aria di Parigi.
L’artista francese Marcel Duchamp (1887-1968) viene considerato uno dei maggiori rappresentanti del dadaismo , benché egli non abbia mai accettato l’appartenenza a questo gruppo. La cosa, conoscendo il personaggio, non stupisce affatto: la personalità di Duchamp è assolutamente impossibile da inquadrare in un qualsiasi schema. Egli, in realtà, è stato uno dei più grandi artisti del Novecento, proprio per il suo modo di essere. Ha, di fatto, costruito un nuovo prototipo di artista da intendersi come intellettuale sempre pronto a proporsi in maniera inaspettata, anche solo per il il piacere di essere diverso dal normale. Ha elevato l’anormalità, intesa come rifiuto di qualsiasi norma, a pratica sia di arte sia di vita.
Può considerarsi l' antesignano dell' arte concettuale. Le sue opere artistiche sono innumerevoli, ma altrettanto artistica è stata la sua vita,con l' abbandono della carriera artistica per darsi al gioco professionale degli scacchi e con travestimenti femminili con lo pseudonimo di Rose.
immagine di Teoderica
4 commenti:
Marcel Duchamp è stato un pittore, scultore e scacchista francese. Di lui cogliamo queste riflessioni:
« Il futurismo era l'impressionismo del mondo meccanico. [...] A me questo non interessava. [...] Volevo far sì che la pittura servisse ai miei scopi e volevo allontanarmi dal suo lato fisico. A me interessavano le idee, non soltanto i prodotti visivi. Volevo riportare la pittura al servizio della mente [...] Di fatto fino a cento anni fa tutta la pittura era stata letteraria o religiosa: era stata tutta al servizio della mente. Durante il secolo scorso questa caratteristica si era persa poco a poco. Quanto più fascino sensuale offriva un quadro - quanto più era animale - tanto più era apprezzato.
La pittura non dovrebbe essere solamente retinica o visiva; dovrebbe aver a che fare con la materia grigia della nostra comprensione invece di essere puramente visiva [...] Per approccio retinico intendo il piacere estetico che dipende quasi esclusivamente dalla sensibilità della retina senza alcuna interpretazione ausiliaria.
Gli ultimi cento anni sono stati retinici. Sono stati retinici perfino i cubisti. I surrealisti hanno tentato di liberarsi da questo e anche i dadaisti, da principio. [...] Io ero talmente conscio dell'aspetto retinico della pittura che, personalmente, volevo trovare un altro filone da esplorare. »
Ecco più lo scacchista in Marcel Duchamp che il resto tradotto in pittura da lui inventato a suo modo. Di qui i vari passaggi dal fauvismo al cubismo e poi il dadaismo ed il surrealismo. Però il gioco degli scacchi richiedeva in lui il sorpasso alla visione "retinica" o visiva e così diede poi inizio all'arte concettuale, ideando il ready-made e l'assemblaggio. Questo gli consentiva quasi la via dell'immortalità ed egli doveva credere a questo, tant'è che sulla sua tomba si può leggere questo epitaffio, composto da lui stesso: D'ailleurs c'est toujours les autres qui meurent (D'altronde sono sempre gli altri che muoiono).
Ciao Paola, ti piace la mia conclusione? il resto è un copia e incolla.
Gaetano
Ma con quanta cura racconti e descrivi le meraviglia dell'arte. Complimenti Paola.
Lasci vedere, attraverso le parole, l'aria di Parigi. E questo lo sanno fare in pochi.
Un abbraccio di aria di mare del sud, fredda ma allo stesso tempo calda di cuore.
Ciao Paola :-))
La tua conclusione è quello che più mi ha colpito perchè è ciò che fa piacere a me ed anche a te...l' immortalità e l' assemblaggio... che io applico in maniera un po' pastrocchiona e che tu fai in modo leonardesco...mica per niente Duchamp doveva ben ammirare Leonardo...o no?
Ciao Gaetano, felice che tu passi a trovarmi, lo sai che io sono una tua allieva, che ho copiato le tue sincronie...da pastrocchiona ma felice di esserlo, grazie Gaetano.
Ciao Cosimo,
questa mattina devo fare una cosa importante per me, vengo prima nel blog e chi trovo? Prima Gaetano che è il mio maestro e poi tu che vieni a commentare sempre con cose dolci per me...quindi per le proprietà della sincronia sono certa che andrà tutto benissimo.
Ciao.
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