Nella foto "Maternità" (1916) di Gino Severini opera scelta come logo-manifesto per la mostra a Forlì.
Il dipinto è il ritratto della moglie Jeanne Fort e del figlio
secondogenito Antonio, morto ancora neonato. Si respira nel dipinto
un'atmosfera cupa, la stessa che circondava la vita del pittore in
questo periodo, dovuta alle tristi condizioni economiche che portarono
alla malattia e alla morte del bambino. La dolce Madonna è triste e la rotondità perfetta della testa del Bimbo, la fasciatura che lo stringe come una bara, evocano il preludio ad un destino di dolore. Non c'è molta differenza fra Madonne di Botticelli, la grazia che diventa struggimento è la stessa. Severini dichiara, nelle sue memorie, di essersi voluto rifare ai
primitivi toscani. La presunta naturalezza dell'immagine nasce da un rigoroso studio preparatorio, come dimostrano i diversi disegni.
Dal 2 febbraio al 16 giugno 2013, presso i Musei San Domenico, a Forlì, sarà allestita la mostra "Novecento - Arte e vita in Italia tra le due guerre".
Orario: da martedì a venerdì dalle 9.30 alle 19.00 - sabato, domenica, giorni festivi dalle 9.30 alle 20.00.
La biglietteria chiude un'ora prima della chiusura.
Chiusura: lunedì non festivo
Tariffe
Intera: € 10.00
Ridotta: € 8.00
Speciale € 4.00 (per scolaresche - scuole primarie secondarie).
La mostra comprende quasi un trentennio. Dalla fine del primo
decennio del '900 alla seconda guerra mondiale. Ma il fuoco è sugli anni
'20 e '30. L'esposizione consente di mettere in luce tutte le tendenze,
i movimenti, le avanguardie, i protagonisti, i temi, procedendo non
secondo una sequenza cronologica, ma per polarità dominanti. Ne emerge
uno spaccato di vita, di costume, che ben ritrae quegli anni, e che
coinvolgerà anche le nuove arti: il cinema, la moda, le arti grafiche e decorative.
I nomi sono quelli di Carrà, Severini, Soffici, Casorati, Prampolini,
Balla, Sironi, De Chirico, Oppi, Sbisà, Funi, Marussig, Campigli,
Donghi, Ferrazzi, Dottori, Maccari, Janni, Manzù, Guttuso, Martini,
Andreotti, Fontana, Messina.
Il visitatore si renderà ben presto conto dello sforzo congiunto delle arti per migliorare e dare un volto al Paese.
La forza magnetica del Duce, i suoi tanti volti, ci fanno capire che il presunto consenso dovuto alla forza è realativo, emergono invece ammirazione, fiducia ed ottimismo in un domani, che odora già di morte, queste opere d'arte così belle hanno il profumo intenso e dolciastro della disfatta, un Duce che sta diventando un Nerone, ma che è ancora in grado di ricostruire Roma, sono in mostra il platico i disegni dell'Eur che testimoniano la rinnovata grandezza che comunque per un po' è stata Roma, purtroppo si è pagato il tutto a caro prezzo.
6 commenti:
Questo dipinto supera ogni incanto. Poi ho avuto modo di vedere un piccolo boock fotografico della mostra ritrovandomi nelle sale espositive accanto ad una dolce guida d'arte.
Molto coinvolgente pure l'archittettura edilizia mussoliniana. Ancora attuale ai giorni odierni.
Poi il palazzo dell'Eur mi ha riportato all'ultimo anno di ragioneria,vinsi una spece di mini borsa di studio sulle tematiche dell'economia politica. Insomma trascorsi giorni di studio in quel magico edificio.
ciao Paola.
AH! Ma allora sei un ragionierino e pensare che scrivi poesie d'amore, mah...non si capisce più niente :))
Ciao e vienila a vedere dal vivo la mostra...ti farò da cicerone.
arrivooooooooooooooooo....:-D
Quel quadro mi piace molto, cara Paoletta.
E' dolce, è una madonna bellissima.
Oggi una donna che allatta un bambino è quasi considerata sconcia; le immagini di questa scena così bella, perfetta, diciamo così, sono censurate...E'la censura della Bellezza più pura.
Un abbraccio e buona domenica.
Piero
Cosimo ti aspettooooo!
Sai che fa pure un certo effetto anche a me,e non so il perchè, mi turba un poco, l'allattamento in pubblico, e non so il perchè...e guarda che è la prima volta che confesso questo diciamolo pregiudizio.
Buona domenica e stra buon lunedì sera.
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