L’"Autunno" di Piero Marussig, realizzato nel 1924, si ispira alle composizioni degli artisti del passato. Il cesto di frutta che la figura al centro sostiene sulle gambe, il vaso portato in testa dalla donna in secondo piano e gli oggetti posti in basso a destra, riprendono le nature morte delle tele del Seicento. Mentre la finestra sul fondo si apre su un paesaggio, come nei dipinti del Quattrocento. Siamo giunti alle sale che espongono le tele del Premio Cremona. Istituito da Roberto Farinacci nel 1938, il Premio Cremona doveva contribuire ad orientare la pittura italiana "verso una concezione politico-fascista", affermando la necessità di un'arte figurativa di immediata comprensione e di elevazione sociale. La prima edizione (sui temi "Ascoltando alla radio un discorso del Duce" e "Stati d'animo creati dal Fascismo") fu inaugurata nel 1939. Mussolini indicò i temi delle edizioni seguenti: "La battaglia del grano" nel 1940 e "La gioventù italiana del Littorio" nel 1941; la quarta edizione programmata per l'anno 1942 dal tema: "Dal sangue la nuova Europa" non ebbe luogo. Tra i membri della giuria gli accademici d'Italia Ugo Ojetti, critico d'arte, Ardengo Soffici e Felice Carena, affermati pittorii, ed infine lo studioso e critico d'arte prof. Giulio Carlo Argan . Alla proclamazione dei vincitori della seconda rassegna il primo premio è assegnato a Pietro Gaudenzi con il trittico ad affresco "Il grano", il secondo a Cesare Maggi, il terzo a Biagio Mercadante. Malgrado queste presenze nel dopoguerra pochi di questi pittori si salveranno dal boicottaggio.
Assistiamo
infatti al distinguo tra il "nero" di Farinacci ed il "nero" di Bottai,
quest'ultimo gerarca negli stessi anni del Premio Cremona aveva a sua
volta promosso un'analoga iniziativa artistica: il "Premio Bergamo". Il
conformismo degli intellettuali negli anni del dopoguerra, in una
cultura orientata e monopolizzata politicamente dalla sinistra, hanno
fatto il resto. Gli artisti del Premio Cremona sono stati i più vituperati.
La Terra di Achille Funi
Prendetela come una mia personale opinione, Picasso, presente in mostra, quando arriva in Italia nel 1920, inizia una fase classicista. L'artista riprende la figurazione tradizionale, cercando valori di solidità e compostezza classica , insomma dopo aver copiato il futurismo copia il gigantismo di Novecento, sottolineo che è un "copiatore" ma è pur sempre un grande.
Cagnaccio di San Pietro
Questo Cagnaccio mi ha molto colpito e perciò ve lo ripresento, la tecnica è magistrale ed anche un quadretto di genere diventa qualcosa d'altro.
Altro genere è invece la tela di Mario Sironi. Il suo gigantismo è soffuso di melanconia, i colori sono pastellati, ecco Picasso si è ispirato a lui per il periodo classico, sempre secondo la mia idea.
Mario Sironi è stato un pittore italiano. Con una stilizzazione che si rifaceva ad arcaici modelli pre-rinascimentali, con un potente senso dei valori plastici e del colore, ha dato voce all'umanesimo
Mario Sironi è una delle figure protagoniste del Novecento Italiano per l'incontro della sua inclinazione verso un'arte monumentale con i programmi del Fascismo.Tale arte è il risultato di un percorso passato attraverso l'adesione,dapprima al Futurismo e in seguito (ma per un breve periodo)alla corrente metafisica.
San Martino di Mario Sironi
Vi metto qui sotto la tela di Picasso in mostra Forlì così la confrontate con quella di Sironi, la mia tesi è che Picasso sia un grande esecutore, si dice infatti che fosse molto invidioso di Matisse, quest'ultimo è un ideatore di nuovi stili e visioni, mentre le idee le abbia sempre copiate, per il periodo blu e rosa imita Toulouse Lautrec, per il cubismo Braque e i futuristi, poi gli italiani in particolare Sironi per il ritorno all'ordine, poi passa ai surrealisti.
Bagnante di Pablo Picasso
4 commenti:
C'è un tema ricorrente quando si vuole portare la frutta nei depinti, si sceglie sempre frutta autunnale. Forse perchè la frutta autunnale è quella più indicata a parlare di calore di pensiieri, cuore, azione, di persone attorno ai primi focolari, quindi di quello che si definisce atmosfera di famiglia. Laddove la famiglia è pure quella della vita che si svolge al di fuori delle pareti domestiche, sul lavoro, nei circoli, per la strada, nei passatempi.
Opere e tua narrazione che è altra opera.
Complimenti Paola e buona domenica:-)
Non avevo mai pensato alla frutta autunnale o estiva per me la frutta è sinonimo di estate, tutta la frutta.
Buona domenica Cosimo.
Ciao, Paola, è parecchio che non passo a salutarti.
Sono un grande scostumato. ma ti voglio sempre bene.
Sono stato in vacanza per alcuni giorni, nelle Marche, Urbino e paeselli vari...
Non conoscevo bene quei posti.
Davvero bellissimi.
Colline verdi e a volte un pò selvatiche, paesi sospesi nel tempo con le case di mattoni rossi e le mura di cinta quasi intatte, castelli e palazzi bellissimi e arte e arte, dappertutto...
Una meraviglia.
Un abbraccio e buona domenica fatta (ormai).
Piero
Caro Piero,
l'importante è che non ti dimentichi di me :)se sei arrivato ad Urbino hai toccato il confine con la Romagna.
Ciao girandolone.
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