Proseguiamo la visita al piano superiore, mi soffermo catturata dalla primitiva forza che scaturisce da questa elegante scultura, l'autore è Arturo Martini. Figura dominante nella scultura tra le due guerre è quella di Arturo Martini che, nato a Treviso nel 1889, frequentò a Faenza la scuola della ceramica, e successivamente studiò scultura a Treviso; nel 1909, a Monaco, fu allievo di A. Hildebrand; nel 1911 fu a Parigi. A Roma, dopo la prima guerra mondiale, fece parte del gruppo dei Valori plastici.
Atteone di Angelo Biancini
Vi ho scritto che il grande Arturo Martini, lavorò e studiò a Faenza, in Romagna vi presento quindi un romagnolo: Angelo Biancini una delle figure più rappresentative della scultura e dell’arte ceramica italiana del Novecento. Nato a Castel Bolognese nel 1911, il suo nome rimane legato a Faenza, città dove ha lavorato fino alla morte e dove entra, nel 1942, all’Istituto d’Arte per la Ceramica assumendo successivamente la cattedra di Plastica che era stata di Domenico Rambelli. Manterrà questo incarico fino al 1981, contribuendo a formare, nel suo studio all’interno della scuola, varie generazioni di artisti e di ceramisti.
Si può fare un capolavoro ritraendo tre chirurghi, evidentemente sì, questi hanno l'aura di tre filosofi quattocenteschi. Ubaldo Oppi dolore e la tristezza si affacciano presto nella sua vita; infatti da bambino vede morire quattro fratellini in tenera età, bolognese di nascita ed europeo d' adozione, soprattutto per quanto riguarda gli anni giovanili, che precedono il grande successo ottenuto negli anni Venti con il gruppo del Novecento capitanato da Mario Sironi e da Margherita Sarfatti. Autodidatta appena diciottenne, nel 1907, Oppi e' alla scuola viennese di Klimt, e quattro anni dopo e' a Parigi, con Severini e Modigliani. Ma il vero innamoramento di Oppi non fu per le avanguardie parigine, ma per il nitore austero del Quattrocento italiano.
Autoritratto di Achille Funi
Come vedete è un ritratto di un pittore, notate la muscolatura, la possanza, qui a Novecento ci sono opere che testimoniano il culto del corpo, l'amore per la ginnastica, per lo sport, occorre dare merito a ciò, il corpo va ben tenuto, è il nostro tempio. Achille Funi, ferrarese, allo scoppio del conflitto, a cui partecipa come volontario, si ritrova a fianco di Umberto Boccioni. Gli anni del dopoguerra sono decisivi per la sua evoluzione pittorica: tenuta nel 1920 a Milano la prima mostra personale si avvicina a Margherita Sarfatti, aderisce al clima del "ritorno all'ordine", recuperando l'eredità pittorica del Rinascimento italiano in una serie di tele capitali.
6 commenti:
Non finisci mai di stupire, perchè è come se portassi li il lettore...
Complimenti....!
Grazie Cosimo, la più contenta sono io, presento le opere che più mi hanno colpito.
Ciao.
Bel viaggio tra immagini ed artisti che non conoscevo. Grazie Paolè.
Ho visto le tue foto, parli e scrivi con le immagini :)
Ciao Piero
Ed io... condivido. Su qualche social.
Grazie Adriano...dopo mi dirai quanto ti devo per la pubblicità :)
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