CLAUDIA E DANIELE
La discoteca, il luogo più bello per Claudia, qui al rinchiuso, al sicuro, nel mondo della notte, nel mondo di Dioniso, può lasciare libero il suo Io, tenuto a freno di giorno dall’inflessibile ragione.
Questa ragione così ben ammaestrata inizialmente dai genitori, poi dalla scuola e poi dalla vita tutta, una ragione che è il legame più forte per non farci realizzare i sogni.
Claudia ama la musica, arte principale, legame con l’inconscio collettivo, certamente quando nasciamo ciò che prima di tutto ci inonda è il profumo e poi il suono ed il nostro pianto e forse il clamore, l’applauso, la musica nasce proprio per scacciare il nostro primo pianto.
Claudia ama la musica ed ama soprattutto entrare nella musica attraverso il ballo, è un piacere vederla ballare al ritmo ondulatorio delle note, ha lo stesso incanto del mare in ardore.
Non è ben vista dai soliti frequentatori della discoteca, le ragazze la considerano una poco di buono, perché ha uno stuolo di “filarini” a cui Claudia elargisce baci alla francese perché è fermamente convinta di trovare il suo ragazzo attraverso l’emozione che proverà attraverso il bacio.
I ragazzi “a posto” poi non l’avvicinano appunto per questo, fa paura Claudia per la sua libertà.
La sua corte è un po’ quella dei miracoli, depressi, artisti, introversi, drogati, tristi e melanconici.
“ Hai da accendere?”.
Un ragazzo, dai jeans sbrindellati, il giubbotto di pelle nera, stivali neri, lunghi capelli neri, sino alla cintola, e dagli occhi verde mare, si è avvicinato a Claudia mentre è sotto la pensilina dell’entrata della discoteca.
“No, mi dispiace, non fumo”. Claudia non sa perché ha risposto così, in effetti, lei fuma, ma quel ragazzo l’ha inquietata.
Ha bisogno di una sigaretta, e nel mentre se l’ha sta accendendo, il ragazzo la sta guardando.
“Perché mi hai detto che non fumi?”
“Non lo so”.
Così si erano conosciuti Claudia e Daniele.
Claudia non sentì emozioni diverse col suo bacio, ma si infilò lo stesso nella fossa dei leoni.
Nel racconto biblico Daniele si salvò dai leoni, ma Claudia ne venne divorata.
Daniele aveva subito una cocente delusione d’amore, con una ragazza che lo aveva usato, dapprima lo aveva amato perché era trendy avere un ragazzo artista, pittore e poeta, poi visto che lui era un morto di fame lo aveva lasciato per diventare l’amante del suo ricco e anziano e sposato datore di lavoro.
Daniele, voleva vendicarsi delle donne e Claudia così libera gli pareva la miglior vendetta su tutte le donne.
Quando Claudia attratta dalla sua melanconia, dalle poesie d’amore che lui componeva per lei, dalle canne che lui fumava ma che non voleva assolutamente che fumasse lei, si innamorò perdutamente , lui non solo iniziò a chiederle soldi, Claudia innocentemente dava tutto quello che aveva, ma le propose un legame a tre, con una donna anziana, ma che avrebbe pagato molto bene il menage.
Claudia era talmente fuori dalle logiche meschine, che non capiva che lei era il mezzo di rivalsa per Daniele, ma se non capiva ciò, il rispetto per sé stessa, quell’Io che non sapeva vivere senza libertà le impedì di accettate l’incontro a tre.
Daniele la lasciò, Claudia credette di impazzire di dolore, invece si rese conto che era libera, si rese conto che stava bene, che respirava e che il più grande regalo d’amore di Daniele era averla lasciata, il legame spezzato e Claudia, generosa com’era, sperava che il demone della vendetta si fosse acquietato per Daniele e che entrambi fossero pronti per nuove avventure.
Perché ogni amore è sempre e comunque un’avventura, è sempre …un ciò che accadrà.
4 commenti:
Prendendo spunto dalla parola acquarello, questo racconto vero od inventato, di vita giovanile, mi fa dire che l'amore è acqua fresca da bere sempre. A qualsiasi età, in qualsiasi latitudine o longitudine.
Buon bere, Paola!
beata gioventu'
Cosimo sempre amorevole sei :)
Cyber... non solo gioventù ma forever.
Ciao :)
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