Un sabato pomeriggio verde acido d’invidia, questo voglio
raccontarvi.
Il verde è il colore della giovinezza, associato alla
natura, è il mio colore, io traggo intuito e segni dalla natura, quando non so
dove sbattere la testa, mi rivolgo a qualcosa o a qualcuno di indefinito, agli
spiriti che sento, chissà perché li sento solo quando ne ho bisogno.
Esiste però una sfumatura
di verde acido, che indica la bile, l’acidità di stomaco ovvero il mostro dell’invidia,
invidia significa il vedere distorto, questo tipo di verde l’ho provato da
giovanissima e mi ha così ripugnato che ne sono fuggita subito.
Qualche volta l’ha provo ancora ma non è più un’invidia acida è qualcosa che ricorda la
musica struggente dei Procul Harum e di Bach, è un organo che suona qualcosa
che poteva essere e non è stato, è il rimpianto, per fortuna che c’è anche Mozart che con la
sua musica mi dice: fottitene, ridici sopra.
Ebbene questo sabato pomeriggio mi sono recata alla presentazione di una
giovane autrice di Ravenna che ha vinto il
premio Campiello Giovani.La studentessa, già finalista l'anno scorso con il racconto “Rose Rosse”, ha presentato “Forbici”, che vede rincontrarsi un uomo ed una donna che si sono amati da ragazzi.
Sull’onda di questo successo è diventata collaboratrice di un quotidiano, ed ha già accanto a lei un editore che le fa la corte per pubblicarle un romanzo.
La scrittrice è arrivata accompagnata dai genitori e da un ragazzo tutto perbenino, forse il fidanzato.
L'autrice è una bellissima ragazza, flessuosa, il volto delicato, gli occhi da cerbiatto, ha lunghi capelli neri e ondulati come il mare, inoltre è modesta, riservata, dolce e fine se fosse un fiore sarebbe una camelia rosa.
Parla anche correttamente, non sbaglia gli accenti, sa rispondere a tono e con maturità.
I suoi successi sono l’orgoglio della famiglia, interviene una signora del pubblico, un’insegnante, la quale specifica che la studentessa è anche l’orgoglio della scuola, del Liceo Classico che ha frequentato a Ravenna.
La giovane scrittrice ha frequentato, a scuola, i corsi di scrittura creativa, che l’hanno aiutata nel suo percorso.
Auguro alla dolce fanciulla ogni fortuna e merito nella vita, ma l’invidia melanconica mi ha sommerso, per me fanciulla nessun aiuto dai professori, quella d’italiano mi detestava perché ero una ribelle, non capiva perché io buttassi via il mio talento per stare con gli ultimi della classe, ma Cristo non stava con gli ultimi?
E quello di disegno mi palpeggiava.
Non ero l’orgoglio della famiglia, anzi solo se lavoravo meritavo, se andavo bene o male a scuola era la stessa cosa.
Ed ora che tento di pubblicare i miei romanzi devo pagare perché sono una sconosciuta, mentre Martina ha l’editore che le fa il filo, che le ha commissionato il romanzo.
Lei ha la bellezza eterea e virginale, mentre io avevo quella dorata e saporita che tutti vogliono toccare.
immagine di Teoderica
4 commenti:
...ma la Martina non sa dipingere, non è un'artista. A quanto pare neppure una creatrice, se scrive romanzi su commissione. Ovvero "devi scrivere questo, la tua creatività mettila da parte".
E poi è proprio vero che non paga per pubblicare?
Al mondo d'oggi, le case editrici, se potessero, venderebbero più ventagli che libri. Intanto, perchè le stagioni sono quattro, hanno cominciato a vendere caffè, anche freddi, in tutte le stagioni.
Paola, complimenti per le tue opere, tutte da tetto del mondo e per i tuoi due primi romanzi. Che, detto tra noi, vendono benino e in modo naturale.
Un besoooooooooo
Tu sei di parte non vale :-)
Quando occorre non sono di parte, come in questo caso :-))
Buon fine settimana!
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