Perseo un eroe mitico greco raggiunse il
giardino delle Esperidi per uccidere Medusa, l'unica delle tre Gorgoni che era
mortale, bisognava fare attenzione ad evitare il suo sguardo, che aveva il
potere di impietrire chi la guardava. Perseo allora, secondo una versione del
mito, decapitò la Medusa volgendo indietro lo sguardo; secondo un'altra
versione, vibrò il colpo guardando la Gorgone riflessa in uno scudo lucente che
gli era stato donato da Atena. Dal collo reciso della
Gorgone uscirono allora l'eroe Crisone e il cavallo alato Pegaso, che si
trovavano nel suo grembo.
Il
messaggio che ci trasmette il mito è che per non soccombere all'energia pietrificante, che coagula (che è quella sessuale) e alle
paure inconsce, non bisogna lottare direttamente (Perseo non deve
incrociare lo sguardo di Medusa) ma serve la riflessione (il riflesso
dello specchio), la conoscenza della natura superiore ed inferiore (Jung
direbbe l'ombra) e così possono essere superate le prove al fine di
liberare se stessi come il Pegaso alato.
Sarà vero tutto questo?
Abbiamo visto in un post precedente che la simbologia del serpente è assai positiva, rappresenta la conoscenza,l'energia sessuale che con l'avvento del cristianesimo diventa il male, la tentazione.
Medusa è forse ciò che resta della Dea Madre, uccisa metaforicamente dall'uomo, quando questi si è reso conto che aveva una parte nella procreazione e perciò ha accentrato su di sè il potere.
Passano gli anni ed oggi Medusa è la nuova donna, il cui uomo riconosce in lei, nella sua seduzione, la conoscnza dello scoprire senza riflessione ma con l'intuito perchè oggi sappiamo che il corpo ha una sua conoscenza più ricettiva della mente.
Il corpo sa prima della ragione e i capelli di Medusa sono serpenti che pietrificano solo l'attimo del godimento.
La Medusa matriarcale mi ricorda una pratica dell'India, un metodo che da la conoscenza attraverso la sessualità, più giustamente amore, sessualità e meditazione per scoprire se stessi: il Tantra.
Il Tantra nacque intorno al 2000 a.C. nella valle dell’Indù fra gli
Harappei, un popolo di matrice matriarcale, che avevano una vera e
propria cultura del piacere: il lussuoso letto della padrona di casa
stava nel salotto ed era lì che la donna festeggiava l’atto amoroso con
l’uomo che aveva scelto. Il rapporto con la sessualità era molto
cosciente, rilassato, naturale e fare l’amore era un atto sacro.
Oggi il Tantra riscontra sempre più
interesse proprio perché unisce in un’unica pratica i tre desideri umani
più profondi: quello di fare sesso, quello di amare e quello di essere
veramente se stessi.
2 commenti:
Tra poco, quando inizia la stagione balneare, anche nuotando ci si può imbattere nelle mudese...
E fare sesso, amare ed essere veramente se stessi è musica in ogni secolo, passato, presente e futuro.
Buon fine settimana Paola :-)
Ok siamo d'accordo allora.
Ciao
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