Nel mio ultimo romanzo mi sono posta in una “cloud” in modo di risalire
dall’archetipo della Dea Madre ai giorni nostri. L’inconscio collettivo,
secondo Jung, è una realtà psichica oggettiva che accomuna tutti gli esseri
nell’Universo. Essa si situa in una dimensione al di fuori dello spazio e del
tempo, che costituisce una sorta di “memoria dell’umanità”. Qui hanno luogo gli
archetipi, che sono dei veri e propri centri di energia psichica. Il fenomeno
della sincronicità fornisce un accesso diretto agli archetipi. Gli eventi di
sincronicità che improvvisamente accadono a un individuo avvengono per affinità
tra quello che la sua psiche ha percepito, pescando tra gli archetipi, e il
mondo esterno; le sincronicità, secondo Jung, sono testimonianze di uno
“Spirito universale” che opera e comunica con tutte le sue creature, ovunque, in
ogni tempo e simultaneamente. Quando nasce un elemento di una determinata specie, ha circa un miliardo
di anni di ricordi da cui attingere, ed è così che noi ereditiamo i nostri
istinti… forse facciamo parte di una grande rete che ingloba passato e presente
per fare in modo che costruiamo un futuro migliore per i nostri figli, noi
siamo nani sulle spalle dei nostri avi. Questo preambolo per raccontarvi il mio
momento sincronico. Dunque dato alle stampe il romanzo, dopo essere stata immersa
per mesi negli archetipi, sentivo il bisogno di un “segno”. Improvvisamente è nato in me l’impulso
di recarmi alla Festa della Madonna del Fuoco, era il 4 febbraio. La Madonna
del Fuoco di Forlì, patrona della città, è ricca di simbologie che passano
dalle Dee celtiche e risalgono al periodo matriarcale. Nello stesso giorno si
festeggia la Madonna del Lago a Bertinoro, che è sempre diocesi di Forlì. Presso
i Celti i primi di febbraio si festeggiava Imbolc e si onorava Brigid, dea del triplice fuoco,
dei poeti, dei fabbri e dei guaritori.
Brigid è anche dea delle sorgenti e Signora del Lago, colei che forgia e dona Excalibur ad Artù. Suoi
simboli sono la coppa, cioè il grembo da cui nasce la vita, lo specchio che
simboleggia il mondo parallelo e la ruota dell’anno e della vita. Siamo di
fronte ad archetipi molto forti. Sono entrata al Santuario, ho fatto la fila
col cero in mano, c’erano tante persone, un bel clima di devozione, sono giunta
davanti all’icona, tutto bello pieno di lumini e di fiori, la gente silenziosa
e devota, ma nessun “segno” o momento sincronico. Eppure mentre pensavo che ero
sciocca e pazzerella, un drago è apparso svolazzante, era un enorme palloncino
a forma di drago tenuto al filo dalla
mano di un bambino che si dirigeva a fianco della mamma verso la Madonna del Fuoco… era il mio “segno”! Dovete sapere che i simboli più antichi
della Dea Madre erano il labirinto e il …drago! Il mio romanzo aveva l’ok.
immagine di Teoderica
6 commenti:
Anche senza simbologia, il tuo romanzo, cara Paola, aveva già l'ok.
Credo di sapere ciò, dopo aver letto i tuoi primi due romanzi da libreia fisica, più I Viaggi di Gilles, da libreria web.
Complimentiiiii
Cara Paola, dici bene, sei proprio “sciocca e pazzerella” come la bambina Eva di questa favola:
“Il volo del palloncino rosso” di Monica Joris
(il rosso si addice al drago e alla Madonna del Fuoco)
Questa è la prima parte della recensione di Maria Teresa:
http://ilmiolibro.kataweb.it/reader_dettaglio_recensione.asp?id_recensione=4642
...In questo racconto, troveremo due protagonisti, Eva e Pollicino, un palloncino di colore rosso. Eva è una bambina che come ogni bambino, ha qualcosa che la turba, qualcosa che la fa in qualche modo soffrire e non è in grado di confidarsi, di chiedere chiarimenti (ogni età ha i suoi problemi), ma trova un modo per liberarsi delle cose che non la fanno stare bene con sé stessa. Da un cestino di palloncini, ne sceglie uno, di colore rosso. A casa, soffiando dentro, convinta che il suo fiato sia più leggero dell’aria, immette tutte le cose che vuole buttare via, lega stretto l’estremità con il nastro che aveva tra i capelli e lo libera nell’aria. Sembra quasi una magia, il palloncino, effettivamente vola su, nel cielo. Eva non capisce i rimproveri dei grandi, dopo questo gesto, proprio perché i "grandi", hanno perso la loro fantasia di quando erano bambini. Pollicino, invece, si sente un palloncino speciale, è consapevole che i suoi "fratelli", volano nel cielo dopo essere stati gonfiati da una bombola contenente elio, mentre lui vola grazie al fiato che una bambina, gli ha soffiato nella pancia ed è oltremodo consapevole di essere un palloncino "speciale", perché Eva gli ha affidato una missione speciale, deve portare via tutto, ma proprio tutto ciò che a lei non va. Glielo ha inserito nella pancia, attraverso il suo fiato e, prima di liberarlo in cielo, glielo ha proprio detto: "Via, vai via"...
Ciao, Gaetano
Grazie Cosimo ma non avere il caso contro aiuta :)
Caro Gaetano cercherò di trovare un palloncino rosso, lo gonfiero` e lo seppelliro`.
Un abbraccio
Cara Paola, ma non occorre. Si tratta di cose della "terra mentale".
Ciao, Gaetano
Invece occorre così il pensiero diventa realtà.
Ciao Maestro attento che la romagnola ti raggiunge :) ma si é visto mai un napoletano senza creatività. ..quindi forse non ce la farò
Posta un commento