domenica 31 gennaio 2016
LA REGINA DELLA NOTTE
sabato 30 gennaio 2016
QUESTO MIO POVERO CUORE
QUESTO MIO POVERO CUORE
A volte ho paura di morire
ho letto la mia mano
non avrò la vita lunga.
A volte mi sveglio
ho il cuore fermo
senza battiti
mi spavento
mi sento soffocare
mi manca l'aria
poi il cuore riprende a battere
la paura passa.
Il ritmo del mio cuore è ballerino
un ritmo aritmio
forse non gli piace
il ritmo della vita
oppure é stanco
di avere amato troppo
di avere amato male
di avere dato
a chi non meritava niente
ma proprio niente.
Questo mio povero cuore
aritmico e aritmetico
col suo sgangherato ritmo
non sorregge più
le mie aritmiche e aritmetiche
multiformi emozioni
Paola Tassinari alias Teoderica
A volte ho paura di morire
ho letto la mia mano
non avrò la vita lunga.
A volte mi sveglio
ho il cuore fermo
senza battiti
mi spavento
mi sento soffocare
mi manca l'aria
poi il cuore riprende a battere
la paura passa.
Il ritmo del mio cuore è ballerino
un ritmo aritmio
forse non gli piace
il ritmo della vita
oppure é stanco
di avere amato troppo
di avere amato male
di avere dato
a chi non meritava niente
ma proprio niente.
Questo mio povero cuore
aritmico e aritmetico
col suo sgangherato ritmo
non sorregge più
le mie aritmiche e aritmetiche
multiformi emozioni
Paola Tassinari alias Teoderica
CAPTAIN AMERICA
E' da molto tempo che non guardo la televisione, forse qualche anno. Ma già dal 1997 guardavo solo la televisione satellitare, la TV nazionale con le altre reti di Berlusconi, le guardavamo, io e mio figlio per addormentarci. Sono i ricordi più belli, io e mio figlio sprofondati e incrociati in un divano di piumino d'oca, che ci incassava i corpi come in una "cuccia", ogni tanto ci giravamo per cambiare posizione e ci arrabbiavamo perché l'uno svegliava l'altro. Che dormite! Non dormivo invece, ma studiavo con le reti di RAI Nettuno che trasmetteva vari corsi universitari, dall'arte, alla storia, alla sociologia, all'economia, mi ricordo ancora i corsi del fratello del Prodi nazionale su storia contemporanea o moderna se non sbaglio. Col satellitare si potevano vedere, anche su richiesta, i lavori iniziali della TV, oddio che differenza, quanta qualità all'inizio, ricordo le puntate dello sceneggiato "Il Circolo Pickwick" di Dickens, dio che risate! Poi avevo l'abbonamento con Tele Più per vedere il canale RAI Sat Art. Quanto ho amato questo canale, quando Berlusconi ha venduto, quell'antipatico di Murdok ha tolto il canale, con la scusa che a nessuno interessava l'arte. Quante proteste ho fatto niente da fare RAI Sat Art fu cancellato. Sono diventata conservatrice dopo aver visto le lezioni sull'arte di Kennet Klark e mi piaceva un sacco una suora che era critico d'arte. Ma non volevo parlarvi di questo, ma di un tarlo che ho nella mente, che mi martella il cuore perché lo ritengo impossibile seppur possibilmente vero. Il giono prima dell'attacco alle Torri Gemelle, su RAI Sat Art, andò in onda un film, solitamente c'erano solo documentari e lezioni, io rimasi sorpresa per questo film di "Capitan America", dove tutti erano contro tutti, anche americani contro americani. Il giorno dopo ci fu la tragedia, l'attacco alle Torri Gemelle di NY e mi è rimasto da allora un gusto amaro in bocca perché la coincidenza mi pareva strana.Il crollo delle Torri Gemelle ha chiuso un'epoca e ne ha aperto un'altra. Da qualche parte ho un dipinto su cartone, in acrilico, in cui vi è raffigurato un uomo terrorizzato, e tutto il cartone è cosparso di pezzi di vetro tagliente.
Etichette:
arte,
capitan america,
dolore,
torri gemelle,
tv
venerdì 29 gennaio 2016
LA COLLANA
Cari amici, come la rondine torna al tetto... sono tornata al mio blog, anzi ai miei blog, all'improvviso Facebook mi ha come dire stancato, stancato. Ho deciso che i miei pensieri li dirò qui, a casa mia. D'altronde non ho mai abbandonato i miei siti. Così ritorno con una poesia.
LA COLLANA
Amore splendente
poi non so come
questo amore luminoso
non so proprio come
è diventato una collana
che tenevo nel cassetto
vicino al letto
perle preziose
perle lacrimose
era quello che mi era rimasto di te
ho pensato
proviamo a cambiare
poi non so come
ma non so proprio come
la collana è rimasta nel cassetto
non ho più giocato
con le perle preziose
le perle lacrimose
la collana è rimasta nel cassetto
dei ricordi cancellati
e il cambio
è stato uno scambio
uno scambio di fuoco
che non poteva
proprio non poteva
diventare una collana
Paola Tassinari alias Teoderica
LA COLLANA
Amore splendente
poi non so come
questo amore luminoso
non so proprio come
è diventato una collana
che tenevo nel cassetto
vicino al letto
perle preziose
perle lacrimose
era quello che mi era rimasto di te
ho pensato
proviamo a cambiare
poi non so come
ma non so proprio come
la collana è rimasta nel cassetto
non ho più giocato
con le perle preziose
le perle lacrimose
la collana è rimasta nel cassetto
dei ricordi cancellati
e il cambio
è stato uno scambio
uno scambio di fuoco
che non poteva
proprio non poteva
diventare una collana
Paola Tassinari alias Teoderica
mercoledì 27 gennaio 2016
LA FOGLIA IN CIMA ALL'ACACIA
si vanta:
Ma passa di li' una giraffa
col collo che in alto si slancia,
e vede la foglia e l'arraffa,
la mastica e manda giù in pancia.
E scende la foglia superba,
giù giù lungo il collo si tuffa,
si mescola all'umile erba,
in pancia alla mite giraffa
Roberto Piumini
Etichette:
arte,
giraffa,
immagini,
poesie,
Roberto Piumini
venerdì 15 gennaio 2016
LA PEONIA E' UN FIORE CHE PARLA
Un giorno, tanti anni fa, un'anziana signora mi regalò un cespuglio di fiori da piantare nel giardino, erano rosa, a me parevano splendidi, un dono meraviglioso, mia madre mi disse:
"Sono peonie, sono brutte non sono come le rose, buttale via."
Io mi lasciai influenzare dalle sue parole, gettai le peonie anche se già le amavo, anche se mi piacevano più delle rose.
Ancora oggi le rimpiango.
Anni dopo, alla presentazione del mio primo romanzo mi hanno regalato una grande peonia rosa che io ho essicato a testa in giù ed ora sta là in bella vista fra cartoline e foto, come se per me non potessero più esistere piante di peonie fresche ma solo recise o secche, quello che io avevo fatto tanto tempo fa con loro.
Le ho pure messe come foto d'apertura per il blog, peonie bianche,ora le ho tolte, mi sono perdonata per il cespuglio che avevo fatto morire.
Il fiore della peonia è tra i più venerati in Oriente da migliaia di anni come portatore di fortuna e di un matrimonio felice. Appariscente, lussureggiante, elegante incarna amore e affetto, prosperità, onore, valore, nobiltà d’animo e, in piena fioritura, pace.
Dolcemente profumata e di lunga durata, è definita "rosa senza spine".
Le peonie bianche sono il simbolo tradizionale delle giovani ragazze che si sono distinte per bellezza, ma soprattutto per arguzia; quelle rosse sono il simbolo erotico dei genitali femminili, per cui quando scende la rugiada, che rappresenta lo sperma, il fiore si apre.
La peonia simboleggia anche la timidezza e la vergogna: la tradizione narra che le ninfe utilizzavano petali di peonia come rifugio sicuro, per proteggere loro stesse dai pericoli.
La peonia fu al centro di numerosissimi miti e leggende: tanto per riportare un esempio, la peonia personifica le lacrime versate da Diana, dea della caccia, quando ella capì di aver ucciso il suo amato con la freccia.
Nell’antichità inoltre, era ritenuta una pianta degli dèi, capace di cacciare gli spiriti maligni e proteggere dagli incubi notturni, utilizzata dai marinai come amuleto portafortuna per proteggersi dalle tempeste e capace di proteggere dai furti, se utilizzata coni fiori secchi collocati dove si mettono le chiavi di casa.
Nel Medioevo, la peonia veniva consigliata alle partorienti al fine di allontanare gli spiriti maligni: chiaramente, tutto ciò ricade nella superstizione antica popolare...ma siamo sicuri che nella superstizione non ci sia anche un pizzico di vero?
Ora stanno tornando di moda le rose antiche che veramente assomigliano tanto alle peonie, con la moltitudine di petali tondeggianti, in occidente la rosa è la regina dei fiori, come se noi non fossimo felici senza un po' di spine, mentre gli orientali si sono scelti come loro regina dei fiori, la peonia che è bella quanto la rosa ma ha lo stelo senza spine.
Peonie, rose esagerate, rose
dionisiache, rose in guardinfanti,
rose superbe simili ad infanti
che si specchiano in differenti pose.
Odalische che ignude e voluttuose
prendono il bagno, tra gli specchi astanti
uguali a grandi eunuchi non curanti,
nei vasi di maioliche preziose.
Rose incinte di rosso (oh ombelicato
ventre d’estasi). Il loro lieve odore
dà come il sentimento di frescure
d’un languido crepuscolo rosato
dopo la pioggia, quando canta un gallo,
o d’un placido specchio di cristalli
Corrado Govoni
"Sono peonie, sono brutte non sono come le rose, buttale via."
Io mi lasciai influenzare dalle sue parole, gettai le peonie anche se già le amavo, anche se mi piacevano più delle rose.
Ancora oggi le rimpiango.
Anni dopo, alla presentazione del mio primo romanzo mi hanno regalato una grande peonia rosa che io ho essicato a testa in giù ed ora sta là in bella vista fra cartoline e foto, come se per me non potessero più esistere piante di peonie fresche ma solo recise o secche, quello che io avevo fatto tanto tempo fa con loro.
Le ho pure messe come foto d'apertura per il blog, peonie bianche,ora le ho tolte, mi sono perdonata per il cespuglio che avevo fatto morire.
Il fiore della peonia è tra i più venerati in Oriente da migliaia di anni come portatore di fortuna e di un matrimonio felice. Appariscente, lussureggiante, elegante incarna amore e affetto, prosperità, onore, valore, nobiltà d’animo e, in piena fioritura, pace.
Dolcemente profumata e di lunga durata, è definita "rosa senza spine".
Le peonie bianche sono il simbolo tradizionale delle giovani ragazze che si sono distinte per bellezza, ma soprattutto per arguzia; quelle rosse sono il simbolo erotico dei genitali femminili, per cui quando scende la rugiada, che rappresenta lo sperma, il fiore si apre.
La peonia simboleggia anche la timidezza e la vergogna: la tradizione narra che le ninfe utilizzavano petali di peonia come rifugio sicuro, per proteggere loro stesse dai pericoli.
La peonia fu al centro di numerosissimi miti e leggende: tanto per riportare un esempio, la peonia personifica le lacrime versate da Diana, dea della caccia, quando ella capì di aver ucciso il suo amato con la freccia.
Nell’antichità inoltre, era ritenuta una pianta degli dèi, capace di cacciare gli spiriti maligni e proteggere dagli incubi notturni, utilizzata dai marinai come amuleto portafortuna per proteggersi dalle tempeste e capace di proteggere dai furti, se utilizzata coni fiori secchi collocati dove si mettono le chiavi di casa.
Nel Medioevo, la peonia veniva consigliata alle partorienti al fine di allontanare gli spiriti maligni: chiaramente, tutto ciò ricade nella superstizione antica popolare...ma siamo sicuri che nella superstizione non ci sia anche un pizzico di vero?
Ora stanno tornando di moda le rose antiche che veramente assomigliano tanto alle peonie, con la moltitudine di petali tondeggianti, in occidente la rosa è la regina dei fiori, come se noi non fossimo felici senza un po' di spine, mentre gli orientali si sono scelti come loro regina dei fiori, la peonia che è bella quanto la rosa ma ha lo stelo senza spine.
Peonie, rose esagerate, rose
dionisiache, rose in guardinfanti,
rose superbe simili ad infanti
che si specchiano in differenti pose.
Odalische che ignude e voluttuose
prendono il bagno, tra gli specchi astanti
uguali a grandi eunuchi non curanti,
nei vasi di maioliche preziose.
Rose incinte di rosso (oh ombelicato
ventre d’estasi). Il loro lieve odore
dà come il sentimento di frescure
d’un languido crepuscolo rosato
dopo la pioggia, quando canta un gallo,
o d’un placido specchio di cristalli
Corrado Govoni
domenica 10 gennaio 2016
TROVATO COTTO E MANGIATO la piantaggine
La piantaggine cresce ovunque in quantità, pochi la raccolgono molti non la credono mangiabile, eppure questa erba povera, chiamata anche lingua di cane, è commestibile. Questa pianta compare ai primi soli di febbraio, per cui è una delle prime erbe a spuntare, ma è anche una delle ultime erbe a cedere alla morsa del gelo. Un’antica leggenda parla di una dama bellissima la quale offriva ospitalità e cibo a tutti i viandanti e costoro si innamoravano di lei ma alla fanciulla nessuno di loro faceva battere il cuore. Un giorno, finalmente, bussò alla porta del castello un giovane bellissimo che circondò di attenzioni sia la giovane che la nutrice. Diceva alla damigella: “Mi incantano la tua figura snella e la tua delicata bellezza” e all’anziana “Ammiro nella donna la rotondità e le forme tornite”. Dopo una sontuosa cena il giovane e la giovinetta danzarono fino all’alba ed egli le dichiarò il suo amore che la fanciulla accettò. Il giovane partì per andare a chiedere a suo padre di benedire il suo matrimonio. “Tornerò prestissimo, sarò vestito come un principe e la nostra vita sarà meravigliosa...” Partì, ma non tornò mai più. La bella e la balia lo attesero a lungo sui bordi della strada tutti i giorni, finché non misero radici e divennero piantaggine lanceolata e piantaggine maggiore dalle foglie più larghe. La piantaggine si può usare sia cruda che cotta, le foglie esterne vanno eliminate perché sono un po’ coriacee, sono buone anche cotte, hanno lo stesso uso degli spinaci. Pare sia molto buona la vellutata di piantaggine con ortiche (altra erba selvatica), dopo aver lavato bene le piante si spezzettano e si rosolano dolcemente nell’olio, si aggiunge acqua, sale e si lascia bollire sino a cottura, si frulla il composto e lo si serve con olio crudo e crostini di pane raffermo. Io uso la piantaggine con altre piante povere come gli strigoli e i rosolacci , le faccio bollire per un quarto d’ora, le scolo e le spadello con olio, sale e pepe e cubetti di pancetta o bacon. Questo ripieno lo metto sulle piadine (si comprano al supermercato in sacchetti da cinque pezzi, comprate quelle larghe e sottili che si piegano e arrotolano non le classiche che si spezzerebbero) che poi piego a metà, ecco pronto un buon crescione che metterete sul grill per cinque minuti per riscaldarlo bene (la piadina va sempre mangiata calda)… mangiatelo con un bicchiere di vino Sangiovese.
martedì 5 gennaio 2016
LA VERA BEFANA
Girando per il web ho trovato la vera immagine della Befana. Un tempo antico la Befana era una Dea legata ai cicli della Luna e all'acqua. Detentrice della vita e della morte, talmente potente da scatenare guerra o amore, talmente bella, una bellezza pura e sensuale, libera e intelligente da spaventare l'uomo che per sprezzo la rese una megera. Non mi credete? Informatevi un poco, ne scoprirete delle belle.
Iscriviti a:
Post (Atom)