martedì 31 gennaio 2017
domenica 29 gennaio 2017
VIAGGIO IN FRANCIA VII
La mattina mica si poteva dormire, no, alzarsi presto e partire per
Montségur era l’imperativo, almeno ho ottenuto di fare la colazione con
calma, cioè mangiare ogni ben di Dio sulla terrazza con vista
ineguagliabile. Comunque siamo partiti allegramente lungo un tragitto da
sogno, colline e colline tutte impiantate di girasoli, ovunque guardavi
solo giallo, verde e il blu del cielo terso, non facevo altro che
girare gli occhi da una parte all’altra estasiata e spiritualmente
pronta a visitare la rocca che fu l’ultimo baluardo della resistenza
catara, dove la grande Esclarmonda, dice la leggenda, si tramutò in
colomba portando con sé il tesoro nascosto nel castello, si racconta che
fosse il favoloso graal… pensandoci il graal non può essere che lo
Spirito Santo, chissà forse in qualche persona che ha la “grazia”, lo
Spirito Santo ha modo di espandersi meglio… mah non so proprio. Piano,
piano, le colline sono diventate montagne ed è apparsa la cima su cui
una spessa nebbia afosa, ci nascondeva la vista il castello. Siamo scesi
dall’auto, per assaporare la storia che stavamo per incontrare,
stranamente non mi sentivo lontana da casa, mi sentivo invece… a casa.
Alcuni ritengono che il Castello di Montségur sia stato in origine,
molto prima che fosse restaurato ed utilizzato dai catari (1200 circa),
un tempio solare, un fatto è certo: i siti sacri sorgono su luoghi dove
l’incontro con la natura, il sasso e l’acqua si armonizzano e di solito
rimangono tali nel tempo. Pierre-Roger de Mirepoix era il comandante
della guarnigione di Montségur, la montagna protetta, sede dell’ultimo
vescovo cataro, l’ultima roccaforte degli eretici e ho capito il perché:
quando ho affrontato un’erta scoscesa (e una discesa scivolosa e
pericolosa), per raggiungere il castello non facevo che ripetere … mon
Dieu mon Dieu. Questo castello era un proprio un nido d’aquila, mi
chiedo come hanno fatto a costruirlo e soprattutto ad assediarlo e a
conquistarlo. L’assedio fu eseguito da mercenari baschi, molto
determinati, abili e senza pietà riuscirono ad accamparsi a meno di
cento metri dalle mura, poi riuscirono a scalare la parete vertiginosa,
conquistando il castello e i catari si arresero; sia gli attaccanti che i
difensori erano stremati. Al termine di un assedio era usanza trattare
il rilascio di prigionieri e ostaggi: i capi catari avevano chiesto e
ottenuto di avere due settimane di tempo, allo scadere delle quali si
sarebbero consegnati… cosa dovevano fare? Forse dovevano meditare se
abiurare l’eresia ed essere salvi o mantenere la loro fede ed essere
bruciati. All’alba di mercoledì 16 marzo 1244 i soldati crociati
prelevarono gli eretici da mettere al rogo. Qui ci si può inoltrare, a
piedi, lungo il cammino dei Bonshommes (i catari erano detti anche buoni uomini o perfetti), che parte da
Foix nell’Ariège (Pirenei francesi) e arriva a Berga in Catalogna
(Pirenei spagnoli), via Montségur, era il tragitto in cui i catari si
muovevano per predicare il Vangelo…..Lo metto su senza neppure averlo
letto…un rischio o un merito…lo diranno i lettori…ho visto solo una
parola ” i Catari”…comanda la Francia…

martedì 24 gennaio 2017
VIAGGIO IN FRANCIA VI
”Girovagando qua e là, nella cittadella di Carcassonne, in mezzo alle
merci di ogni tipo, si possono notare silenziose viuzze da cui sbucano
suore o associazioni dedite alla beneficenza. Abbiamo cenato in un
ristorante che ci ha consigliato il nostro ospite irlandese, dove, amici
lettori ho mangiato benissimo, ma mi son “ingozzata” per il troppo
cibo. Ho avuto l’idea di prendere il loro piatto tipico, il famoso
cassoulet, conteneva: salsiccia, pancetta affumicata, maiale salato,
pezzi di oca, di montone, di anatra, inoltre zampetto di maiale e pezzi
di cotenna di maiale. Il tutto condito da fagioli e sugo di pomodoro, in
una serata afosa di luglio, da sfinirmi. Tra l’altro il pasto era
innaffiato da ottimo vino, della zona è ricca di vigneti. Come ho già
scritto Carcassonne è molto frequentata da turisti, nonostante gli
ultimi attacchi terroristici avvenuti in Francia, l’atmosfera era
tranquilla, l’integrazione con gli islamici mi sembra esista, non
c’erano perdigiorno, solo qualche zingara elemosinante vicino alle
chiese. Il mercato ricco e colorato è gestito da magrebini e indiani, si
vende ancora la stoffa a metro, bellissimi rotoli di tessuto
coloratissimi. In questa atmosfera gaia e rilassata risultavano un po’
inquietanti i militari equipaggiati di fucile in spalla a ispezionare
controllando i vari luoghi, almeno due volte al giorno. Di Carcassonne
vi ho raccontato ormai tutto. Ho tenuto per la fine del racconto due
ciliegine: la cattedrale, dentro alla cittadella, di Saint-Nazaire e
Saint-Celse e la cattedrale, fuori alle mura, di Saint-Michel.
Quest’ultima si presenta imponente, con una torre e un bel rosone: fu
costruita per ordine del re Luigi IX nel 1247 durante l’incendio
appiccato dalle truppe del Principe Nero (cioè Edoardo di Woodstock ,
principe di Galles, definito il “Principe Nero”, episodio che risale a
due secoli dopo la sua morte. Probabilmente dovuto ai francesi, che
avevano subito i suoi attacchi). La chiesa di San Michele uno dei pochi
edifici rimasti in piedi e oggi è ben integrata nel substrato urbano.
E’ il cuore del mercato che si tiene nei suoi pressi. E’ fuori da ogni
dubbio, che la cattedrale di Saint-Nazaire e Saint-Celse valga il
viaggio sino a Carcassonne .Merita di essere vista; le bellissime
vetrate del transetto tra cui, nella cappella della Vergine quella
dell‘Albero di Jessé del XIII/XIV secolo, che illustra la genealogia di
Cristo. Quella della cappella della Croce, con l‘Albero della Vita, un
albero del paradiso i cui frutti donavano l‘immortalità e le vetrate a
rosone, un gioco di colori e di figure matematiche intricate fra
loro,ricordo sfumato dell l’arte islamica. Ma l’interno è pieno di opere
d’arte: una emozionante Pietà policroma, una rara, forse unica Trinità,
in cui il Padre è unito al Figlio tramite la lingua di Dio che si
tramuta in una colomba.Lo Spirito Santo e uno strano e intricato
manufatto chiamato: “Pierre du siège”; si tratta di un frammento di
bassorilievo di un sedile della prima metà del XIII secolo. Diverse sono
le ipotesi, forse rappresenta la morte di Simon di Montfort, ucciso
fuori dalle mura di Tolosa.E’ possibile, appunto, che sia uno dei pezzi
della tomba del capo della crociata contro i catari. Tutto ciò mi ha
come catapultato in una specie di estasi a bocca aperta, contribuendo a
ciò, il sagrestano claudicante e con una giacca/grembiule bordeaux, che
riforniva di lumini la statua di Sant’Antonio da Padova. Illuminata a
giorno, mi ha ricordato Quasimodo, il gobbo di Notre Dames de Paris, e
io non potevo che essere… Esmeralda. Uscendo ho notato infissa, tra un
anfratto delle mura esterne, il simulacro di un gufo o una civetta,da
suggerire che le idee possono stare nascoste, ma prima o poi escono alla
luce.
mercoledì 18 gennaio 2017
VIAGGIO IN FRANCIA V
Siamo giunti a Carcassonne, nel primo
pomeriggio e ci è subito apparso là in alto il fantastico castello delle
favole, la cittadella fortificata, con le massicce mura merlate, i
ponti, i torrioni, le alte porte, ma soprattutto quei “comignoli
appuntiti” quasi di colore blu che svettano sui torrioni. Abbiamo preso
alloggio in un bed and breakfast: Guest House, a pochi passi di distanza
dal centro città con vista mozzafiato direttamente sul castello,
indimenticabile la gustosa colazione (preparata direttamente dal
proprietario, un irlandese che ci ha trattati come fossimo ospiti
graditissimi, quasi di famiglia, servendoci con un antico vassoio
d’argento) sulla splendida terrazza ammirando il panorama fiabesco. La
città fortificata di Carcassonne presenta uno straordinario sistema di
mura che circondano il castello e gli edifici annessi, le sue stradine e
la magnifica cattedrale gotica di Saint-Nazaire e Saint-Celse. Le
impressionanti fortificazioni, raggiungono la lunghezza di tre
chilometri e sono protette da ben 52 torri, dentro a queste mura ci
vivono e lavorano molte persone, dedite a gestire negozi di souvenir,
ristoranti ecc., ricorda un poco San Marino ma l’atmosfera sebbene
turistica ha un sapore antico, un qualcosa di magico le è rimasto
impresso. Carcassonne è un castello cataro, al termine della crociata
contro gli eretici (appunto i catari, che credevano a un Dio cattivo e a
un altro buono, poi esagerarono perché si opposero anche alla famiglia e
alle nascite in quanto ritenendo il corpo parte del Dio cattivo),
Carcassonne cadde nelle mani dei crociati, ma forse le “idee buone” dei
catari, al netto dagli eccessi, si tramandarono a lungo e sono
riscontrabili tutt’oggi. All’inizio del XIX secolo, la cittadella era
una fortezza semi-distrutta, bisognerà attendere la seconda metà del XIX
secolo perché, sotto la direzione del famoso architetto Viollet le Duc,
vicino agli ambienti, chiamiamoli “massonici”, per intendere chi cerca
di operare con dovere e fraternità verso il bello e il giusto, alla fine
non sarà un caso che a Carcassone ogni anno, il 14 luglio, in occasione
della festa nazionale francese, presa della Bastiglia, e sulle
relazioni fra Massoneria e Rivoluzione francese si è discusso a lungo,
batterie di fuochi d‘artificio illuminano la cittadella per una ventina
di minuti con una grande festa. E non sarà neppure un caso che a
Carcassonne abbia la base Il 3º Reggimento Paracadutisti di Fanteria di
Marina, reggimento di fanteria appartenente all’Esercito francese.
Carcassonne è una meta francese molto visitata, seconda solo a Parigi ed
è Patrimonio dell‘Umanità Unesco.
venerdì 13 gennaio 2017
VIAGGIO IN FRANCIA IV
Ed eccomi qua, non considero uno scandalo, anche se fosse la verità, che
la Maddalena possa aver partorito un figlio di Gesù, quando avevo
sei/sette anni, frequentavo assiduamente la chiesa, durante le omelie,
che mi annoiavamo, pensavo alla bontà di Gesù, a come era bello e mi
domandavo perché la Chiesa non lo facesse sposare con la Maddalena, mi
sembravano una coppia tanto bella. Lo so che ribalterebbe molte cose, ma
la Chiesa si basa sulla Fede e questa è amore allo stato puro e il
Pontefice odierno ha sdoganato l’amore fisico, se amore vero fatto di
stima e rispetto. Comunque non è vero, come molti ripetono il
“complotto” con cui la Chiesa Cattolica avrebbe cercato di nascondere il
ritrovamento di certi testi apocrifi, come non ha mai nascosto la
“Legenda aurea”, testo che parla di molte altre cose “favolistiche”
oltre che della Maddalena arrivata con altri discepoli in Francia.
Inoltre Papa Francesco ha da poco istituito la festa di Santa Maria
Maddalena e credo proprio per rivalutare la bellezza della donna, oggi
svilita e snaturata. Gesù amava la Maddalena, a cui appare per prima,
dicendo però…Noli me tangere (non mi toccare), così come oggi fanno
certi sacerdoti se sono castamente baciati sulle guance da una donna,
non per repulsione ma per non essere indotti in tentazione, si sa la
carne è debole e Gesù era anche vero uomo, ciò sta a significare che
Gesù amava moltissimo ma solo castamente la Maddalena, e quest’ultima
sarà stata una brava evangelizzatrice come gli uomini, sì nella Chiesa
ci sono solo preti, ma la schiera umile e insostituibile delle suore
dove la mettete? La basilica ha tre navate con linee gotiche, è
imponente, presenta una suggestiva cripta che ispira religiosità, col
forse presunto teschio di Maddalena e con vari sarcofagi molto belli tra
cui uno con pasciuti angeli/eros simili a quelli che si trovano in San
Vitale a Ravenna. Il mio sarcofago preferito presenta dei delfini dalle
linee delicatissime, e un volto cesellato che mi ricorda l’imperatore
Costantino, l’epoca corrisponde e l’imperatore era di casa nella
vicinissima Arles, comunque i sarcofagi appartengono a Santi non ancora
ben identificati, uno sicuramente è di San Massimino. Bellissima è la
pala d’altare esposta nella Cappella del Corpus Domini, in cima alla
navata sinistra. Si tratta di un’opera notevole, costituita da 16
medaglioni quadrati che si dispongono attorno ad un grande quadro
centrale, opera del pittore Antoine Ronzen, un Veneziano di origini
fiamminghe, raffigura le storie della Passione di Cristo, tra cui il
Colosseo, piazza San Marco a Venezia e il Palazzo dei Papi di Avignone.
Altro capolavoro due piccole vetrate, una in fondo alla navata, e
l’altra all’inizio, la prima è dedicata a San Michele Arcangelo e pare
intessuta di pizzo rosso e blu. San Michele è il cavaliere della
Maddalena e delle Madonne nere, Lui è sovente presente insieme a queste
raffigurazioni, combattente e protettore di queste insigni e altissime
Sante. Questa basilica è un luogo dove si respira trascendenza, anche se
avrebbe bisogno di un necessario restauro, ad esempio le colonne, che
sono piene di scritte e graffiti. Nelle chiese del sud della Francia i
Santi che più si ritrovano effigiati sono: Giovanna d’Arco, Maria
Maddalena, Sant’Antonio da Padova, San Rocco e Santa Germana, non manca
mai la Madonna di Lourdes. Il paese di Saint-Maximin-la-Sainte-Baume è
come dire pieno di cordialità, c’era un piccolo e assortito mercato dove
una signora molto gentile mi ha donato dei santini e una medaglietta
della Madonna, l’ho ritenuto un po’ strano perché in chiesa queste cose
si pagavano, ma ho accettato con un sorriso, ringraziando molto.
Un’ultima cosa la Maddalena non è la peccatrice e prostituta, con cui a
volte le persone si confondono, è Maria Maddalena o di Magdala, sorella
di Lazzaro, l’ossessa miracolata da Gesù, che ella seguì e assistette
con le altre donne fino alla crocifissione ed ebbe il privilegio di
vedere risorto, che secondo un‘antica tradizione greca, sarebbe andata a
vivere a Efeso, dove avevano preso dimora anche Giovanni, l’apostolo
prediletto, e Maria, Madre di Gesù, dove sarebbe morta. Quale sia la
verità in fondo non ha importanza è la Fede e l’Amore che conta.
domenica 8 gennaio 2017
VIAGGIO IN FRANCIA III
Prima di arrivare alla nostra meta, cioè Carcassonne, ci siamo fermati
in Provenza e precisamente nel piccolo paese di
Saint-Maximin-la-Sainte-Baume per visitare la basilica di Santa Maria
Maddalena considerata il terzo sepolcro più importante della cristianità
dopo quello di Gesù a Gerusalemme e di San Pietro a Roma. La tradizione
provenzale ci racconta che Santa Maria Maddalena morì in questo paese,
dopo aver vissuto in una grotta in eremitaggio e per custodire le
preziose reliquie, si costruì la Chiesa. Visito solamente la Chiesa che
ha come reliquia il cranio della Maddalena, ma mi sarebbe piaciuto
recarmi alla sua grotta, oggi piccola chiesetta, solo che per arrivarci
bisogna inerpicarsi per oltre un’ora di cammino su per la montagna e noi
siamo stanchi e accaldati. La leggenda, ma potrebbe essere anche la
verità racconta che a causa delle persecuzioni degli ebrei contro i
primi cristiani e in particolare contro gli amici più intimi di Gesù,
Maria soprannominata “la Maddalena” fu messa su una barca senza vela né
remi, con suo fratello Lazzaro, sua sorella Marta, le pie donne Maria
(madre di Giacomo) e Maria Salome, Massimino (uno dei 72 discepoli) e
alcuni altri. La barca arrivò incolume alle foci del Rodano in quel
luogo oggi chiamato Les Saintes Maries de la Mer. Il gruppo fu accolto
da una donna di nome Sara, che si dice essere d’origine egiziana e
zingara. Sara si convertì e ricevette il battesimo. Sarebbe diventata la
patrona degli zingari, è festeggiata dai gitani tutt’oggi, che
accompagnano il 24 e il 25 maggio in processione la statua di Sara,
vestita di innumerevoli abiti, forse una sessantina, portandola a
bagnarla nel mare. Mentre Maria (madre di Giacomo) e Maria Salomesi si
fermavano presso Sara, gli altri membri del gruppo si dispersero per la
Provenza. Maria Maddalena evangelizzò i marsigliesi sul sagrato del
tempio di Artemide poi andò a stabilirsi alla Sainte Baume per
trascorrervi gli ultimi anni della sua vita. Sainte Baume era da tempi
antichi un luogo di culto, sacro a divinità pagane. La Maddalena vi
passò gli ultimi anni della sua vita nella preghiera e nella
predicazione. Le città di Aix, Arles, Avignone, Brescia, Brignoles,
Efeso, Marsiglia, Tarascona e le Saintes Maries de la Mer, sono
direttamente o indirettamente connesse con tale tradizione. Da questa
tradizione, leggenda o verità Dan Brown, nel suo famoso romanzo “Il
codice da Vinci”, ha costruito tutta una trama in cui vede come oscura
la Chiesa, che avrebbe nascosto che la Maddalena era incinta di Gesù ed
avrebbe partorito, qui in terra di Francia, il bambino che poi sarebbe
diventato il capostipite dei re merovingi, dando inizio alla dinastia di
“sangue reale” che sarebbe il vero graal, nella prossima puntata vi
dirò ciò che penso di questo presunto scandalo.
martedì 3 gennaio 2017
VIAGGIO IN FRANCIA II
Certo che Sanremo è turistica, basta vedere le piccole spiagge
affollate, o il centro incasinato da auto, da persone che camminano in
gruppo con la cartina in mano, negozi di ogni genere tra il lusso e il
folk e naturalmente tanti venditori ambulanti di origine magrebina, ma
non c’è solo questo. Proseguo il mio giro a piedi visitando la chiesa di
Santa Maria degli Angeli, la chiesa in stile Barocco, spicca poiché è
in netto contrasto con le linee moderne del vicino Palafiori. La sua
facciata è riccamente decorata da stucchi, l’interno è ombroso e
rinfrescante, qui una giornalista mi intervista sull’ultimo attentato
dell’Isis, dove due uomini armati hanno fatto 7 ostaggi e sgozzato un
prete e un fedele; ho risposto che la Chiesa cattolica più aperta e
tollerante faccia un ulteriore gesto simbolico di indulgenza, togliendo
la raffigurazione di Maometto dall’inferno, si trova a Bologna in San
Petronio, mi ha ringraziato aggiungendo che il mio pensare era insolito e
propositivo, diversamente da chi all’odio rispondeva con l’odio. Avrei
voluto fare la salita verso il Santuario della Madonna della Costa, che
sale fra due ali di alberi, ma ero troppo stanca e poi ormai era tardi e
la Chiesa probabilmente chiusa, così mi sono limitata ad ammirarla dal
basso. Qui in questa parte di Sanremo, si respira spiritualità, questo
Santuario è molto amato ed è pieno di ex voto per grazie ricevute,
inoltre la Madonna di questo Santuario è ritenuta l’artefice della
salvezza e della prosperità della Città dei Fiori; infatti nel passato,
per la sua posizione geografica, per il suo clima, i suoi prodotti, è
sempre stata oggetto di assalti e di incursioni: i romani, i genovesi e
poi i saraceni e i pirati, ma si è sempre salvata per intercessione
della loro Protettrice. Sanremo ha una storia antichissima, dal tempo
dei greci, ne fa fede l’esistenza di leggende mitologiche greche e di
pratiche pagane. Questo Santuario si erge in un luogo sacro da millenni.
Al tempo dei Greci il luogo era chiamato Leucotea (Dea del Mare, dei
Greci).Nel terzo secolo a.C. con l’arrivo dei romani il nome cambia con
quello di Matuzia, derivato forse dal nome della Dea Matuta o della
“Gens Matucia” che, come accenna la storia, si faceva discendente della
Dea, tale nome rimane sino all’avvento del Vescovo cristiano Romolo
(600-700) da cui la città prende il nome di “Castrum Sancti Romuli”,
Città di San Romolo fino al XVI secolo, poi, per contrazione dialettale
divenne Sanremo. Dopo la morte di San Romolo gli abitanti scendono verso
il mare e costruiscono la città sulla collina detta “della Costa”, oggi
chiamata “Pigna” per la sua forma. E qui mi compro un buon gelato e mi
avvio verso l’hotel, notando nella zona più a sud di Sanremo una grande
piazza intitolata a Baden Powell, sicuramente a Sanremo ci sarà una
comunità di scout. Gli
insegnamenti di Baden Powell si sviluppano soprattutto nell’amare la
vita all’aria aperta, alla scoperta del creato incontrando Dio,
all’amicizia e all’accettazione del diverso. E con un
ultimo pensiero a me, che avrei tanto voluto essere una Giovane
Marmotta, apprendo che oggi si può diventare scout anche da adulti…
della serie mai dire mai.
Iscriviti a:
Post (Atom)