sabato 26 agosto 2017
STELLINA sedicesima puntata
Ormai quando Mario veniva da lei, non parlava neanche più, le bastava tenere la sua mano tra le sue per sentirsi felice e gli guardava le sue belle labbra carnose e sognava che lui la baciasse. Voleva tanto che lui la baciasse, anche se sentiva forti sensi di colpa per questo, il desiderio di un suo bacio era talmente tanto, che fu lei che avvicinò le sue labbra a quelle di Mario,
e lì si incollarono senza riuscire più a staccarsi. Per quanto tempo si
baciarono? Certamente a lungo, Stellina aveva la testa invasa da
scariche elettriche, la colonna vertebrale che fremeva, lo stomaco invaso da piccoli deliziosi spilli, entrambi si trovano in una dimensione spazio/tempo altra, risucchiati da un buco
nero che illuminavano con le loro scariche elettriche. Fulmini, saette,
lampi, tuoni erano nulla in confronto all'energia scaturita da questo
bacio, in una camera d'ospedale, dove un bimbo di pochi giorni, guardava con occhi ancora non accesi i due amanti. Stellina, dopo il bacio,disse a Mario che era arrivato troppo tardi,
che ormai lei era sposata, con un bambino, che non poteva esserci fra
loro che quell'unico bacio, lui era arrivato troppo tardi o forse
Stellina aveva sbagliato a non aspettarlo, in tutti i casi era ormai
troppo tardi. Mario aveva nove anni più di lei, era un bel ragazzo dai
capelli neri e i basettoni da hippy, era del sud, del Gargano e come
quella terra baciata dal sole anche Mario era dolce e luminoso. Era
molto educato, vestiva in modo accattivante, era un giovane ma bravo
medico, che aveva lasciato con vero dolore la sua terra.
lunedì 21 agosto 2017
STELLINA quindicesima puntata
Ora tutti erano felici, il bimbo era sano ed era un maschio, per una famiglia, quella dei genitori di Stellina, che contava quattro femmine era un bel risultato. Il marito poi era contento pure lui, perché Stellina stava riprendendo velocemente tutta la sua avvenenza e il marito ora la guardava con occhi desiderosi. Ma cosa era successo a Stellina? La fanciulla stava diventando ogni giorno più radiosa, la felicità per la nascita del suo bambino, il riposo, sì perché Stellina aveva sempre dovuto lavorare molto ed ora il riposo e il cibo leggero, per via delle coliche renali, le davano da mangiare té, senza biscotti e un pezzo di stracchino senza né pane, nè grissini, la rendevano radiosa e i chili in più erano scomparsi tutti, così velocemente che pareva impossibile. Ma c'era un altra cosa. C'era Mario il ginecologo, il medico che l'aveva salvata, lei e il suo bambino, che stava ore al suo capezzale, finito il turno di lavoro, arrivava da Stellina e lei parlava, parlava, parlava, con Mario e la sua solitudine era ormai solo un ricordo. Stellina si sentiva felice, attorno a lei percepiva amore, l'amore di Mario. Ora capiva cosa voleva dire sentirsi veramente amata. Certo era un peccato mortale, appena madre, da sei mesi sposata e già aveva voglia di tradire il marito.
mercoledì 16 agosto 2017
STELLINA quattordicesima puntata
All'ospedale la
visitarono,
le dissero che il parto non era aperto, che erano coliche renali, che
il bimbo per ora non sarebbero nato. Il marito e la mamma tornarono a
casa e Stellina restò sola. Sola come lo era sempre stata. Dopo un paio
di ore dal ricovero, Stellina peggiorò, ora i dolori erano
inimmaginabili, atroci. La rivisitarono, il parto si era aperto, il
bimbo era pronto per uscire. La portarono frettolosamente in sala parto,
sola con l'ostetrica, ma poi arrivò il marito, che ora era molto
premuroso, incapace di sostenere il dolore evidente
di Stellina, se ne stava fuori dalla porta con le urla di lei che
rimbombavano sino al reparto. Che urla strazianti faceva Stellina.
Arrivò anche la madre, in sala parto, con le mani al viso... oh che
dolore, oh che dolore a vedere la mia bambina ridotta così. E se ne
stava da una parte incapace di prendere la mano di Stellina per
rincuorarla, al punto che Stellina fu costretta a scansarla. La madre
con la faccia spaventata, la terrorizzava, la impauriva,
le toglieva quel po' di coraggio per spingere. Spingi, spingi, le
dicevano e lei lo faceva, ma come poteva avere forze con la febbre a
41°? Le ore passavano e Stellina ora non urlava più, gemeva
sommessamente, non aveva più forze per lottare, neanche il pensiero per
la salvezza del figlio la scuoteva. Semplicemente era finita, era
finita, era finita. Fu allora che la porta si aprì, entrò un giovane,
giovanissimo medico... che succede qui dentro? Lo disse in maniera
imperiosa, mentre l'ostetrica lo guardava spaventata. In un ultimo
sforzo, Stellina si aggrappò al braccio del ginecologo e disse
supplicante... aiutami. E il giovane medico la guardò con amore, sì un
amore istantaneo, nato in un attimo, e Stellina lo guardò pure lei con
amore. Il ginecologo prese la situazione in mano, accarezzò Stellina,
con buone e dolci parole, le disse... ora spingi ora. E uscì con dolore
la testa e poi velocemente tutto il corpo. Era un maschio, coi capelli
neri, neri, sporco di sangue ma già tanto bello. Stellina lo guardava e
non si capacitava del miracolo... un miracolo bellissimo. Certo aveva
ancora le coliche e la febbre certo non era scesa, ma la potenza della
felicità la faceva sentire come se stesse bene, non sentiva più né i
dolori né la febbre. Poi cercò con lo sguardo il medico, uno sguardo
d'amore, che si rifletteva negli occhi di lui, era come se il bambino
appena nato fosse suo e di lui, che il marito non ne facesse parte.
venerdì 11 agosto 2017
STELLINA tredicesima puntata
Era una Venere tornita ora era un fagotto dall'enorme
ventre, farai due gemelli le dicevano. Poi c'era la famiglia, che
l'additava, pregna
prima di essere sposata, vergognati, e Stellina si sentiva in colpa e
lavorava il doppio col suo povero pancione spropositato, per farsi
perdonare il suo atto d'amore. A sedici anni aveva perso tutta la sua
bellezza, i ragazzi che prima la desideravano ora le dicevano sembra che
tu abbia già trent'anni. Per la famiglia era un'onta e un peso, per il
marito pure era un peso, si era sposata col pancione, lui l'aveva comunque portata
all'altare, più per coscienza che amore. Dolore, solo dolore per la sposa
sedicenne, il viaggio di nozze, fu un lunedì piovoso di fine giugno, al
mare a mangiare sarde e pomodori.
Stellina avrebbe voluto mangiare al posto dei pomodori degli zucchini
fritti, ma il marito le disse che a casa li mangiava tutti i giorni, che
era meglio prendere i pomodori e lei non ebbe il coraggio di dire che
desiderava tanto quegli zucchini. Il martedì era già al duro lavoro. Un
lavoro faticoso che ben presto la portò alla malattia. Sempre peggio
stava con febbricciatole e dolori alla schiena, fino a che verso gli
otto mesi di gravidanza, le prese una febbre alta, non le restò che
mettersi dolorante a letto, sola e con una gran voglia di aranciata. Le
pareva che se avesse bevuto un'aranciata il dolore sarebbe scomparso. Le
pareva che se avesse bevuto un'aranciata avrebbe tranquillizzato il suo
bimbo. Tranquillo bimbo mio, ce la farò, guarirò, ti salverò. Ma la
febbre cresceva, cresceva, sino ad arrivare a 41° e Stellina
aveva dolori fortissimi. Non può essere il parto, non hai perso le
acque, e sei solo di otto mesi, non può essere il parto. Ma Stellina
stava sempre peggio, la portarono all'ospedale, povero fagotto informe
di sedici anni e che pareva ne avesse quaranta.
domenica 6 agosto 2017
STELLINA dodicesima puntata
Come fare? Doveva scegliere qualcuno a cui lei riuscisse a far girare la testa, in modo tale che lui avesse fatto tutto ciò che
lei voleva. Stellina pregava e chiedeva aiuto lassù, fra le stelle sue
sorelle, che l'aiutassero in questa idea pazzerella. Stellina era stanca
di baciare, esausta e soprattuto disillusa, non avrebbe mai trovato il
bacio con le stelline, quello in grado di dare la scossa alla sua kundalini, alle sue vertebre, alla sua spina dorsale, che rifletteva l'asse terrestre, quindi doveva creare un bambino, mentre aveva quello spirito verde e bambino, per riuscire a farlo diventare un guerriero... perchè solo a sedici anni poteva diventare mamma, giocando alla Madonna, stringendo al petto un bambino da baciare. Basta baciare ragazzi, basta ora voleva un bimbo da baciare. Scelse l'uomo che più l'amava, almeno credeva questo, ma che ne sapeva Stellina dell'amore, lei dava amore e in cambio era invidiata con livore, perché si può odiare e avversare anche chi ha il sorriso nel cuore. Ed ebbe il seme nel suo ventre, che amò subitamente.
Per questo seme, smise di fumare, non voleva avvelenare il suo
germoglio e mangiò pasti regolari, lei a volte anoressica, a volte
abulimica, sconfessò le diete e mangiò per due. Mangiò tanto formaggio e
bevve tanto latte perché il suo bimbo nascesse con uno scheletro
motorio forte e robusto. Così ingrassò ben 28 chili, e diventò brutta e
sformata, e l'uomo che credeva l'amasse, la scartò, le disse brutta e grassa e sciatta sei diventata non mi piaci più.
RECENSIONE DEL ROMANZO "ALLA DERIVA" di Enrico Bante
Pensavo
di cavarci fuori un best-seller con i controcazzi... scrive
Enrico Bante in questo meraviglioso romanzo, Alla deriva. Beh,
un best-seller forse no, perché oggi non è più questione di
qualità, ma di quantità di denaro che si investe per ottenere
visibilità e quindi esistere, coi mi piace che determinano la
popolarità, ma un capolavoro, questo sì, Bante, con quel nome che
riecheggia il Poeta fiorentino, ma romagnolo di indole, dicevo, un
capolavoro Bante lo ha creato. Non sto a descrivere niente della
trama, che ti avvolge e ti cattura e ti fa andare a 300 all'ora,
mentre tu vorresti proseguire ai 30 per assaporare le descrizioni dei
personaggi e dei loro atti e tatti. Se imbocchi la strada di Alla
deriva, ti trovi seduto accanto a Sal Paradise, pseudonimo
di Jack Kerouac e inizi un
viaggio in cui non importa il comprendere, il capire, importa
viaggiare, scorrere le pagine del libro, sfracellarti in un muro o
salire in paradiso, ma avanti, sempre avanti. Ho letto questo libro,
con lo stesso piacere di quando ho letto Ulisse di James
Joyce, inizialmente senza capire un cazzo, ma avanti, sempre avanti.
Mi sono fermata solo circa a metà, mi sono detta - ma chi cazzo è
questo Bante? Ah ecco, un fumettaro-. Non serviva Umberto Eco
per sdoganare questo tipo di letteratura, basti pensare, ma non ci si
pensa, al fumetto Strumtruppen, la prima strip quotidiana
italiana, nota per essere una satira contro la vita militare e
il nazismo... Rende simpatici i soldati tedeschi,
pubblicato nel 1968! Improponibile per qualsiasi altro tipo di
scrittura, che verrebbe citata subito, senza neanche leggerla, di
negazionismo. Dopo essermi tolta la curiosità sullo scrittore, ho
proseguito ad oltranza questo romanzo e diversamente che trovarlo
surreale l’ho trovato specchio della società di oggi. Società
avvoltolata in una specie di nichilismo alla Marchese de Sade, dove
si può fare di tutto, perché se ti viene l'idea vuol dire che è
naturale e si può fare. Eppure, eppure vi è tanto amore, tanta
amicizia, tanta purezza e la scintilla del vero sacro, che
è sempre conquistato con fatica, dolore, peccati, comprensione e non
da una semplice scampagnata in Oriente. Da tenere in biblioteca in
mezzo ai Classici, vicino al Don Chisciotte.
Paola Tassinari
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mercoledì 2 agosto 2017
EMOZIONARSI ANCORA di Maria Antonietta Laguardia
Emozionarsi ancora, di Maria
Antonietta Laguardia é una raccolta di poesie che ti pigliano al
cuore e allo stomaco. Poesie che fanno riflettere sulla grande
capacità d'amore che hanno le donne. Innamoramento, amore, eros,
sogno, darsi e donarsi per restare con un pugno di mosche in mano.
Soffrire, morire, ma non arrendersi, con quell'ancora
ripetuto più volte, che si trova nel titolo e in altre poesie della
raccolta. Ancora, ancora, un'altra volta, quando si è amato sul
serio non se ne può più fare a meno e quell'ancora
diventa un'ancora che ti zavorra a quel
frullio di farfalle nello stomaco che ti fanno
sentire viva e pulsante, senza quei mulinelli e battiti dentro di te,
ti senti incompleta. Ho letto le poesie avidamente ed ecco che
mi si accende una lampadina in testa, l'aforisma
dello scrittore inglese William Golding, mi
pare calzi a pennello col sentire e poetare di Maria antonietta...“Io
penso che le donne siano sciocche, a pretendere di
essere uguali agli uomini,poiché loro sono di gran lunga superiori,e
lo sono sempre state. Qualunque cosa tu dai a una Donna, lei te la
renderà più grande. Se le dai il tuo sperma,lei ti darà un
bambino. Se le dai una casa,lei ti creerà un ambiente confortevole.
Se le dai del denaro per la spesa,lei ti preparerà un buon pasto. Se
le dai un sorriso,lei ti darà il suo cuore. Qualunque cosa le
dai,lei lo moltiplicherà per te”. Le donne quelle vere
autentiche sensibilissime che danno tutto, per
realizzare un sogno d'amore, ricevendo in cambio la realtà cruda e
nuda. Poesie da tenere sul comodino, non solo per un pubblico
femminile ma anche per quello maschile...sperando che possa servire
per una maggiore comprensione fra i due universi oggi più che mai
lontani.
NESSUNO E' PERFETTO... CRISI PERMETTENDO di Ersilia guarnieri
Nessuno è
perfetto…Crisi permettendo di Ersilia Guarnieri è un romanzo
che si legge d'un fiato, breve, intenso e liberatorio. La
protagonista è una signora sulla cinquantina, moglie e madre
esemplare, emblema di quel tipo di donna in gamba, di qualche
decennio fa, che con fatica e sudore si è costruita una solida
famiglia e una vita agiata. Appartenente a quel ceto borghese che si
è rimboccato le maniche, fatto di piccoli imprenditori che hanno
costruito l'Italia più vera e genuina. Ma quel piccolo mondo
antico, come ben conosciamo è andato in frantumi. Al suo posto
un mercato dell'apparenza, dell'avere tutto e subito senza ma e senza
scrupoli. La nostra signora in gamba, si ritrova a perdere
tutto, casa, lavoro e marito, grazie al nuovo che avanza, fatto di
diritti calpestati, arrampicamento e arricchimento sulla pelle degli
altri; sullo sfondo anche il tragico mercato degli organi. Si ritrova
a lavorare come cameriera, nuova schiava, sottopagata, trattata da
inferiore, nello splendido attico, dove abitano due fredde e gelide
donne, che nuotano nell'oro e nell'arroganza coi proventi di loschi
traffici; quegli stessi traffici che hanno tolto a lei il suo
benessere, che era stato conquistato con duro e onesto lavoro.
Emblematica è la descrizione di quando la nostra eroina smette
di truccarsi, non vuole più essere bella, desiderando solo di essere
invisibile. Si era sentita anacronistica, mentre prona raccoglieva i
cocci dei vetri, fra le gambe degli invitati della solita festa
settimanale, che si teneva nel lussuoso attico, quel trucco sul viso
la rendeva vulnerabile e soprattutto visibile. Ma poi si fa strada in
lei un'idea, che personalmente ritengo geniale e che mi fa sognare...
vorrei tanto che questo non fosse un romanzo ma un fatto vero. Lei
sarà più furba e intelligente, al di là del bene del male
ascoltando ciò che sente forte dentro di lei... fa giustizia da sé
in modo assai sensato. Da leggere, per una bevuta di sano e
liberatorio ottimismo.
martedì 1 agosto 2017
STELLINA undicesima puntata

Bacia questo, bacia quello, sì era piacevole a volte baciare labbra morbide, altre volte di meno, altre volte per niente, ma Stellina non trovava mai il bacio che cercava, mai e poi mai. Si sentì vecchia e sporca con tutti quei baci che aveva dato, anche se aveva solo quindici anni, ma soprattutto sentì che il tempo era scaduto, non c'era più il tempo per cercare chi cercava. Stellina sentiva che la vita non aveva più un senso, lei voleva diventare mamma, avere un figlio maschio, allevarlo, come sapeva lei, e combattere perchè lui finalmente fosse riuscito a trovare la sua anima gemella. L'anima che in migliaia di anni si era incontrata giusto un paio di volte, impresa improbabile, ma Stellina, siccome lei non c'era riuscita, avrebbe tentato col figlio. Doveva essere Stellina, che doveva incontrare, il guerriero della luce, ma lei non ce l'aveva fatta, l'ultimo suo tentativo, per migliorare questo mondo che era sempre più buio, era partorire un figlio e rendere lui guerriero della luce, capace di ritrovare la sua parte femminile mancante. Era ciò che poteva fare per ricreare armonia nel mondo, Stellina doveva scegliere uno dei tanti che aveva baciato e farsi mettere incinta.
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