domenica 15 agosto 2021

Vacanze romane 110°


Beda il Venerabile nella sua Storia ecclesiastica degli Angli (Historia ecclesiastica gentis Anglorum), la sua opera più nota, scritta nel 731, monumentale compendio della storia delle isole Britanniche - e non solo in ambito religioso – dall’epoca di Cesare al tempo dell’autore. Nel capitolo dodicesimo del quinto e ultimo libro (traduzione italiana di Giuseppina Simonetti Abbolito, Roma, Città Nuova Editrice, 329-335), infatti, San Beda riferisce, con ricchezza di particolari, un caso di visione dell’altro mondo particolarmente lucida e realistica, narratogli dalla viva voce di un confratello di colui che ne fu protagonista. Ciò che rende questo caso particolarmente impressionante è che il soggetto si trovava in stato di morte apparente, allorché fu colpito dalla visione dell’al di là http://www.accademianuovaitalia.it Betty lesse le parti riguardanti la visione dell’aldilà che partiva da un… che cosa hai fatto nella tua vita che ti sembri sufficiente? Poi il quasi morto vedeva davanti a sé l’inferno dantesco… un lato era terrificante per ribollire di fiamme, l’altro non lo era meno per una furiosa tempesta di grandine e neve, che soffiava con violenza e portava via ogni cosa. L’uno e l’altro erano gremiti di anime, che erano sbattute alternativamente di qua e di là come dalla violenza della tempesta (…) Quando il clamore avvicinandosi mi giunse più chiaro, vedo una schiera di spiriti maligni che trascinava cinque anime di uomini che si lamentavano e piangevano, mentre quelli saltavano e sghignazzavano trascinandoli nelle tenebre. Di questi uomini, per quanto potei scorgere, uno aveva la tonsura come un chierico, uno era un laico una era una donna: trascinandoli, gli spiriti maligni discesero in mezzo al baratro ardente, sì che allontanandosi essi sempre più, io finii per non distinguere con chiarezza il pianto degli uomini e il riso dei demoni, e tuttavia avevo ancora nelle orecchie un clamore confuso. Intanto alcuni spiriti oscuri salirono dall'abisso che vomitava fiamme; accorsero, mi circondarono e mentre fiammeggiavano con gli occhi, sputavano fuoco puzzolente dalla bocca e dalle narici appestandomi (…)Egli subito deviò il cammino verso destra e cominciò a condurmi in direzione del sorgere del sole invernale. Senza indugio mi portò via dalle tenebre e mi condusse dove il cielo era illuminato da una luce serena; e condotto all'aperto, vidi davanti a me un grandissimo muro che sembrava non aver fine né in altezza né in lunghezza. Cominciai perciò a chiedermi meravigliato perché ci avvicinassimo al muro, dato che da nessuna parte si vedeva porta o finestra o scala. Ma quando fummo arrivati al muro, non so come ci trovammo sulla sua sommità. Ed ecco che là c'era un campo larghissimo e bellissimo, pieno di tanta fragranza di fiori sbocciati che la soavità di questo profumo straordinario scacciò via tutto il fetore della tenebrosa fornace, che mi aveva investito (…) Quando tornando indietro arrivammo alle sedi beate degli spiriti biancovestiti, egli mi chiese: - Sai che cos’è tutto ciò che hai visto? - . Io risposi: - No -. E quello disse: - La valle che ai visto, orrida di fiamme ribollenti e freddo raggelante, è il luogo ove debbono essere esaminate  e punite le anime di coloro che, procrastinando la confessione e il pentimento dei peccati, che hanno commesso, si sono ridotti a pentirsi proprio al momento della morte e in questo stato escono dal corpo; costoro tuttavia, poiché almeno al momento della morte si sono confessati e pentiti, tutti nel giorno del giudizio giungeranno al regno dei cieli. Le preghiere dei vivi, le elemosine, i digiuni e specialmente la celebrazione delle messe giovane a che molti siano liberati anche prima del giorno del giudizio (..,) Quanto a te, dato che ora devi tornare di nuovo nel corpo e vivere tra gli uomini, se ti adopererai a sorvegliare le tue azioni con la massima cura e a conservare retto e semplice il tuo modo di agire e di parlare, riceverai anche tu dopo la morte un posto in mezzo a queste schiere felici di spiriti beati, che ora vedi. A Betty pareva di leggere la Divina Commedia, si disse, meglio chiudere qui e tornare agli angeli.  

  

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