L' ha conosciuto, girando giù e su, lungo i viali della stazione di una piccola città italiana.
Lui una checca di mezza età su un suv, cercava compagnia.
Thomas un ventenne brasiliano, arrivato in Italia in compagnia di una tardona che si era invaghita di lui.
Thomas sale sul suv.
È da qualche mese che si prostituisce, preferisce così.
Non ce la faceva più a sopportare la tardona.
Una maniaca del sesso era, lo abbracciava, lo accarezzava, lui aveva tanto bisogno d' affetto, e poi con la bocca vogliosa iniziava a leccarlo sul collo, sui capezzoli e poi più giù, più giù.
Non era mai sazia, sempre sesso e sesso.
Si prostituiva per guadagnare qualcosa, lui era un bel ragazzo, alto, dal fisico perfetto, con la pelle dorata e lucida, i muscoli guizzanti e gli piacevano i bei vestiti firmati.
Ma non era solo per i soldi, la tardona lo aveva talmente smagato che avvertiva un conato di vomito se la paragonava alle donne della sua terra.
Cercava un po' d' affetto dagli uomini, gli pareva che fossero più sensibili, meno affamati.
Thomas e Mario (la checca del suv) ora fanno coppia.
Mario ha i suoi problemi, è attratto solo dai giovani, quelli della sua età offendono il suo senso estetico molto pronunciato.
Thomas, sa bene come sbava per il suo corpo, ma almeno si occupa anche della sua persona.
Lo sta aiutando a regolarizzare la sua posizione in Italia.
Gli ha trovato un lavoro in un ricovero di anziani dove Thomas è letteralmente adorato per il suo calore e la sua disponibilità.
Lo aiuta a pagare l' affitto dell' abitazione... beh dovrà pure avere qualcosa in cambio.
Dimenticavo, quando Thomas è in "saudade" e non ha proprio voglia di fare all'amore, Mario si incazza e se ne va.
Ma poi gli manda una carica telefonica perché Thomas possa telefonare a casa dalla mamma.
O gli porta le sigarette o un cd di musica latina.
Oppure riesce a trovare ancora una serata per fare spettacolo, un tempo Mario aveva serate anche fuori regione, ha una bella voce.
In quelle sporadiche serate, mesto residuo di popolarità, Mario canta con gli occhi lucidi e Thomas piange.
Il racconto è frutto di fantasia. Eventuali somiglianze a fatti realmente accaduti sono puramente casuali.
8 commenti:
che parola splendida saudagi !
Cavoli Giardino,
sei un mostro, hai centrato in una sola parola tutto il mio raccontino...chapeau.
Eppure gran parte di noi, disposti senza scampo a navigare nel mare del web, siamo nella stessa condizione di Thomas. Dove il confine con la vita fatta di carne? O questa è falsa e l'altra attraverso una meccanica tastiera è vera?
Ci basta vivere in questi due mondi e coglierne i "baci". Peggio non potersi baciare con labbra carnose e rimediare solo vedendo scritto sul monitor abbracci e baci?
I non "malati" come Thomas forse stanno per diventare malati anche loro: hanno incontrato un certo Mario, il web.
Cigni che riflettono elefanti di Salvator Dalì, due mondi che solo la surrealtà li lega.
«Non c'è solo il riflesso dei cigni, dei lunghi colli e delle ali che, come è facile immaginare, ribaltati diventano le proboscidi e larghe orecchie degli elefanti. C'è anche il contrasto violento tra la levità volatile, l'eleganza e lo slancio del collo, la morbidezza delle ali, e la pesantezza del pachiderma, la goffaggine, il carattere dell'animale. Un contrasto che sembra accentuarsi e prolungarsi nelle forme scheletriche e contorte dei rami degli alberi, mentre come al solito una serie di simboli curiosi popolano la tela: i fuochi accesi sulla collina di destra, la nuvola dalla strana forma nel cielo in alto a sinistra, l'uomo di profilo, con le mani sui fianchi, che sembra del tutto indifferente alla scena. Come al solito, restano all'osservatore ancora molte possibilità di interpretazione, di quella che spesso più che un'opera d'arte è una occasione di trompe-l'oeil, di illusione ottica, o di semplice gioco di immagini.»
I cigni sono come i baci carnosi, inconiugabili in modo paranoico... eppure ci stiamo preparando alla "fine del mondo".
Pensiamo a cataclismi, effetti serra e non riflettiamo che la fine sta già avvenendo...
« Chega de saudade
a realidade é que sem ela
não há paz, não há beleza
É só tristeza e a melancolia
[...]
Mas se ela voltar
se ela voltar, que coisa linda,
que coisa louca
[...] »
« Basta nostalgia
la realtà è che senza di lei
non c'è pace, non c'è bellezza
tutto è tristezza e malinconia
[...]
Ma se lei ritornasse
se lei ritornasse, che cosa bella
che cosa folle
[...] »
(Vinicius de Moraes, Chega de saudade, 1958 )
Gaetano
Caro Gaetano,
...basta nostalgia...è il cigno maledetto che ci fa volgere al passato, che non esiste come non esiste il futuro, sì il passato è stato ma ora non è più, ma noi il passato lo facciamo diventare talmente pesante ( come il cigno che diviene elefante)che ci tiene ancorati sul fondo.Il passato ci dovrebbe " armare" di esperienza per contrastare il destino del futuro, non possiamo scegliere del tutto ma possiamo mediare ( che sia per questo che Berlusconi8 grande mediatore) piace agli italiani?)
...Pensiamo a cataclismi, effetti serra e non riflettiamo che la fine sta già avvenendo...
sì sta avvenendo in un degrado di valori spaventoso, ci si vende allegramente e mettiamo sullo stesso livello chi per miseria si prostituisce e chi invece per miseria lavora, pulendo magari i gabinetti degli altri...sarò moralista e non me ne importa .
Caro Gaetano i baci e abbracci del web potranno anche essere inconsistenti, ma forse sono meno falsi di quelli carnosi e fisici.
Un abbraccio fra pensieri...nei tuoi mi ritrovo...a casa.
Parte del commento di Gaetano è anche su Scientificando.
Teo, sono molto concreta per natura e quindi portata a lottare. La vita non mi ha regalato nulla. Quello che ho me lo sono guadagnato con le unghie e con i denti. Tutto è dentro di noi e dipende da noi. E' vero ci sono le sfighe della vita che sono lì monolitiche, ed io ne so bene qualcosa. Però c'è sempre un margine di movimento. L'importante e saperlo e volerlo percorrere.
Buona fine di settimana.
Bacione.
annarita
Cara Annarita,
"...la felicità ha bisogno dell' ostacolo, se la vai ad acchiappare non è niente.L' infelicità è scoprire questo..." è una frase di Franco Branciaroli, amara se vuoi ma è dentro di noi e lavora, lavora oh, se lavora.
Bacione anche a te.
Ciao Paola, anche io ho scritto qualcosa sull'amore, sullo stupro; tu hai raccontato l'amore omosessuale, un omaggio alla tua sensibilità che credo molto forte e... resistente. Non è vero che gli uomini sono più sensibili, ma se tu lo dici sarà così. Ciao
Cara Paola, mi piace molto il disegno che hai messo a questo post.
I colori sono felliniani, o clowneschi, se vuoi.
E la tua scaletta che accompahna quell'aria un pò di sogno da non si sa dove fino lassù ad una stella lontana... superando d'un balzo universi interi che stanno raccolti in quei pallini colorati, che sono mondi e pensieri e lacrime e gioia...
Il racconto della vita di Thomas rimanda, invece, un pò a Pasolini, alle sue atmosfere di vita rubata, di peccato e d'innocenza che non possono essere peccato, perchè nessuna colpa li hai macchiati, nè innocenza perchè quella è stata violata da una vita cattiva e puttana...
Ma c'è un senso di lieve malinconia nelle tue parole, che accompagna Thomas nelle sue serate, che si appoggia al suo sguardo per saltare d'un balzo le distanze inframondane che quella scaletta colorata attraversa come un'autostrada interstellare ...
Cara Paola, meno male che c'è ancora la voglia di regalare a chi legge un'emozione: senza emozioni si è come morti!
Hai voglia a coltivare il corpo con un'iperproduzione intensiva di anfetamine ed ormoni, per accrescere il vuoto interiore delle notti asordanti e allargare bacipti e casse toraciche come infnite piazze e tangenziali aggettanti sul nulla.
Hai voglia: puoi essere bello, abbronzatissimo, fighetto, ipertrofico e superaccessoriato, ma se nel cuore non rintocca un'emozione sei come un morto ambulante!
Il guaio, cara Paola, è che per provare un'emozione si deve avere un cuore e ci si deve volere bene.
Ma siamo in molti, dico io, ad averlo, un cuore e a volerci bene.
Almeno per noi, cara Paola, il regalo più bello è l'emozione.
Grazie per il tuo.
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