sabato 30 ottobre 2010

I VIAGGI DI GILLES ( racconto incasinato)

L'IMBARCO PER CITERA 7 puntata


Il termine“Rococò” deriva dal francese “Rocaille” che indica le rocce artificiali utilizzate per la decorazione di fontane e grotte . E’ uno stile leggero ed evanescente che ritrae la falsa spensieratezza di un’ epoca destinata a soccombere fra sangue e violenza, un’ epoca in cui neanche le persone più illuminate e volenterose riusciranno ad arginare la decadenza dei costumi e la depravazione.E' l' epoca sorridente che finisce in bocca alla Rivoluzione Francese. È tuttavia da rimarcare un carattere di grande novità: in questo periodo si produsse per la prima volta un’arte totalmente laica. Con ciò gli artisti ebbero la possibilità di svincolarsi da monopoli più o meno diretti legati alla Chiesa e di aprirsi a nuovi strati sociali e a nuovi committenti che favorirono il diffondersi dell’arte in più ampi settori della società. Se ci pensate anche oggi la religione è buttata alle ortiche, forse i più bravi riescono a darsi un limite con la forza dell' etica, ma la forza della spiritualità, la negazione del nulla,( lo scienziato vero non dice che non esiste Dio, dice che non lo sa) è un' altra cosa, più forte dell' etica. Osservate l' imbarco per Citera ( l' isola dove nacque Afrodite) di Antoine Watteau , osservate gli amoreggi, i vestiti degli uomini e delle donne, le parrucche...non sono artificiali?
Un’ epoca effeminata, dove l’ uomo in calze, tacchi, ciprie, parrucche e posticci vari occorrevano due ore per presentarsi in pubblico, a questo punto era talmente stanco di questi preparativi che sfibrato si stendeva su dorati divanetti pensando ai trucchi per riempire la giornata .Per farvi capire meglio l’ allegria dei tempi vi parlo di William Hogarth ( Londra 1697/1764).

6 commenti:

pierperrone ha detto...

Rispondo qui per i post ... nostalgici.
Tutti abbiamo ricordi che visti col senno di poi possono essere o sembrare im barazzanti.
Se ne parliamo è quando li riteniamo ... disinnescati.

Ma poi andiamo oltre i ricordi.

La storia la scrivono sempre i vincitori e questa la rende tendenzialmente falsa, di parte, discriminante...

Però "i vincitori" è una definizione vaga. Non co ntiene elementi reali, caratteri somatici, etici, civili, politici.
Tu, Paola mia, non ci potresti fare un ritratto, con la sola definizione di Vincitore.

Dico di più: vincitore è colui che vince.
C'è un'eterna lotta negli uomini e tra gli uomini, la lotta fra il Bene e il Male.
Siamo proprio sicuri che vinca sempre e solo il Male?

Perchè se vince solo il Male, la storia è scritta dal Maligno vittorioso e tutta la storia non è altro che la storia del Male che domina e governa lee cose dell'uomo.

Se qualche volta vince anche il Bene, allora la storia ha anche qualche capitolo in cui si racconta la storia del bene e delle sue battaglie e delle sue vittorie.

io penso che la battaglia fra il Bene ed il male sia eterna, sia la lotta che si svolge dentro ognuno di noi.
E quindi la storia sia un libro aperto, nel quale siamo noi a dover saper scegliere e comprendere quali sono i capitoli che raccontano la storia del Bene e quali, invece, quelli che fanno la propaganda del male.

Ok?
Niente a che vedere con i nostri ricordi d'infanzia.
Ma oggi abbiamo questo compito difficile, lottare, essere campo di battaglia fra il bene e il male. E scgliere per chi stare a combattere. Sapendo anche che non vinceremo mai definitivamente la nostra guerra.

Un bacio.

(PS. Poi ti mando via mail un mio lavoro sulla storia che è uscito in questi giorni, pubblicato dalla rivista del mio lavoro).

Paola Tassinari ha detto...

Caro Piero,
sono d' accordo con te, vedi con la mia storia personale, e la storia dei libri, i miei ricordi e ciò che ho osservato cerco solo di capire perchè in certi momenti ci sia un eccesso del male. Concordi con me che senza il male non esisterebbe neanche il bene?
Allora vivendo i tempi attuali ( che io paragono ai tempi del Rococò)non ti viene voglia di un Duce( bada bene che non conosci il futuro)come il nostro Mussolini iniziale?
Ciao Piero di aver commentato .....ciao, buona domenica, qua è un po' bruttino.

kicca ha detto...

Seguiro' il tuo consiglio ...effettivamente hai ragione !!! :)
Buona giornata teo
a presto
kicca

Paola Tassinari ha detto...

Buona giornata a te Kicca,
per te sto suonando it's five o'clock di Demis Rosseau...il max della romanticheria.
^_^

Gaetano Barbella ha detto...

Cara Paola,
forse è la stanchezza a suggerirti ciò che auspichi, ossia la venuta di un certo messia, un Duce. Ma è per vie esterne che lo cerchi, mentre, quel che vale, è che lo devi far intervenire in te. Non è facile per chi non possiede il corpo adatto per questo ruolo, il corpo mentale prima di tutto. In queste condizioni, forzando la mente, c'è rischio di irreversibili lacerazioni che portano a scomode complicazioni.
Forse il tema, che la mente ti ha suggerito di postare con "l'imbarco di Citera", ti esorta a calmarti, come a dire: "Quando ti vien voglia di lavorare, siediti e aspetta, vedrai che ti passa!", poiché si tratta di un lavoro immane che richiedi alla tua mente nell'imporle di fare la parte del Duce.
Oscar Wilde ce lo fa capire con questo detto: "Il lavoro è il rifugio di coloro che non hanno nulla di meglio da fare."

Scherzi a parte, avrai capito che ho cercato di montare dell'ironia che a volte funziona per sdrammatizzare situazioni critiche, come quella che tu manifesti da diverse puntate con la serie "Gilles". Vedrai che la serenità, che ora mi sembra che manchi in te, sopraggiungerà e ti farà sorridere gioiosa... anche se le cose fuori di te sembrano che vadano a remengo.

Ciao e serena giornata,
Gaetano

Paola Tassinari ha detto...

Gaetano caro amico che parla sempre per enigmi,io ho imparato da te a farlo, il duce di cui tu parli è solo un lato di tutte quelle dannatio memoriae, c.zz. uno si sacrifica e poi quando è giunto il momento propizio lo si dimentica?E allora chi è peggiore chi lo uccide o chi se lo dimentica!!!!!!!!!!!!
Ma ora mi sono imbarcata per Citera, vado all' isola dell' Amore, la mia isola.
Un abbraccio tondo, tondo che racchiuda tutta la tua famiglia.