ANTOINE WATTEAU prima puntata
Valenciennes 1684 Nogent sur Marne1721 rispettivamente data di nascita e di morte di Antoine Watteau , pittore francese rococò.
Quello di Watteau è un mondo artefatto, egli trattò principalmente soggetti presi dal mondo del teatro. Gli anni in cui visse sono un po’ come i nostri anni odierni, in cui tutto è falsità, tutto è teatro, dove noi siamo marionette, coi fili esterni, ma anche tenuti prigionieri da misteriosi ed inflessibili legacci interni.
Sotto l'apparente frivolezza di Watteau si cela un sentimento di malinconia che riflette la consapevolezza della fugacità dei piaceri terreni. Questa intensità poetica pervade le sue opere di un vago senso di finito ed infinito. Watteau era noto per il suo temperamento irritabile e irrequieto.
Morì prematuramente di tubercolosi; si è ipotizzato che l'umore malinconico dei suoi quadri fosse connesso all'ossessivo pensiero della morte.
Egli usava materiale scadente,di poco conto, perciò molte sue opere sono in condizioni precarie, in lui c’ era già quel raccogliere il gettato, il riutilizzare lo scarto che può far pensare ad una stessa matrice insita anche nell' Arte Povera, movimento artistico italiano degli anni sessanta in cui serpeggia la stanchezza della stanchezza morale, Watteau mi fa remember alla Venere degli stracci di Michelangelo Pistoletto.
L' immagine è una mia elaborazione di un ritratto di Antoine Watteau.
5 commenti:
Watteau, dici, Paolè, che è morto prematuramente di tubercolosi e dici che forse la sua pittura è stesa sotto un velo malinconico che potrebbe essere stato steso dai suoi pensieri sulla morte.
Sai che un altro personaggio, una specie di mio "idolo" culturale ha un destino simile?
Farnz, il povero dolente Franz Kafka.
Con i suoi racconti e romanza e le sue storie d'amore sempre sfortunate ma dalle quali lui si ritira comunque sconfitto, senza combattere fino in fondo la sua battaglia personale...
Un destino triste, il loro, evidentemente.
Ma l'arte che hanno li ha abitati gli ha dato la vita anche dopo la morte. I dipinti e gli scritti che ci hanno lasciato portano il loro seme in grembo e continuano a inseminare la vita ancora oggi, anche se loro fisicamente non ci sono più.
E' questo il miracolo dell'arte, no?
Buon fine settimana, Tea.
PS. Qualche errore di grammatica di troppo testimonia il mio stato di ... rinco ... ma perdonami, è venerdì sera e sono cotto.
PP.SS. E poi, non è detto che io ... rinco ... non lo sia di natura.
Il miracolo dell' arte,di tutte le arti, anche quella di vivere è la cerca...di cosa però non lo so.
Piero, la palma della rincoglionita ce l' ho io, non ti appropriare di quello che non hai.
Buona settimana anche a te.
^_^
Buona domenica Teoderica.
Ciao da Giuseppe.
Buona domenica a te, Giuseppe, qua a Ravenna c'è il sole.
^_^
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