Stralci da un' intervista di Antonio Gnoli all' autore del libro: NUMERO E LOGOS di Paolo Zellini.
"La logica sebbene abbia una stretta relazione con la moderna scienza del calcolo, non basta per capire cosa hanno in comune matematica e filosofia. Viceversa, una parte del pensiero mitico, filosofico e rituale, che di solito ignoriamo, aiuta a capire meglio il significato di importanti costruzioni matematiche.
Il mare nella tradizione greca come pure in quella ebraica, era metafora del disordine. Navigare sui flutti era un modo per placare il demone della nascita, allo scopo di raggiungere un approdo alla terra promessa. Ma appena fuori dei flutti si incontra il numero. Nell' Odissea Proteo, dio del mare ambiguo ma veritiero, appena fuori dall' acqua passa in rassegna il suo gregge di foche contandole cinque per cinque.
Mito e logos si incontrano nel quarto libro dell' Odissea. E' qui che il logos rivela il senso originario di raccogliere, censire, enumerare. Tutto sembra aver congiurato per avere oggi un logos generalista: dalla filologia all' idealismo filosofico, dalla filosofia scientifica del "900 agli orientamenti di pensiero che hanno emarginato la matematica o hanno preteso di intenderla alla stregua di un linguaggio rigoroso, basato su assiomi e deduzioni formali. Ma il logos non è mai stato solo un "discorso".
Ciò che ci appare irrazionale è spesso impregnato di razionalità. Viceversa, certi modi di accogliere,usare o difendere la verità scientifica, celano atteggiamenti irrazionali.
Oggi siamo sommersi da allusioni profetiche sui mali della tecnica, i numeri e gli algoritmi che sembrano consegnarci ad un destino arido, portano in sè elementi di straordinaria ricchezza concettuale.
La lettura dei filosofi e dei matematici antichi aiuta a capire quanto sarebbe assurdo attribuire al numero e ai calcoli eseguite dalle macchine una connotazione di pura malvagità.
Io credo che occorra ripensare e recuperare nel calcolo moderno, la sintesi di scienza e umanesimo che vive nel significato smarrito di logos."
immagine di Teoderica
9 commenti:
Cara Paola,
.....e la parola logos mi ha portato alla mente un'altra parola, logo. Il logo è la scritta che solitamente rappresenta ed identifica una azienda, una associazione, un ente, un servizio. Spesso è costituito da una grafica colorata, a volte pure da un simbolo alfanumerico. O da entrambi insieme. Al logo, io attribuisco anche la qualità della persona giuridica e non che si vuole annunciare. Persino il tipo di scrittura usata nell'elencare in un condominio i campanelli o le cassette della posta, sta ad indicare molto di chi ha pensato e confezionato il tutto. Forse anche di coloro in elenco. Pertanto anche la rappresentazione grafica di un logo, a mio modesto avviso, parla di ordine vero e proprio.
Intanto ti do un forte abbraccio, caldo per l'autunno.
Caro Cosimo, anche se l' etimologia di logo potrebbe essere quella di luogo è pur sempre derivante da logos, questo benedetto logos è talmente intriso di significato che lo potremmo accostare/opporre alla parola mito.
La mia piccola riflessione voleva soffermarsi sull' uso e l' impoverimento di tale concetto, dovuta all' incipit ... in principio era il Verbo, da qui la traduzione cristiana di Parola e da qui il logos diviene solo il linguaggio.
Nel logo di una ditta o di un' azienda c'è tutto in un niente, quindi la tua analogia logos/logo mi è piaciuta molto.
Ciao.
Cara Paola
Di accertato, legandomi alla scienza, da poco ho rilasciato un commento da Annarita su Scientificando. L'argomento in trattazione sono le bolle di sapone ed è quanto di meglio, direi meraviglioso, per mostrare una prova del legame delle scienze con il LOGOS. Ecco il commento:
Le bolle di sapone incantano i bambini, ma allo stesso tempo affascinano gli scienziati, ispirano gli architetti, intrigano fisici e matematici che le usano come modello scientifico.
Sono le bolle di sapone. Ma perché sono così studiate?
Ma non è soltanto un gioco: queste creazioni di acqua e sapone sono state usate anche per progettare stadi.
Studiandole, i matematici hanno elaborato nuovi algoritmi, i chimici scoperto alcune strutture tridimensionali delle molecole, gli architetti costruito edifici avveniristici. Altro che gioco per bambini: far bolle di sapone serve anche a studiare le leggi della fisica. Oggi se ne possono fare di enormi (fino a 35 metri),ed è possibile comporre strutture stabili formate da migliaia di bollicine.
FANNO ECONOMIA.
In effetti, le bolle di sapone sono oggetti in equilibrio fra alcuni principi fisici fondamentali. La loro forma, per esempio, non è un caso: «tende sempre a essere sferica perché in questo modo la superficie è la la più piccola possibile rispetto al volume d'aria che la bolla contiene. Se le bolle fossero cubiche, o tetraediche (a piramide), l'area della superficie esterna sarebbe decisamente maggiore. L'acqua e sapone ubbidisce cioè al principio detto "di minima azione": le sue molecole tendono a disporsi nel modo più "economico" possibile, risparmiando sullo spazio», spiega Pietro Cerreta, fisico e ideatore di esperimenti che impiegano le bolle di sapone per dimostrare i principi delle fisica. [...]
AMMASSI; CATENE E ANGOLI:
Quando le bolle aderisco l'una all'altra non lo fanno a caso: che siano in ammassi o nella forma più difficile da creare, la catena, formano tra loro angoli di 120°. per occupare il minimo spazio. [1]
Verrebbe da suggerire agli economisti di tutto il mondo che oggi sono alle prese con la crisi mondiale, prima d'altro il cosiddetto "debito pubblico", di prendere lezione dalla fisica delle bolle di sapone esperte di economia, come si è visto.
Di altro da suggerire non solo ai suddetti economisti, ma a tutti gli uomini della terra che, in nome della libertà, sono sempre in discordia fra loro e guerreggiano fra loro. Che prendano esempio dagli ammassi che formano tra loro angoli di 120°. Che vorrebbe dire? Secondo me vale il segno della forma geometrica che vi deriva, il triangolo equilatero che è stato sempre il simbolo spirituale della TRINITÀ. Si sorrida pure a questo accostamento, ma può anche far capire che la scienza è con DIO e gli uomini, se non altro, prendano lezione dalla geometria. TRINITÀ è prima di tutto monito di equità e dunque ben più di un segno. Ma non regnerà mai sulla terra la vita tutelata dagli uomini, dunque gli uomini stessi, senza il gemello dell'equità, il sacrificio personale, l'abnegazione e, se non così la moderazione. [...]
Cari abbracci, Gaetano
[1] Da Focus n.63 - Gennaio 1998
Aggiungo ora due cose che si legano alle bolle di sapone.
La prima: il Logos è così etereo e perciò labile, e basta un niente per farlo svanire, dunque occorre la perfezione che Gesù mise in risalto parlando con i suoi discepoli e spiegò cosa occorreva per concepirla.
La seconda: Gesù disse siate come i bambini perché il Cielo è il loro regno. Giusto in relazione al gioco delle bolle di sapone.
Cari abbracci anche a te,
Gaetano
Aggiungerei una terza cosa per creare i presupposti dell'amore del Logos, ma non riguarda i numeri dei matematici, bensì la coppia umana. Il gioco delle bolle di sapone suggerisce in proposito, in particolare alle giovani donne, che siano tutto "acqua e sapone". Un modo di dire solo? Ma il noto Jung in materia di psicologia intuì il principio della "sincronicità", ovvero delle "coincidenze significative" di fatti casuali e non causali. É una concezione condivisa dai matematici in termini di scienza, uno di questi è il noto Piergiorgio Odifreddi, ateo per "eccellenza". Come a voler dire che a volte Dio è più vicino a chi lo nega che no.
Gaetano e buona giornata.
Prima di tutto grazie mille a te Gaetano per gli interessanti commenti che lasci, è per me e i miei gentili lettori un onore ospitarti e un piacere leggerti.
In principio era il logos, ovvero la ragione, ovvero l' inizio come il raggiungimento della "cosa" più semplice ed armonica,io non so spiegarmi perchè "sento" ma non ho le capacità conoscitive, quindi dico "sento" per dire senso, che questa vita un senso ce l' avrà, almeno sembra averlo quando si scoprono le bellezze geometriche di una bolla di sapone come tu ci hai spigato, grazie Gaetano.
Però non ho capito le coincidenze significative della coppia umana...e pensare che mi intrigava molto.
Ciao Gaetano.
Semplice cara Paola, è proprio tra causalità e casualità, che Odifreddi colloca il terzo escluso: la “sincronicità”. Si tratta di un termine introdotto da Carl Jung nel 1950 per descrivere una connessione fra eventi che avvengono in modo sincrono e tra i quali non vi è una relazione di causa-effetto (relativo a fatti causali e dunque la casualità è l'unica condizione a riguardo) ma una evidente comunanza di significato. A sostegno della “sincronicità” Odifreddi colloca l'effetto Pauli, relativo al fisico austriaco premio Nobel nel 1945.
Insomma riguarda eventi che hanno modo di esplicarsi in un regime di assoluta libertà sul piano delle concezioni umane. Lo spirito è capriccioso e va dove gli pare. Nel cristianesimo per questa ragione si osserva la fede ad occhi chiusi.
Ma ho una mia cartina di tornasole che fa capo a due moduli numerici e che sembra sopravanzare la fede per verificare la bontà dell'opera dell'uomo. Se leggi gli ultimi miei lavori pubblicati su internet saprai.
Proprio questa mattina ho inserito un mio corposo commento in merito al libro di Paolo Zellini. Vedi
qui
Ciao,
Gaetano
Andrò a leggere i tuoi interventi e i tuoi ultimi lavori...mi ero ripromessa di farlo ma ultimamente ho vagheggiato e ciondolato ma rimedierò.
Grazie.
...che coincidenza un altro blog dove si parla di Zellini ( molto meglio che da me)e dove tu hai commentato, ma da quello che "sento" tu stai con più com me che con Odifreddi:"eventi che avvengono in modo sincrono e tra i quali non vi è una relazione di causa-effetto ma una evidente comunanza di significato." Egli ateo sembra non esseresi accorto di ciò che ha detto...se hanno comunanza di significato sono proprio come il logos o le analogie dei due tuoi Leoni...eppur c'è qualcosa.
Ciao Gaetano.
Buona domenica sera Teoderica e buona settimana,
io non farò il ponte domani purttroppo
mi tocca lavorare.
Ciao da Giuseppe.
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