Qualche tempo fa, ad una visita al Museo della Città di Rimini, uscendo, noto sulla porta che dà alla scalinata per l' uscita, tre o quattro grandi ragnatele.
Cosa faranno mai quelle ragnatele lassù, non puliscono mai il museo o sono un' istallazione contemporanea per ricordare un luogo bellissimo, intressante ma dimenticato? Mi chiedo.
Oggi vanno di moda le mostre itineranti e a tema, ci si dimentica così che il museo è la casa delle muse, non lo si visita più o lo si visita, a volte, se è nel percorso della visita alla mostra e non si paga un ulteriore biglietto.
Franco, l' amico che mi accompagna, pensa che forse l' idea sia venuta da ragnatele esistenti, tolte per un intervento di pulizia e poi rimesse artificialmente perchè la tela del ragno è un' opera d'arte indiscussa per bellezza e per significato.
Sicuramente l' artista dell' istallazione ama le ragnatele, a me sono sempre piaciute, ed anche se a casa le tolgo, lo faccio con dispiacere e non uccido mai il ragno, lo prendo e lo metto fuori dalla porta, da noi in Romagna si dice che se uccidi un ragno in casa tua non verrà l' oro, e per oro si intende la ricchezza in generale e non solo la monetaria.
Il ragno per le sue caratteristiche, ha colpito e stimolato l'immaginario umano, entrando (spesso come una creatura leggendaria) nel folklore e nella mitologia di vari popoli.
Come il serpente, anche il ragno alterna una simbologia positiva ad una negativa.
Positiva è la laboriosità del ragno, unita a una grande precisione tecnica, che dimostra nel tessere la propria tela.
Altro aspetto molto rilevante, questa volta in chiave negativa, è il pericolo potenziale rappresentato dal ragno, predatore, talvolta velenoso, che grazie alla sua tela o, in alcuni casi, alla caccia si procura il cibo per divorarlo ancora in vita dopo averlo paralizzato.
Tra le numerose particolarità del ragno, spiccano il mito di Aracne e il fenomeno del tarantismo.
immagine di Teoderica
12 commenti:
Ciao cara Paola
.....se l'uomo avesse la stessa laboriosità del ragno, mai ci sarebbero recessioni.
Una laboriosità in tutto.
Il tarantismo era un fenomeno mediterraneo, sopratutto pugliese e spagnolo. Prendeva prevalentemente chi lavorava i campi e sopratutto in estate,ma ormai non c'è più, se non nelle forme musicali e di danza. Danza che deriva dalla partecipazione di un gruppo di persone ad un rito terapeutico domiciliare. Questo rito aveva bisogno di uno specifico apparato musicale, ritmico e pure cromatico, per riuscire a stabilire la guarigione della persona sofferente a seguito del morso di un ragno. Questo rito si ripiteva ciclicamente per alcuni anni, fino a raggiungere la completa guarigione psico fisica della persona tarantata. Questa pratica, a cui pure la Chiesa dava credito, è quasi del tutto scomparsa. E' nata la pratica teatrale di ciò attraverso una danza spcifica che si rifà ai gesti rituali di allora. Ormai è diventato un fenomino di massa non solo nella sua terra natia, il Salento, bensì in molte parti della nostra penisola e del mondo abitato da gente salentina. La taranta è ormai un ampio contenitore culturale e medico scentifico oggetto di continui studi, sulla malinconia, l'amarezza opprimente dentro il cuore,
la rabbia dentro.
Per me resta vitalità allo stato puro.
Cara Paola, il prossimo luglio vieni nel Salento a ballare la taranta e la pizzica.
Buon fine settimana ed anche se sei al nord Italia, ti auguro che possa essere, magicamente tarantato.
Caro Cosimo, nella quarta parte di questo post parlerò proprio della taranta di cui io ho una mia teoria...forse ti piacerà.
Sto apprezzando molto del folklore della Puglia, terra tutta da scoprire, anche se l' unica volta che l' ho visitata ho avuto un' insolazione con febbre a 40 gradi e dolori alla testa insopportabili, non posso andare in Puglia altrimenti perdo la ...testa, ah ah ah
Ciao.
Un carissimo saluto, Paoletta,
come stai?
In questo weekend mio figlio compie 18 anni!
Lui è nel meglio.
Io ... un poco lo invidio.
Un abbraccio, Pà, e buona domenica.
Piero
Ciao Piero,
AUGURISSIMI per tuo figlio e mi raccomando fagli un regalo che gli ricordi questa data...io non invidio mai i giovani perchè so che dura poco esserlo e mi fanno tanta tenerezza e poi io nel cuore ho forever 16 years.
Ciao e buona domenica.
PS lo sai che tramite un tuo fittizio messaggio sono andata a finire registrata in una chat?
Mi dispiace per l'incidente. Forse sta capitando anche a me, tramite il nome di un mio collega.
Per caso la chat si chiama IQ Elite? Io ancora non ho completato l'iscrizione, ma ho un pò di sospetti.
Fammi sapere.
Per il resto,grazie per gli augurissimi.
Terrò in conto il tuo consiglio.
Per i tuoi forever 16, ottima scelta.
Io mi metterei sui 17, 18. Ma va benissimo.
Un abbraccione,
Piero
Sì Piero la chat si chiama IQ Elite , mi ha già trovato 10 probabili amici , di cui con uno ho l' 86 per cento di affinità.
Magari mi hai fatto un piacere.
Ciao.
Paola cara, IQ pare il nome di una nuova compagnia petrolifera. Venderà solo super sf (senza freni)..ihihih :-))
Ciao Teo, questa del papavero rosso invece del soffione, figlio del "piscialetto" mi pare un fatto tutto da interpretare e mi piace molto. Un bacione sperando di non prendere un morso di ritorno
Cosimo caro, se vuoi puoi salire anche tu in questa compagnia ihihih
Caro Soffio, sono io quel bel papavero rosso, dal niente sono passata all' alto e perciò ora al tuo bacio rispondo con un mio bacio.
Au revoir.
Paola carissima, la compagnia petrolifera e non, a me non piace. Decisamente meglio la compagnia del papavero rosso. Adesso che ci penso "il papavero rosso" potrebbe essere il titolo di una qualsiasi opera d'arte o letteraria.Anche di una compagnia di teatro. Questa foto, messa qui, non è altro che il sipario di un teatro.
Un beso papaverino.
A presto.
Cosimo caro, se vieni alla compagnia petrolifera possiamo anche chattare insieme...ma se non ti va.
PS io non ho adrito alla compagnia petrolifera
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