Da un' intervista su "LA VOCE" a Gianfranco Morra sul suo libro " Antidizionario dell' Occidente.
Nessuna epoca storica può essere giudicata totalmente buona o malvagia.Il bene e il male ci sono sempre e dovunque.
Trovo che la conquista maggiore della modernità è stata l' emancipazione femminile ( nel solco della tradizione cristiana; infatti in aree culturali diverse è mancata.) O meglio, che lo sarebbe stata, se non fosse stata accompagnata da quella degradazione e travestimento della donna, che è la causa principale della distruzione della famiglia e della denatalità.La civiltà moderna è stata la prima che ha preteso di fare a meno della religione tradizionale, e paga questo suo ateismo con le crisi per ora insuperate che la lacerano:energetica, religiosa, morale, sociale, psicopatica,atomica. Sappiamo che nessuna civiltà è eterna. E che quella occidentale ha i segni di " ultimi giorni di Pompei", col pericolo, poi, che la globalizzazione contagi tutte le altre civiltà in una generale agonia. La crisi di una civiltà può essere sospesa e anche capovolta. Ma solo riconquistando i valori della sua tradizione: che per noi significa cristianesimo. Altrimenti, " un albero senza radici secca" ( Benedetto XVI).
Le trasformazioni della modernità hanno raggiunto ogni angolo del pianeta. Non potevano non toccare anche la Romagna, nella quale il turismo di massa ha accentuato indifferentismo morale e primato del guadagno.
La Romagna in alcuni casi occupa i primi posti nei fenomeni disgregativi dell' uomo e della sua dignità.Di certo l' indicatore più importante della crisi, che è la stabilità familiare, non lascia tranquilli.La tradizione della Romagna è sempre stata quella della famiglia matriarcale: l' azdora dedita unicamente alla cura della casa, era il vero centro della famiglia e la principale educatrice dei figli( di lei avevano paura, non del padre). Oggi è stata immessa anch' essa nel lavoro fuori casa e non ha trovato molta collaborazione domestica col marito. E spesso ha fatto propria l' ideologia deresponsabilizzante dell' edonismo radicale.La Romagna è ai primi posti per la diminuizione di matrimoni e nascite;forte la nostalgia delle tradizioni, che tuttavia non va molto al di là delle feste popolari e delle ricette gastronomiche.
immagine di Teoderica
6 commenti:
Ciao Paola,
.....ormai si allarga sempre più la nostalgia delle tradizioni, prende anche le regioni del sud, notoriamente più legate alle vecchie usanze e tradizioni. E se la Romagna è ai primi posti per la contrazioni delle nascite e dei matrimoni, la Campania l'ha superata nella contrazione delle nascite e non in quella dei matrimoni. Dove è ancora la regione con più matrimoni. Insomma per natalità la Romagna ha sorpassato la Campania. Tutto ruota non solo intorno al mondo della donna e del suo lavoro, pure attorno al mondo degli asili nido e della qualità di vita ed istruzione dell'infanzia. Infatti la Campania è tra le regioni con il più basso numero di posti asili nido. E' attestata ad un misero 6 per cento contro l' 80 per cento offerto dalla Romagna. Quindi nelle nascite ormai c'è un cambiamento epocale. Cambiamento che investe pure i comportamenti di vita familiare e non, dei mariti e delle mogli. La globalizzazione ha cominciato ad erodere il tessuto delle tradizioni, portando sempre più uomini e donne verso un business allargato, riguardante pure la vita intima di coppia e/o di famiglia.
Da ottimista quale sono, vedo laggiù, e non molto lontano, alti muri dotati di forza respingente verso qualcosa vissuta. Muri che in questi ultimi mesi sono già in moto, ed in forma aggressiva, nel mondo finanziario. Arriveranno primo o poi alla famiglia. Sia quella già formate sia quella che vorrebbero formarsi. Infatti la nostra nazione è già tra gli stati europei con il maggior tasso di nuzialità.
Tutto questo deve vedere portare sempre acqua alle radici degli alberi.
Un abbraccio caldo caldo caldo.
A presto.
correzione....
da leggere non "infatti la nostra nazione è già tra gli stati europei con il maggior tasso di nuzialità"
ma
"infatti la nostra nazione è già tra gli stati europei con il minor tasso di nuzialità"
Questo post l' avevo da un po' nelle bozze, mi indignavo allora per l' instabilità familiare, ora ho cambiato idea torno da Marcuse ( filosofo dei figli dei fiori) e forse occorre un po' più di libertà, forse la famiglia serve intanto che i figli sono piccoli, poi i genitori possono tornare ad essere liberi se le pareti domestiche stanno strette...o no?
Ciao.
Cara Paola,
.....condividola quanto affermi sulla famiglia, infatti, noi genitori serviamo fino a quando i figli diventano maggiorenni ed autosufficenti. La nostra libertà deve fare il paio con la loro libertà. Ed avere figli bamboccioni, deve ancora di più farci appropriare della libertà. Qualcuno dice che tra i 50 e 65 anni si ritorna adolescenti. Quindi bisogna vivere quella libertà. Ed alcuni non l'hanno neppure assaporata quando erano adoloscenti. Per finire dico che le pareti domestiche, intese come parte di un immobile, verso i trent'anni dalla costruzione, hanno bisogno di rifacimenti. Ecco perchè prima ho concluso dicendo "Tutto questo deve vedere portare sempre acqua alle radici degli alberi". Per far nascere foglie nuove e libere nelle sfumature e pure nella sostanza.
Buona libertà. Un beso.
Il mio medico mi ha detto la stessa cosa dai 50 anni fino ai 65 si torna adolescenti, la famosa seconda giovinezza, figli grandi, autonomi e allora via un po' di peso dalle spalle e lasciamo che le famiglie si dividano...sempre con buonsenso però.
Riciao
Per Gaetano Barbella
Se passi di qua, sappi che ti ho risposto là dal Ferreo Signore di Shang.
Ciao Gaetano.
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