giovedì 22 marzo 2012
SEMPRE DALLA PARTE DEL TORTO
Tredici reati di sangue, otto morti, sei feriti, centosette pugnalate inferte, una sola firma: quella della setta degli accoltellatori di Ravenna. L' attività criminosa si svolse tra il 1865 e il 1871, culminò col processo, che ebbe vasta risonanza in tutto il Paese, istruito in città nel 1874 contro i 23 presunti accoltellatori, quasi tutti condannati.
Tutto comincia a Ravenna una sera del 1865, in via delle Melarance ( oggi via Mentana), spesso si incontravano ubriachi che annegavano nel vino dell' Osteria della Grotta le preoccupazioni per la crescente disoccupazione e le incertezze del futuro. Tra di loro vi erano molti ex garibaldini, qualcuno aveva anche partecipato all' impresa dei Mille, delusi per il nuovo assetto politico che andava assumendo l' Italia, unita ma monarchica. La monarchia era una pillola amara che loro non riuscivano ad ingoiare.
Dai tavolacci delle osterie andavano predicando che il Risorgimento era stato tradito e passarono dalle parole ai fatti, decisero di dare una lezione a quei "boia" che si arricchivano affamando la povera gente. Colpirne uno per educarne cento, si dicevano, ed amavano definirsi dei " bon burdell" ( buoni ragazzi).
La prima vittima fu il direttore della Banca Nazionale di Ravenna, poi dopo una serie di ferimenti con la saracca ( coltello da tasca romagnolo a lama dritta micidiale, ai tempi lo portavano molti in tasca, anzi pare che il sedicenne Mussolini fosse espulso dal collegio dei salesiani perchè tirò fuori minacciosamente la saracca dalla tasca) ci scappò il primo morto, uccidendo il procuratore del re.
Gli ambienti repubblicani vennero setacciati e gli arresti furono all' ordine del giorno.
A mettere fine alla banda fu un delatore, un pentito diremmo oggi.
C' è da dire però, che l' attività della banda, quella dei delusi garibaldini, è quasi certamente da riferirsi ai primi anni, quella dei ferimenti, mentre nella fase più cruenta ci sarebbero stati degli infiltrati, dei sobillatori, che approfittarono della setta per colpire i primi socialisti, riuscendo così a decapitare la nascente sezione internazionalista ravennate che alla fine del 1871 aveva abbracciato l' internazionalismo anarchico di Bakunin.
Vero o non vero, quando dalle parole si passa ai fatti, ancora peggio al coltello, si è sempre dalla parte del torto.
immagine: Nero di Teoderica
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10 commenti:
Dalle prime parole ho pensato alle brute vicende della "uno bianca". Poi ho letto altro. Quell'altro che è sempre esistito nella vita degli uomini, perchè non c'è stata epoca, che l'uomo non abbia fatto ricorso a bande armate, pensando di risolvere chissà quali problemi, addirittura pure cambiare la società. E questo esisterà fino a quando esisterà il mondo degli uomini.
Poi per quanto riguarda Mussolini, beh credo che non fosse il solo.
La vita è stata, è e sarà.
Un beso nella sera, cara Paola.
Gli anarchici sono quelle persone che non riescono ad assogettarsi alle regole...che siano tutti bipolari?
Un dolce abbraccio al mio amico bit più caro.
Ciao.
Glia anarchici... ho sempre pensato che siano molto funzionali al potere e che molti di loro siano sostanzialmente incazzati col padre.
Un caro saluto, Paolè.
Il sangue mi fa paura, la lama di un coltellosaracca pure.
Alla fine, una vita senza qualche ideale è una vita vuota, non servono ideali eroici, superumani, metafisici, basta anche una cosa così, la semplice voglia di bene... ma, ecco mi mette paura, oltre al sangue, ed al coltellosaracca, anche una vita senza qualche ideale. Una vita così è già pronta a ferire con la lama di un coltellosaracca, perchè è senza spessore, come una lama, la lama di un coltellosaracca.
Se ne vedono troppe in giro di vite così, vite come quelle dei componenti della setta di cui racconti tu, Paoletta mia.
Quelle finiscono male perchè non hanno niente su cui reggersi.
Un abbraccio e buona domenica (scusa la predica, so che non ti piacciono).
Piero
buon week end...ciao
Caro Soffio, sono proprio d'accordo con te...problemi col padre e magari pure con la madre.
Ciao.
In cambio della predica che non mi piace, ti mando un bacio che invece mi piace.
Ciao Piero...una buonissima domenica per te.
Giancarlo, ciao e grazie per essere passato da me.
Sono stata nel tuo blog che è proprio pieno d'amore.
Buon fine settimana anche a te.
Passo anch'io per un saluto.. Molto bella l'immagine del post.
A presto, buona domenica
Là ci darem la mano la mano ci darem...ciao manina.
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