|
Sei la mia schiavitù sei la mia libertà
Sei la mia schiavitù sei la mia libertà sei la mia carne che brucia come la nuda carne delle notti d'estate sei la mia patria tu, coi riflessi verdi dei tuoi occhi tu, alta e vittoriosa sei la mia nostalgia di saperti inaccessibile nel momento stesso in cui ti afferro
- Nazim Hikmet
|
6 commenti:
Beh, Paolè,
in quanto ad languori e malinconie, anche tu stai messa come me.
E io in cambio del tuo Hikmet, ti regalo un pò di Kavafis:
Torna:
Torna sovente e prendimi,
torna e prendimi amata sensazione -
quando il ricordo del corpo si ridesta
e trascorre nel sangue il desiderio antico;
quando labbra e pelle rammentano,
e alle mani pare di nuovo di toccare.
Torna sovente e prendimi, la notte,
quando labbra e pelle rammentano...
Un abbraccio e buona domenica.
Piero
Due mie letture fa nascere questa poesia. Non sono legate tra loro o potrebbero pure esserlo. La prima, un pensiero di vita di tutti i giorni, pertanto versi attuali per coloro che fanno sacrifici immani, rischiando la vita, offrendosi ai mercanti di persone, per arrivare, da altrove, sulla terra Italia.
La seconda è nella vita dell'amore per una lei, fino a viverlo segretamente, perchè afferrarla è solo nell'immaginario, posto dove si riesce pure a far sesso. Il reale è tutt'altra vita, di intensità e di realtà, quindi di contatto fisico sino a fare l'amore, che è diverso dal fare sesso. Appunto perchè c'è tutto quello che nasce d’amore: il desiderio e l’intesa reciproche , espresse a parole oppure a sguardi, a maliziosità.
Buon fine settimana, Paola...
Qui è ritornato, al momento, un bel po' autunno.
Peggio di te sono messa, grazie per la poesia...stupenda.
Buona domenica anche a te
Un po' difficile far sesso nell'immaginario, rischia di far diventare ancora più brutta la realtà.
Ciao Cosimo...buona domenica
Versi affascinanti! Stranamente, li conoscevo già.
Se li conoscevi vuol dire che hai un animo appassionato.
Ciao Adriano.
Posta un commento