Ravenna ha monumenti unici, è
stata capitale dell’Impero romano, capitale d’Italia con Teoderico, esarcato
dei bizantini, amata dagli imperatori Ottoni, poi è caduta nell’ombra ma il suo
mistero si è accentuato, fra le antiche tradizioni druidiche e il velo di morte
che aleggia qui, dove i famosi, i celebri hanno esalato il loro ultimo respiro:
uno per tutti Dante Alighieri. Egli riposa in un tempietto rotondo, un po’
disprezzato dai ravennati, che lo chiamavano “la zuccheriera”, in realtà sobrio
e dalle linee pulite, all’interno una bella lastra marmorea di Pietro Lombardo
raffigura il Poeta in posa malinconica. La tomba sorge accanto alla chiesa dei
francescani, dove avvennero le esequie di Dante il quale volle essere sepolto
col saio.Furono i Francescani che “salvarono” le ossa di Dante. I
fiorentini che non vollero mai
richiamare a Firenze il Poeta quando era in vita ( lo volevano ma come
penitente e Dante col caratterino che aveva non era certo tipo da piegare la
testa) dopo pochi anni cominciarono a reclamare a
Ravenna le reliquie del loro cittadino più illustre. Un "rischio" che
parve diventare certezza quando sul soglio pontificio ascesero i due papi della famiglia Medici: Leone X e Clemente VII Leone
X a seguito di una supplica perorata anche da Michelangelo concesse ai
fiorentini il permesso di prelevare le
ossa del poeta per portarle a Firenze: ma quando la delegazione toscana aprì il
sarcofago, le ossa erano sparite. I Francescani infatti, poco tempo prima,
avevano praticato, un buco nel muro e nel sarcofago per "mettere in
salvo" i resti del poeta, che consideravano come uno di essi, e a nulla
varranno le suppliche di restituzione. Ancora oggi i Francescani custodiscono
la chiesa di Dante, il Museo e si adoperano in ogni modo, con letture,
conferenze e concerti per tenere alto il nome di Dante, con lo stesso immutato
amore dei frati che nascosero le ossa per impedire che gli altezzosi fiorentini
le collocassero in Santa Croce nel pomposo sacello già approntato. Questo è già
un ottimo motivo per ottenere la candidatura
ma ce ne sono altri.
immagine di Teoderica, Sileno giacente il nulla
4 commenti:
Vedi il mio commento al post precedente per trovarvi spiegazioni su Dnte.
Ciao, Gaetano
Ma è proprio dispregiativo il termine "zuccheriera"? Eppure è il contenitore dello zucchero, qualcosa di dolce per il palato, per la mente e persino per altre bellezze della vita.
Io ho ammirato il tempietto e lo trovo interessante, al pari della storia delle ossa del sommo poeta.
Ogni tanto un furto può essere a fin di bene!
Buone giornate di lavoro, mare e sole:-)
Sorpresa c'é Gaetano, vado subito al tuo commento e ti schiocco due baci sulle guance.
Ciao Gaetano
Hai ragione Cosimo un po' di zucchero per quel pittarrino di Dante va proprio bene.
Ciao
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