
Come ci si
puliva, senz’acqua?
Frizionandosi
e inondandosi di profumo, infilandosi tra i vestiti sacchettini di aromi (gli
stessi che oggi mettiamo negli armadi o nelle scarpiere)
Ci si puliva
a secco, come oggi si puliscono le tappezzerie o i divani, strisciando sul
corpo e il volto con dei panni profumati. I profumi servivano a coprire i
cattivi odori e vari sacchettini profumati erano sparsi tra i vestiti. I capelli
non si lavavano, erano sgrassati con delle polveri e della crusca, quasi come
con l’odierno shampoo secco, e poi cosparsi di cipria profumata.
L’unica
vera pulizia consisteva nel cambiarsi la biancheria: si pensava che la
stoffa delle camicie assorbisse il sudiciume. Avere sempre la camicia candida e
pulita, appena cambiata diventò il segno visibile della condizione
economico-sociale privilegiata, in quanto la maggior parte delle persone era
già fortunata a possedere un abito completo, i più poveri avevano solo la camicia di canapa costava
l’equivalente del salario di 4 giorni e al massimo ogni tanto poteva lavarla in
un fiume… divennero di moda colli e polsini candidi ben visibili che
testimoniavano la ricchezza di chi li indossava.
Il concetto
di “biancheria pulita” era assai relativo, i ricchi, i nobili cambiavano la camicia
tutti i giorni ma le mutande le cambiavano una volta al mese!
D'altronde
fino all’Ottocento, nonostante le mutande fossero già conosciute le donne non
le indossavano.
immagine: Luigi XIV