
Se Menenio
Agrippa è citato unitamente con gli scontri che si ebbero Equi, un altro personaggio,
intorno al 490. a.C., entra storia degli Equi ed ha allo stesso tempo una gran
parte nella lunga lotta fra patrizi e plebei, questo protagonista è Coriolano.
Coriolano si
schierò aspramente contro i plebei, per questo, nonostante le grandi imprese
compiute, che lo avevano coperto di gloria militare, l’odio del popolo nei suoi
confronti fu così grande che fu costretto ad esiliare fra i Volsci.
Coriolano, i
Volsci e gli Equi prepararono una campagna militare contro Roma.
A Roma si
tenevano i Grandi Ludi Roma, erano giochi o sport e festeggiamenti che
si svolgevano nel Circo, successivamente detto Massimo.
Il capo dei
Volsci fece credere ai senatori romani che la sua popolazione avrebbe creato
dei disordini, con l’intento di bloccare la festa.
Il senato
romano, preoccupato di ciò decise, di escludere i Volsci dalle
celebrazioni e dalle gare: si voleva evitare che la solennità e la sacralità
dei Grandi Ludi fosse profanata.
I Volsci,
che però nulla sapevano del perché della loro estromissione si allontanarono
dalla città, decisi a vendicare l'offesa, ritenendosi legittimati a cominciare
una guerra contro i Romani.
(questi Ludi
romani sono un po’ birichini, visto che i romani, ai tempi di Romolo, se
ne servirono anche per distrarre i Sabini e così rapire le loro donne)
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