Mi alzo dal letto quando lui esce, chi è lui? Sono decine di
anni che ci vivo assieme ma non so chi è lui. La mia malattia il bipop ha
scombussolato tutto, la malattia è capitata non è una mia colpa ma il vivere
assieme a me si vede che è difficile, devo accettare questo, dove vado
altrimenti? Almeno c’è qualcuno in casa, anche se non so niente, né cosa fa,
dove va, con chi sta, almeno non sono sola del tutto, ma fra noi è quasi sempre
scena muta, mai uno sguardo d’affetto, figuriamoci una carezza o un abbraccio,
sto e basta come la televisione, il divano o qualsiasi altro oggetto. Ciò è
molto triste e deprimente, ma che devo fare, mi adatto, la forza vitale che avevo
è stata divorata dal bipop, prego e spero nella forza positiva, forse ci sarà
ancora un po’ di luce per me? Non lo so, prego ma non lo so, anzi forse
verranno giorni peggiori, ma prego, prego anche se so che non conta essere
buoni, corretti, sinceri non conta ma prego e spero lo stesso che le cose
cambino o che dentro di me torni lo spirito vitale. Dunque mi alzo quando sento
che lui chiude la porta e mi trascino cercando di fare qualcosa, oggi ho
comprato dei tegami nuovi, ho scritto una mail difficoltosa che erano giorni
che cercavo di compilarla e ho portato dei libri che ho già letto, la casa è
piccola e c’è poco posto, soprattutto per i mei amati libri che lui non ama, ho
portato i libri in quelle casette di scambio che ormai sono dappertutto. Aiutati
che Dio t’aiuta ma io sono incapace di aiutarmi e prego e spero e credo che
tutto si aggiusterà anche se sembra impossibile. Ah, bipop sta per bipolare,
che vuol dire che si sta fra due poli uno giù e uno su e nonostante tutta la
mestizia e la tristezza è meglio stare giù che quando si va su, poi si sale
talmente in alto da credere di poter dialogare con gli Ufo, i morti o lo
spirito del mondo. Hegel era convinto che esiste uno spirito del mondo che fa
quello che vuole che io lo senta per davvero? No, non lo sento sono solo una
bipop.
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