Capitolo 17
Non bastava Apis, il
toro di Menfi, no, saltava fuori anche quello di Eliopoli
La Stella
viene sempre considerata nel suo illuminarsi ed è simbolo della vita eterna,
anche l’aureola dei Santi e delle Divinità ha lo stesso valore: il divino, la
magnificenza, la maestosità, la grandezza, il Sole.
L’aureola è
l’attributo di Cristo e dei Santi, il suo inizio viene da lontano: gli egizi
solevano raffigurare un tondo luminoso, simile al cerchio cristiano; erano
molto religiosi e riconoscevano il Sole come fonte di vita, uso che poi si
propagò alla Grecia e a Roma, sebbene con meno enfasi.
Il nome del
dio greco Elios, deriva da Eliopoli, che significa città del sole, luogo
dell’antico Egitto situato in prossimità del delta del Nilo che era centro del
culto del dio Sole. Il Sole fu sempre ritenuto una divinità universale: tanti
nomi, tanti luoghi per rendergli onore, d’altronde è il più luminoso e il più
familiare astro del cielo e senza questo cerchio luminoso non ci sarebbe vita
sulla Terra. Elios solitamente era rappresentato con il capo sovrastato da un
sole coi raggi, simile alla raffigurazione di una stella a più punte. Elios dio
della luce e del calore, guidava il carro solare lungo il cielo preceduto dalla
sorella Eos, l’aurora e svegliato da un gallo, animale a lui sacro. Giunto alla
sera si riposava e gli veniva dato il cambio dall’altra sorella Selene, la
luna.
Gli egiziani veneravano
a Eliopoli, Ra, il sole di mezzogiorno, gli egizi avevano divinità per i vari
aspetti del sole, a cui era dedicato il toro sacro Mnevis, da non confondere
col toro Apis adorato a Menfi e oracolo di Ptha; successivamente Ra unendosi
alla divinità di Tebe divenne il dio Amon-Ra.
Un inno ad
Amon-Ra, giunto a noi da un antico papiro recita:
…Tutti gli dei sono tre:
Amon, Ra e Ptah - che
sono senza pari.
Il nome della sua
natura nascosta è Amon,
egli è Ra nel volto,
il suo corpo è Ptah.
Le loro città sono
sulla terra, fissate per la durata dell'eternità:
Tebe, Eliopoli e
Menfi sono state rese perennemente stabili.
Molte
divinità ebbero gli egizi, ma il Sole fu sempre al centro di una venerazione
particolare e proprio il Sole fu protagonista di una grande eresia, quando il faraone
Amenofi IV e la sua sposa Nefertiti diedero vita al culto del Sole, unico dio e
re, con il nome Aton, che era solo un aspetto del sole, cioè il sole che nasce
all’alba, un dio aperto e comprensivo che donava benefici a tutti,
sostituendolo alla teologia solare tebana che adorava Amon-Ra.
Fu un evento
che si creò grazie a una congiunzione astrale particolare?
Oppure nacque
per sottrarre potere ai sacerdoti di Amon-Ra, che risiedevano a Tebe dove
avevano raggiunto una supremazia addirittura superiore al faraone?
In Egitto il
nuovo culto durò pochi anni, infatti ben presto si tornò al politeismo e Tebe
riprese il suo dominio; ciò non toglie che Mosè, guida e Maestro per gli ebrei,
i cristiani e gli islamici, fondamentale quindi per tutte le religioni monoteistiche,
scampato alla persecuzione voluta dal faraone, contro gli israeliti, fu salvato
dalla figlia del faraone e fu educato alla corte egizia, probabilmente proprio
alla corte di Amenofi IV.
Secondo la
Bibbia nei pressi del monte Sinai ricevette la chiamata di Dio e, tornato in
Egitto, affrontò il faraone chiedendo la liberazione del popolo d’Israele dalla
schiavitù.
Proposta
accolta a seguito delle dieci piaghe d’Egitto.
Accampatosi
con i suoi nei pressi del mar Rosso, Mosè, su indicazione divina, divise le
acque del mare permettendo così al suo popolo di attraversarlo e sommergendo poi
l’esercito faraonico corso ad inseguirli.
Dopo tre mesi
di viaggio Mosè raggiunse il monte Sinai dove ricevette le Tavole della Legge e
punì la parte del suo popolo che si era macchiata con il peccato del vitello
d’oro: mentre Mosè era sul monte, la sua gente stanca di aspettarlo aveva costruito
un vitello d’oro per poi adorarlo.
Il popolo
ebraico, che si trovava in schiavitù nel paese d’Egitto, era certo avvezzo alle
divinità egizie, ecco che allora si comprende il vitello d’oro, con un ritorno
alla religione di Amon-Ra, il cui attributo era un toro, ecco spiegata la
grande ira di Mosè, il suo popolo alla prima difficoltà lasciava Dio per
ritornare al culto politeista. In tal modo poi, si ritornava al profano, non
più ad una elevazione verso Dio, un’ascesi al divino e alla virtù, bensì si
creava un dio alla bisogna e si chiedeva la bisogna.
Giunto nei
pressi della terra promessa, dopo quarant’anni di dura marcia, Mosè morì prima
di entrarvi.
Il
riferimento ai quarant’anni, numero legato alle Pleiadi e perciò anche alla
costellazione del Toro era connesso a una configurazione particolare celeste
che prevedeva un evento eccezionale terrestre?
Configurazione
astrale di un’evoluzione religiosa compresa dagli egizi, anche attuata, ma che
poi fu realizzata da un israelita adottato in Egitto?
Le domande
sono tante… esiste una ciclicità nei moti del cielo a cui corrisponde una
venuta in terra?
Perché per
gli antichi era tanto importante Il fenomeno della precessione degli equinozi?
Precessione
che causa: lo spostamento degli equinozi; ogni 12.893 anni l’ inversione tra i
solstizi d’estate e d’inverno; lo spostamento dei poli celesti, cambiano le
stelle di riferimento al polo Nord celeste e infine lo spostamento delle
coordinate delle stelle e delle costellazioni zodiacali.
Certo lo
spostamento è molto lento occorrono 25.920 per la durata del ciclo completo,
1°ogni 72 anni, quindi il ciclo completo 72X360°= 25.920.
Si può constatare
che al 2° grado di precessione corrispondono 144 anni, salta fuori questo
numero così importante, quadrato di 12 e 12° nella sequenza di Fibonacci,
nonché numero delle tribù di Israele e numero degli eletti dell’Apocalisse.
Seguendo
eventi legati alla scadenza di circa millequattrocento anni ( 20° precessione),
possiamo trovare: Amenofi IV/Mosè 1400 sec. a.C., Gesù Cristo I sec,
Rinascimento 1400 (in cui c’è un gran daffare sulle questioni religiose e
filosofiche), ritorno di Cristo 2800?
Oppure seguendo
eventi legati a circa settecento anni (10° precessione), troviamo: Amenofi
IV/Mosè 1400 sec. a.C.; fondazione di Roma 753 a. C.; I sec. avvento di Cristo;
742 nascita di Carlo Magno, (primo imperatore del Sacro Romano Impero e Santo,
fu canonizzato nel 1165); Rinascimento 1400; e all’incirca al 2100 chi o cosa arriverà?
Lyuba come al
solito divagava, si lasciava prendere da una specie di fuoco che le faceva
credere di afferrare il senso, che poi svaniva in una nebbia di simboli, miti,
riti, animali sacri doppi, per esempio non bastava Api il toro di Menfi, no,
saltava fuori anche quello di Eliopoli, meglio, pensò Lyuba tornare al simbolo
dell’aureola.
L’aureola fu
adottata anche dagli imperatori romani, non più legata solo al divino ma anche
a quello di essere uomini mortali: alcuni di loro sono ritratti incoronati dal
Sol Invictus, una corona raggiata, simboleggiante il Sole Invitto, cioè non
vinto; non da meno gli imperatori bizantini, si pensi al nimbo di Giustiniano
in San Vitale a Ravenna.
A volte la
stella era raffigurata in fronte, significando il predestinato: colui che avrebbe
avuto un destino misteriosamente assegnato e che sarebbe morto giovane.
Con l’ascesa
del cristianesimo l’aureola fu propria di Gesù Cristo, dei Santi, dei Martiri,
della Madonna.
Oggi il
simbolo dell’aureola, per molte persone, non ha più alcun valore religioso e
nemmeno eroico, la si può ritrovare nei fumetti, nella pubblicità testimoniando
che si è perso non solo lo spirito religioso ma anche quello eroico.
1 commento:
Buon Natale a te e a tutti coloro che porti nel cuore.
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