Capitolo 20
Un imbastardimento
fra la cultura greca/egiziana/libica
La dinastia pelopide,
incrocia i re di Argo, discendenti da Eracle e si intreccia con Achille perché
Peleo, suo padre, fece parte degli argonauti, che salparono con la nave Argo
alla ricerca del vello d’oro… una marea di nomi doppi, tripli che provocano una
matassa intricata che manco un azzeccagarbugli può riuscire a dipanare, anche perché
Argo era anche una delle costellazioni più importanti.
La Nave Argo
era una grande costellazione meridionale raffigurante la nave usata da Giasone
e gli argonauti per navigare verso la Colchide (luogo sulla costa del Mar Nero
da millenni incontro-scontro tra popoli). È l’unica delle 48 costellazioni
elencate da Tolomeo che non è più ufficialmente riconosciuta come tale, essendo
stata divisa in più parti da Nicolas Louis de Lacaille, un astronomo francese
del Settecento.
Il mito
racconta della nave Argo con a bordo il fior fiore degli eroi, che vanno verso
Est alla ricerca del vello d’oro.
La nave procedeva
in vari modi a vela o a remi, per fiumi e per mare, per terra sostenuta a
spalle, un’esplorazione forse più importante di quella
spaziale e del primo uomo sulla Luna.
Fu il viaggio
a determinare la figurazione in cielo o fu il cielo ad ispirare questa impresa
che è considerata la prima cerca?
Cercavano il
vello d’oro o nuove terre o la conoscenza in tutte le parti del mondo conosciuto
e sconosciuto?
Questo
viaggio fu sicuramente qualcosa di portentoso, dato la traccia che ha lasciato
nel mito, forse risalente a più di diecimila anni fa.
In quanto a
Eracle e alla sua forza dirompente, lo si può collegare ai dori, popolo che
discese dal nord e invase il Peloponneso e altri territori tra il XII e l’XI
secolo a.C.
Le genti che
abitano e hanno abitato la Grecia sono state chiamate, lungo il corso dei
secoli, in modo diverso: gli achei sono la prima popolazione, seguita poi dagli
ioni e dagli eoli, che invase la Grecia nel II millennio a.C.; fu il primo
popolo di lingua greca di cui conosciamo la civiltà, che prese il nome dal loro
centro più importante: Micene.
È probabile che
la realtà storica dell’invasione ellenica della Grecia sia stata raccontata
attraverso il mito della titanomachia: i fratelli Ade, Poseidone e Zeus
personificano ioni, eoli e achei che assieme formano il popolo degli elleni,
che soggiogano Crono e i suoi fratelli Titani, ossia i pelasgi dell’isola di
Creta, i cretesi o minoici, da Minosse, loro re, che diversamente da quelli del
continente che a lungo restarono semibarbari, erano una grande civiltà. Ce lo
racconta il mito: Il re di Creta Minosse aveva vinto la guerra contro Atene e
così ogni nove anni sette fanciulli e sette fanciulle ateniesi venivano inviati
a Creta per essere divorati dal Minotauro… chiamiamole le tasse da pagare al
più forte.
Ma poi gli
sconfitti conquistarono l’isola di Creta decretando la fine della civiltà
minoica e poi ancora, da abili guerrieri quali erano, conquistarono Troia,
città dell’Asia Minore, nel 1200 a.C.
Più tardi, l’arrivo
dei dori, molto simili agli achei, determinò un rimescolamento, i micenei
furono sconfitti, le altre popolazioni, gli eoli e gli ioni, migrarono a causa
dell’arrivo degli invasori che riuscirono a conquistare il Peloponneso dato che
le loro armi erano costruite in ferro, quindi molto più resistenti delle armi
in bronzo dei primi civilizzatori greci, menzionati nell’Iliade.
I dori erano
indoeuropei, provenivano dal Nord, celti o protocelti, la loro invasione fu
chiamata, in modo leggendario: il ritorno
degli Eraclidi, ritenendoli gli antichi signori della Grecia, discendenti
da Eracle, scacciati in tempi remotissimi, dalla loro terra, ritornati e
chiamati ora spartani.
La civiltà
greca, dopo l’arrivo dei dori, conobbe un lungo periodo di decadenza che durò
fino al 776 avanti Cristo, anno in cui furono istituite le “Olimpiadi”.
Alla fine di
questo periodo i dori, gli ioni e gli eoli erano ormai assimilati in una unica
stirpe ellenica.
Ma torniamo
ad Alessandro Magno, l’unto dalle stelle, perché volle fortissimamente essere
incoronato dall’oracolo di Amon prima di conquistare l’Asia?
Alessandro
decise di andare a far visita al celebre Santuario oracolare di Amon, per
raggiungerlo dovette percorrere 200 miglia fra mille pericoli, arrivando
all’oasi di Siwa nel deserto libico, per imitare i precedenti viaggi di Perseo
ed Eracle.
Eracle
abbiamo già visto, ma Perseo?
Assurdo
sarebbe capire la storia solo tramite i documenti, ieri ce ne erano sicuramente
meno ma in quanto a falsità, ieri come oggi i documenti si falsificano o se ne omettono
particolari compromettenti: la storia la
scrivono i vincitori, i modi di dire saranno anche ovvi ma spesso sono la
verità.
Non dobbiamo
pensare che l’Egitto non abbia mai pensato di invadere la Grecia o viceversa o
quantomeno che non avessero rapporti fra di loro di sudditanza o di scambio
commerciale e culturale, visto il gran girovagare in terra e in mare in antico.
Il mito
racconta che Perseo, colui che uccise Medusa, era figlio di Zeus e di Danae,
figlia del re di Argo, discendendo così dai fratelli gemelli Danao ed Egitto.
Nella
mitologia greca, le Danaidi erano le cinquanta figlie di Danao, re di Libia.
Nel periodo
ellenistico, i berberi erano conosciuti come libici, le loro terre erano
chiamate Libia e si estendevano dal Marocco moderno ai confini occidentali
dell’antico Egitto, l’oasi di Siwa, faceva parte della Libia, la lingua siwi,
una lingua berbera, è ancora parlato nella zona.
Danao non
andava d’accordo con suo fratello gemello Egitto, re d’Egitto e padre di cinquanta
figli maschi, gli Egittidi.
Egitto, tentò
una riconciliazione, proponendo al fratello di unire i loro figli in
matrimonio, ma Danao non era d’accordo e fuggì ad Argo, dove divenne il re.
I figli di
Egitto, raggiunsero le Danaidi e le costrinsero al matrimonio: Danao allora
ordinò alle sue cinquanta figlie di uccidere i loro mariti durante la prima
notte di nozze, per farle poi sposare con dei nobili di Argo.
Obbedirono
tutte fuorché Ipermnestra, che aveva sposato Linceo, quest’ultimo vendicò i
suoi fratelli sterminando tutte le danaidi eccetto sua moglie e alla morte del
suocero divenne re di Argo: Danae, la madre di Perseo, discendeva così da
Ipermnestra una libico/greca e da Linceo un egiziano.
Evidente che
si parla di uno scontro per il potere fra il re di Libia e il re di Egitto,
risolto con un matrimonio e con un imbastardimento fra la cultura
greca/egiziana/libica.
Il numero
cinquanta è generico e riferito anche in altri miti, gli stessi argonauti erano
cinquanta, cinquanta l’insieme di figli e figlie di Priamo, cinquanta erano le
Nereidi ecc.
Per
complicare il tutto nella mitologia esisteva un altro Linceo…era lo stesso?
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