venerdì 20 gennaio 2023

Il volo del gruccione

Capitolo 20

Un imbastardimento fra la cultura greca/egiziana/libica

 

 

La dinastia pelopide, incrocia i re di Argo, discendenti da Eracle e si intreccia con Achille perché Peleo, suo padre, fece parte degli argonauti, che salparono con la nave Argo alla ricerca del vello d’oro… una marea di nomi doppi, tripli che provocano una matassa intricata che manco un azzeccagarbugli può riuscire a dipanare, anche perché Argo era anche una delle costellazioni più importanti.    

La Nave Argo era una grande costellazione meridionale raffigurante la nave usata da Giasone e gli argonauti per navigare verso la Colchide (luogo sulla costa del Mar Nero da millenni incontro-scontro tra popoli). È l’unica delle 48 costellazioni elencate da Tolomeo che non è più ufficialmente riconosciuta come tale, essendo stata divisa in più parti da Nicolas Louis de Lacaille, un astronomo francese del Settecento.

Il mito racconta della nave Argo con a bordo il fior fiore degli eroi, che vanno verso Est alla ricerca del vello d’oro.  

La nave procedeva in vari modi a vela o a remi, per fiumi e per mare, per terra sostenuta a spalle,    un’esplorazione forse più importante di quella spaziale e del primo uomo sulla Luna.

Fu il viaggio a determinare la figurazione in cielo o fu il cielo ad ispirare questa impresa che è considerata la prima cerca?

Cercavano il vello d’oro o nuove terre o la conoscenza in tutte le parti del mondo conosciuto e sconosciuto?

Questo viaggio fu sicuramente qualcosa di portentoso, dato la traccia che ha lasciato nel mito, forse risalente a più di diecimila anni fa.  

In quanto a Eracle e alla sua forza dirompente, lo si può collegare ai dori, popolo che discese dal nord e invase il Peloponneso e altri territori tra il XII e l’XI secolo a.C.  

Le genti che abitano e hanno abitato la Grecia sono state chiamate, lungo il corso dei secoli, in modo diverso: gli achei sono la prima popolazione, seguita poi dagli ioni e dagli eoli, che invase la Grecia nel II millennio a.C.; fu il primo popolo di lingua greca di cui conosciamo la civiltà, che prese il nome dal loro centro più importante: Micene.  

È probabile che la realtà storica dell’invasione ellenica della Grecia sia stata raccontata attraverso il mito della titanomachia: i fratelli Ade, Poseidone e Zeus personificano ioni, eoli e achei che assieme formano il popolo degli elleni, che soggiogano Crono e i suoi fratelli Titani, ossia i pelasgi dell’isola di Creta, i cretesi o minoici, da Minosse, loro re, che diversamente da quelli del continente che a lungo restarono semibarbari, erano una grande civiltà. Ce lo racconta il mito: Il re di Creta Minosse aveva vinto la guerra contro Atene e così ogni nove anni sette fanciulli e sette fanciulle ateniesi venivano inviati a Creta per essere divorati dal Minotauro… chiamiamole le tasse da pagare al più forte.

Ma poi gli sconfitti conquistarono l’isola di Creta decretando la fine della civiltà minoica e poi ancora, da abili guerrieri quali erano, conquistarono Troia, città dell’Asia Minore, nel 1200 a.C.

Più tardi, l’arrivo dei dori, molto simili agli achei, determinò un rimescolamento, i micenei furono sconfitti, le altre popolazioni, gli eoli e gli ioni, migrarono a causa dell’arrivo degli invasori che riuscirono a conquistare il Peloponneso dato che le loro armi erano costruite in ferro, quindi molto più resistenti delle armi in bronzo dei primi civilizzatori greci, menzionati nell’Iliade.  

I dori erano indoeuropei, provenivano dal Nord, celti o protocelti, la loro invasione fu chiamata, in modo leggendario: il ritorno degli Eraclidi, ritenendoli gli antichi signori della Grecia, discendenti da Eracle, scacciati in tempi remotissimi, dalla loro terra, ritornati e chiamati ora spartani.

La civiltà greca, dopo l’arrivo dei dori, conobbe un lungo periodo di decadenza che durò fino al 776 avanti Cristo, anno in cui furono istituite le “Olimpiadi”.

Alla fine di questo periodo i dori, gli ioni e gli eoli erano ormai assimilati in una unica stirpe ellenica.

Ma torniamo ad Alessandro Magno, l’unto dalle stelle, perché volle fortissimamente essere incoronato dall’oracolo di Amon prima di conquistare l’Asia?

Alessandro decise di andare a far visita al celebre Santuario oracolare di Amon, per raggiungerlo dovette percorrere 200 miglia fra mille pericoli, arrivando all’oasi di Siwa nel deserto libico, per imitare i precedenti viaggi di Perseo ed Eracle.

Eracle abbiamo già visto, ma Perseo?

Assurdo sarebbe capire la storia solo tramite i documenti, ieri ce ne erano sicuramente meno ma in quanto a falsità, ieri come oggi i documenti si falsificano o se ne omettono particolari compromettenti: la storia la scrivono i vincitori, i modi di dire saranno anche ovvi ma spesso sono la verità.

Non dobbiamo pensare che l’Egitto non abbia mai pensato di invadere la Grecia o viceversa o quantomeno che non avessero rapporti fra di loro di sudditanza o di scambio commerciale e culturale, visto il gran girovagare in terra e in mare in antico.

Il mito racconta che Perseo, colui che uccise Medusa, era figlio di Zeus e di Danae, figlia del re di Argo, discendendo così dai fratelli gemelli Danao ed Egitto.

Nella mitologia greca, le Danaidi erano le cinquanta figlie di Danao, re di Libia.

Nel periodo ellenistico, i berberi erano conosciuti come libici, le loro terre erano chiamate Libia e si estendevano dal Marocco moderno ai confini occidentali dell’antico Egitto, l’oasi di Siwa, faceva parte della Libia, la lingua siwi, una lingua berbera, è ancora parlato nella zona.

Danao non andava d’accordo con suo fratello gemello Egitto, re d’Egitto e padre di cinquanta figli maschi, gli Egittidi.

Egitto, tentò una riconciliazione, proponendo al fratello di unire i loro figli in matrimonio, ma Danao non era d’accordo e fuggì ad Argo, dove divenne il re.

I figli di Egitto, raggiunsero le Danaidi e le costrinsero al matrimonio: Danao allora ordinò alle sue cinquanta figlie di uccidere i loro mariti durante la prima notte di nozze, per farle poi sposare con dei nobili di Argo.

Obbedirono tutte fuorché Ipermnestra, che aveva sposato Linceo, quest’ultimo vendicò i suoi fratelli sterminando tutte le danaidi eccetto sua moglie e alla morte del suocero divenne re di Argo: Danae, la madre di Perseo, discendeva così da Ipermnestra una libico/greca e da Linceo un egiziano.

Evidente che si parla di uno scontro per il potere fra il re di Libia e il re di Egitto, risolto con un matrimonio e con un imbastardimento fra la cultura greca/egiziana/libica. 

Il numero cinquanta è generico e riferito anche in altri miti, gli stessi argonauti erano cinquanta, cinquanta l’insieme di figli e figlie di Priamo, cinquanta erano le Nereidi ecc.

Per complicare il tutto nella mitologia esisteva un altro Linceo…era lo stesso?

 

 

 

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