VENERE DEGLI STRACCI seconda puntata
Quella che vedete nell' immagine è La Venere degli stracci (1967) di Michelangelo Pistoletto.
In questa riproduzione , di una copia antica di Venere vi è già un senso di replicanza, di artificio, più vitalità vi è negli stracci colorati, disuguali, poveri ma allegri. Cosa voleva dire Pistoletto, sarà un po' difficile saperlo, io vi scorgo una teatralità dell' apparenza esagerata, una sottile inquietudine, ma anche una sottile vena ironica, soprattutto nella Venere che vi mostra il suo posteriore e vi manda a fa un...
Qui un materiale povero come gli stracci acquista dignità , alla pari con la Venere. Lo straccio perde quindi un significato di materiale povero, per divenire attraverso la sua manipolazione e trasformazione elemento compositivo, in un’opera d’arte dai significati nobili. Gli elementi insiti dell’opera quindi spaziano dall’idea di riutilizzo a quello di rielaborazione , qui salta il concetto di cultura alta e di cultura bassa.
Qui la Venere italica risulta falsa, e la Venere vera dove si trova?
Se ne è andata uccisa da sè stessa, ora è negli stracci.
9 commenti:
due sono le alternative, pensando ai materiali impiegati nell'opera di Pistoletto.
Straccio tra gli stracci, la candida Venere di marmo, e tutto ciò che essa rappresenta.
Oppure, la venerea verginità e il candore degli stracci che acquistano lo stesso splendere del riflesso della luce di purezza di Venere, con ciò che ne consegue in termini di amore - se possiamo chiamarlo così - per l'uomo.
(disguido tecnico notturno. questo commento sostituisce il precedente).
due sono le alternative, pensando ai materiali impiegati nell'opera di Pistoletto.
Straccio tra gli stracci, la candida Venere di marmo, e tutto ciò che essa rappresenta.
Oppure, la venerea verginità e il candore che acquistano gli stracci, intesi come metafora dell'uomo, purificati dalla qualità divina della creazione artistica (ovvero messaggiio d'amore per l'uomo)
Caro Piero,
ti ho già detto altre volte, che di cose da donne lo sanno solo le donne, ho voluto scrivere un racconto incasinato,per divertirmi un poco,a Forlì, esiste una statua di una bellezza incomparabile, che fino a poco tempo fa stava negli stracci e per me è più bella della venere italica , è l' ebe del Canova, ne metto una foto sul blog così la vedi.
Poi mi dirai chi è la più bella.
we, ma dov'è che è andato a finire quel post sul maiale che vedo nel mio google reader? lo sai o non lo sai che del maiale non si butta via niente, romagnola?
!?
Come fai tu ad aver visto il post sul maiale che è nelle mie bozze, e fa parte del Gilles,questa me la devi spiegare...comunque se ti interessa io so tutto del maiale...so della mora romagnola, della scrofa bianca, de ver...anche se ultimamente sono comparsi degli strani maialetti neri che io non avevo mai visto.
Au revoir.
Un saluto e grazie del tuo commento da me ..io ho gli occhi neri ,ma chissa' perche' sono da sempre stata innamorata degli occhi celesti .....mah ,misteri della psiche .
Piangere fa bene ...credi a una che ha versato molte lacrime :)
a presto
baci
Kikka ti parrà strano, ma anch'io volevo gli occhi azzurri e i capelli biondi, mi addormentavo e sognavo di svegliarmi senza quei cappellacci neri e gli occhi marroncini, ma per fortuna che il cuore non ha occhi.
Baciolotti
Pietro scusami, lo so che non avrai capito , lo sai a volte sono dispettosa, sai nessuno mi considera un' artista, sai proprio nessuno , solo Gaetano mi ha ricosciuta ed ha avuto fiducia nel mio amore vero per l' arte, vedi la finzione ti prende ma poi ti stufa, chi ama l' arte l' ama tutta, perchè TUTTO è arte.
Un beso.
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