Salmo. Paul Celan
Nessuno ci impasta più di terra e argilla,
nessuno alita sulla nostra polvere.
Nessuno.
Lodato sii tu, Nessuno.
Per amor tuo vogliamo
fiorire.
Incontro
a te.
Un nulla eravamo, siamo, rimarremo, fiorendo:
la rosa di
Nulla, di Nessuno.
Con il pistillo animachiara,
lo stame cielodiserto,
la corona rossa
della parola purpurea che cantammo
su, oh sulla spina.
Zona di neve, inalberata, fino all'ultimo,
nel vento ascendente, dinanzi
alle baite defenestrate
per sempre:
sogni radenti spazzano
sullo striato ghiaccio;
sbozzare
le ombre di parole, accatastarle
attorno all'arpione
nel tonfano.
immagine di Teoderica
11 commenti:
Ciao Paola, anche questa tua opera propone una croce.
Questi versi prendono spunto dalle baite defenestrate che erano nei campi di sterminio nazista. E in quei posti, ancora di più gli uomini non credenti, cominciavano a riconoscere un Dio, Nessuno, a cui si affidavano per essere salvati dalla morte. Volendo rifiorire a nuova vita si comincia a pensare che c'è una mano invisibile, a cui tenersi saldi.
Buon pomeriggio carissima Paola.
Un beso
.....come vedi
Cosimo, ho realizzato un blog con fiori gialli ma il mio animo tende ancora alla croce, al nero e al nessuno cioè acchiappo solo del niente.
Un beso a te.
Paolè, hai citato Celan.
Non ho molto tempo, stasera, devo andare a fare il taxista per mio figlio.
Ma ti dirò domani il mio pensiero.
Intanto, un abbraccio.
Piero
Ciao Piero,
fai il bravo taxista...aspetterò il tuo pensiero.
Ciao.
Preferisco :
Non alle mie labbra cerca la tua bocca,
non davanti alla porta lo straniero,
non nell'occhio la lacrima.
Sette notti più alto erra il rosso verso il rosso,
sette cuori più profondo batte la mano alla porta,
sette rose più tardi sussurra la fontana
Buona serata animo crociato
Paolo
Paolo,
grazie, grazie, grazie,non sai quanto bene mi fanno i tuoi versi.
Ciao animo rosato.
Belli versi di Paolo. Sono i suoi?
Paolè, Celan ci lascia alla nostra libertà.
Ci leva lalibi di qualcuno, o Qualcuno, che soffi sul nostro fango, che aliti la vita nelle nostre narici.
E ci rende padroni del potere di creare parole nuove e, tramite quelle, sensazioni nuove per i nostri cuori, vale a dire vita nuova.
I veri "creatori" siamo noi.
Ognuno di noi.
Possiamo alitare la vita nelle narici delle aprle che parlano ai nostri cuori.
Se solo capissimo questo Celan tornerebbe ad essere vivo tra noi!
Un caro abbraccio.
Piero
Sì Piero,
Paolo è un bravo poeta ed un eccelso scrittore vallo a trovare nel suo blog e leggerai racconti incantati.
La vita dovremmo scrivercela noi ma c'è chi ne è incapace ,Celan doveva essere uno di questi per questo i suoi versi sono così potenti.
Ciao Piero.
Graficamente lo Zero è rappresentato da un cerchio, che racchiude la cavità del vuoto, il nulla (o il tutto) originario.
La proprietà del cerchio è di finire dove comincia.
Non ha lati, o ne ha infiniti.
Come lo Zero, è tondo il mondo, la testa dell'uomo, l'uovo, l'occhio e tutte le cose circolari o cave. Alla parola zero rassomiglia nero, cioè l'assenza di ogni colore. In questo vuoto di colore accade la luce.
Una mia storiella sul potere della nullità dello zero
C'erano dieci numeri da 1 a 9 e con loro anche zero che erano compagni di classe. Zero, per via della sua nullità era assai timido e anche per questo nessuno badava a lui. Ma zero sentiva il forte bisogno di far valere la sua personalità e cercava di dire la sua ai suoi compagni. Tentava continuamente di vincere la sua timidezza senza, però, riuscirci. Ciò che cercava di dire gli rimaneva sempre dentro ed era come fosse lo scritto, se pur amabile, di una lettera anonima.
Un giorno i nove numeri e, naturalmente, anche zero, decisero di fare un gioco diverso dal solito, tanto per cambiare. Dissero, facciamo delle coppie, come per fare un ballo, e così trovarono un modo assai geniale di attuarlo. 1 si unì a 9, 2 a 8, 3 a 7, e 4 a 6 e così facendo divennero 4 magnifici 10 con la loro sorpresa.
Rimase però solo 5 che non trovando altro modo di accoppiarsi, pur di formare anche lui almeno la metà di 10, chiese al timido zero in disparte di fare coppia con lui. Naturalmente zero fu felice di accontentarlo: finalmente, diceva a sé stesso, qualcosa pur valgo!
Ma 5, pur di prevalere sugli altri, fu anche furbo perché non si assommò a zero. Fece di più, contro ogni aspettativa di zero stesso che non se l'aspettava: si unì con lui per formare 50 con la sorpresa degli altri 4 dieci.
Concludendo, chi fu più felice di 5, ma anche degli altri numeri da 1 a 9, fu zero perché era riuscito, nonostante la sua nullità, a diventare amico di tutti i suoi compagni stando accanto a loro da quel momento in poi con il gioco delle coppie.
La timidezza non dura sempre. La timidezza è una virtù che paga a lungo andare, perché arriva il momento nella vita che essa viene posta in vista per trionfare e far felici tutti. Occorre solo una cosa ai timidi: almeno avere un briciolo di coraggio per farsi notare dagli altri e poi pensa la sorte a fare il resto.
In fondo allo zero basta un piccolo decimale, molto meno che uno, anzi anche moltissimo, per uscire dalla sua solitudine che gli sembra eterna.
Ma la storiella non finisce qui perché Iddio, dopo aver creato la Terra, vedendo che le sue creature poste sulla Terra vivevano male decise di avvalersene per mettere fine ai cataclismi che ne costituivano la causa.
Così con la prima coppia di 1 e 9 generò il Circolo Polare Artico; con la seconda coppia di 2 e 8 il Tropico del Cancro; con la terza coppia di 3 e 7 il Tropico del Capricorno; con la quarta coppia di 4 e 6 il Circolo Polare Antartico; infine tutto girò a meraviglia grazie alla coppia di 5 e zero con la quale generò il Polo Nord e Polo Sud.
Ciao Paola,
Gaetano
Gaetano, grazie mille volte grazie, la tua storiella è magnifica e non merita di stare commento ne farò un post.
Un bacio all' amico Tanino che è un vero tesoro.
Cara Paola, grazie dell'apprezzamento. La storiella l'ho pubblicata sul mio sito tempo fa a questo link
http://www.webalice.it/gbarbella/index_080628.html.
Qui troverai anche l'immagine che vi si confà, la Terra, appunto.
Buonanotte,
Gaetano
Posta un commento