E' il 26 di dicembre, la mattina l'ho passata al lavoro, a fare caffè.
Mi è venuto a trovare Domenico, un amico, appassionato di cavalli, ha anche dei pony, inoltre è un calzolaio ed allestisce banchetti con armi ed armature medievali un po' in giro per l'Italia.
Quello che sa fare meglio è parlare, non so dove peschi tutto quello che sa, è un pozzo senza fondo di notizie strane.
Sono stata una volta con lui, io presentavo il mio romanzo, Diana da Ghibullo, lui le sue armature in un cinquecentenario di una battaglia famosa, il pubblico era formato da docenti universitari e professori delle medie inferiori e superiori, ebbene Domenico li ha incantati, le sue parole cadevano come piombo in un silenzio ovattato.
Oggi abbiamo parlato di Mussolini, un topos in Romagna, amato ed odiato senza mezze misure, dei suoi viaggi con Claretta attraverso la Gola del Furlo.
Come lui arrivava al ristorante in cima al Passo, sulla strada che collega Roma a Rimini, i romani per costruire questa via scavarono la roccia, la contadina della casa accanto correva a portargli le uova fresche, ne avrebbe avuto bisogno per la sua performance con Claretta.
Mussolini le sbatteva una contro l'altra e poi se le beveva d'un fiato, gettando via i gusci, il ristoratore li raccoglieva e li metteva dentro un vaso di vetro, che usava come lampadario, tutti dovevano vedere che il Duce era stato lì e lì aveva ingollato le uova romagnole che erano speciali per tirarsi su.
Se passate dalla Gola del Furlo potete vedere ancora oggi il vaso coi gusci del "duce", se poi salite appena un po' sul colle dietro al risorante troverete un ritratto di Mussolini impresso sulla roccia, la damnatio memoriae non è passata di qui.
immagine di Teoderica
8 commenti:
Un bellissimo quadro di primavera, quei fiori gialli sono mimose ammirate pure da un uccellino migratore. Complimenti!
Poi il Duce era insuperabile in certi aspetti della sua vita. Questo aneddoto delle uova quale fortificante dell'eros e delle prestazioni in amore, mi porta ad oggi. A prodotti di oggi come viagra e cialis, quest'ultimo ha proprio il colore delle uova sbattute. Avrà preso dalle uova mussoliniane? :-)...
Intanto penso ad una frase del Duce, "vivere é la lotta, il rischio, la tenacia".
Un beso, Paola cara.
Caro cosimo il disegno è un po' dolciastro ma io credo nella contaminazione ovvero si esprimono i sentimenti con quello che più ritieni adatto, ciò vuol dire che in quei giorni ero come il miele :)
In quanto al duce saranno state le uova, chissà, ma si riteneva un gallo ed anzi esortava anche gli altri uomini a "gallare", i frutti gli serviranno poi per la ...guerra.
ciao Cosimo.
Avesse mangiato un bel pò di uova tutte in un colpo chissà...magari ci andava meglio
Sai, Paolè, ci sono uomini, nella storia di un paese che incarnano lo spirito di un popolo.
Mussolini era uno di questi.
Nel bene e nel male era l'incarnazione della medietà degli italiani di inizio '900. Chiusi nella loro provincia campagnola, nel feudalesimo del meridione, nella paura della modernità, vista come peccaminosa commistione di comunismo e di ateismo...
Mussolini, a parte le nefandezze della dittatura e senza considerare l'abominio dell'alleanza con Hitler e con le sue idee malate, è stato a lungo il portavoce di un'Italia frustrata e cieca.
Ma bada, non penso affatto che fosse un'Italia morta, spenta.
C'erano energie forti, ma che non sapevano guardare al mondo.
Erano solo concentrate sull'ombelico del mondo.
Quelli che avevano osato guardare fuori, oltre le frontiere, per costruire un mondo più grande, capace di ospitare tutti, ancora li ricordiamo... Boccioni, Balla, Severini, Palazzeschi... non mi esprimo su Marinetti perchè credo fosse troppo idealista e ideologico, ma forse lo conosco poco.
Quel periodo è finito.
Se ne parla ancora, vero, Paola. Anche per ricordarne episodi come questo delle uova.
Ma ormai appartiene al passato.
Ad un passato che qualcuno cerca ancora di tenere aggrappato al presente ... ma è roba da vecchi, nostalgici, provinciali, rinunciatari, timorosi...
Un abbraccio,
Piero
Caro Soffio un'idea eccellente...da servizi segreti.
Buona domenica :)
Piero, non puoi capire da Roma il gioco sottile che si svolge, qui in Emilia romagna, fra i nostalgici e chi non sa far altro che attaccarsi ancora a denigrare il fascismo,al lupo al lupo, dicono, non ancora capendo che il male non si ripresenta mai alla stessa maniera, oppure lo sanno e ci giocano per manipolarci.
In quanto all'arte del Ventennio, non vi furono solo i futuristi,è paragonabile solo al periodo del Rinascimento, guarda che non sto scherzando, basta solo soffermarsi a vedere le opere, tutta l'arte si è sviluppata dall' Italia e si è propagata dalla Francia all'America, alla Russia, tutti hanno copiato dal genio italiano, cambiandogli nome e facendolo proprio, pensa ai surrealisti che hanno copiato De Chirico e i metafisici, l'arte americana e russa copiata pari pari dal futurismo e come non dimenticare quel cialtrone di Picasso, che inventa il cubismo, che assomiglia tanto a Balla o il gigantismo che non è altro che l'Eur?
E la nouvelle cousine? Furono i futuristi per primi a modificare artisticamente il cibo. E la moda pure. E la performance chi la inventò?
Vergogna ci fanno scontare ancora il fascimo, tutti indistintamente, per non dire che in quanto a genio l'Italia è stata nel Novecento la prima nel mondo.
Scusa la veemenza ma amo l'arte e sentire a volte che l'Italia non ha avuto avanguardie mi fa ribollire il sangue: CI HANNO SCIPPATO.
Ciao Piero
Si, ci hanno scippato.
Lo dico nello stesso senso senso che dici tu.
Perchè gli artisti vivono in un tempo che non è quello degli altri uomini comuni. Se per i poveri italiani comuni le lancette del tempo segnavano il ventennio del fascismo, piccolo e nero, per gli artisti l'orologio dell'arte segnava un'epoca diversa, più grande e colorata.
Così, mai un'epoca politica potrà mettere le sue insegne sui capolavori dell'arte.
Piero
OK :)
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