venerdì 1 marzo 2019

VACANZE ROMANE romanzo a puntate, I parte


Questa storia, nasce un po’ così, senza pretese, narrerà delle vacanze romane di Betty.
Chi è Betty?
Una signora romagnola di cinquant’anni, un po’ così, né bella né brutta, né troppa né poca, né da mettere coi peggiori né tantomeno coi migliori.
Forse da inserire in quella via di mezzo tanto denigrata oggi: quella dei mediocri o forse da inscrivere alla lista delle casalinghe di Voghera.
Oggi il sostantivo/aggettivo mediocre viene visto come un qualcosa di orribile, quasi peggio di assassino, in quanto è un termine assolutamente fuori moda, chi vuole oggi essere antiquato, obsoleto, out, sorpassato, superato, vecchio, decrepito e tacciato di essere fuori moda e fuori mondo?
Pensate che Betty esageri?
In questi giorni si sta discutendo sui media e sui social dell’estradizione, finalmente avvenuta dell’ex terrorista rosso Cesare Battisti.
Stesso nome del patriota di fine Ottocento, ma a testimonianza della degenerazione dei costumi, vi è un abisso di dignità fra i due.  
Il Battisti, cittadino austriaco di nascita, direttore di giornali socialisti, deputato al Parlamento di Vienna dove si batté per ottenere l’autonomia amministrativa del Trentino e la costruzione di un’università italiana fu condannato a morte perché allo scoppio della grande guerra, pure essendo parlamentare austriaco si arruolò volontario negli Alpini, combattendo per la parte italiana.
Fu catturato da una truppa dell’esercito austriaco, fu processato e impiccato per alto tradimento, non fuggì ma con grande dignità chiese solo di poter essere fucilato invece che impiccato, (l’impiccagione un tempo era riservata agli schiavi e ai plebei) per rispetto alla divisa militare che indossava.
Le sue ultime parole: “Viva Trento italiana! Viva l’Italia!”
Il Battisti odierno, ex terrorista, accusato di vari reati legati alla lotta armata, incolpato di quattro delitti, condannato a più ergastoli, si dichiara innocente per gli omicidi, non si pente per gli ideali del terrorismo, evade dal carcere, che secondo lui non merita, se ne va in giro per il mondo come rifugiato politico e svolge con discreto successo l’attività di scrittore di romanzi di genere noir.
Ora riacciuffato una parte di italiani si indigna per la gogna mediatica, il poverino qua, il poverino là: “Ecco stagliarsi nel cielo delle vicende italiche una manifestazione evidente della trasformazione in merce di ciò che prima era sacro. Il riferimento è al teatro dell’estradizione dalla Bolivia dell’ex terrorista rosso Cesare Battisti. Ciascun cittadino ha potuto assistere alla fiera del pop della pancrazia, cioè del mondo dominato dal rumore sociale, della partecipazione collettiva agli eventi e della stimolazione delle emozioni più voluttuose. In breve: della perdita di sacralità dei valori, quelli laici, dello Stato di diritto. È stata la messa in scena teatrale di un fatto di costume, più che di una estradizione giudiziaria”.
Se le parole possono sembrare giuste e sensate, il senso non lo è, oggi la gogna mediatica la subiscono tutti, perché la notizia fa notizia e va di moda chi fa più rumore, è di moda la pancrazia, basta vedere la televisione o leggere sui social, i peccatucci dell’uomo mediocre non fanno notizia, sono banali e ordinari, mentre i grandi peccati attraggono, fanno discutere, accendono gli animi ecc.
Questa parte di italiani, che difende Battisti, è naturalmente la più acculturata, usa infatti un termine altisonante, pancrazia, che esplica chiaramente la loro altezza vertiginosa in ambito culturale.  
Questa parte di italiani è la crème de la crème del nostro paese, ha in orrore il termine mediocre e i suoi archetipi: il signor Rossi e la casalinga di Voghera, mentre ammira l’assassino Battisti che è un tipo affascinante, un intellettuale che ha oltrepassato il limite per una giusta causa.


immagine: Cesare Battisti

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