Torniamo a
Betty e al suo desiderio di vita spericolata.
Anche il
grande Vasco nazionale era un po’ naif, veniva da Zocca, mica da Milano, Roma o
Torino.
Zoca in
dialetto modenese, significa anche ceppo, stirpe, quindi il Vasco/Blasco poteva
avere anche radici romagnole.
Scommetto
che avete tirato un sospirone e pensato: “Ma che razzate scrive”.
Ebbene: Le
origini del paese di Zocca risalgono ufficialmente alla fine del Medioevo e più
precisamente al 1465 quando Borso d’Este sviluppò un primo mercato di scambi,
che col passare degli anni divenne sempre più importante. La Romagna estense,
nota anche come Romagna ferrarese, è la parte della Bassa Romagna che comprende
gli attuali comuni di Lugo, Bagnacavallo, Cotignola, Conselice, Massa Lombarda,
Sant’Agata sul Santerno e Fusignano. Il suo nome viene dal fatto che questi
territori, tra la fine del XIV secolo e la prima metà del XV secolo entrarono a
fare parte dei domini della casa d’Este, duchi di Ferrara, Modena e Reggio.
A parte una
parentesi veneziana, questi territori rimasero legati ai domini estensi e al
Ducato di Ferrara sino al 1598, anno in cui il territorio ritornò allo Stato
della Chiesa e gli Este si trasferirono armi e bagagli in quel di Modena.
Siamo andati
fuori percorso, dunque Betty non voleva essere la casalinga di Voghera, aveva così
pensato tanto a cosa voleva essere e alla fine aveva deciso di voler vivere
d’arte e d’amore, di voler fare l’artista.
Volere che realizzò, ma lo pagò con lacrime,
dolore e malattia.
La sua
malattia era alla moda, alla modissima, era bipolare e quindi aveva la patente
per stare nella lista degli artisti… che fortuna essere ammalati alla moda.
Il suo viaggio
fu tale a quello di Siddharta, un lungo giro per tornare all’inizio, per
scoprire che siamo noi stessi che diamo
valore alla nostra vita, non gli altri.
Il successo,
l’essere alla moda o altro, non c’entravano niente nelle questioni di
autostima, di autovalore, non c’entravano niente nel guardarsi allo specchio e
piacersi.
Era lei
Betty che doveva dare valore alla sua vita tramite i suoi valori, derivanti
dalla sua indole di nascita e da ciò che aveva assimilato/imparato dal suo
vissuto.
Purtroppo
per crescere il dolore era necessario, Betty sperava di essere cresciuta
abbastanza, comunque non recriminava, né si lamentava, aveva superato gli
ostacoli, Dio le aveva inviato prove che lei era stata in grado di affrontare,
per questo era molto grata al Divino.
Forse il
dolore l’aveva resa un poco migliore, più dolce, accomodante e comprensiva
verso gli altri.
Prima di
passare al racconto sulle vacanze romane di Betty non ci rimane altro che
chiederci.
Chi era la
casalinga di Voghera?
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