Betty osservava estasiata la Meridiana di Santa Maria degli
Angeli, quando entrò suo marito, che dell’arte non gliene fregava niente, ma
almeno non era ipocrita e non faceva il finto amante dell’arte, sì perché oggi
c’erano tanti finti appassionati di arte e il bello è che non lo sapevano,
credevano di amare l’arte sinceramente, ma lasciamo perdere questo, oggi non
sappiamo ciò che siamo, seguiamo uno dei tanti greggi in tutti gli ambiti,
abbiamo perso il cervello del contadino per sostituirlo con quello del robot (
e non sarebbe neanche un male, purtroppo manca la bilancia, l’equilibrio dei
piatti tra natura/tecnica) Dunque entrò il marito di Betty ( la separazione fra
di loro avvenne dopo, con la malattia mentale di Betty, quando il suo
inconscio, la sua natura si ribellò alla ragione, a Kant e al dovere che si era
imposta in modo inflessibile e Betty diventò Maat cioè l’antico concetto egizio della verità, dell’equilibrio,
dell’ordine, dell’armonia, della legge e
dei numeri, si Betty diventò Maat…ta, ma questa è un’altra storia) dicendole di
sbrigarsi che i ragazzi erano giunti, in ritardo, ritardissimo, e che si andava
a mangiare.
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