Capitolo 5
La musica è l’arte
più vicina a Dio e alla perfezione
L’onda
elettromagnetica è sia elettrica che magnetica, si propaga nello spazio e può
trasportare energia da un punto all’altro.
Sono onde
elettromagnetiche: la luce emessa dal sole, da una lampada o da qualunque
sorgente in grado di illuminare gli oggetti, le radiazioni infrarosse emesse
dal termosifone o dai nostri corpi per il fatto che hanno una temperatura, le
microonde emesse da quei forni che usiamo per cucinare o scaldare velocemente
le pietanze; le onde radio per cui sono possibili le telecomunicazioni, i raggi
ultravioletti che ci donano quella bella
abbronzatura estiva e poi i pericolosi raggi X utilizzati in medicina per la
radiografia e gli ultra pericolosi raggi
gamma particelle di sola energia, fisicamente identiche ai raggi X di alta
energia, ma con un potere penetrante molto superiore, estremamente dannose per
i tessuti biologici.
Le onde
elettromagnetiche sono così delle correnti elettriche che si propagano nell’aria,
noi possiamo vederne sono le radiazioni luminose che vanno dal colore rosso al
colore violetto che non sono altro che i colori dell’arcobaleno.
Le onde che
ascoltiamo alla radio si propagano come la luce, una radio ricevente è uno
strumento che ci permette di ricevere e decodificare i segnali emessi da un altro
apparecchio trasmittente.
Una radio è
in grado cioè di ricevere e decodificare onde elettromagnetiche.
Le onde
elettromagnetiche sono onde longitudinali e non necessitano di un mezzo per
propagarsi, infatti viaggiano anche nel vuoto, le onde sonore sono onde
trasversali hanno bisogno di un mezzo per propagarsi, uno strumento musicale,
un bicchiere, una campana, un liquido, un solido ecc., inoltre la velocità di
propagazione del suono è estremamente più bassa, di quella della luce e dipende
dal mezzo da cui si propaga, è questo il motivo per cui durante un temporale, i
tuoni associati ai lampi vengono uditi con un certo ritardo di tempo, che
dipende dalla distanza alla quale si è verificato il fenomeno. Misurando dopo
quanti secondi udiamo un tuono dopo aver visto un lampo, in base alla velocità
del suono possiamo calcolare approssimativamente a quale distanza si è prodotto
il fulmine.
Come facevano
gli antichi a conoscere questo?
Il suono o la
voce dei campi magnetici è stata da sempre associata alla creazione della
materia e alla forza vitale che pervade l’universo.
Il suono è la
sensazione data dalla vibrazione di un corpo in oscillazione.
Tale
vibrazione, si propaga nell’aria o in un altro mezzo elastico, raggiunge
l’orecchio che, tramite un complesso meccanismo interno… ode. (ode/deo/dio)
La musica è
in tutte le civiltà è vista come un dono degli dèi.
Pitagora riteneva
che la musica fosse la vera medicina e nelle antiche tradizioni religiose ed
esoteriche i canti e i suoni venivano usati per indurre guarigioni fisiche e
spirituali.
I Celti in
guerra creavano un gran frastuono di urla e strida per incutere timore
all’avversario, Dante pure rappresenta l’Inferno con suoni assai sgradevoli,
suoni emessi da corpi umani: ma il loro accumulo è straniante, atterrente
proprio come il suono della guerra, nel Purgatorio si trovano la musica e il
canto che allietano, assenti nel bestiale Inferno, dove non esiste ritmo
ordinato, misura, armonia, e dove niente può lenire il dolore.
Nel Medioevo
la musica rappresentava un incontro tra filosofia, teologia e pratica
liturgica, l’una riflesso dell’altra su piani diversi. La teoria musicale
veniva vista come applicazione dell’ordine numerico su cui l’intero cosmo era
fondato, mentre il canto rappresentava l’imitazione dei cori angelici.
Non solo nel
Medioevo perché andando più indietro troviamo Apollo e le nove Muse come
compendio di arti per creare armonia; musica significa, arte delle muse, gli antichi greci le diedero molto rilievo
considerandola l’arte delle arti, la più vicina a Dio e alla perfezione, anche
se poi a capo delle Muse vi è la Luce cioè Apollo.
Nel Paradiso dantesco
si crea uno scenario nuovo, nel quale il canto non rimanda alle forme usuali
della liturgia, ma alla luce e al movimento. Al contrario di ciò che avviene
nel regno dei beati, durante l’ascesa della montagna purgatoriale, in cui
musica e canto sono riconoscibili come repertorio sacro e legata alla parola.
Nel Paradiso la musica è legata alla raffigurazione della luce e del moto delle
anime. La salmodia, una tecnica vocale di recitazione di un testo sopra
un’unica nota, come il canto gregoriano in cui le voci cantano all’unisono, la
troviamo nel Purgatorio, è sostituita nel Paradiso dalla polifonia, l’unione di
più voci ciascuna delle quali svolge una propria melodia. Nel Paradiso il punto
più armonico è quando la voce è accompagnata dallo strumento, quando però si
avvicina il temine del viaggio anche la musica si quieta. Negli ultimi istanti,
quelli che precedono la visione di Dio, i suoni tornano in un luogo di
lontananza assoluta: è la vista (ma è la vista della mente) a compiere l’ultimo
atto, e questo si verifica in uno scenario da spazi siderali:
se non che la mia
mente fu percossa
da un fulgore in che
sua voglia venne.
(Par. XXXIII)
L’esser percossa
rimanda a un urto perfettamente silenzioso; il fulgore ha la luce
dell’esplosione di una Galassia lontana. Alla fine resta il silenzio, simile a
quello che ha preceduto la nascita dell’Universo. (Suoni e musica nella
Commedia di Giuliana Nuvoli)
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