sabato 20 agosto 2022

Il volo del gruccione


 

Capitolo 5

La musica è l’arte più vicina a Dio e alla perfezione

 

 

L’onda elettromagnetica è sia elettrica che magnetica, si propaga nello spazio e può trasportare energia da un punto all’altro.  

Sono onde elettromagnetiche: la luce emessa dal sole, da una lampada o da qualunque sorgente in grado di illuminare gli oggetti, le radiazioni infrarosse emesse dal termosifone o dai nostri corpi per il fatto che hanno una temperatura, le microonde emesse da quei forni che usiamo per cucinare o scaldare velocemente le pietanze; le onde radio per cui sono possibili le telecomunicazioni, i raggi ultravioletti  che ci donano quella bella abbronzatura estiva e poi i pericolosi raggi X utilizzati in medicina per la radiografia  e gli ultra pericolosi raggi gamma particelle di sola energia, fisicamente identiche ai raggi X di alta energia, ma con un potere penetrante molto superiore, estremamente dannose per i tessuti biologici.

Le onde elettromagnetiche sono così delle correnti elettriche che si propagano nell’aria, noi possiamo vederne sono le radiazioni luminose che vanno dal colore rosso al colore violetto che non sono altro che i colori dell’arcobaleno.

Le onde che ascoltiamo alla radio si propagano come la luce, una radio ricevente è uno strumento che ci permette di ricevere e decodificare i segnali emessi da un altro apparecchio trasmittente.

Una radio è in grado cioè di ricevere e decodificare onde elettromagnetiche.

Le onde elettromagnetiche sono onde longitudinali e non necessitano di un mezzo per propagarsi, infatti viaggiano anche nel vuoto, le onde sonore sono onde trasversali hanno bisogno di un mezzo per propagarsi, uno strumento musicale, un bicchiere, una campana, un liquido, un solido ecc., inoltre la velocità di propagazione del suono è estremamente più bassa, di quella della luce e dipende dal mezzo da cui si propaga, è questo il motivo per cui durante un temporale, i tuoni associati ai lampi vengono uditi con un certo ritardo di tempo, che dipende dalla distanza alla quale si è verificato il fenomeno. Misurando dopo quanti secondi udiamo un tuono dopo aver visto un lampo, in base alla velocità del suono possiamo calcolare approssimativamente a quale distanza si è prodotto il fulmine.

Come facevano gli antichi a conoscere questo?

Il suono o la voce dei campi magnetici è stata da sempre associata alla creazione della materia e alla forza vitale che pervade l’universo.

Il suono è la sensazione data dalla vibrazione di un corpo in oscillazione.

Tale vibrazione, si propaga nell’aria o in un altro mezzo elastico, raggiunge l’orecchio che, tramite un complesso meccanismo interno… ode. (ode/deo/dio)   

La musica è in tutte le civiltà è vista come un dono degli dèi.

Pitagora riteneva che la musica fosse la vera medicina e nelle antiche tradizioni religiose ed esoteriche i canti e i suoni venivano usati per indurre guarigioni fisiche e spirituali.

I Celti in guerra creavano un gran frastuono di urla e strida per incutere timore all’avversario, Dante pure rappresenta l’Inferno con suoni assai sgradevoli, suoni emessi da corpi umani: ma il loro accumulo è straniante, atterrente proprio come il suono della guerra, nel Purgatorio si trovano la musica e il canto che allietano, assenti nel bestiale Inferno, dove non esiste ritmo ordinato, misura, armonia, e dove niente può lenire il dolore.

Nel Medioevo la musica rappresentava un incontro tra filosofia, teologia e pratica liturgica, l’una riflesso dell’altra su piani diversi. La teoria musicale veniva vista come applicazione dell’ordine numerico su cui l’intero cosmo era fondato, mentre il canto rappresentava l’imitazione dei cori angelici.

Non solo nel Medioevo perché andando più indietro troviamo Apollo e le nove Muse come compendio di arti per creare armonia; musica significa, arte delle muse, gli antichi greci le diedero molto rilievo considerandola l’arte delle arti, la più vicina a Dio e alla perfezione, anche se poi a capo delle Muse vi è la Luce cioè Apollo.

Nel Paradiso dantesco si crea uno scenario nuovo, nel quale il canto non rimanda alle forme usuali della liturgia, ma alla luce e al movimento. Al contrario di ciò che avviene nel regno dei beati, durante l’ascesa della montagna purgatoriale, in cui musica e canto sono riconoscibili come repertorio sacro e legata alla parola. Nel Paradiso la musica è legata alla raffigurazione della luce e del moto delle anime. La salmodia, una tecnica vocale di recitazione di un testo sopra un’unica nota, come il canto gregoriano in cui le voci cantano all’unisono, la troviamo nel Purgatorio, è sostituita nel Paradiso dalla polifonia, l’unione di più voci ciascuna delle quali svolge una propria melodia. Nel Paradiso il punto più armonico è quando la voce è accompagnata dallo strumento, quando però si avvicina il temine del viaggio anche la musica si quieta. Negli ultimi istanti, quelli che precedono la visione di Dio, i suoni tornano in un luogo di lontananza assoluta: è la vista (ma è la vista della mente) a compiere l’ultimo atto, e questo si verifica in uno scenario da spazi siderali:

se non che la mia mente fu percossa

da un fulgore in che sua voglia venne.

 (Par. XXXIII)

L’esser percossa rimanda a un urto perfettamente silenzioso; il fulgore ha la luce dell’esplosione di una Galassia lontana. Alla fine resta il silenzio, simile a quello che ha preceduto la nascita dell’Universo. (Suoni e musica nella Commedia di Giuliana Nuvoli)

 

 

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