giovedì 1 settembre 2022

Il volo del gruccione

Capitolo 6

To have the blue devil

 

 

Nel culto cattolico per secoli si cantò senza strumenti, perché questi ultimi erano considerati profani, ma poi nell’826 un sacerdote italiano, Padre Giorgio da Venezia, venne chiamato alla corte carolingia di Luigi il Pio perché qui ricostruisse una copia di un antico strumento, di origine pre-cristiana, a canne, ad aria e ad acqua, l’hydraulòs. Padre Giorgio recuperò il principio di funzionamento dell’hydarulòs e realizzò un nuovo strumento, l’unico che nascesse espressamente per la gloria di Dio, cioè l’organo.

L’organo mosso dal vento ci fa intuire l’amore e la bellezza del Regno dei Cieli e unito al canto ci fa partecipi tutti del Divino.

Il Concilio Vaticano II raccomanda: “Nella Chiesa latina si abbia in grande onore l’organo a canne, strumento musicale tradizionale, il cui suono è in grado di aggiungere un notevole splendore alle cerimonie della Chiesa, e di elevare potentemente gli animi a Dio e alle cose celesti”.

Dagli anni ‘70 in chiesa si possono suonare tutti gli strumenti, anche la “famigerata” chitarra, se Dante nel XX Canto del Paradiso scriveva: “E come a buon cantor buon citarista”, più tardi la chitarra divenne diabolica con il blues che era chiamata la musica del diavolo. 

Blues deriva dalla frase to have the blue devils (avere i diavoli blu) col significato di essere triste e depresso.

A Lyuba non piaceva il blues, perché era vero che era triste, infatti questa musica deriva dai canti degli schiavi africani che lavoravano duramente nei campi di cotone americani.

A Lyuba veniva da piangere se pensava a Pick a bale of cotton, un canto degli schiavi neri che lavoravano e cantavano, Oh Signore, raccogli una balla di cotone, veniva da piangere pensando al male che facevano uomini ad altri uomini, perché in realtà il canto era allegro, gli schiavi chiedevano al Signore solamente raccogli una balla di cotone.

Avere i diavoli blu, tale frase è attestata nella lingua inglese a partire dal XVII secolo, si riferiva in origine allo stato allucinatorio che segue alle crisi di astinenza da alcool. All’epoca blue era un sinonimo gergale di ubriaco e per questo motivo le leggi che vietavano la vendita di alcolici la domenica erano indicate come Blue laws … Dopo la guerra di secessione americana, le espressioni  to be blue /to have the blues vennero ad indicare uno stato di sofferenza, di tristezza o di malinconia, distaccato dall’originaria associazione con l’ubriachezza. L’uso dell’espressione tra la popolazione afroamericana per designare la musica associata a tale stato potrebbe essere addirittura posteriore al 1900. A quel punto i due significati (extramusicale e musicale) si fusero, e divenne comune dire il musicista blues suonava o cantava per liberarsi dei blues. (https://it.wikipedia.org/wiki/Blues). 

In merito al blues e alla chitarra si raccontava, che il mitico Robert Johnson, una leggenda della musica blues, uno dei più grandi e influenti musicisti del ventesimo secolo, dall’oscura e travagliata breve vita, avesse acquisito la virtuosità di suonare la chitarra vendendo la propria anima al diavolo.

Sicuramente razzate, ma Johnson fa parte del cosiddetto Club 27, il gruppo di grandi artisti morti a 27 anni, fra cui molti con la J come iniziale del nome: Kurt Cobain, Jimi Hendrix, Janis Joplin, Jim Morrison, e ultimamente Amy Winehouse.

Queste stelle della musica, sregolate…  Sesso e droga e rock and roll/ è tutto ciò di cui il mio cervello/ e il corpo hanno bisogno/ sesso e droga e rock and roll… così cantava Ian Dury nel 1977 e come un pifferaio malefico portò con sé una generazione di giovani in cerca d’altro, pensavano al divino si ritrovarono nelle fauci del diavolo.

Queste stelle cadenti avevano antecedenti, lo sfidare il diavolo per fama o per trasgressione o per noia o per chissà che altro, si trova anche nella letteratura ottocentesca: “Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde”, ma già alla fine del Cinquecento girava il dottor Faust, il protagonista di un racconto popolare tedesco che è stato usato come base per innumerevoli opere artistiche. Faust, nella sua continua ricerca di conoscenza, invoca il diavolo che al prezzo della sua anima gli consentirà la conoscenza assoluta.

Nella musica Paganini era soprannominato violinista del diavolo, per il suo virtuosismo che non aveva pari, si diceva che avesse stipulato un patto con il diavolo per poter suonare in quel modo. Niccolò Paganini fu la star musicale dell’Ottocento.

Era velocissimo e dotato di una tecnica straordinaria che nessuno sapeva eguagliare; le sue violente esecuzioni finivano quasi sempre con la volontaria rottura delle corde e la conclusione del concerto sull’unica corda superstite, quella di sol.

Oltre al virtuosismo aveva attorno a sé un alone nero come la pece, si diceva che avesse ucciso un uomo e che il violino lo avesse studiato in prigione, addirittura si favoleggiava che ricavasse le corde del suo violino dalle budella delle sue vittime.

Paganini era brutto e scheletrico come uno dei Rolling Stones, ma come quest’ultimi era amatissimo dalle donne e le sue esibizioni facevano il tutto esaurito nonostante i costosi biglietti d’entrata.

Nietzsche si occupa della tragedia greca in “La nascita della tragedia”.

La sua ricerca è verso l’arte, sull’apollineo e il dionisiaco.

Apollo è il dio dell’equilibrio, della misura, nell’arte rappresentata dalla scultura.

Dioniso è il dio della sfrenatezza, dell’estasi, nell’arte è rappresentato dalla musica.

Per ascoltare la musica e viverla occorre lasciarsi andare, non esiste musica colta o musica popolare esiste musica per vari stati d’animo, e il nostro animo, il nostro interiore è molto sfaccettato.

Lyuba, qualche anno prima al Pala de Andrè di Ravenna aveva assistito al concerto di Steve Vai che aveva presentato i suoi pezzi più famosi completamente rivisitati in chiave classica, accompagnato dai 50 strumentisti della Evolution Tempo Orchestra, che è l’orchestra sinfonica nazionale della televisione di stato della Romania.

Steven Siro “Steve” Vai è un chitarrista americano di origini italiane. La sua attività musicale oltre a quella chitarristica, si espande anche a livello di composizione e produzione, lo ha portato a vendere circa 15 milioni di dischi e vincere 3 Grammy Awards.

È uno dei più grandi chitarristi viventi chiamato il Paganini della chitarra. 

Lyuba non sapeva neanche chi era, ma pedalando con la bici, mentre tornava dal mare era passata davanti al Pala de Andrè, aveva sentito una musica celestiale, Steve stava facendo le prove, Lyuba aveva deciso che la sera sarebbe andata al concerto.

 

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