sabato 10 settembre 2022

Il volo del gruccione

 

Capitolo 7

I denti di Steve sulla chitarra erano come affondati nel suo braccio

 

 

Non trovò nessuna amica/o che l’accompagnasse, ma non se ne curò, aveva udito qualcosa che l’aveva come dire magnetizza, quindi si mise un tubino nero, si cotonò i capelli, poi li raccolse in una specie di chignon arruffato, bistrò gli occhi di blu, un paio di sandali retrò e si sentì perfetta sia per un concerto rock che classico.  

L’atmosfera iniziale era in stand by poi divenne satura di religioso raccoglimento.

A un certo punto Lyuba si era trovata in piedi assieme a tutti gli altri, volendo dimostrare   l’apprezzamento, senza disturbare la musica con un applauso, mentre Steve portava tutti quanti in paradiso con note struggenti, poi all’inferno, saltando a piè pari il purgatorio, con il clamore dei diavoli.

Il duettare della chitarra di Steve con i violini, fece venire la pelle d’oca a Lyuba, che non aveva mai visto né ascoltato nulla del genere, i denti di Steve sulla chitarra erano come affondati nel suo braccio.

Lyuba apprezzò di Steve non solo il virtuosismo ma anche i modi cortesi ed umili, non aveva nulla di… sesso e droga e rock and roll, chissà forse ciò era dovuto all’incontro tra rock e musica classica un binomio vincente, come quando gli opposti si attraggono e generano armonia, la musica sinfonica attutiva e addolciva il duro e stridente rock.

Negli anni ‘70 l’organo di Hammond, un organo elettrico, che era stato creato per sostituire i più costosi organi nelle Chiese, spopolava nelle band musicali hippies, assieme alla rivoluzione dei capelli lunghi e delle minigonne.

Milioni di ragazzi ballavano sulla musica beat, non sapendo che erano attirati anche dalla musica sacra dell’organo e dalla musica di Bach; sì perché i famosi Procul Harum, un gruppo rock britannico, tra i primissimi esponenti di tale corrente musicale, negli anni Sessanta considerati “uno  dei gruppi più influenti nella storia del rock, i profeti del suono orchestrale” con la canzone ancora ascoltata oggi e strafamosa: “A Whiter Shade of Pale” si sono ispirati proprio a Bach, una libera variazione del brano classico “Aria sulla quarta corda” e il pezzo strumentale mette in chiara evidenza il suono dell’organo di Hammond. 

Quei ragazzi che erano attirati da questo tipo di musica vennero poi “traviati” verso lo “stupefacente”, verso il rock diabolico, ma il loro cuore seguiva in realtà la musica dell’organo, questi ragazzi dovevano ritrovarsi in Chiesa era quello il loro luogo, ma seguirono il pifferaio di Hamelin e caddero nel vortice delle droghe.

Lyuba se pensava alla musica esagerava sempre, lei si scioglieva se sentiva un violino o un flauto o la dolce mano di Eric Clapton suonare la chitarra cantando Wonderful tonight.

No, meglio non ascoltare più questa musica, Lyuba non voleva proprio più ascoltare una musica che le ricordava che da qualche parte, da qualche parte cosa c’era?

Nulla perché lei si sentiva arrivata, e il pensiero fugace del soccombente lo metteva da parte e non ci pensava più, era stata troppe volte umiliata per ricadere nella trappola. Una forza sovrumana l’aveva posseduta, chiedendole sempre di più, Lyuba aveva così perso la sua autostima, era stata a un passo dal soccombere, poi si era ritrovata libera, all’inizio le mancò l’eccitazione, come se lei fosse in crisi da astinenza di quella forza magnetica, poi si disse che non  importava se un qualcuno aveva qualità aliene, in Terra nulla è più bello del sorriso di un bambino… ma a volte, ascoltando certa musica sviolinata sentiva la mancanza del mostro.

(Il soccombente è un romanzo in parte autobiografico dello scrittore austriaco Thomas Bernhard, tratta del fittizio rapporto tra il famoso pianista canadese Glenn Gould e due suoi giovani compagni di studio al Mozarteum di Salisburgo negli anni Cinquanta. Il trio studia musica e contemporaneamente sviluppa un rapporto di amicizia che si rivelerà drammatico per tutti e fatale per uno dei tre, il soccombente appunto. Il narratore (un semi-reale Bernhard) e il suo amico Wertheimer abbandonano gli studi di pianoforte appena si rendono conto del genio superiore di Glenn Gould, quando lo sentono suonare le Variazioni Goldberg di Bach. Nessuno dei due può reggere il paragone con la sovrumana virtuosità del terzo. Alla fine, i due lasceranno il Mozarteum in profonda depressione, per non suonare mai più: uno dopo qualche anno commetterà suicidio e l’altro - il narratore ossessivo, mordace e autocritico all’estremo - si ritirerà nella più completa oscurità). (https://it.wikipedia.org/wiki/Il_soccombente)

(Gould morirà suonando le Variazioni Goldberg, raggricciato sulla tastiera, nel tentativo sempre rinnovato di essere non già un interprete al pianoforte, ma il pianoforte stesso, il suo Steinway. Wertheimer sarà travolto dalla meccanica feroce dell’emulazione, della debolezza profonda, dell’incapacità di essere unico e della coscienza di non esserlo. Il narratore, che è il terzo pianista, rinuncia anche lui al pianoforte, ma tesse una trascendentale partitura di prosa: questo libro, variazione romanzesca sul tema della grazia e dell’invidia, di Mozart e Salieri, ma ancor più sul tema terribile del non riuscire a essere. Bernhard sembra avere scritto questo romanzo come Gould suonava, per così dire dal basso verso l’alto, non come tutti gli altri dall’alto verso il basso. Fin dai primi tocchi, cupi e leggeri, avvertiamo che il libro è la storia di una disputa inestinguibile, che procede nella vita e nella morte: quella tra la Forza e la Debolezza. E, se la Forza appare sul fondo, nella spietata esclusione, da parte di Gould, di tutto ciò che non sia perfetto, si può dire che rare volte l’epos della Debolezza si sia articolato con i tratti grandiosi, e anche la sinistra comicità, che incontriamo nelle vicende di Wertheimer. Quest’uomo che della debolezza ha la vocazione è al tempo stesso pieno di talenti, di qualità e di intelligenza. Il suo soccombere è un processo sotterraneo, sottile, che lo distrugge, ma tende a distruggere anche gli altri. Nella sua debolezza, Wertheimer ha il fascino pernicioso di chi attira gli altri nella propria rovina. Alla fine, giunti a una sorta di vertigine nell’arte della variazione, ci accorgiamo che Wertheimer, il soccombente, ha costruito pezzo per pezzo, nella vita e nella morte, una sorta di doppio beffardo, un’ombra sfigurata della perfezione di Gould, quale ultima vendetta della debolezza contro la grazia). (https://www.adelphi.it/libro/9788845906381)

Meglio per Lyuba pensare alla meravigliosa Terra.


Nessun commento: