domenica 9 maggio 2010

PEOPLE


LUISA


Luisa 17 anni ed un bimbo di 10 mesi.
La mattina dopo Luisa doveva alzarsi presto, l' aspettava una giornata lunga e faticosa: la raccolta dell' uva, che non ha niente di bucolico, anzi è un lavoro duro e sporco.
Si mise a sfaccendare in cucina, iniziò a preparare la cena per la sera dopo, mise in forno un pollo con patate.
Il suo bambino, Marco, intanto si divertiva a muoversi da una sedia all' altra, girando attorno alla tavola; era una conquista per lui fare piccoli passi, tenendo le mani staccate da qualsiasi appoggio. All' improvviso si aggrappò alle gonne della madre e da lì velocemente appoggiò le palme aperte sul vetro del forno bollente.
Luisa staccò le mani di Marco, che erano incollate al vetro, le urla del bimbo invadevano le sue orecchie ed un dolore sordo le batteva nel petto. Le palme di Marco erano carne viva, rossa e sanguinolenta, orribili a vedersi, Luisa le mise sotto il rubinetto dell' acqua fredda, lo fece per istinto; poi col bimbo in braccio corse a chiamare aiuto.
Una folle corsa verso l' ospedale, Luisa cullava il suo bimbo piangente, un dolore sordo la dilaniava, sentiva i battiti forti e veloci di Marco che battevano all' unisono con i suoi. Arrivati al nosocomio, Marco fu curato, le ustioni erano di terzo e quarto grado, le mani furono fasciate come quelle di un pugile. Poco dopo, Marco cullato da Luisa si addormentò, sfinito.
Luisa lo teneva contro al suo cuore e sentiva la sua forza vitale entrare in quella del figlio, sentiva che lui sentiva che sua madre voleva che dormisse, che il sonno lo ristorasse, il bimbo dormì tutta la notte ed al mattino era allegro e non più dolorante. Le mani a poco a poco guarirono; ora Marco è grande ma ha ancora i polpastrelli segnati dalle bruciature.
Nonostante tutto, Luisa di quella notte ha un bel ricordo, quello in cui si è sentita all' unisono col figlio, come se lui fosse stato ancora legato a lei dal cordone ombelicale.
Luisa è sicura che Marco ha sentito tutta la forza del suo cuore.


Il racconto è frutto di fantasia. Eventuali somiglianze a fatti realmente accaduti sono puramente casuali.

10 commenti:

pierperrone ha detto...

Non ho parole per il bimbo che piange disperato, Paola.
Solo il cuore di una mamma può consolare quel dolore.
Solo nel cuore di una mamma c'è un amore così dolce che funziona meglio di un unguento magico.
L'amore che c'è nel cuore di una mamma si festeggia oggi.
E tiu ha scelto una forma molto fisica e molto romantica insieme per festeggiare sul blog.
Lo so che festeggiare on è la parola giusta.
Celebrare, dire, raccontare, condividere...
Come vuoi...
Buona festa della mamma, comunque.

Annarita ha detto...

Bellissima, coinvolgente e straziante storia nel momento in cui il piccolo Marco mette le mani sul vetro del forno. Ma c'è un messaggio positivo e vitale che fa ben sperare e conforta.

Di incredibile forza e impatto l'immagine.

Auguri mamma Paola!

Paola Tassinari ha detto...

Ciao Piero, ieri mattina Kikka ( ha l' età di mio figlio)mi ha scritto "auguri mamma Paola", mio figlio vive lontano e lo vedo una volta all' anno e così mi è venuta nostalgia di quando per casa volteggiava la parola mamma, per consolarmi ho voluto festeggiare la festa della mamma anch'io... un po' in ritardo ma ho voluto festeggiare anch'io.
Ciao.

Paola Tassinari ha detto...

Grazie Annarita....la tua casa ieri sarà stata piena di abbracci perchè i bambini sanno essere affettuosi e dolci, basta un loro sguardo e tutto passa... io non capisco perchè sia diventato quasi obbligatorio per i figli dover andare per il mondo...dall' est vengono all' ovest e dall' ovest vanno ancora più ad ovest e viceversa.
Scusa Annarita lo sfogo...grazie per il tuo commento.

giardigno65 ha detto...

e il cuore può essere parecchio forte

Floriana ha detto...

un abbraccio forte anche da me....

Paola Tassinari ha detto...

Caro Giardino anche chi ha il cuore forte e crede di averlo grande può vacillare, oppure tante prove alla fine...sfiniscono.
Ciao.

Paola Tassinari ha detto...

Floriana che piacere ritrovarti, ho visto ora nel link che ho nel mio blog che hai pubblicato un post nuovo....bentornata.
:)))))

Gaetano Barbella ha detto...

«Annarita ha detto...
Bellissima, coinvolgente e straziante storia nel momento in cui il piccolo Marco mette le mani sul vetro del forno. Ma c'è un messaggio positivo e vitale che fa ben sperare e conforta.
Di incredibile forza e impatto l'immagine.
Auguri mamma Paola!»

Ecco, ho preso a campione il commento di Annarita per far capire come funziona la macchina umana al cospetto dei fatti in cui si trova coinvolta – mettiamo –, in rapporto ad un'altra macchina umana anch'essa. Nel senso che ben difficilmente siamo propensi a isolare un fatto come se fossimo degli analisti che preparano un vetrino per osservarlo al microscopio. No, ma è la parte emotiva che si dispone a cogliere come un certo frutto dell'albero della scienza del bene e del male, per riferirmi al primo impatto dell'uomo appena creato, raccontato nella Bibbia. Questo per dire che prima è la componente umana a giocare il suo ruolo principe nei fatti della vita. Dunque è grazie alle emozioni, i sentimenti, che riusciamo a vivere e non tanto la propensione a concepire ipso facto il lato nascosto dei possibili retroscena che hanno disposte le cose, come attori e scenari, a creare i presupposti del fatto.
Ma non manca di intervenire, in chi superficialmente e in chi profondamente, la riflessione sul fatto in questione perché sia utile per accettare ciò che vi deriva. È il maestro in noi che tiene banco.
Non ci piace tanto a volte, come da ragazzi a scuola, ma menomale che questa sorta di didattica interviene dopo, come il tuono che segue il lampo di un temporale.
Più profondante, a volte si riesce a trarne giovamento dal "tuono" del fatto, come «messaggio positivo e vitale che fa ben sperare e conforta. Di incredibile forza e impatto l'immagine.», come dice Annarita.

Viene da pensare ai tanti discorsi scientifici che cercano di fronteggiare concetti inconcepibili per molte persone comuni, "Le vite parallele". Scenari, abilmente resi, ad esempio nel film "Sliding doors", sono la conseguenza esperienziale di una rigorosa teoria matematica, la teoria dei Multiuniversi, elaborata nel 1957 dal fisico Hugh Everett III– vedi qui.
Ecco, che poco prima che Marco, sbilanciato, appoggiasse la mano sul vetro del forno bollente, è come se in quel preciso momento il suo mondo e quello della sua mamma Luisa si sia diviso in due: uno stesso presente e due futuri, forse anche molto diversi. A questo punto, considerando questo fatto in questione e tanti altri successivi, si può immaginare che miriade di mondi si aprano all'interno della vita di Marco e Luisa.
Gli universi paralleli sono uno "specchio" della nostra dimensione e provano che la nostra non è l'unica "realtà". Questi mondi alternativi mostrano i diversi svolgimenti che la storia avrebbe potuto prendere.
Nondimeno, accettando questa affascinante teoria dei Multiuniversi, ci viene da convincerci che il "lampo" e poi il "tuono," occorsi a Marco e Luisa è stata un'esperienza che ha lasciato un segno indelebile nella vita dei due. Ben difficilmente si presenteranno, strada facendo nella loro vita, fac-simili di Universi alternativi come quello andato buca quando la mano di Marco è rimasta per alcuni attimi incollata al vetro bollente del forno. Forse è stata come una prova del fuoco da superare perché solo così Marco avrà modo di ottenere di vincere la sua vita. Non avrà bisogno di stare attaccato alla “gonna di mamma vita” e sarà capace di affrontarla da solo, nel bene e nel male.

Cara Paola, ti sorprendo continuamente introducendo temi nuovi, come "universi paralleli". Domandati se influiranno su di te.

Ciao,
Gaetano

Paola Tassinari ha detto...

Caro Gaetano di "universi paralleli" me ne aveva già parlato mio figlio, ma tu me li hai chiariti, finalmente ho capito! Prima non riuscivo a capire bene e devo dire che questa senzazione di miriade di mondi possibili e non possibili, mi angoscia in quanto, come hai detto tu tante volte, ogni cosa infinitesimale non si perde ed anzi può avere l' effetto farfalla e ciò mi angoscia.
Mi dici domandati se influenzeranno su di te ...siccome la mia vita ha preso una strada che ha determinato un percorso, ora il tracciato è incerto ed io mi affido all' intuito, alla scelta che accade, faccio come il protagonista di "Latte di mandorle" non pesto i piedi e non mi ribello agli eventi...ma chissà sto pronta, attenta ad ascoltarmi, so che se mi viene dal di dentro posso anche ribaltare tutto...non so...però non voglio tradire il mio "tutto" ( scusa se lo chiamo così, ma ancora i vari nomi con cui viene chiamato dalle varie teorie mi hanno convinto del tutto...scusa il gioco di parole). Mi chiedo spesso se solo gli eventi che determinano il carattere, credo che siano importanti e ancora più importante come viene vissuto ed accompagnato l' evento, ma credo che qualcosa sià già, o intervenga ad un certo punto...mi sono chiesta spesso perchè io sia "rinunciataria", io non chiedevo nulla di particolare ai miei genitori, perchè "sapevo" che era un no, non chiedevo di andare in gita con la scuola perchè sapevo che c' era da lavorare, non posso accusare loro perchè io non chiedevo e loro pensavano che non fossi interessata, mi lasciavo portare via le cose, ma ci stavo malissimo perchè io ci tengo molto alle cose (non butto via niente) mah sarò stata una bambina timida...ma è per questo che oggi mi arrabbio come un leone quando vedo i soprusi e vorrei avere la bacchetta magica per fare "splin,splin".
Come al solito ti faccio una specie di confessione, certo apprezzo più te (come persona e come esperto) che lo ...psicologo...ciaooooooooooooooooooooo.
PS Gaetano pubblico un post "col mio sentire" sul libro di Sara, ci terrei tanto ad avere un tuo commento, naturalmente se hai tempo, hai visto ora che sono matusa ho imparato a chiedere.